30 dicembre 2010

Le bande dei mona



Appuntamento settimanale con Passaparola di Marco Travaglio. Argomento della puntata la depenalizzazione del reato di associazione militare con finalità politiche, la cosiddetta banda armata, proposto dalla Lega per mano del ministro Calderoli. A Verona infatti è in corso un processo avviato dal procurato Papalia per questo reato contro una trentina di attivisti e dirigenti leghisti, che coinvolgeva inizialmente i massimi vertici della Lega per avere fondato 14 anni fa le Camice verdi, un’organizzazione paramilitare, con finalità politiche. Una legge che ha portato alla mozione di sfiducia proposta dall'IdV contro il Ministro per la Semplificazione Normativa, in seguito anche alle accertate menzogne riferite dallo stesso al Parlamento. Sfiducia votata dalla Camera il 22 dicembre e respinta grazie ai voti di Pdl e Lega, alle astensioni di Fli, Udc e dei 6 radicali eletti col Pd, ma anche grazie alle abbondanti assenze tra le file del Pd.
Tutti presenti i deputati della Lega (100%) e dell’Idv (100%), quasi tutti quelli del PdL (91,4%), mentre il Pd schierava solo l’82,9%, con ben 35 assenti. Eccoli: Bersani, Bobba, Bossa, Bressa, Bucchino, Causi, Cavallaro, D'Alema, De Micheli, De Torre, Duilio, Fadda, Fedi (malato), Ferrari, Fioroni, Garavini, Garofani, Gentiloni, Ginoble, Grassi, Letta Enrico, Lulli, Marini Cesare, Marroccu, Mastromauro, Mecacci, Melandri, Merloni, Mogherini (ha appena partorito), Nicolais, Piccolo, Pizzetti, Rigoni, Sanga. Altri 5 del Pd, quelli provenienti dal Partito radicale, si sono astenuti insieme al Terzo Polo: Beltrandi, Bernardini, Coscioni, Turco, Zamparutti.
Risultato finale: presenti 545, votanti 481, astenuti 64, maggioranza 241, favorevoli (alla sfiducia) 188, contrari 293. Mozione respinta. Calderoli salvo.

29 dicembre 2010

Una marea radioattiva soffocata nel silenzio

Dicembre volge al termine e come ogni anno i media italiani raccontano quanto faccia freddo d’inverno, che è arrivata la neve e che è iniziata la corsa all’ultimo regalo, possibilmente il più stupido e inutile possibile. Insomma, notizie di assoluto rilievo e poco scontate, che non lasciano spazio per vicende di poco importanza come lo sversamento di tre milioni di litri di fanghi radioattivi in un insignificante paese dell’Africa nera. Greenpeace Africa aveva infatti ricevuto il 17 dicembre un rapporto su uno sversamento di 200.000 litri di fanghi radioattivi avvenuto l’11 dicembre scorso, a causa della rottura delle barriere di contenimento di tre vasche dove venivano stoccate le scorie della miniera di Somair, gestita dal gigante del nucleare francese Areva. Il 21 dicembre però il disastro è risultato essere 10 volte peggiore. La società, controllata al 90% dal governo francese, ha dovuto ammettere che dalle vasche sono fuoriusciti per “troppo pieno” 30 milioni di litri di fango radioattivo e non 200 mila. Inoltre, l’area coinvolta è di 20 ettari e non 2 come era stato precedentemente comunicato. Ancora nessun dato ufficiale è stato fornito sui livelli di contaminazione. Una marea radioattiva nel cuore del Niger, soffocata nel silenzio in Italia, dove è appena partita la grande campagna mediatica del Forum Nucleare Italiano.
L’Ong Aghir in’Man ha pubblicato le foto che documentano il cedimento delle dighe dei bacini di stoccaggio degli effluenti liquidi provenienti dal processo di macinazione dell’uranio, i cosiddetti liquidi sterili, con la conseguente contaminazione di tutta l’area circostante. Almoustapha Alhacen, che ha effettuato un controllo sulla fuoriuscita per conto di Aghir in’Man, ha confermato a Greenpeace la contaminazione del terreno in seguito allo sversamento dell’11 dicembre. L’estrazione dell’uranio produce grandi volumi di scorie radioattive e industriali. Uno sversamento nell’ambiente come quello avvenuto dalle vasche degli sterili radioattivi può causare una grave contaminazione delle acque freatiche e dei pozzi locali. “Quando l’approvvigionamento idrico locale viene contaminato con materiali radioattivi ed altri materiali, questo pone gravi rischi sanitari per la popolazione locale – spiega Greenpeace Africa – Il fango che rimane dopo la rimozione dell’uranio dal minerale contiene l’85% della radioattività iniziale del minerale. Nelle miniere di uranio in Niger, queste scorie minerarie vengono stoccate in enormi mucchi, esposti all’aria aperta”.
Secondo Rianne Teule, responsabile energia di Greenpeace Africa, “questa nuova perdita dimostra che le cattive pratiche delle miniere di uranio di Areva in Niger continuano a minacciare la salute e la sicurezza delle persone e dell’ambiente. In contrasto con le dichiarazioni di Areva, che sostiene che le loro operazioni sono conformi alle norme internazionali per sicurezza, ambiente e salute, queste nuove informazioni dimostrano che Areva non ha fatto abbastanza per proteggere la popolazione del Niger”.
A maggio, il rapporto di Greenpeace “Left in the Dust ha rivelato alti e pericolosi livelli di contaminazione nell’aria, nell’acqua e nel suolo nei dintorni delle miniere di uranio di Areva in Niger. La multinazionale atomica ha liquidato le analisi come «di parte», ma Greenpeace ha pubblicato alcuni giorni fa il rapporto definitivo che dimostra come le due cittadine minerarie di Arlit e Akokan, costruite di sana pianta da Areva, sino circondate da aria avvelenata, il suolo contaminato e l’acqua inquinata. Il rapporto svela anche il traffico di metalli e materiali radioattivi provenienti dall’interno degli impianti minerari, con rottami metallici e attrezzature radioattivi venduti direttamente nei mercati locali e riciclati nella costruzione delle poverissime abitazioni di Arlit e Akokan. Un traffico evidente ma anche questo negato da Areva.
Ancora una volta il nucleare dimostra di essere ben lontana da un’energia pulita e sostenibile, se si prende in considerazione, come spesso si evita di fare, l’intero processo produttivo dell’energia atomica, dall’estrazione dell’uranio in miniera, passando per la centrale fino ad arrivare allo smantellamento dei reattori e allo stoccaggio delle scorie. Non si può prendere in considerazione la sola produzione di energia senza contare il mondo che gravita intorno.
Intanto l’Uranio che si sta estraendo da queste miniere del Niger potrebbe presto finire anche nelle centrali che il governo Berlusconi, con il sostegno dell'esimio professor Veronesi, vuole costruire in Italia.

26 dicembre 2010

Al lupo, al lupo

La storia, in genere raccontata dal nonno di casa, era inevitabile nelle serate in provincia, non per un semplice intrattenimento dei fanciulli innocenti, ma come elemento fondamentale di un buon sistema educativo, precursore, in qualche modo, del giuramento con cui i testimoni si impeganono - o si impegnavano - a dire la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità. L'unico mio dubbio è dovuto al fatto che non sono un frequentatore di tribunali,  mia curiosità sulle diverse manifestazioni della natura umana non mi ha sollecitato a ficcare il naso nella vita altrui, pur trattandosi del più grande criminale del secolo. Questione di carattere. Orbene, quel che nella storia del nonno si raccontava era che un pastorello di pecore, forse per ingannare le sue solitarie ore in montagna, decise un giorno di urlare che c'era il lupo, c'era il lupo, sicché la gente del paese, armata di picconi, randelli e qualche trombone della penultima guerra, si precipitò inferocita per difendere le pecore e, già che c'era, il pecoraio che le sorvegliava. Alla fine il lupo non c'era, con tutte quelle grida era fuggito, disse il ragazzo. Non era vero, ma, come bugia, pareva alquanto convincente. Soddisfatto del risultato della mistificazione, il nostro pastore decise di ripetere lo scherzo, e ancora una volta il paese accorse in massa. Niente, del lupo neanche l'ombra. La terza volta, però, nessuno mise piede fuori casa, era evidente che il pecoraio mentiva spudoratamente, gridi pure, finirà per stancarsi. Il lupo si portò via pecore a suo piacimento, mentre il ragazzo, appollaiato su un albero, assisteva impotente alla sciagura. Sebbene il tema odierno non sia questo, cade a fagiolo ricordare le volte in cui in tanti gridavamo che il lupo stava arrivando. Assai di più erano quelli che negavano che il lupo sarebbe arrivato, ma alla fine è arrivato e aveva sul collare una parola: crisi.

Tratto da "L'ultimo quaderno" di José Saramago, Feltrinelli ed.


22 dicembre 2010

Minority Gasparri



Appuntamento settimanale con Passaparola di Marco Travaglio. Argomento della settimana, la riforma universitaria del Ministro Gelmini e le proteste studentesche, nonchè le incredibili dichiarazioni in proposito di esponenti del Governo, Gasparri e La Russa in particolare, che sembrano voler fomentare le violenze di piazza.

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21 dicembre 2010

Cambiamenti climatici: la nostra salute a rischio

I cambiamenti climatici potrebbe non solo turbare i delicati equilibri dei sistemi ecologici, ma anche avere pesanti conseguenze sulla nostra salute. A sostenerlo il rapporto “Si salvi chi può – Gli impatti socio sanitari del cambiamento climatico” presentato da ISDE – Medici per l’ambiente in collaborazione con Greenpeace. Il documento segue le dichiarazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo la quale l’impatto sulla salute dei cambiamenti climatici debba essere posto all’attenzione dell’opinione pubblica molto più di quanto non sia stato fatto sino a ora. La Commissione Europea aveva infatti proposto agli Stati membri di portare entro il 2020 la riduzione delle sue emissioni di gas serra dal 20% al 30%: si stima che in tal modo si sarebbe potuto ottenere un risparmio sulla spesa pubblica per la sanità da 10 a 30,5 miliardi all’anno, di cui 3,4 miliardi/anno in Italia(1,2). Il nostro Paese, uno di quelli nell’UE a maggior rischio ambientale e sanitario, si è però opposto insieme a molti altri a questa strategia. Eppure L’OMS ha previsto(3), a seguito del riscaldamento globale, la perdita ogni anno di 5 milioni di anni di vita e un incremento della mortalità umana del 3% per ogni grado di aumento della temperatura terrestre. Inoltre l’IPCC ha elaborato una stima secondo la quale se la temperatura media globale dovesse superare di 1,5-2,5°C quella del periodo 1980-1999, sarà a rischio tutta la biodiversità del Pianeta con la scomparsa del 20-30% delle specie note. E nemmeno l’Homo sapiens sapiens, la specie dominante di tutti gli ecosistemi terrestri, ne uscirebbe indenne.
L’ambiente è stato profondamente modificato negli anni nei suoi caratteri fisico-chimici e negli ecosistemi biologici ed è oggi invaso da molecole chimiche di sintesi (pesticidi in agricoltura, antibiotici e farmaci in campo medico e zootecnico, additivi alimentari, ecc..) con effetti tossici, teratogeni, mutageni e cancerogeni. Secondo l’ISDE, il quadro che ne emerge è allarmante. Sono in continuo aumento infatti le malattie cardiovascolari, immunomediate, neurodegenerative, endocrino-metaboliche e neoplastiche, in particolare nei bambini. Molte di queste sono causate dall’azione dei fattori ambientali sui nostri geni e possono essere attribuite direttamente o indirettamente al riscaldamento globale, in particolare le malattie strettamente connesse all’inquinamento atmosferico e le malattie infettive. Ricerche sperimentali ed epidemiologiche(4) hanno ricondotto la loro patogenesi a tre principali processi:
- continua esposizione dell’organismo umano a inquinanti ambientali con reazioni infiammatorie e riparative anomale che provocano malattie immunitarie, neurodegenerative (Alzheimer, Parkinson, Sclerosi laterale amiotrofica), neoplastiche e metaboliche;
- alterazione troppo rapida degli ecosistemi microbici naturali sui quali si sono modellati nel tempo i nostri meccanismi di difesa;
- azione diretta degli inquinanti ambientali sull’embrione e sul feto durante la gestazione.
Le malattie da inquinamento atmosferico sono dovute al complesso di gas serra e altri inquinanti presenti nell’aria. Le temperature elevate accelerano la formazione di ozono, dovuta all’azione fotochimica delle radiazioni solari ultraviolette sui cosiddetti inquinanti “precursori” presenti nell’aria. L’ozono, un forte ossidante, danneggia le cellule delle congiuntive e delle vie respiratorie, rendendoci più suscettibili agli altri inquinanti presenti nell’aria, in particolare alle polveri ultrafini (PM 0,1 e minori). Queste sono le più nocive tra tutti gli inquinanti atmosferici poiché non solo causano malattie croniche a livello polmonare, tra cui i tumori, ma colpiscono anche il sistema cardiovascolare aumentando l’insorgenza di infarti e ictus, oltre a intaccare direttamente il patrimonio genetico (azione epigenetica)(5,6).
Temperature maggiori possono inoltre favorire la diffusione e la permanenza nell’ambiente di nuovi microrganismi. Questi patogeni vengono veicolati da insetti “vettori” oppure da acque contaminate, dove la persistenza degli agenti microbici è favorita dalle elevate temperature, e raggiungono nuove aree geografiche. L’ampliamento al Nord e al Sud delle zone climatiche sub-tropicali, oltre a facilitare la contaminazione microbica delle acque, ha comportato la diffusione di insetti esotici in latitudini diverse dalle originali, causando l’espansione delle malattie tropicali. Un tipico esempio di migrazione e colonizzazione di insetti vettori è costituito dalla comparsa della zanzara tigre nelle zone climatiche temperate. Si sta poi assistendo, a seguito del riscaldamento globale, a un aumento di malattie presenti endemicamente in determinate regioni e alla comparsa di malattie emergenti in altre storicamente indenni. Quelle più direttamente correlabili all’aumento termico sono ad esempio malattie virali come la Febbre gialla e la Dengue.
In alcune aree del pianeta, sia per ragioni climatiche sia sociali, gli effetti sulla salute dei cambiamenti climatici saranno peggiori che in altre. Ma nessuno ne sarà indenne poiché gli impatti del cambiamento climatico causeranno tra l’altro fenomeni di migrazioni di massa (i cosiddetti ecoprofughi, stimati già a 6 milioni per il 2010 e circa 300 milioni per il 2050) che, assieme alla crisi delle risorse naturali, aumenteranno le tensioni sociali o ne innescheranno di nuove.
È quindi necessario intervenire immediatamente, conclude il rapporto, al fine di prevenire un ulteriore peggioramento della situazione, tagliando, fino a raggiungere una sostanziale eliminazione, le emissioni di gas serra. Sarà inoltre fondamentale tutelare gli ecosistemi più fragili, ma allo stesso tempo più importanti del Pianeta, proteggendo ad esempio le ultime grandi foreste e creando ampie riserve marine. Ma il tempo rimasto è poco, anzi secondo alcuni il processo è ormai irreversibile. Undici degli ultimi dodici anni sono stati tra i più caldi: il 2010, secondo i dati del USNOAA (United States National Oceanografic and Space Administration), si avvia a battere i record precedenti. La concentrazione di CO2 in atmosfera è salita dai 300 ppm dell’inizio del ‘900 ai 389 ppm del 2010. Numerose fonti scientifiche autorevoli ritengono che se si vorrà contenere il rialzo termico entro i 2°C rispetto all’epoca preindustriale, considerato il massimo limite termico sostenibile, le concentrazioni di CO2 dovranno essere stabilizzate a 400 ppm secondo alcuni, 350 ppm secondo altri. È stato stimato che con il ritmo attuale la CO2 nel 2020 supererà il limite di 400 ppm fissato a Copenaghen dalla COP 15(7,8,9,10). Tra le molte ragioni per intervenire con urgenza quindi non c’è solo la necessità di preservare i delicati equilibri biologici del nostro pianeta, ma anche quella di proteggere la nostra salute e di salvare numerose vite umane.

(1)   HEAL – HCWH 2010 (Health and Environment Alliance – Health Care Without Harm). Agire adesso per una salute migliore: un abbattimento del 30% per il clima UE. http://www.envhealth.org/a/3585
(2)    NGOs for Health and Environment Alliance 2010. Additional CO2 cuts could save EU
billions in health costs.
(3)    WHO 2009. Climate Change and Human Health.
(4)    Delia S, Cannavò G, Parisi S, Laganà P. Fonti energetiche. Impatto socio ambientale e modelli di società: quali prospettive per il futuro. Igiene Sanità Pubblica 2009; 65: 621-656.
(5)     Riddihough G, Zahn L.M. What is Epigenetics? Science, n° 330, 2010.
(6)     Bonasio R et al. Molecular Signals of Epigenetic States. Science, n° 330, 2010.
(7)     IPCC 2007 (Intergovernmental Panel on Climate Change). Fourth Assessment Report. Mitigation of Climate Change.
http://www.ipcc.ch/publications_and_data/ar4/syr/en/contents.html
(8)     WMO – GAW (World Meteorological Organization-Global Atmosphere Watch).
http://gaw.kishon.go.ip/
(9)     NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration).
http://www.ncdc.noaa.gov/oa/ncdc.html
(10)   Lombroso L. Clima ed energia: l’impatto sulla salute delle sfide del futuro. ISDE Atti Terze
Giornate Mediche per l’Ambiente. Genova 2008.

20 dicembre 2010

Libera satira in libero stato - Parte 9

Sabato 11 dicembre
- I Finiani confermano d’essere tutti uniti sulla sfiducia. Bene. Attendiamo sfiduciosi.
- Manifestazione PD. Bersani sale sul palco e si commuove per l’entusiasmo della folla: per così poco.
- Napolitano in visita a Vienna. Un piacevole diversivo: le palle di Mozart anziché quelle di Berlusconi.


Domenica 12 dicembre
- Fini avverte il Premier che, dal 15 dicembre, FLI sarà all’opposizione. “Allora anche noi!” gli ha fatto eco Bersani.
- Dieci anni fa la lobby Alemanno riempì di parenti e amici l’Agricoltura. Serviva concime.
- Berlusconi annuncia ai suoi per domani un discorso di alto profilo. Naturalmente, il profilo non sarà il suo.


Lunedì 13 dicembre
- Voto di fiducia incerto fino alla fine. Non sai mai quando ti arrivano, i bonifici.
- Alla Mussolini che lo interompeva Fassino dà di nuovo della “vajassa”. Alessandra ha reagito come: f.s. (dial.) Donna sguaiata e volgare incline al pettegolezzo e alla rissa.
- Berlusconi: “La notte porta consiglio”. Lui, come sempre, ci tromberà su.


Martedì 14 dicembre
- Al Senato fiducia scontata. Alla Camera, invece, Berlusconi l’ha dovuta pagare a prezzo pieno.
- Sudan. Donna frustata in strada. I poliziotti ridono. Soprattutto quelli col cappuccio e le manette.
- Wikileaks rivela: “Berlusconi usa il suo potere per favorire Mediaset!” Certo che non gli si può proprio tenere nascosto niente a questo Assange!

Mercoledì 15 dicembre
- La Polidori replica a Barbareschi di non aver niente a che fare con il CEPU. Ha preferito dare la fiducia a Berlusconi, per non saper leggere né scrivere.
- Berlusconi ora pensa ad un allargamento. Perché nell’allungamento, ormai, non ci spera più.
- Berlusconi dice di avere ancora molti posti liberi nel Governo. E comunque la Polidori e la Siliquini possono stare sulle sue ginocchia.

Giovedì 16 dicembre
- Berlusconi: “Unirò i moderati”. Nel senso che passerà a saldarli.
- Trovato il legame tra PdL e CEPU. Ma il Trota continua a negare.
- Vespa mostra il plastico di Montecitorio. Dalla ricostruzione sembra si sia trattato di un suicidio.


Venerdì 17 dicembre
- Berlusconi: “Altri otto sono con me”. Contata anche Biancaneve.
- Bagnasco benedice il voto di fiducia. Il Vangelo, infatti, dice che non si può servire Dio e Mammona, ma di Papino non ne parla.
- Calcio. Il Bologna a Zanetti, ma mancano le firme. “Serve niente?” Ha chiesto Napolitano.


da Il Misfatto, inserto satirico della domenica de Il Fatto Quotidiano, 19 dicembre 2010 

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19 dicembre 2010

Italia modello di norme liberticide

Gli USA accusano Berlusconi di voler controllare il contenuto di Internet.
El País, 13 dicembre. I diplomatici statunitensi considerano cosí restrittiva la legge approvata in Italia, che temono possa servire da modello in paesi come la Cina

Un cavo confidenziale trapelato da Wikileaks e inviato a Washington dall’ambasciatore a Roma David Thorne il 3 Febbraio 2010, contiene giudizi molto duri sul governo italiano a proposito dell’iniziativa legislativa nota come Legge Romani, entrata in vigore a marzo, che regola l’uso di Internet e pay TV in Italia. Secondo la nota, la legge “darà la possibilità di bloccare o censurare qualsiasi contenuto” e “favorirà le imprese di Silvio Berlusconi rispetto ai suoi concorrenti”. Questo, ha aggiunto Thorne nel suo messaggio, “è un modello familiare”, dato che “Berlusconi e Mediaset hanno utilizzato il potere di governo in questo modo fin da quando era primo ministro Bettino Craxi, negli anni ottanta. Il dispaccio, che ripete la critica alla confusione pubblico privato che era stata già sollevata nei report su Berlusconi e Putin, definisce inoltre “infame” un progetto, gestito negli ultimi mesi dal Governo, che voleva obbligare i blogger ad ottenere il tesserino da giornalista emesso dal Governo stesso. Thorne critica in particolare la legge Romani, cosí chiamata dal nome di Paolo Romani, ex vice Ministro delle Comunicazioni e oggi Ministro dello Sviluppo Economico, dopo un lungo periodo in cui il Primo Ministro ha occupato questo Ministero ad interim in seguito alle dimissioni di Claudio Scajola per uno scandalo di corruzione. L’Ambasciata di Roma scrive che, se la legge va avanti come è stata concepita, “creerebbe un precedente affinché nazioni come la Cina possano copiarla o citarla come giustificazione per i propri attacchi contro la libertà di espressione”. L’ambasciatore denota sfiducia verso le promesse del Governo Italiano, secondo cui la normativa è destinata unicamente a proteggere il copyright, combattere la pirateria e il recepimento della direttiva europea 65 del 2007, che armonizza la regolamentazione dei media.

17 dicembre 2010

Una vergogna chiamata Berlusconi

Basta questo a rendere le orge di Berlusconi un affare di stato. La cosa è diventata chiara sei mesi fa, quando il premier è intervenuto con motivazioni pretestuose facendo sì che la polizia milanese liberasse una ladruncola minorenne che lui aveva in passato assoldato per partecipare a una delle sue feste ‘bunga bunga’.
Questo disprezzo per lo stato di diritto si inserisce nel modello che Berlusconi sfoggia fin dal suo ingresso in politica nel 1994. Il politico si erge al di sopra della legge e, se i custodi della legge gli stanno alle calcagna, la cambia. In altre parole: non è un servitore dello Stato, no, è lo Stato che serve lui.
Non è quindi un caso che Silvio Berlusconi e il premier russo Vladimir Putin siano diventati amici. Entrambi tollerano o usano la mafia. Entrambi non esitano ad approfittare del commercio bilaterale tra Russia e Italia per scopi privati, come si legge nei dispacci dell’Ambasciata Americana a Roma. Entrambi dicono: lo Stato sono io.
Per anni, Berlusconi è riuscito a sopravvivere e questo non è dipeso solo dalla sua capacità di comprare gli amici e intimidire i nemici, ma anche dal fatto che il premier è popolare tra la gente. Molti italiani provano una naturale simpatia per un uomo così divertente che frega lo Stato e non ha peli sulla lingua.
Ora però il cerchio attorno a lui comincia a stringersi. Il suo movimento politico, il Popolo della Libertà, si è si è spaccato l’estate scorsa, quando un piccolo gruppo di ex neofascisti ha lasciato il partito. Martedì la Camera dei Deputati voterà una mozione di sfiducia contro Berlusconi. Lo stesso giorno la Corte Costituzionale emetterà una sentenza sull’immunità penale del premier.
I firmatari della mozione di sfiducia affermano di aver racimolato la maggioranza parlamentare. Speriamo abbiano contato bene e che da martedì l’era Berlusconi diventi storia. In Europa, nell’Unione Europea che già lotta con grandi problemi istituzionali, non dovrebbe esserci posto per un politico che sfrutta senza alcuna vergogna la sua posizione di premier per soddisfare interessi e desideri personali.
Per questo premier non dovrebbe esserci posto in Europa.