31 maggio 2010

L'orchestrina del Titanic


seconda parte

Questi gli argomenti dell'appuntamento settimanale con Passaparola di Marco Travaglio:
- Breve cenni sugli ultimi sviluppi delle indagini sulle stragi di mafia del '92-'93: strage di Capaci (Falcone), Palermo (Borsellino), via dei Gergofili a Firenze e via Palestro a Milano.
- La crescita vertiginosa del debito pubblico che dal 1980 al '92 passò dal 60 al 118% del PIL, innescano l'era di Mani Pulite e il pericoloso precedente della fuga di Craxi nel '94.
- Iniquità dei tagli della finanziaria, contrari tra l'altro al federalismo della Lega e del Governo; grossi tagli, fino al 50% alle amministrazioni locali, minimi a quelle centrali. Per lo più non vengono fatte differenze tra le regioni virtuose e quelle con le mani bucate. Ad esempio, la Lombardia consuma il 50% del reddito che produce, la Calabria il 113%; l'evasione fiscale nella prima è intorno al 12%, nella seconda l'85%; le false pensioni di invalidità, che costano allo stato 8 miliardi di euro, sono il 10% nel lombardo-veneto, il 50% in Campania, Calabria e Sicilia.
- Le Province, che Berlusconi promise pubblicamente in campagna elettorale di abolire, costano 13.5 miliardi l'anno, solo per i costi netti (personale e sedi); abolendo le province, avremmo un risparmio di 13.5 miliardi l'anno strutturale, e non una tantum. La metà della finanziaria. Sono state tagliate 9 delle 110 province, tutte con un bacino infimo, meno dei più grossi comuni (alcune province non raggiungono i 50mila abitanti).
- "Auto blu": abbiamo almeno un parco di 624.000 automezzi, ma il numero è molto incerto. Solo il ministro Brunetta, che tanto voleva indagare in merito, ne ha 9 per sé e il suo staff, compresa una per la segretaria! Negli Stati Uniti (4 volte la popolazione italiana) hanno un decimo delle nostra auto blu. In Germania la Merkel va a lavoro a piedi. In Inghilterra l'ex premier Gordon Brown andava a lavoro in metro, l'attuale Cameron in bici. Costo totale delle auto blu imprecisato. Neanche sfiorate nella finanziaria.
- "Rimborso elettorale" ai partiti: soldi presi dai partiti contro il referendum del '93 che abolì il finanziamento pubblico ai partiti (oltre il 90% dei favorevoli), dopo gli scandali di Tangentopoli; inoltre meno della metà di questi soldi coprono davvero le spese elettorali, il resto non si sa che fine facciano. Costo 130 milioni l'anno. Si era previsto un taglio di 65 milioni (50%) in finanziaria, ridotto poi a 13 milioni.
- Pensioni ex-parlamentari: percepite da tutti i parlamentari che hanno fatto almeno una legislatura, anche se durata solo 2 dei 5 anni previsti. Costo 219 milioni/anno, mentre tagliano gli aumenti previsti dei contratti, bloccano i nuovi contratti e danno le liquidazioni a rate ai poveri cristi di cittadini che hanno lavorato per una vita. Per non parlare del fatto che il Presidente della Regione Molise (la seconda più piccola d'Italia) guadagna più di Obama.
- Lotta all'evasione: divieto di pagamento in contanti oltre i 5000€ e tracciabilità degli assegni; manovra già emanata da Visco 3 anni fa , abolita come primo atto di questo governo. Visco con queste prime e basilari manovre anti-evasione recuperò il famoso tesoretto, 15-18 miliardi in 2 anni. Chissà perchè in questi 2 anni di governo Berolusconi è stata abolita. Con lo scudo fiscale sono rientrati in Italia 100 miliardi in forma anonima di soldi "sporchi" o evasi, pagando le briciole allo Stato, il 5%; avrebbero dovuto invece pagare l'aliquota massima, ovvero il 43%, cioè 43 miliardi. Due finanziarie. L'imposta evasa in Italia, non l'imponibile, è di circa 120 miliardi (a correzione di quanto dice, le ultime stime parlano di 156 miliardi per il 2010, 6.5 volte questa finanziaria), ma solo il 10% viene "beccato" dagli accertamenti fiscali; di questi solo l'8% viene condannato a pagare, gli altri si perdono in ricorsi e prescrizioni, dei quali solo il 2% alla fine paga davvero.
Il 2% dell'8% del 10%. 16 milioni di euro recuperati ogni 100 miliardi evasi.
"Non si può affidare la risoluzione dei problemi a coloro che costituiscono il problema". (Einstein)

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Sommersi dal petrolio

L'operazione Top Kill è ufficialmente morta, come ormai tutto l'ecosistema, ricoperto da questa gigantesca chiazza nera. Avevano detto 60-70% di probabilità di successo. Troppo ottimismo o forse solo una bugia per tirare su le proprie quotazioni in borsa che tracollano giorno dopo giorno. I manager della BP dicono "siamo delusi", ma illustrano subito la prossima geniale manovra, il Piano D, per il quale saranno necessari altri 5 giorni di tempo: si chiama Lower Marine Riser Package (LMRP), nella sostanza un cappuccio o una mini-valvola posizionata sopra la supervalvola che non ha funzionato in aprile; questa verrà poi collegata alla nave di appoggio in superficie, con cui la compagnia si augura di catturare il grosso del greggio e del gas che escono dal pozzo danneggiato 40 giorni fa. Il nuovo tentativo dovrebbe iniziare nelle prossime ore. In calce, una piccola postilla: durante l'operazione, il flusso di greggio potrebbe aumentare almeno del 20%. Se tutto funziona come previsto. Altrimenti cosa succederà? Avranno aumentato la fuoriuscita del petrolio senza risolvere nulla? Di bene in meglio. Quando il giacimento si sarà esaurito e avrà riversato in mare tutto il petrolio presente al suo interno, questi geni della British Petroleum annunceranno festanti di essere finalmente riusciti a fermare la perdita. E qualcuno li ringrazierà e batterà loro le mani commosso. Nel frattempo, nell'era del Grande Fratello, possiamo gustarci in diretta la Terra che sputa fuori il petrolio senza sosta. Ora ha anche un nome, la spill-cam. Ad oggi, si stima che la perdita sia di 2.2 milioni di litri al giorno. L'EPA, l'agenzia americana per la protezione dell'ambiente, sostiene che la perdita, se non arrestata, potrebbe continuare fino ad agosto. Le conseguenze di questo scenario sono inimmaginabili. Già lo sono ora.
E mentre in Lousiana crescono le polemiche perché, secondo le autorità locali, smentite con molto coraggio da BP, la multinazionale del petrolio ha organizzato soccorsi da palcoscenico in occasione della visita di Obama su una spiaggia di Grand Isle, il Dipartimento della Giustizia ha mosso i primi passi verso un'azione penale contro Bp per i comportamenti tenuti prima e dopo il disastro. Infatti, da alcuni documenti interni alla BP risultano inequivocabili gravi problemi e molte preoccupazioni legate alla sicurezza della piattaforma di trivellazione Deepwater Horizon molto prima di quanto la società petrolifera stessa abbia riferito al Congresso la settimana scorsa. I problemi interessavano il rivestimento della tubazione del pozzo e la valvola ausiliaria anti-esplosione, elementi rivelatisi ad alta criticità nella spirale di eventi che ha portato al disastro della piattaforma. Dai documenti risulta infatti che già a marzo, dopo varie settimane di problemi sulla piattaforma, BP era alle prese con grosse difficoltà e nello specifico con una perdita di "controllo del pozzo". Ben undici mesi prima, per di più, già aveva coltivato preoccupazioni in merito al rivestimento del pozzo e alla valvola ausiliaria anti-esplosione. Sebbene il rapporto indichi che l'azienda fosse consapevole di alcuni rischi e di aver fatto un'eccezione alla regola, quando venerdì scorso ha testimoniato in Louisiana in relazione alle cause del disastro della piattaforma, Hafle, ingegnere petrolifero della BP, ha ricusato l'idea che l'azienda avesse deciso di correre tali rischi e davanti a un gruppo di sei esperti ha affermato: "Nessuno pensava che ci fosse un problema di sicurezza. Si erano presi in considerazione e risolti tutti i rischi possibili e tutti i motivi di preoccupazione e si era arrivati a un modello operativo che lasciava intuire che, se gestito correttamente, ci avrebbe consentito di lavorare con successo". Ma ad aprile di quest'anno, gli ingegneri dell'azienda petrolifera sono giunti alla conclusione che il rivestimento "sarebbe stato verosimilmente inefficace come sigillante", stando al documento, con riferimento al fatto che la tubazione doveva essere rivestita per evitare che dal pozzo fuoriuscissero dei gas.
Qualora il piano D dovesse fallire, si passerà al piano E: l’inserimento di una seconda valvola che blocchi la fuoriuscita. Un esperimento, quest’ultimo, che ha però sollevato i dubbi di qualche esperto. Intanto una seconda squadra è pronta alla preparazione di un pozzo di emergenza. È il piano F. La costruzione è iniziata il 2 maggio, quindi è stata sospesa per permettere l’inserimento, poi fallito, della cappa. Ora riprenderà la costruzione ma serviranno settimane, se non mesi, prima che il pozzo sia completato.
Intanto è grande caos anche sul contenimento in superficie della marea nera. Le autorità della Louisiana hanno chiesto la realizzazione di barriere di sabbia per proteggere le paludi, ma di nuovo si sono levate voci contrarie. Ci vuole troppo tempo e saranno pronte quando ormai la macchia nera avrà invaso la costa. Perplessità sull’isola artificiale, la cui costruzione è stata autorizzata pochi giorni fa, che dovrebbe fare da scudo. Poi seri timori per i solventi. Ne sono già stati versati 3,3 milioni di litri: a giudizio degli ecologisti possono avere un impatto negativo, anchce se peggio di così è difficile pensare cosa possa esserci. Altri hanno esaminato quanto fatto dai messicani nel 1979 al largo di Playa del Carmen dopo l’inabissamento di una piattaforma. Lì sono riusciti a domare il greggio con i robot dopo dieci mesi di lavoro, ma avevano il vantaggio di operare a profondità ridotte (52 metri) e non 1.500. E con l’arrivo della stagione degli uragani il petrolio sarà trasportato molto all’interno con ulteriori ferite sull’ecosistema. Ma la soluzione migliore è arrivata dalla Russia che ha suggerito il ricorso alle atomiche sostenendo di averlo fatto negli anni Settanta.
Io ho una soluzione ancora migliore: facciamo esplodere la Terra.

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30 maggio 2010

Dicono di noi...

Il mondo parla di noi. E non ne parla certo bene. Anzi, decisamente male.
Il The Times, prestigioso quotidiano inglese, racconta l'ultimo tentativo di Berlusconi di mettere la museruola ai media: dopo le ultime vicende, il premier italiano ha presentato un disegno di legge per assicurarsi che le trascrizioni delle conversazioni telefoniche intercettate dai magistrati nelle indagini per corruzione rimangano segrete, pena il carcere o multe salate per i giornalisti e gli editori che le pubblicano. Ma la mossa del Primo Ministro italiano, nonchè magnate dei mass media, è fallita. I direttori dei giornali italiani questa settimana si sono incontrati a Milano per rilasciare un comunicato di condanna unanime per questo attacco alla libertà di stampa - tra questi Vittorio Feltri, direttore de Il Giornale, parte dell'impero mediatico di Berlusconi, che ha detto "l'obiettivo è mettere a tacere di noi". I critici dicono che il disegno di legge non è solo incostituzionale, ma anche contro il Diritto Europeo, giurando di leggere le trascrizioni nei teatri e nelle piazze, se necessario. Giornali ed emittenti internazionali, tra cui lo stesso Times, si sono impegnati a portare il governo davanti alla Corte Europea per i Diritti Umani. Le intercettazioni dovranno essere approvate da un gruppo di 3 giudici e potranno durare solo 75 giorni, con speciali autorizzazioni (ma quali??) per politici e parlamentari. Il Times sottolinea inoltre come questa "Legge bavaglio" sia stata costruita su misura, ad personam come diremmo noi, ancora una volta per il Premier, sotto processo in due casi di corruzione, e sta attualmente lottando per contenere uno scandalo all'interno della sua coalizione per una presunta corruzione nella concessione di contratti di costruzione per il vertice del G8 dello scorso anno.
Il New York Times, parla dei tagli per 24 miliardi di euro per sconigiurare il "rischio Grecia" in un Paese dove il governo, fino a un mese prima, si era rifiutato di citare la parola "crisi"; misure che però andranno a colpire in particolar modo i dipendenti statali. Per quanto riguarda invece il disegno di legge sulle intercettazioni, Lanny Breuer, Procuratore Generale degli Stati Uniti, ha espresso preoccupazione durante una recente visita a Roma, sostenendo che le intercettazioni telefoniche sono state una parte essenziale delle indagini penali, di cui l'80% l'anno scorso sono state disposte in indagini di criminalità organizzata. La preoccupazione è facilmente identificabile nei noti rapporti tra mafia italiana e criminalià americana.
Il Der Spiegel, rivista settimanale tedesca con la maggior tiratura in Germania, esponendo le manovre anti-crisi del governo italiano, accusa Berlusoni di aver mentito e di essere un "volta faccia": il Primo Ministro Berlusconi all'inizio di Aprile disse che l'Italia avrebbe superato la crisi senza ricorrere a misure drastiche. Ma il 6 maggio il governo Berlusconi ha rivisto le sue stime per il debito pubblico del 2010 verso l'alto - dal 116,9% del PIL al 118,4%, il più alto in tutta Europa, il terzo al Mondo - che ha innescato un crollo della Borsa di Milano. Il giorno dopo, Berlusconi ha lanciato un appello ai leader della UE: "L'Italia è in uno stato di emergenza, abbiamo bisogno di prendere decisioni", ha detto in un vertice a Bruxelles. Il giornale conclude con "The fairytail is over" (la favola è finita). Lo stesso cancelliere tedesco Merkel ha affermato che bisogna affrontare i problemi alla radice, confermando la posizione già espressa dal ministro delle finanze tedesco Schauble sull'eventuale uscita dalla zona euro dei paesi incapaci di rispettare le regole, Grecia e Italia in primis. Sempre lo stesso giornale, in un altro articolo, mostra come dal 29 aprile al 31 dicembre 2012 l'Italia dovrà rimborsare 611.5 miliardi di euro di titoli in scadenza. 251.5 miliardi entro l'anno, 192.2 nel 2011, 168.2 nel 2012. Una cifra colossale. Una tempesta perfetta costruita nel tempo dai governi, da Craxi fino a Berlusconi. Tutti padri del debito pubblico attuale di 1.800 miliardi.
La stessa Freedom House, dopo aver classificato l'Italia come "Parzialmente Libera", critica aspramente la "Legge bavaglio", in quanto la normativa avrà come conseguenza quella di punire i giornalisti che scrivono di informazioni che sono di pubblico dominio o di notizie di pubblico interesse. - dichiara in un'intervista all'agenzia Bloomberg Karin Karleker, ricercatrice e direttrice di Freedom House - La previsione di pene così dure nei confronti dei giornalisti va in direzione opposta all'orientamento prevalente di decriminalizzare i reati a mezzo stampa.
Per concludere, un paio di mesi fa la scrittrice albanese Elvira Dones ha scritto una lettera aperta al premier Silvio Berlusconi in merito alla battuta del Cavaliere sulle "belle ragazze albanesi". Durante l'incontro con Berisha, infatti, il premier ha attaccato gli scafisti e ha chiesto più vigilanza all'Albania. Poi però ha aggiunto "Faremo eccezioni solo per chi porta belle ragazze". La scrittrice sottolinea come queste "belle ragazze", della cui vita racconta nel suo romanzo Sole Bruciato, in Italia siano state ridotte in schiavitù, violentate, mandate sulla strada, mutilate o peggio appese a testa in giù in macellerie dismesse se osavano ribellarsi ai loro magnaccia. La scrittrice conclude dicendo "Credo che se lei la smettesse di considerare i drammi umani come materiale per battutacce da bar a tarda ora, non avrebbe che da guadagnarci".
Questa è la stima di cui gode il nostro Primo Ministro Berlusconi all'estero. Lo zimbello d'Europa e d'America. Ma lui sorride e dice che va tuttto bene. E per questo noi polli italiani continuiamo a votarlo.

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Marea nera: la fine è lontana

Bisognava essere ottimisti. Dovevamo esserlo. Ma con il passare delle ore e dei giorni le speranze sono sempre più fragili. Il 26 maggio ha inizio l'operazione "Top Kill", un sofisticato robot avrebbe dovuto chiudere la voragine in fondo al mare dalla quale uscivano fiumi di petrolio incessantemente da più di un mese. Gli esperti della BP, o presunti tali, parlavano di una possibilità di riuscita dell'operazione del 60-70%, non la certezza assoluta, ma meglio che niente; i dubbi erano legati al fatto che queste manovre non sono mai state provate a simili profondità.
Il 27 maggio, il Presidente Obama dichiara che sono necessarie delle misure per ripulire un'industria del petrolio spesso corrotta; respinge inoltre le accuse di troppa lentezza negli interventi, ma allo stesso tempo, non nega che possano esserci stati degli errori nella gestione dei primi interventi. Annuncia inoltre uno stop di 6 mesi alle trivellazioni off-shore; esprime inoltre profonda rabbia per gli 'intrallazzi' scoperti tra la Mineral Management Service, agenzia di controllo delle trivellazioni, e l'industria petrolifera. Nel pomeriggio, la British Petroleum comunica che la fuoriuscita di greggio è stata arrestata. L'entusiasmo prende piede, ma già in serata la compagnia riferisce la sospensione dell'operazione per problemi tecnici.
Il 28 maggio, dopo 16 ore di stop riprendono le operazioni. Bp esprime cauto ottimismo, sostenendo il buon prosieguo delle operazioni, parlando per la prima volta di "catastrofe ecologica", invece che "incidente". In serata, il Presidente Obama dichiara "la responsabilità finale è mia", rassicurando che, se Top-Kill non dovesse funzionare, sono pronti altri piani di intervento.
Il 29 maggio, le operazioni vengono nuovamente sospese, per il susseguirsi di problemi tecnici e il flusso di petrolio non si è ancora arrestato. Mentre la risoluzione del problema sembra sempre più lontana, il Dipartimento della Giustizia americano ha mosso i primi passi verso un'azione penale nei confronti della Bp, per verificare se la compagnia abbia violato regole di sicurezza federali e fuorviato le autorita' assicurando che era in grado di contenere la perdita di greggio. Nel frattempo, trapelano documenti dall'interno, pubblicati dal New York Times, secondo i quali già 11 mesi fa, dopo diversi problemi di controllo del pozzo sulla piattaforma, vi erano perplessità sulla tenuta dell'involucro metallico e sulla capacità di prevenzione di un eventuale scoppio. Il 22 giugno, per esempio, gli ingegneri espressero dubbi sul fatto che la struttura metallica, che la compagnia voleva utilizzare, sarebbe potuta collassare sotto l'alta pressione. Ma BP andò avanti con il suo progetto, solo dopo aver ottenuto un permesso speciale da parte del consiglio, in quanto violava le norme di sicurezza della società e gli standard di progettazione; i documenti interni non spiegano però perchè fu autorizzata questa eccezione. Martedì scorso il Congresso Americano ha pubblicato un memorandum con i risultati preliminari di un'indagine interna di BP, che ha indicato che il 20 aprile, poco prima dell'esplosione, vi erano segnali di allarme rilevati dalle attrezzature, misurazioni che suggerivano che il gas stesse bollendo all'interno del pozzo, indice di un potenziale scoppio imminente. Ma i sistemi deputati a prevenire l'esplosione non hanno funzionato, le cause restano però ancora un mistero.
Nel frattempo, la Bp, che si impegnò quasi da subito a pagare i danni, ha fatto sapere, a sua discolpa, che la marea nera provocata dall'affondamento della piattaforma Deepwater Horizon e' costata ad oggi quasi un miliardo di dollari, in realtà una goccia nel mare dei profitti della multinazionale del greggio, che l'anno scorso ha guadagnato 14 miliardi di dollari. Ma nessuna cifra ripagherà mai l'incalcolabile catastrofe ambientale.

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29 maggio 2010

Nucleare o Nuculare?



Areva è la multinazionale leader a livello mondiale nel campo dell’energia nucleare, posseduta al 90% dalla Francia, ma soprattutto è monopolista in ogni attività industriale collegata: miniere, chimica, arricchimento, combustibili, ingegneria, propulsione nucleare e reattori, trattamento, riciclaggio, stabilizzazione e stoccaggio delle scorie. Inoltre è detentrice del brevetto dei "reattori nucleari europei ad acqua pressurizzata" (Epr) che il governo Berlusconi vorrebbe costruire in Italia. Tuttora c’è chi considera l’energia nucleare una fonte sicura e “rinnovabile” in quanto non fossile. Ma il ciclo di reazione usa come combustibile l’uranio-235 e il suo utilizzo dipende da risorse minerarie molto limitate, che secondo il tasso di utilizzo odierno si stima possano durare tra i 60 e i 100 anni.. La metà dell’uranio di Areva proviene da Arlit e Akokan, due miniere di un Paese africano poverissimo come il Niger; la multinazionale francese ha coperto i suoi scopi di sfruttamento delle risorse proponendo questa sua attività come un "salvataggio economico di una nazione depressa", trasformando da oltre 40 anni questo Stato dell’Africa sahariana occidentale, desertico, arido, senza sbocco sul mare e con il più basso indice di sviluppo umano del Pianeta, nel terzo produttore al mondo di uranio. Dopo 40 anni il Niger rimane un paese poverissimo, circa i due terzi della popolazione vive con meno di 1,25 dollari statunitensi al giorno. E questo gigante dell'energia nucleare ha firmato un accordo per iniziare a scavare una terza miniera tra il 2013 e il 2014.
E in Niger possiamo vedere l'altra faccia della medaglia del nucleare, quella peggiore, quella che viene sempre ben nascosta. Nel mondo "occidentale" Areva "si sta impegnando moltissimo nelle sue pubbliche relazioni per convincere i governi, gli investitori e l’opinione pubblica che il nucleare oggi è sicuro e pulito, cercando di presentarlo come una tecnologia verde” - scrive Greenpeace, ma nei paesi più poveri del mondo dove il combustibile nucleare viene estratto (Niger, Namibia, Kazakhistan e Uzbekistan principalmente) le detonazioni e le trivellazioni in miniera provocano enormi nuvole di polvere, montagne di rifiuti industriali e grandi mucchi di fango radioattivi che rimangono all’aperto, con l'enorme rischio di causare il rilascio di sostanze radioattive nell’aria, infiltrazioni nelle falde acquifere e contaminazione del terreno, con danni permanenti all’ecosistema ed enormi problemi di salute per la popolazione locale perché l’esposizione alla radioattività provoca malattie congenite, leucemia e cancro, soprattutto alle vie respiratorie in quanto durante la lavorazione vengono liberate polveri sottili che entrano facilmente nel sistema respiratorio. Questo sta già avvenendo attorno alle città minerarie di Arlit e Akokan in Niger.
L’Areva ha sempre rispedito al mittente le accuse, mentre gli ospedali locali, finanziati in un progetto di svilluppo economico da questa stessa società, sono stati accusati di non aver diagnosticato molti casi di cancro. Così nel novembre 2009 Greenpeace ha realizzato un breve monitoraggio scientifico, assieme alla Ong Rotab e al laboratorio indipendente francese CRIIRAD. I risultati sono più che inquietanti e parlano da soli: in quarant’anni nelle miniere sono stati utilizzati 270 miliardi di litri d’acqua impoverendo la falda e contaminandola; saranno necessari milioni di anni per riportare la situazione allo stadio iniziale. Nella regione di Arlit in quattro campioni di acqua su cinque la concentrazione di uranio è risultata sopra il limite raccomandato dall’Oms per quella potabile. In alcuni è presente addirittura del radon radioattivo disciolto. Nella vicina stazione di polizia il radon nell’aria è tra le 3 e le 7 volte oltre la normale soglia. In un campione di suolo prelevato nei pressi della miniera, a pochi metri dall'ospedale, uranio e materiali radioattivi sono 100 volte superiori ai livelli normali della regione e oltre i valori internazionali consentiti; la fonte della radiazione è risultata essere gli scarti di lavorazione delle rocce della miniera, utilizzati poi per costruire la strada, un modo comodo e poco costoso per smaltire le scorie radioattive. Areva ha ammesso questo folle utilizzo, impegnandosi a bonificare la zona, ma pochi mesi dopo la presunta bonifica, confermata dal Niger Department of Mines, CRIIRAD ha rilevato che la dose radioattiva al suolo era 500 volte più alta dei valori normali dell'area. Basta passare meno di un'ora al giorno in questo luogo per essere esposti nell'arco dell'anno a un livello di radiazioni superiore al limite massimo consentito. Ma qui la gente ci vive. Areva sostiene che nessun materiale contaminato proviene dalle miniere, ma Greenpeace ha trovato diversi bidoni e materiali di risulta di provenienza mineraria al mercato locale ad Arlit, con un indice di radioattività fino a 50 volte superiore ai livelli normali. Gli abitanti del luogo usano questi materiali per costruire le loro case. Questo è l'altro lato oscuro del nucleare: in Niger, paese con un livello di istruzione più basso al mondo, nessuno conosce le conseguenze del nucleare, compresi i lavoratori che lavorano in miniera. E nessuno se ne è mai guardato dal farlo. L'ignoranza e l'informazione deviata è certamente uno dei punti di forza del "nuculare".
Areva sostenne che queste miniere avrebbero portato ricchezza al paese. Secondo Almoustapha Alhacen, Presidente dell'Ong locale Aghir in'Man, "la radioattività crea invece più povertà perchè causa molte vittime; ogni giorno che passa siamo esposti alle radiazioni e continuiamo a essere circondati da aria avvelenata, terra e acqua inquinate, mentre Areva fattura centinaia di milioni di dollari grazie alle nostre risorse naturali".

Nella situazione attuale, comprare da Areva il combustibile per le centrali nucleari che il governo italiano vuole costruire significherebbe finanziare i disastri ambientali e sanitari in Niger. E vale veramente la pena impiegare 15 anni per costruire le centrali, altri venti per smantellarle, riempire il pianeta di potenziali bombe nucleari, per delle risorse che dureranno pochi decenni?
Non possiamo fare affidamento su AREVA e sul nucleare, né nel Niger né in Italia: quali garanzie possono dare con questo approccio fantasioso alla sicurezza? Il gigante francese del nucleare si presenta come una societa' attenta all'ambiente, ma il Niger ci rivela una verità ben diversa e drammatica.

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28 maggio 2010

Mangia che ti passa



Mangia che ti passa. Il cibo sano, vero elisir di lunga vita. A dirlo non è Topo Gigio in uno spot per bimbi obesi, ma Franco Berrino, oncologo dell'Istituto dei Tumori di Milano. In apparenza può sembrare un tipo un po' strambo, ma il suo numero enorme di pubblicazioni scientifiche parla da sé. Berrino fu uno dei primi a riconoscere la sana alimentazione come prima misura preventiva verso i tumori, dimostrandolo scientificamente. Ha quindi incanalato la sua ricerca clinica, uno dei pochi al mondo, dentro le nostre cucine, trasformando la gastronomia in una vera e propria scienza medica. Ma dove si poteva fare tutto questo se non in Italia! Chi lo ha conosciuto dal vivo lo descrive come "uno scienziato umano, troppo umano, che anche nei tratti fisici ha qualcosa dell’uomo che crede intimamente in quello che fa, coerente anche nella vita personale con la materia che tratta."Nel suo laboratorio (Cascina Rosa) non esistono provette e alambicchi (come nel mio), ma fornelli, pentole, cuochi, cibo naturale e cavie umane, per di più volontarie.
Le sue regole di buona alimentazione sono poche ma essenziali:
PASTA

- la pasta: è un ottimo alimento, indicata anche per le diete in quanto rilascia zuccheri lentamente, mentre il pane fa aumentare la glicemia molto rapidamente (più pericoloso inoltre per i diabetici);
- riso bianco: con moderazione;
- riso integrale: ricco di acidi grassi essenziali, proteine di buona qualità e tantissime sostanze anti-infiammatorie; deve essere di provenienza biologica, altrimenti i pesticidi si sciolgono nel grasso del germe e quando viene grillato prima della vendita perde inoltre le sue qualità nutrizionali.
CARNE

- insaccati e salumi: guai;
- carne rossa: poca in generale (il consumo medio nei paesi occidentali è arrivato a quasi 300gr procapite al giorno); è da ricordare che la dieta dell'uomo è onnivora, ma a prevalenza vegetale.
PESCE
- lo sgombro, testuali parole, è meraviglioso: il suo grasso ha potenti qualità anti-infiammatorie e alti livelli di omega-3 (importanti per mantenere adeguati livelli di colesterolo);
- le vongole ricchissime di ferro e vitamina B-12.
FRUTTA,ORTAGGI E VERDURA
- le cipolle tutti i giorni: contengono la quercetina, sostanza che ha probabilmente un'azione protettiva verso i tumori;
- daikon: scioglie i grassi, ottimo per i problemi di stitichezza;
- cereali e legumi possono fornire tutte le proteine del fabbisogno umano;
- frutta e verdura: a volontà, possibilmente di stagione;
- la frutta e verdura fanno comunque bene, a prescindere che sia bio o meno.
PANE
- pane bianco: no;
- pane integrale: ottimo, ma per essere di qualità non deve essere molle a fette;
- pane di sesamo: ricchissimo di calcio (prezioso per l'osteoporosi);
- pane con i semi di lino: ricco di omega-3 e sostanze dette lignani, preventive verso il cancro alla mammella.
Berrino contesta il pane confezionato, ricco di destrosio (cioè zucchero) per addolcire un sapore che altrimenti sarebbe schifoso, a causa della qualità dei prodotti infima utilizzati nella catena industriale.
ALTRO
- alghe: ottimi integratori di minerali (senza il petrolio sopra...);
- tofu: ricavato dal latte di soia, indicatissimo per chi soffre di ipercolesterolemia;
- noci: 2-3 al giorno riducono il rischio di infarto, non di più perchè il loro potere calorico è molto alto;
- miso di riso: si può usare al posto del dado, ricco di fermenti attivi che aiuta moltissimo la digestione;
- biscotti senza zucchero: non hanno il glucosio, ma molto spesso andando a leggere l'etichetta si scoprono contenere il mannitolo, ancora più calorico del glucosio.
Linkate troverete anche delle ricette per i cibi un po' meno comuni.

Regola fondamentale: leggere sempre l'etichetta. Provare per credere!

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27 maggio 2010

Top-Kill

Anche oggi una notizia allegra. L'operazione Top-Kill è iniziata da ormai più di 12 ore. Già il nome ispira allegria. La BP ha iniziato l'ultimo tentativo disperato, dopo che anche il secondo cappello magico non ha funzionato. Sembrava funzionare. Sembrava. L'operazione consiste nel tappare il buco con cemento, fanghi e liquidi ultradensi e arginare definitivamente la perdita di petrolio o ridurla drasticamente. Forse una bella notizia, forse. I tecnici espertissimi della BP prevedono una probabilità di riuscita del 60-70%, c'è da stare tranquilli considerando la loro precedente maestria quando chiesero su internet se qualcuno aveva un'idea su come chiudere questo pozzo; prevedono inoltre che, se l'operazione non dovesse riuscire, la situazione potrebbe peggiorare, e la fuorisuscita di petrolio aumentare sensibilmente...è davvero possibile peggio di così? Uno dei grossi problemi per il successo dell'operazione è che il pozzo si trova sotto 1500 metri di mare e il giacimento circa altri 1500 metri sotto la crosta terrestre, le pressioni a cui sono sottoposti i macchinari sono immaginabili, tant'è vero che una simile manovra non è mai stata provata a queste profondità. Intanto il personale di 125 pescherecci impegnati in mare per arginare il petrolio, sono stati fatti rientrare perchè ammalatisi in seguito alle esalazioni dell'oro nero.
Ci rimane solo da incrociare le dita dei mani, dei piedi e del naso. Siamo sull'orlo di un baratro, una Chernobyl del petrolio. Speriamo di cadere dalla parte giusta.
Nel frattempo a Singapore, in seguito allo sversamento di 2000 tonnellate per una collisione tra navi, le spiaggie sono state chiuse in quanto la marea nera ha in parte raggiunto la costa.
Se anche questo tentativo dovesse fallire, gli Americani potranno consolarsi per i soldi che risparmieranno in carburanti...andranno a fare rifornimento direttamente in mare.
Intanto, in questi 20 minuti che sono trascorsi per scrivere questo post, altri 11.000 litri si sono riversati in mare. Mi sento quasi in colpa.
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26 maggio 2010

L'eredità nucleare



Ottobre 2008: il Ministro Scajola, da poco in carica nel IV governo Berlusconi dichiara che l'Italia avrà bisogno di nuove centrali nucleari, 7 o 8 forse 10; le più moderne, sicure, tranquille e efficienti (belle no?).
Centrale nucleare di Caorso (PC): spenta nell'1987 in seguito al referendum abrogativo del 1987, tutto il materiale radioattivo è ancora lì. Il combustibile nucleare non sarà completamente rimosso prima del 2019. Più di 100 persone lavorano ancora al suo interno a vegliare il cadavere radioattivo, veglia che nel frattempo ci è costata 9 miliardi di euro per tutte le centrali.
Centro nucleare di Casaccia (25 km da Roma): solo per le barriere di sicurezza anti-terrorismo, nel 2003 sono stati spesi 40 milioni, per una centrale che in teoria dovrebbe essere spenta, ma che in realtà è ancora una bomba radioattiva. Nei depositi sono conservati oltre 100 fusti contenenti plutonio e uranio arricchito (alta radioattività). Qui scoppiò il sistema antincendio per una pessima progettazione dell'impianto; per miracolo i fusti non vennero danneggiati. Negli ultimi 2 anni, 9 operatori hanno inalato plutonio mentre lavoravano allo smantellamento delle 64 "scatole" dove veniva assemblato il materiale nucleare. Questi impianti dovevano essere smantellati dalla Sogin 20 anni fa grazie a un macchinario apposito che costò 9 miliardi di lire e che non fu mai usato. E' presente il più grosso deposito (vecchio e arrugginito) di rifiuti nucleari, 7.000 metri cubi di rifiuti radioattivi che si accumulano da più di 10 anni; ma i magazzini ormai straripano e i fusti vengono accumulati in cortile. All'aperto.
Centrale nucleare Sogin EUREX di Saluggia (VC): soggetta a continue inondazioni, essendo stata costruita sulle rive della Dora Baltea. Qui sono stati interrati 1635 metri cubi di scorie radioattive liquide, con tracce di plutonio e uranio, con il conseguente effetto vasca da bagno, ovvera l'acqua che filtra al suo interno portando via materiale radioattivo. Il loro trasporto viene classificato come "improponibile", 33 anni sono passati. La piscina, vecchia di 40 anni, contenente le barre di uranio, ha perso liquido radioattivo che è penetrato nel terreno contaminando la falda acquifera: ci sono voluti  4 anni per svuotare la piscina e fermare la perdita! 100 operatori contaminati in soli 2 anni, alcuni di loro anche più di una volta. Le barre di combustibile radioattivo, invece che essere sistemate in sicurezza nella piscina di Trino, impermeabilizzata e sicura, nonchè di proprietà della stessa Sogin, sono state "adagiate" nel deposito di Avogadro, obsoleto e vecchio di 50 anni, soggetto a perdite sistematiche, dove per di più la Sogin paga un milione di euro di affitto. Perchè? Motivi politici ovviamente, con l'amministratore della Sogin vicino politicamente (centro-destra) all'assessore di Trino, nuclearista convinto. Risultato: falda acquifera tutt'ora soggetta a contaminazione.
Centrale nucleare di Trino: in funzione dal '64, ma rimasta spenta per 9 anni per "manutenzione straordinaria". In soli 13 anni ha prodotto 2800 fusti di rifiuti radioattivi, ma il cuore radioattivo è ancora tutto da smantellare, con 150kg di plutonio e altri 47 elementi nucleari.
Centrale del Garigliano (CE): dopo 15 anni di funzionamento, spenta nel '78 a causa di un guasto e mai più riaccesa, poichè in seguito al terremoto dell'Irpinia la zona in cui sorge la centrale fu dichiarata zona sismica. Il combustibile nucleare è stato mandato dagli '60 in Inghilterra per il riprocessamento, costo ad oggi 1,6 miliardi di euro. Circa 100 persone sorvegliano l'impianto, spesa 2 milioni di euro l'anno. Non potrà essere smantellata prima del 2024, spesa prevista 350 milioni di euro. I magazzini, contenenti più di 700 fusti, sono fatiscenti, senza neanche più corrente elettrica, con uccelli selvatici che nidificano stabilmente al loro interno, e ormai colmi. Parte dei rifiuti nucleari in passato sono stati seppelliti sottoterra in buste di plastica. E sono ancora lì.
Centrale nucleare del Cirene (LT): ultimata pochi giorni prima del referndum abrogativo, non fu mai accesa.
Centrale nucleare del Borgo Sabotino: a pochi passi dalla precedente, sono stati interrati 1200 metri cubi di rifiuti, non sapendo dove metterli. Il reattore è ancora da smantellare, ma non prima del 2019, 80 persone lo vegliano da 30 anni. La grafite contenuta al suo interno rimarrà radioattiva per migliaia di anni. Non bastasse, alla fine degli anni '60 ci siamo portati a casa nostra 84 barre di Uranio da una centrale USA per riprocessarle, ma quando gli americani chiusero la loro centrale, sono rimaste.in Italia. Secondo un pentito dell'andrangheta, i dirigenti del centro pagarono per smaltire illegalmente dei rifiuti, un'inchiesta della magistratura è in corso.
Castelmauro (CB): nella cantina di una casa, nel centro storico del borgo, sono stipati 2000 fusti di rifiuti tossici e radioattivi, frutto delle ricerche (autorizzate) di un fisico nucleare e dell'attività degli ospedali. Dall'87 il "deposito" è pieno; dopo 23 anni i fusti sono ancora lì. In una cantina del centro storico. (Per gli scettici, non ci credevo neanch'io, parte 6 del video). Per la cronaca, è zona sismica.
La mole dei rifiuti prodotta dalle centrali (spente) è in costante aumento, al quale si aggiungono i rifiuti ospedalieri dei reparti di medicina nucleare. E questi rifiuti continueranno ad essere accumulati in depositi vecchi, fatiscenti e chiusi saldamente come una fetta di Gruviera perchè un deposito nucleare permanente  in Italia ancora non esiste; ne esistono solo due in tutto il mondo, Spagna e Francia. E dietro a questo business del nucleare, un giro di raccomandazioni, favori e strizzatine d'occhio all'italiana.
Inoltre, per la costruzione delle nuove centrali, a dispetto di una sentenza della Corte Costituzionale che prevede un dialogo e un accordo con le istituzioni locali sui siti, il Governo disporrà il commissariamento di quegli enti locali che si opporranno alla realizzazione. Imposizione per legge. Un passo dal regime.

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Stipendi d'oro

La classifica 2009 dei manager più pagati d'Italia. Sono veri e propri stipendi e non introiti percepiti grazie alle proprie imprese; va inoltre considerato che a questi compensi vanno poi aggiunti eventuali integrazioni per chi ricopre ruoli anche in altri gruppi che ho cercato di riassumere.
20. Dieter Rampl - 1.559.000 € - Presidente Unicredit Banca. Siede anche nel consiglio di sorveglianza di Mediobanca e presidente del consiglio di supervisione della borsa valori di Monaco
19. Giuliano Zuccoli - 1.718.000 € - Presidente di gestione A2A (e poi fanno le centrali nucleari per abbassare il prezzo delle bollette...). Inoltre Presidente di Edison SpA, Amministratore Delegato di Transalpina di Energia s.r.l. e Vice Presidente Consigliere del Credito Valtellinese
18. Giovanni Castellucci - 1.826.000 € - Amministratore delegato Atlantia (anche le autostrade costano care..). Inoltre è consigliere e vicepresidente di Impregilo
17. Francesco Gori - 1.859.000 € - Direttore generale Pirelli
16. Antonio Vigni - 1.995.000 € - Direttore generale MPS
15. Umberto Quadrino - 2.507.000 € - Amministratore delegato Edison (ancora le bollette..)
14. Alberto Nagel - 2.564.000 € - Amministratore delegato Mediobanca
13. Fulvio Conti - 2.620.794 € - Amministratore delegato Enel (sempre le bollette..)
12. Giuliano Andreani - 3.080.000 € - Consigliere delegato Mediaset.
11. Cesare Geronzi - 3.306.000 € - Presidente Mediobanca. Ricopre una serie infinita di altri incarichi: Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A.; Consigliere di Amministrazione di RCS Quotidiani; Consigliere di Amministrazione della CASPIE (Cassa Autonoma di Assistenza Sanitaria tra il personale dell’Istituto di emissione); Consigliere di Amministrazione della Fondazione Amintore Fanfani; Consigliere di Amministrazione della Fondazione per l’Istituto Italiano di Scienze Umane; Membro del Consiglio Direttivo della Fondazione di Diritto Vaticano dell’Ospedale Bambino Gesù; Consigliere di Amministrazione della Fondazione Cerba; ecc ecc ecc

Storia di una catastrofe

20 aprile. New Orleans, Golfo del Messico. Una fiammata alta 300 metri e larga 200 inghiotte una piattaforma petrolifera della British Petroleum e con essa 11 operai. Ha inizio così una delle più grandi, forse la più grande catastrofe ambientale. Dopo lo scoppio la perdita viene stimata in 1,5 milioni di litri al giorno: per tornare allo stesso paragone, è come se una processione di 7500 autocisterne si buttasse ogni giorno nel mare, una ogni 10 secondi. Dopo i primi vani tentativi di minimizzazione vengono inviate intere flotte navali e stormi di bombardieri anti-sommergibile, inutile. Qualcuno propone di dargli fuoco, a momenti viene impiccato. Scaricati 200mila litri di detersivi. Ma la marea va avanti e diventa sempre più estesa, tanto da essere paragonata a uno stato. Una solenne cerimonia per consegnare gli Oscar della sicurezza nell'industria petrolifera viene cancellata: la BP era la finalista. Il 7 maggio si prova quindi con il "cupolone" di ferro e acciaio da 130 tonnellate. Tentativo fallito. L'11 maggio si tanta con il "cappello a cilindro", che doverebbe risucchiare il petrolio in superficie invece che chiudere il pozzo. Sembra funzionare. Così dicono, poi più nulla. Il 20 maggio l'ultima ipotesi disperata è di fare altre perforazioni nel fondale in modo da ridurre la pressione. Tempo previsto: almeno 3 mesi. Nel frattempo le autorità abbattono le dighe e tutti gli argini del Mississippi per riversare in mare un'immenso volume di acqua così che tenga lontano dalla costa la marea nera, dove i volontari stanno pulendo a una a una le creature degli acquitrini. Dovrebbero andare a ripulire i responsabili di questo disastro. Con la lingua!
L'acqua contro l'acqua. Un palliativo che durerà, forse, pochi giorni. Obama, disperato e frustrato, si confida in privato dicendo "Chiudete quel dannato buco!". Nel frattempo, spuntano le notizie sui momenti antecedenti la catastrofe: 51 minuti prima tre segnalazioni di allarme avevano avvertito di un imminente pericolo. I tre segnali riguardavano una pressione abnorme (98 kg per centimetro quadro) a fondo pozzo. Ma anche nelle ore precedenti all'esplosione si erano verificati alcuni problemi in una valvola che doveva impedire l'eruzione del greggio fuori dal pozzo.
Lester Brown, uno dei più importanti ambientalisti del mondo, fondatore del Worldwatch Institute e dell'Earth Policy Institute, sostiene in un intervista: "Non sappiamo cosa sia andato storto. Sappiamo però che BP stava perforando in una zona dove l’acqua era profonda oltre un miglio, e il giacimento si trovava sotto un ulteriore mezzo miglio di pietra. Il petrolio si trovava quindi sotto un'enorme pressione. Ci sono due questioni. È andato storto qualcosa, o forse la pressione di questo giacimento era così elevata che la tecnologia esistente non è stata in grado di controllarla". Quanto emerso poco fa, dà credito a questa seconda ipotesi. Forse era un tentativo disperato perchè il petrolio sta davvero finendo, siamo agli sgoccioli.
Intanto, la Terra, ferita nel suo cuore, continua a vomitare 800mila litri di petrolio al giorno. Esausta sembra dire: "Volevate il petrolio? Prendetevelo!".
Quando avranno inquinato l’ultimo fiume, abbattuto l’ultimo albero, preso l’ultimo bisonte, pescato l’ultimo pesce, solo allora si accorgeranno di non poter mangiare il denaro accumulato nelle loro banche. (Tatanga Jota alias Toro Seduto)
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Biografia di un Santo

Claudio Scajola era Ministro dell’Interno da qualche mese quando l'Alitalia affidò ai propri manager il compito di studiare l’istituzione di un volo quotidiano dall’aeroporto di Albenga (33 chilometri da Imperia, città natale del ministro e suo collegio elettorale) a quello di Roma Fiumicino. La nuova rotta, anche grazie all'interessamento del Ministro, entrò in funzione Il 17 maggio 2002 e il nuovo collegamento venne presentato ufficialmente dall’ad dell’Alitalia Francesco Mengozzi e da Scajola. Ma con la stessa velocità con cui era stato istituito, il collegamento diretto Albenga-Fiumicino venne soppresso dall’Alitalia poco dopo le dimissioni di Scajola dal Viminale, in seguito alle sue dichiarazioni su Marco Biagi. L’ex deputato di Rifondazione comunista Gigi Malabarba presentò una interrogazione parlamentare affermando che il massimo storico di passeggeri registrati su quel volo era stato di 18 unità. “Era un volo ad personam per il ministro Scajola”, sottolineò. Poco dopo il rientro di Scajola al governo, questa volta come Ministro per l’Attuazione del Programma (28 agosto 2003), ricomparve anche il volo ma non più tra le rotte di Alitalia, bensì con Air One, in regime di continuità territoriale con i contributi dello Stato: un milione di euro che il governo Berlusconi aveva messo a disposizione dei collegamenti aerei fra le aree più “decentrate”, ma anche il volo Air One in seguito venne cancellato nel 2007, quando Scajola non era più al Governo. Nel Governo Berlusconi IV Scajola è ministro delle attività produttive ed il volo Albenga-Fiumicino viene ripristinato.
Le sue frasi più celebri:
  • "A Bologna hanno colpito Biagi che era senza protezione ma se lì ci fosse stata la scorta i morti sarebbero stati tre". (Scajola inoltre, da capo del Ministero dell'Interno, aveva appena rimosso la scorta di Biagi, nonostante questi avesse manifestato preoccupazione per la propria vita). Puntuale poi la smentita
  • "Biagi? Era un rompicoglioni che voleva il rinnovo del contratto di consulenza". Ovviamente poi smentì
  • "...Fui costretto a dare ordine di sparare se avessero sfondato la zona rossa" dopo la mattanza del G8 di Genova. Non disse neanche questo
  • "Se Anemone avesse pagato parte dell’appartamento di Scajola con 900 mila euro in assegni circolare oltre che volgarmente tremenda, sarebbe illogico e una cosa assolutamente cretina"
  • "Non mi lascio intimidire. Nella vita possono capitare cose incomprensibili. E questa è addirittura sconvolgente. Colpisce con una violenza senza precedenti il mio privato e la mia famiglia. Registro un attacco infondato e senza spiegazione. Vado avanti!"
  • Infatti il giorno dopo: "Un ministro non può sospettare di abitare in una casa pagata in parte da altri"
  • ..e poi: "Non posso avere il sospetto di abitare una casa non pagata da me. Mi dimetto per difendermi!", questa è veramente ai confini del grottesco.
        Santo Subito!!!

        25 maggio 2010

        Bugiardo!

















        Sputtanato
        ! Ancora una volta! L'ennesima! Un'altro pezzo aggiunto alla sua collezione ormai internazionale e non solo nostrana. In confronto l'album dei calciatori Panini è uno stupido opuscolo. E dietro di lui, noi Italiani che facciamo la figura dei polli continuando a votarlo. Del resto si sa, l'ho provato io stesso, la stima degli Italiani all'estero è da barzelletta.
        Nel 2009, durante il G8 'mangiasoldi' spostato di fretta e furia a L'Aquila, martoriata dal terremoto, promise aiuti all'Africa contro la povertà per 450 milioni di euro, cifra già nettamente inferiore agli altri stati partecipanti (la vicina Francia stanziò 2 miliardi), come riporta il documento ufficiale dell'incontro. Ora la stampa estera lo sbugiarda: "A un anno di distanza non c’è traccia del piano di stanziamenti che aveva promesso e invece di cancellare i tagli agli aiuti dello scorso anno, ne ha fatti altri." Alla fine del 2010 gli aiuti italiani saranno ridotti del 6% rispetto ai livelli del 2004. Mentre tutti gli altri Paesi avranno raggiunto il 61% di aumento degli aiuti, così come si erano impegnati a Gleneagles nel 2005: un aumento annuo di 9,8 miliardi di euro rispetto al livello che era stato previsto per la fine del 2010. Ma tutto questo avverrà senza di noi polli italiani. Il rapporto dell'Africa Progress Panel (App) conclude in modo drastico che "Berlusconi deve essere escluso dal G8 per aver del tutto disatteso le promesse fatte a favore dei più poveri del pianeta". Sostiene infatti Oliver Buston, direttore per l’Europa di One, organizzazione che si batte contro la povertà nel mondo: "Molti altri capi di Stato o di governo hanno ottime ragioni per sedere a quel tavolo. È del tutto inutile che a questi vertici partecipi qualcuno che si fa vedere, che stringe mani, che mangia ai banchetti, che firma il comunicato ma che poi non fa assolutamente nulla per rispettare gli impegni presi."
        Chiaramente in italia si sa poco e nulla, troppo presi a pensare come salvargli il culo. Ma la stampa estera è più difficile da imbavagliare..o comprare!
        Vergogna!

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        Oh mare nero, oh mare nero..















        Ci risiamo! Al largo delle coste di Singapore, una nave cargo si è scontrata con una petroliera (sono due navi dalla stazza decisamente modesta, è facile che non si vedano..!!). L'incidente ha provocato uno squarcio di 10 metri nella chiglia della petroliera e 15 mila barili di petrolio si sono già riversati in mare.
        Ma quanto diavolo è un barile?? circa 159 litri, ovvero quasi 2500 tonnellate di petrolio sono state di nuovo sversate nel mare. Per rendere l'idea, è come se 130 autocisterne a pieno carico si gettassero in mare.
        La cosa triste e drammatica è che questo incidente non fa più notizia se non nei titoli di coda; dopo il disastro della BP al largo delle coste americane, che di tonnellate ne sta tutt'ora riversando a milioni distruggendo interi ecosistemi, questo è un'inezia!

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        24 maggio 2010

        Parzialmente Liberi!

        Freedom House è un organizzazione indipendente che dal 1947 supporta e sorveglia la libertà e i diritti fondamentali dei cittadini in tutto il mondo, opponendosi con forza nella sua storia alle tirannie di tutto il mondo, inclusi i dittatori dell'America Latina, l'apartheid in Sud Africa, la dominazione Sovietica nell'Europa dell'Est, e i regimi totalitaristici di matrice religiosa come il Sudan, l'Iran e l'Arabia Saudita.
        Freedom House, la Casa delle Libertà, che ha un'imbarazzante (per noi italiani) assonanza con il nostro Popolo delle Libertà, anche quest'anno ha pubblicato qualche giorno fa un ranking mondiale della libertà di stampa nelle singole nazioni (Freedom of the Press 2010). Questa classifica si basa su criteri riconosciuti universalmente, in particolar modo sull'art.19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: "Ognuno ha il diritto di libertà di opinione e espressione; questo diritto include la libertà di sostenere le proprie opinioni senza interferenza alcuna e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo". Per quanto riguarda l'Europa Occidentale, l'organizzazione commenta: la regione non ha fatto registrare variazioni significative rispetto al 2009, riflettendo una stabile larga libertà di stampa nella maggior parte dei paesi, mentre a causa della forte concentrazione dei media e delle pesanti interferenze da parte di cariche ufficiali dello Stato, l'Italia continua a mantenere lo status di "parzialmente libera".
        L'Italia mantiene anche quest'anno l'invidiabile 72esima posizione, dopo la gran parte dell'Europa e mille altre nazioni, tra cui Palau, Jamaica, Barbados, Costa Rica, Belize, Mali, Ghana, Israele, Sud Corea, Sud Africa, e Tonga che ci ha superato quest'anno. L'Italia anche quest'anno, come il 2009, è classificata come Parzialmente Libera.
        Dopo la 'Legge bavaglio', già criticata pesantemente da Freedom House, l'ormai tanto menzionato Zimbabwe è sempre più vicino. Il Popolo delle Libertà. Quello che le libertà te le toglie.
        Superciuk in confronto è un pivello.
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        Silenzio, Si Ruba!!!



        seconda parte terza parte

        Oggi, come nei futuri lunedì, pubblico l'intervento in streaming di Marco Travaglio sul 'ddl Intercettazioni', ormai tristemente noto come Legge Bavaglio.

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        23 maggio 2010

        Carne Per Tutti



        seconda parte
        terza parte

        La maggior parte dei polli che compriamo nei supermercati sono in realtà pulcini che in 37 giorni, grazie alle moderne tecniche zootecniche, sono stati rimpinzati fino a pesare 1.7kg, e in 50 gg. a quasi 3kg di peso, mentre lasciati crescere secondo natura impiegherebbero 4-5 volte questo tempo.
        Le vacche da latte, invece, sono state selezionate geneticamente dall'uomo in modo che la loro produzione di latte giornaliera sia sempre maggiore: oggi una vacca produce in media 60 litri di latte al giorno, mentre negli anni '50 la produzione si attestava intorno ai 20 litri. La fecondazione delle vacche è infatti ormai eseguita esclusivamente in provetta, con gli allevatori che sfogliano cataloghi di bei torelli possenti con le rispettive figlie dalle mammelle sempre più promettenti e prorompenti, da fare invidia alle più procaci pornostar. Questo però ha ridotto drasticamente la produttività degli animali, tanto che dopo 2 anni (contro i 15 di una volta) vengono "rottamati" e mandati al macello. Questa selezione forzata inoltre ha superato gli equilibri della natura: la loro genetica impone agli animali una produzione così enorme di latte al punto che, se dovessero tornare al normale pascolo nei prati, dovrebbero mangiare così tanta erba da letteralmente scoppiare! Così queste vacche devono essere costantemente imbottite di farmaci per prevenire mastiti e acidosi, conseguenza dell'alimentazione innaturale con soia e cereali, anziché erba e fieno, oltre agli ormoni e antibiotici che vengono normalmente somministrati per aumentare la loro crescita, e quindi la produzione di carne. Ma questo uso massiccio di medicinali, soprattutto degli antibiotici, ha ancora una volta delle importanti ritorsioni sulla salute umana per lo sviluppo di resistenze batteriche.
        La carne bio, invece, oltre a rispettare i ritmi di crescita naturali, grazie al lento accrescimento e alla possibilità di libero movimento degli animali, presenta delle caratteristiche nutrizionali nettamente superiori , come concentrazioni maggiori di ferro, omega-3, alfa-tocoferolo e minor contenuto lipidico.
        L'allevamente massivo del bestiame ha dei grossi impatti ambientali che molto spesso non vengono considerati, dalla deforestazione per adibire il terreno a pascolo, alle emissioni di CO2 e l'enorme utilizzo di acqua, senza dimenticare l'abbattimento della biodiversità. La stessa FAO considera il consumo di carne come uno dei responsabili diretti dei cambiamenti climatici. Se il trend di consumo della carne non calerà, a causa dell'incremento della popolazione mondiale che si ipotizza nel 2050 raggiungerà i 10 miliardi, secondo la teoria della piramide delle biomasse non ci sarà più sufficiente spazio sulla terra per coltivare foraggio per gli animali. L'impatto ambientale della zootecnia quindi riguarda anche le coltivazioni per il foraggio, tanto che i fiumi come il Po', che irriga l'immenso campo di mais della Pianura Padana e ne riceve gli scarti, presenta delle concetrazioni altissime di pesticidi nelle sue acque, anche di quelli ormai vietati da anni come l'atrazina. Uno degli altri aspetti di questo sistema malato è che lo smaltimento della pollina, la cacca dei pulcini di allevamento, è più conveniente dell'allevamento dei polli stessi, in quanto classificata come biomassa (nonostante il bassissimo valore calorico) e quindi bruciabile nei pirogassificatori, che vengono annessi agli allevamenti. Ovviamente sono stati fatti studi in merito solo sulle concentrazioni delle sostanze emesse e non sul valore assoluto di queste sostanze che si accumulano nell'ambiente, tant'è vero che solo le emissioni di polveri sottili sono paragonabili a quelle di 31 TIR fermi sul posto, accesi 24h su 24; oltre a questo si aggiungono tra l'altro monossido di carbonio, ossidi di azoto e ossidi di zolfo che causano le piogge acide.
        Ci sono tanti sistemi che permettono di ovviare a tutto questo, come i GAS, i Gruppi di Acquisto Solidale, che comprano direttamente dai piccoli produttori, guadagnandone loro nella qualità del cibo, e il produttore stesso in quanto non è costretto a vendere ad un intermediario, incentivando quindi la filiera corta.
        Se il prezzo sull'etichetta comprendesse anche l'impatto ambientale della produzione e della distribuzione, la carne di animali cresciuti secondo metodo naturale,oltre a essere più buona, sarebbe decisamente più economica!

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        22 maggio 2010

        Let me live



        Let Me Live
        . Una delle migliori canzoni dei Queen e dell'indimenticabile Freddy Mercury. Una canzone piena di gioia e di voglia di vivere, la mia voglia di vivere in un mondo migliore di questo.
        Let Me Live è il blog che ho deciso di aprire, non per qualche mania di grandezza o perchè vada di moda, ma per condividere il mio pensiero e le mie idee, senza fanatismi né eccessi.
        Non ho chissà quali ambizioni, forse questo blog sarà letto da poche persone per puro caso,forse sarò l'unico lettore; ma se riuscirò a convincere, o a informare, qualcuno che passerà di qui per caso sarò comunque contento.
        Sono ben conscio che in internet si possa trovare quanto di più assurdo possibile, dai complotti mondiali da parte di alieni a scenari tipo matrix, e per questo non mi inoltrerò in territori a me ostici, ma solo in ciò a cui mi sono sempre interessato: ambiente, salute e società, argomenti separati ma che si intrecciano tra loro in una sottilissima trama.

        Ho aperto questo blog perchè il mondo in cui vivo mi piace sempre meno e, giorno dopo giorno, il mio futuro lo vedo più tetro, ma non ho mai tollerato chi si lamenta senza poi fare il minimo sforzo per migliorare ciò che non va. Anche il gesto di una persona, nel suo piccolo, può essere importante.
        Non sono un "verde" o un ambientalista, ma sono convinto che la società possa progredire in equilibrio con la natura, anzi forse il vero progresso è proprio questo! Già nell'antica Grecia la stessa Terra era considerata un essere vivente, impersonata con la divinità Gaia, così come lo scienziato James Lovelock nella sua teoria identificò la Terra come Gaia, un pianeta in cui ogni sottile equilibrio chimico-fisico è mantenuto stabile dal comportamento degli essere viventi, e non semplicemente un pianeta di cui sfruttarne indiscriminatamente le sue risorse.
        Sicuramente questo è il motivo per cui ho indirizzato i miei studi verso le materie scientifiche, cercando, una volta ottenuta la Laurea in Scienze Biologiche, di orientare la mia crescita professionale verso un qualcosa che mi permettesse di conoscere a fondo l'ambiente, in particolare interessandomi all'impatto biologico dell'antropizzazione e alla tossicologia ambientale.
        Purtroppo la ricerca in Italia piange, e ancora peggio viene dato pochissimo peso alla "ricerca ambientale", non capendo che qualsiasi danno ambientale prima o poi si riverserà sul genere umano, senza considerare quanto sia importante l'ambiente che ci circonda per la nostra qualità di vita. Questo mi ha portato a cercare fortuna altrove, rientrando nella categoria, mio malgrado, dei "cervelli in fuga", sempre più numerosi nel nostro bel Paese. Attualmente sono un ricercatore nel dipartimento di Scienze Ambientali dell'Università di Jyväskylä, dove mi occupo di analisi ambientali e tossicologia‎, in particolare sui composti chimici presenti nell'ambiente lacustre.
        La Finlandia, come tutti i Paesi del mondo, avrà i suoi difetti (la temperature invernali sono veramente ai limiti!), ma sicuramente è un Paese che considera la natura un suo patrimonio prezioso, con oltre il 70% del territorio occupato da foreste e il 10% da laghi. Ma quando sono arrivato a
        Jyväskylä mi sono reso davvero conto che la mia idea di una società moderna in equilibrio con la natura non è un'utopia, ma può essere davvero la realtà, tanto è vero che è stata classificata come "the best residential environment", una cittadina che sembra scavata dentro una foresta.

        C'è ancora molto da fare per risollevare le sorti di questo pianeta, forse sarebbe necessario un cambiamento radicale, ma non sono sicuro che la nostra società sia pronta a questo. Ma giorno dopo giorno, passo dopo passo, una briciola per volta, forse possiamo fare ancora molto, ognuno di noi nel suo piccolo.
        Non so quanto il mio blog potrà essere utile a tutto questo, ma non importa..io continuerò ostinatamente a scrivere lo stesso!

        Carlo