tag:blogger.com,1999:blog-44799593485644270002024-03-13T17:40:26.565+02:00Let Me LiveRubyhttp://www.blogger.com/profile/11631061687548897325noreply@blogger.comBlogger180125tag:blogger.com,1999:blog-4479959348564427000.post-45720514153903041082011-02-08T10:40:00.000+02:002011-02-08T10:40:54.695+02:00In piazza contro l'inquinamento<div style="text-align: justify;">
<i>Sabato 5 febbraio numerose famiglie, bambini, anziani e associazioni sono scesi in piazza a Milano per protestare contro l'inadeguatezza del Comune nel fronteggiare l'inquinamento che ormai imperversa incessantemente da inizio anno. Questo il manifesto che ho preparato insieme all'associazione Genitori Antismog.</i></div>
<br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="font-size: 14pt;">UN ALTRO COLPO DI
TOSSE PER MILANO</span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGGlMwpQ0Hekn3t-xLB3NgxzRxTncXwNNpVWnCKnLNM3m5uzZlQCv86H6OWiXrPcc2uluA6hqkfSC9a91yGgrr0SuCYEHD6UDaPnpL4VpAC34zGGruvrZm8m5zanHiIIvNBG1ckVAXQKU/s1600/DSCN2554.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGGlMwpQ0Hekn3t-xLB3NgxzRxTncXwNNpVWnCKnLNM3m5uzZlQCv86H6OWiXrPcc2uluA6hqkfSC9a91yGgrr0SuCYEHD6UDaPnpL4VpAC34zGGruvrZm8m5zanHiIIvNBG1ckVAXQKU/s200/DSCN2554.JPG" width="200" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Caro concittadino,</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Cerchiamo di spiegarti il motivo della nostra protesta e ti chiediamo di unirti
a noi nel rivendicare il diritto a un’aria più salubre.</div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
Il 2011 è
iniziato nel peggiore dei modi per Milano. I valori del PM<sub>10</sub> è alle
stelle da ormai troppi giorni e non accenna a diminuire. La situazione è
evidente a chiunque. La nostra città è avvolta ormai da un mese da una foschia
marroncina e puzzolente. </div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
Le
concentrazione di PM<sub>10</sub> misurate sono pari anche a 3-4 volte il
limite imposto per legge che ne fissa due limiti: il valore limite di 50 µg/m³
come valore medio misurato nell'arco di 24 ore da non superare più di 35 volte
all’anno, e quello di 40 µg/m³ come media annuale.<b> I superamenti del valore limite di </b><b>50 µg/m³ rappresentano la quasi
totalità delle misurazioni rilevate dal 1 gennaio</b>, ed è quindi facile desumere che, anche
quest’anno, <b>le 35 volte di superamento
del limite consentite saranno esaurite entro la fine di febbraio</b>. Ugualmente
siamo ben lungi dalla media annua di 40 µg/m³ che non dovrebbe essere
oltrepassata.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Il valore medio registrato dalla centralina di “fondo” di via Pascal (67,3 µg/m³)
zona Città Studi è circa il 60% dei valori delle centraline in aree trafficate
(Verziere - 82,8 µg/m³/ Senato - 94,4 µg/m³) ciò che dimostra come sia
rilevante la vicinanza alla fonte delle emissioni e come l’attuale struttura di
Ecopass sia del tutto insufficiente ad arginare le emissioni inquinanti. La riduzione dell’inquinamento atmosferico registrato nel 2010, vantata dal
Sindaco Moratti nei giorni scorsi, è attribuibile alle favorevoli condizioni
atmosferiche per la dispersione delle polveri. Il 2010 ha infatti avuto precipitazioni del 60% superiori alla media
dell’ultimo decennio.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGMFKKSH-NU79w2DKRHwdEEbErp255XqwrKGn2qRO7jqRlDZf1rVlvQGB2Y_pzbSXfkUIfoeXB_conr0mT4rjzUH-Kn6Wvg1Hr7IIOw2bRyHoAZy2MAwNvB-nN3FRqDo7bw6YvkXwNvFU/s1600/DSCN2557.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgGMFKKSH-NU79w2DKRHwdEEbErp255XqwrKGn2qRO7jqRlDZf1rVlvQGB2Y_pzbSXfkUIfoeXB_conr0mT4rjzUH-Kn6Wvg1Hr7IIOw2bRyHoAZy2MAwNvB-nN3FRqDo7bw6YvkXwNvFU/s200/DSCN2557.JPG" width="200" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
I valori limite degli inquinanti non sono numeri senza senso ma sono
determinati “<b><i>per la protezione della salute umana</i></b><i>”</i>. Il particolato atmosferico è indicato dalla letteratura
scientifica come responsabile di numerose patologie che affliggono gli abitanti
delle aree metropolitane. Studi scientifici dimostrano gli effetti dannosi delle
particelle fini, quali l’aumento della mortalità complessiva, l’incremento
nella frequenza di episodi di angina e di recidive di infarto in persone a
elevata suscettibilità, nonché un aumento delle patologie dell’apparato cardiorespiratorio
nella popolazione non sensibile. L’Agenzia Europea per l’Ambiente stima che a
Milano possano ricondursi all’inquinamento dell’aria fino a 3000 morti all’anno
rispetto ad una situazione di aria pulita.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Comune e Regione </b>devono adottare misure serie ed efficaci sulla
base di piani d’azione ancora mancanti sebbene previsti dalla legge e
soprattutto, <b>smettere di attendere vento
e pioggia.</b> Chiediamo misure a breve termine di tutela della salute pubblica
e strategie di prevenzione a lungo termine che risolvano il problema
strutturalmente. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Signor Sindaco, i nostri polmoni non possono attendere i tempi della
politica e non basta una efficiente campagna stampa per ripulire l’aria.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>Rubyhttp://www.blogger.com/profile/11631061687548897325noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-4479959348564427000.post-73958386241647923482011-02-03T10:50:00.000+02:002011-02-03T10:50:17.254+02:00Chi se non Silvio Berlusconi?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSbznpnXC9n_befpm-2Lb4WSMdK8btNm27OwDqlzJev1W8pukbWE0nOjBfHdmyYXAl-IiYhUI6FYStvLbHk5KS_lAPmVj6R7vcm-xTnENsxG9PkQbfwIjY5bFDMtwB_lN_vlH1w1xARhk/s1600/Silvio-Berlusconi-007.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="192" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSbznpnXC9n_befpm-2Lb4WSMdK8btNm27OwDqlzJev1W8pukbWE0nOjBfHdmyYXAl-IiYhUI6FYStvLbHk5KS_lAPmVj6R7vcm-xTnENsxG9PkQbfwIjY5bFDMtwB_lN_vlH1w1xARhk/s320/Silvio-Berlusconi-007.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>The Guardian, 24 gennaio.</b> <i>Il Presidente del Consiglio italiano è nello scandalo fino al collo, anche se i sondaggi dimostrano il contrario. Ma chi potrebbe sostituirlo? </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Silvio Berlusconi è ai ferri corti. Sotto inchiesta per aver pagato una ragazza di 17 anni per fare sesso, per estorsione e abuso di potere, l’istrionico Presidente del Consiglio italiano si trova ad affrontare la più grande sfida della sua vita. Spesso gli scandali sessuali segnano la fine di una carriera politica e più scandali travolgono un partito, maggiore la sofferenza alle urne. Ma stranamente, il Cavaliere – come è notoriamente chiamato Berlusconi – sembra sperimentare esattamente la situazione opposta. Secondo un sondaggio pubblicato domenica sul Corriere della Sera, il consenso per il partito di Berlusconi, il Popolo della Libertà (PdL) è di fatto aumentato da dicembre, dal 27,6% al 30,2%. Nello stesso periodo, i consensi per i maggiori partiti d’opposizione sono diminuiti. Il Partito Democratico (PD) e l’Italia dei Valori (IdV), i partiti di centro-sinistra che hanno guidato gli attacchi per sull’integrità di Berlusconi, hanno subito rispettivamente un calo dei consensi: dal 25,0% al 24,5% e dal 6,2% al 5,5%. Berlusconi sta sfidando la legge di gravità in politica.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma come ci è riuscito? Ci sono due ragioni. La prima, per quanto scioccante possa sembrare, è che lo scandalo sessuale si adatta molto bene all’immagine pubblica attentamente costruita di Berlusconi. Da quando è entrato in politica nel 1994, Berlusconi ha costruito il suo successo presentandosi come una persona con cui tutti possono simpatizzare e con cui tutti vorrebbero identificarsi. Un bon viveur che non fa mistero del suo amore per la ricchezza, il vino e le donne, ha proiettato un’immagine non solo come imprenditore che si è fatto da sé, ma anche come un uomo normale, che non nasconde le sue debolezze fin troppo umane, con gli stessi gusti mondani dell’uomo medio italiano. Il premier incarna il sogno italiano: ama il calcio ed è proprietario del Milan, è un uomo d’affari di successo, è un magnate televisivo che ama circondarsi di belle donne. E il suo presunto coinvolgimento con Karima “Ruby” el-Mahroug serve solo a rafforzare gli elementi chiave di questa immagine. A prescindere dalla moralità del caso, Berlusconi continua a vivere una vita a cui aspirano molti italiani.</div>
<div style="text-align: justify;">
In secondo luogo, più aumenta la pressione sulle dimissioni di Berlusconi, più gli italiani sono costretti a contemplare le alternative. Che non sono molte. Ci sono solo tre opzioni nel caso Berlusconi si dimetta. La più probabile è una coalizione instabile di centro-destra guidata dall’ambizioso e conflittuale Gianfranco Fini. Quest’ultimo non solo è un ex fascista che ha espresso in passato ammirazione per Mussolini, ma ha anche dimostrato di non saper gestire il centro-destra in modo efficace con almeno due tentativi falliti di rovesciare il governo Berlusconi in passato. Giustamente, molti italiani continuano a percepire Fini come inaffidabile nella migliore delle ipotesi e pericoloso nella peggiore.</div>
<div style="text-align: justify;">
La seconda possibilità è una coalizione di minoranza di centro-sinistra guidata dall’inefficace leader del Pd, Pier Luigi Bersani. Il grosso problema di Bersani è che il centro-sinistra è irrimediabilmente frammentato e non è riuscito a offrire una soluzione coerente al peggioramento delle condizioni economiche in Italia. Né il PD, né alcuno dei suoi alleati sono in grado di convincere gli italiani di essere sufficientemente affidabili per governare.</div>
<div style="text-align: justify;">
L’opzione finale è un compromesso. In assenza di un chiaro successore, il presidente Giorgio Napolitano potrebbe decidere di nominare un tecnocrate a capo di un governo ad interim prima di indire le elezioni. L’assenza di un mandato popolare e gli effetti debilitanti delle elezioni in un momento di instabilità economica rendono questa una scelta profondamente impopolare.</div>
<div style="text-align: justify;">
La maggioranza degli italiani, dunque, opta per la soluzione: “meglio il male minore”.</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><i><a href="http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2011/jan/24/silvio-berlusconi-scandal-italian-pm/print">Articolo originale "Who else but Silvio Berlusconi?" di Alexander Lee</a></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>Rubyhttp://www.blogger.com/profile/11631061687548897325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4479959348564427000.post-34774417183415061242011-02-01T17:50:00.000+02:002011-02-01T17:50:49.057+02:00Dicono di noi: Sesso, bugie e intercettazioni<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7SVmD1HBzbO95uJYDXynPQAIPWGec7gFiLM9piX1ah0zfnYFteceSjSBumnCHNyrDg5DV_h7rwzBF7a4-3X0JwjjGJDUSpCsSfE8Lu3mrabgYmw9N6FxfLlddYanmsxbYbkDA_5FEQ5c/s1600/silvio-berlusconi-ruby-noemi.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="204" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7SVmD1HBzbO95uJYDXynPQAIPWGec7gFiLM9piX1ah0zfnYFteceSjSBumnCHNyrDg5DV_h7rwzBF7a4-3X0JwjjGJDUSpCsSfE8Lu3mrabgYmw9N6FxfLlddYanmsxbYbkDA_5FEQ5c/s320/silvio-berlusconi-ruby-noemi.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><i>Belgio, De Standaard</i></b><i> - 19 gennaio 2011.</i> <i>Berlusconi vacilla dopo le accuse di sfruttamento della prostituzione minorile. “Erano vere e proprie orge, tutti bevevano fino a
ubriacarsi e alla fine le ragazze rimanevano in mutande”, è scritto
negli atti del dossier giudiziario contro Silvio Berlusconi. È proprio
lui colui il quale interpreta sul piano etico le posizioni del Vaticano? </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="post-bodycopy clearfix" style="text-align: justify;">
“Droga? No, non credo che lì dentro assumessero droga. Ma erano delle
vere e proprie orge, con tutti che bevevano fino a ubriacarsi.
Berlusconi ha iniziato a cantare e a raccontare barzellette. Loro tre
(Berlusconi e due suoi amici: un famoso giornalista di una delle sue
televisioni e un talent scout, ndr) in compagnia di 28 ragazze. Tutte
ragazze che poi alla fine erano senza reggipetto, solo le mutandine
strette… C’era anche la Minetti (Nicole Minetti, consigliere regionale
della Lombardia, ndr) con il seno di fuori che continuava ad abbracciare
e baciare Berlusconi. Insomma, era un vero puttanaio, hai capito?” <br />
Il virgolettato è di Carlo Ferrigno, l’ex Prefetto di Napoli, che in
una delle telefonate intercettate dalla polizia svela come si svolgono i
famigerati festini ‘bunga-bunga’ ad Arcore, residenza di Berlusconi.
Questi festini inizierebbero come ‘cenette’ con uno stuolo di invitate
attraenti, quindi il padrone di casa cantava qualche canzone, agli
albori della sua carriera il premier lavorava come animatore sulle navi
da crociera, infine la serata culminava in un grande ammucchiata. Dietro
compenso, le donne, giovani e disponibili, facevano quindi sesso con il
padrone di casa, Berlusconi, talvolta anche con altri ospiti. È questo,
secondo il Pubblico Ministero milanese, il presunto reato a carico del
premier italiano. <br />
Con la sua maggioranza estremamente risicata, Berlusconi ha infatti
vinto la battaglia per il potere contro il suo ex alleato Gianfranco
Fini, ma allo stesso tempo ne è uscito indebolito: il premier dovrà
stare molto attento alle sue prossime mosse per poter sopravvivere anche
a quest’ultimo scandalo.<br />
I P.M. affermano di avere prove ‘schiaccianti’ che Berlusconi si sia reso
colpevole di concussione, sfruttamento e istigazione alla prostituzione,
oltretutto di una minorenne. La marocchina Karima El Mahroug, una
cubista che in arte si fa chiamare ‘Ruby Rubacuori’, secondo il dossier
degli inquirenti lo scorso anno avrebbe preso parte ai festini di
Berlusconi per mesi, quando era ancora minorenne. <br />
In seguito, dopo l’arresto di Ruby per furto, il premier avrebbe
esercitato pressioni per farla liberare. A questo proposito ha inventato
la scusa che Ruby era parente del presidente egiziano Mubarak,
implicando che l’arresto della ragazza avrebbe potuto scatenare un
incidente diplomatico. È su questo che si basa l’accusa di concussione.<br />
La stessa Ruby ammette di aver ricevuto diverse migliaia di euro da
Berlusconi, ma insiste sul fatto che non ha mai fatto sesso con il
premier 74enne. Allo stesso tempo, Ruby continua però a cambiare la
propria versione dei fatti. Prima ha detto di essere stata da Berlusconi
per tre serate, le intercettazioni telefoniche hanno rivelato che le
serate sono state otto, e ieri la versione di Ruby è improvvisamente
diventata che frequenta il premier da quando aveva sedici anni. Le
intercettazioni inoltre rivelano che Ruby in precedenza aveva ricattato
un ex partner chiedendogli 1.500 euro per non rivelare di aver fatto
sesso con lui, quando, secondo la legge, era ancora troppo giovane. <br />
<a name='more'></a><br />
<b>La fierezza</b><br />
Ruby sarebbe una piccola pettegola, che non si fa scrupolo di
manipolare le persone? È molto probabile ma allo stesso tempo la storia
finisce con lei. Gli inquirenti hanno effettuato perquisizioni
domiciliari in sette appartamenti a Milano Due, un lussuoso complesso
residenziale fatto costruire da Berlusconi negli anni Settanta. Diverse
ragazze vivevano a titolo gratuito negli appartamenti, e inoltre
venivano ricompensate generosamente per la loro ‘amicizia’ con il
Cavaliere. Gli inquirenti hanno trovato negli appartamenti banconote di
grosso taglio, vestiti firmati molto cari e gioielli esclusivi. Tutte le ragazze vengono dal mondo dello spettacolo, lavorano come
modelle, o sono conosciute in Italia per via della loro partecipazione
ai reality show. Il P.M. è convinto che ripagassero tutto quel lusso
materiale in natura. <br />
Domenica, nel corso di un videomessaggo alla tv italiana, Berlusconi
ha ammesso di ‘stare con piacere in compagnia dei giovani’, e di aver
regalato molti soldi alle ragazze: ‘le ho aiutate perché si trovavano in
difficoltà, tra l’altro con l’alloggio e le spese mediche, e di questo
ne vado fiero!’. Il premier italiano ha però smentito che ci sia un
legame tra quei soldi e il sesso. ‘È una cosa che considererei lesiva
per la mia dignità’.<br />
Questo non convince la Procura. Il P.M. basa le sue accuse su molte
testimonianze e su intercettazioni di conversazioni telefoniche tra
persone che fanno parte della ristretta cerchia del premier. Lunedì la
Procura ha inoltrato il dossier su Berlusconi al Parlamento italiano,
insieme a un mandato di perquisizione degli uffici di Berlusconi. I P.M.
hanno anche intenzione di interrogarlo, ma il suo esercito di avvocati
farà di tutto per evitare che ciò avvenga. <br />
<br />
<b>L’Italia cattolica</b><br />
‘Neanche il sommo poeta Dante, nel descrivere l’Inferno, era arrivato
a tanto!’, ha reagito Leoluca Orlando, portavoce del piccolo partito di
opposizione Italia dei Valori. E Pierluigi Bersani, del maggiore
partito di opposizione, il PD, ha chiesto le dimissioni di Berlusconi.
‘È chiaro che il nostro premier ha una vita privata che gli prende molto
tempo, propongo che d’ora in poi ci si dedichi a tempo pieno.’<br />
Ma non è solo l’opposizione a preoccuparsi, anche il Presidente
Giorgio Napolitano esprime apertamente grande apprensione. Di rilievo
ancora maggiore è l’indignazione della Chiesa Cattolica italiana.
Secondo Avvenire, il quotidiano della Conferenza Episcopale italiana, è
ora che il Presidente del Consiglio dimostri una maggiore sobrietà.
‘Anche solo l’idea che un uomo che siede al vertice delle istituzioni
dello Stato sia implicato in storie di prostituzione e, peggio ancora,
di prostituzione minorile ferisce e sconvolge’, ha scritto il direttore
Marco Tarquinio ieri nel suo editoriale.<br />
Il fatto che la Chiesa sia offesa dal comportamento di Berlusconi ha
grande importanza politica. L’Italia resta, – almeno in termini
culturali, – un Paese profondamente cattolico dell’ Europa meridionale,
con il Vaticano, il centro di potere della Chiesa Cattolica mondiale,
nel cuore della sua capitale, Roma. Il Vaticano continuerà sempre ad
influenzare una grande percentuale dell’elettorato italiano che vota
prevalentemente per il centrodestra, e di conseguenza per Berlusconi. <br />
Le relazioni tra il Vaticano, la Chiesa italiana e Berlusconi sono
quantomeno ambigue e la Chiesa tende a cambiare opinione. Per esempio, a
settembre del 2009, Avvenire pubblicò articoli infuocati sul
comportamento di Berlusconi e il Vaticano annullò una importante cena
tra Berlusconi e Tarcisio Bertone, il numero due in Vaticano dopo il
Papa. I giornalisti fedeli a Berlusconi reagirono accusando l’allora
direttore di Avvenire di omosessualità. Subito dopo, il direttore si
dimise.<br />
In seguito le difficoltà vennero appianate. A dicembre dello scorso
anno, nel corso della lotta di potere tra il premier e il Presidente
della Camera, Gianfranco Fini, la Chiesa italiana si schierò nuovamente e
radicalmente dalla parte di Berlusconi. Il cardinale Angelo Bagnasco,
presidente della Conferenza Episcopale italiana, affermò che la scelta a
favore del governo Berlusconi (che era sopravvissuto al voto di fiducia
per il rotto della cuffia) era ‘una scelta per la stabilità politica’.<br />
Alcuni giorni prima del cruciale voto sulla fiducia ci fu anche una cena
con Tarcisio Bertone: per l’ennesima volta un chiaro segnale politico
senza precedenti da parte del mondo cattolico, stavolta dal Vaticano. Il
motivo è molto semplice: la Chiesa sostiene chi interpreta meglio il
suo punto di vista sul piano etico (per esempio sull’eutanasia).<br />
Il fatto che ora la Chiesa colpisca duramente Berlusconi, potrebbe
significare che stavolta quest’ultimo si è spinto ben oltre il limite
sul piano morale. Una perdita di sostegno che può costare cara al
premier nel caso di elezioni anticipate. Anche se Berlusconi, campione
della sopravvivenza politica, resisterà come un diavolo
nell’acquasantiera, come prevede lo stesso quotidiano Avvenire.
Combatterà fino all’ultimo respiro, perché ‘dimettersi è una parola che
non fa parte del suo vocabolario’.<br />
Lo stesso Berlusconi l’ha confermato ieri sera:‘siete matti?’, ha
risposto a chi gli chiedeva se si sarebbe dimesso. ‘Mi sento sereno’.<br />
<div style="color: blue;">
<span style="font-size: x-small;"><i><a href="http://www.standaard.be/artikel/detail.aspx?artikelid=DA35685K&subsection=2" target="_blank"><u>Articolo originale: "Seks, leugens enafgetapte telefoontjes" di Ine Roox</u></a></i></span></div>
<br /></div>Rubyhttp://www.blogger.com/profile/11631061687548897325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4479959348564427000.post-34618883657559440742011-02-01T12:14:00.000+02:002011-02-01T12:14:38.833+02:00Salviamo le foreste. Salviamo noi stessi.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiygMFUnGCtfTvczIukXawNKPlfnv3p41EZdb2oQoJd5603ELxGGZIOo2zyEVNxJ93FBWcclBY04G5f1MalUZ1ZzFKxzFMJiNI5ym7QMNl6yWUmXJhJc5jnFRGjt99t9ANIpmdojv_NDbU/s1600/anno+internazionale+delle+foreste.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="201" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiygMFUnGCtfTvczIukXawNKPlfnv3p41EZdb2oQoJd5603ELxGGZIOo2zyEVNxJ93FBWcclBY04G5f1MalUZ1ZzFKxzFMJiNI5ym7QMNl6yWUmXJhJc5jnFRGjt99t9ANIpmdojv_NDbU/s320/anno+internazionale+delle+foreste.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Inaugurato il 24 gennaio, presso il
quartier generale dell’ONU di New York, l’<a href="http://www.un.org/en/events/iyof2011/" target="_blank">Anno Internazionale delle Foreste</a>.
I polmoni verdi del pianeta ospitano l’80% del patrimonio naturale
terrestre e 300 milioni di abitanti, fornendo risorse per la
sopravvivenza a 1,6 miliardi di persone.</i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
L’ufficializzazione è arrivata dall’ONU in concomitanza con il nono <a href="http://www.un.org/esa/forests/session.html" target="_blank">Forum internazionale delle
Nazioni Unite sulle foreste</a>, in programma dal 24 gennaio al 4 febbraio. Con
l’invito a proteggere ulteriormente foreste e patrimonio boschivo, gli incontri
nascono con l’intento di riuscire a delineare e sviluppare politiche di
sostegno ambientale e di tutela del “capitale verde”, fondamentale risorsa per
l’intera umanità e che attualmente copre il 31% della superficie terrestre, circa
quattro miliardi di ettari. Foreste che però <b>stanno scomparendo troppo velocemente</b>, attualmente sotto stress a
causa dell’utilizzo indiscriminato da parte dell’uomo, causa principale di
tutta una serie di conseguenze negative, dalla produttività dei terreni e lo
stoccaggio della CO2 alla liberazione di enormi quantità di <b>gas serra</b>. <b>Deforestazione e degrado delle foreste</b> sono infatti responsabili di
circa il 17% delle emissioni di gas serra a livello globale, dato che gli
alberi e la vegetazione rappresentano un serbatoio di carbonio pari a circa 289
Gigatonnellate (miliardi di tonnellate), stock che però almeno nell'ultimo
decennio pare diminuito di circa 0,5 Gigatonnellate.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Le foreste sono inoltre un grande "contenitore" di <b>biodiversità</b>, non a caso argomento al
quale è stato dedicato l'anno internazionale del 2010. Secondo le ultime stime
dell'Iucn (Unione internazionale per la conservazione della natura) il
patrimonio boschivo genera un valore economico diretto (in termini di cibo,
carburante, medicine, energia, guadagni e occupazione) valutato in <b>130 miliardi</b> di dollari l'anno, ma
anche indiretto: <b>dimezzare i gas serra</b>
fra il 2010 e il 2020, grazie alla grande capacità di assorbimento di CO2 delle
foreste, porterebbe ad un risparmio di <b>3,7
migliaia di miliardi di dollari</b>. Dunque il valore ambientale, economico e
sociale delle foreste va tutelato, risolvendo le criticità che attentano alla
sua conservazione, <b>deforestazione</b> in
primis. I dati che rivelano l’entità del taglio delle foreste sono
impressionanti: dal 2000 ad oggi ogni anno il Pianeta ha registrato una
diminuzione del patrimonio forestale equivalente all'area di un paese come il
Costarica, tante che oggi l'area verde copre solo il 31% della superficie
globale.<br />
<a name='more'></a></div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
Blocco
dell'espansione agricola nell'area delle grandi foreste pluviali tropicali che
si localizzano nella fascia equatoriale, fine del commercio illegale attraverso
la tracciabilità dei legnami e riforestazione sono alcune delle soluzioni per
salvare questo fondamentale ecosistema. Punto critico è ancora l’<b>Indonesia</b>, tra i principali fornitori
mondiali di materie prime pregiate quali legname, carta, gomma, petrolio,
caffè, pepe e olio di palma, ma che allo stesso tempo ha provocato la
distruzione di ettari di foresta tropicale facendo guadagnare al paese il primato come
terzo maggior produttore di gas a effetto serra, dietro a Usa e Cina. Il tasso
di deforestazione nel paese continua ad essere altissimo – circa 2 milioni
di ettari l’anno ufficialmente dichiarati dal governo – ed è principalmente
dovuto al <b>taglio illegale di legname</b>
per l’esportazione, ma anche alla conversione in piantagioni per la produzione
di <b>olio di palma</b> e di legname per
cartiere, due settori chiave per l’economia del paese.</div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
<u><span style="text-decoration: none;"></span></u></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Secondo uno studio dell’Iucn, il pianeta avrebbe teoricamente la
possibilità di recuperare un'area di foreste perduta o degradata pari all’estensione
della Russia, circa un miliardo e mezzo di ettari. Secondo l'analisi, Africa e
Asia hanno il maggiore potenziale, ciascuna con circa 500 milioni di ettari di
polmoni verdi che possono essere riportati allo stato di salute originario.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Già diversi paesi come Cina, Ghana, Messico, India, Gran Bretagna, Stati
Uniti e molti altri, hanno intrapreso ambiziosi programmi di <b>riforestazione</b>. Una forma di tutela
basata sul riconoscimento di 100 siti verdi come <b>patrimonio dell’umanità dell’Unesco</b>, oltre 760mila km quadrati di
foreste. Un enorme potenziale di biodiversità quindi, che gode del sostegno per
la conservazione intergovernativa fornito dalla Convenzione per i siti del
patrimonio mondiale Unesco. In controtendenza ancora una volta l’<b>Italia</b>, che con lo smembramento del <b>Parco Nazionale dello Stelvio</b> rischia
di compromettere lo stato di salute e conservazione del più importante parco
italiano.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Il 2011 dovrà dunque essere l'anno in cui il mondo intero riconoscerà la vitale
importanza delle foreste, per preservare la vita sul Pianeta, per tutte le
popolazioni e per tutte le specie.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>Rubyhttp://www.blogger.com/profile/11631061687548897325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4479959348564427000.post-56790244714635784862011-01-31T16:57:00.000+02:002011-01-31T16:57:44.845+02:00L'Italia è una repubblica fondata sulla mafia<iframe allowfullscreen="" class="youtube-player" frameborder="0" height="345" src="http://www.youtube.com/embed/izkfXvNNpg4?rel=0" title="YouTube video player" type="text/html" width="560"></iframe><br />
<br />
Appuntamento settimanale con Passaparola di Marco Travaglio. Argomento
odierno della rubrica, i rapporti tra Stato e Mafia nella prima e nella seconda Repubblica, il punto sulle indagini della magistratura sulla trattativa tra Stato e Mafia prima della nascita di questa seconda repubblica, ormai agonizzante.<br />
<br />
<a href="http://carloruberto.blogspot.com/search/label/Passaparola">Guarda le altre puntate di Passaparola</a><br />
<br />Rubyhttp://www.blogger.com/profile/11631061687548897325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4479959348564427000.post-17824385160089278142011-01-27T13:31:00.001+02:002011-01-27T13:33:26.777+02:00Animals United (La conferenza degli animali)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjY9_zVnDQPYWkbV_TkzgtJ5WBrPxxxtuYTBPpcyPAiW2ed37Xr7WNMA688JJf-s3Eaz9B4SU5_ihMvzHx-ZM7P_y0buiU4R6LmN4x_L0SaQXi6Kq4wuCdBuIbXmPYzalZPJvUZnPceNCM/s1600/Animals-United-3D-Poster-Italia.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjY9_zVnDQPYWkbV_TkzgtJ5WBrPxxxtuYTBPpcyPAiW2ed37Xr7WNMA688JJf-s3Eaz9B4SU5_ihMvzHx-ZM7P_y0buiU4R6LmN4x_L0SaQXi6Kq4wuCdBuIbXmPYzalZPJvUZnPceNCM/s320/Animals-United-3D-Poster-Italia.jpg" width="224" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Lo scioglimento
dei ghiacciai nell’Artico, una marea nera di petrolio che devasta le isole
Galapagos, incendi distruttivi nell’entroterra australiano. Con questa
impressionante sequenza di disastri ambientali si apre il film di animazione <b><i>Animals
United</i></b> di Reinhard Klooss e Holger Tappe, liberamente ispirato al libro
di Erich Kästner “<i>La conferenza degli
animali</i>”. </div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
Gli animali,
profughi dalle catastrofi dei loro habitat naturali, si incontrano casualmente
mentre sono alla deriva nell’oceano per poi approdare in Africa, nel deserto
del Kalahari. Qui, assieme agli animali locali, cercheranno di capire il motivo
del mancato arrivo della consueta quantità di acqua proveniente dalle lontane
montagne dell’Angola, necessaria alla sopravvivenza di tutti gli abitanti della
savana. L’esilarante quanto improbabile gruppo di animali, la mangusta Billy,
il leone vegetariano Socrate, il canguro Toby, il Diavolo della Tasmania
Diablo, il gallo francese Charles, l'anziana coppia di tartarughe Winston e
Giorgina delle isole Galapagos e l'orso polare Sushi scoprono che la causa dei
loro problemi è un’imponente diga. Il gigantesco sbarramento di cemento serve a
trattenere l'acqua all'interno dell'area in cui sorge l'Hotel Eden
Paradise, osannato dal proprietario come simbolo del turismo ecologico e
sostenibile. Ma al suo interno si sta paradossalmente svolgendo l’ennesima <b>Conferenza mondiale sul clima</b>.</div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
Il gruppo di
animali, una volta forzata la diga e riportata l'acqua nella valle, sbarca a
New York dalle fauci delle balene per raggiungere il palazzo dell’<b>Onu</b>, dove è in corso la Conferenza
mondiale per l’Ambiente, e protestare contro la sconsiderata condotta dell'uomo,
“<i>uno strano animale senza un pelo, una
belva crudele e sanguinaria</i>” come raccontano le due tartarughe, che grazie
alla loro esperienza secolare hanno avuto l’opportunità di conoscere a fondo
l’essere umano. Fulcro della narrazione è infatti il discorso di Giorgina,
depositaria di 700 anni di saggezza, secondo la quale “<i>l’uomo è come un ladro che arriva di notte e prende ciò che vuole</i>”,
così come ha privato gli animali della savana della loro acqua, “<i>un serpente che si ciba della sua stessa
coda per sopravvivere</i>”, che ha ridotto il mondo intero a “<i>una macchia nera e oleosa</i>”.</div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
Caratterizzato
da un impianto apertamente pedagogico, <b><i>Animals United</i></b> affronta
argomenti di grande attualità, dai cambiamenti climatici, al saccheggio delle
risorse naturali da parte dell’uomo. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Il film ha l'indubbio pregio di affrontare con serietà le tematiche
ambientali, sforzandosi di non parlare agli adulti ma utilizzando un linguaggio
semplice e divertente a misura di bambini, gli unici e veri destinatari del
messaggio: dovranno essere proprio loro a dover difendere gli animali e
l'ambiente dalla catastrofe, poiché gli adulti sono troppo indaffarati a
distruggerlo. Un messaggio portato dalla figlia del proprietario dell’albergo, l’unica
a preoccuparsi del destino che attende gli animali a valle della diga e a
collaborare con loro nel liberare l’acqua imprigionata dalle mura umane. Un
film adatto ad un pubblico di autentici piccoli e di grandi che si restringono
volentieri.</div>
<br />Rubyhttp://www.blogger.com/profile/11631061687548897325noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4479959348564427000.post-13090206783962220392011-01-26T18:59:00.001+02:002011-01-26T19:01:09.132+02:00L'Argentina perde i ghiacciai<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAU0MsEGBRk1bT5Wxfnbzj-MbA5afUMTOjzwygrMoMF-NY-88uCzKFolWh-Pc_pV34ZwMPMTkr-rrerrvaNLEWcDASH9YK9y_ghlt6CkJNS51WOSeQJmkbBPSZSf8raBZF0s_4ZmGdeHc/s1600/ghiacciai+argentina.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAU0MsEGBRk1bT5Wxfnbzj-MbA5afUMTOjzwygrMoMF-NY-88uCzKFolWh-Pc_pV34ZwMPMTkr-rrerrvaNLEWcDASH9YK9y_ghlt6CkJNS51WOSeQJmkbBPSZSf8raBZF0s_4ZmGdeHc/s320/ghiacciai+argentina.JPG" width="240" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Il rapporto di Greenpeace “<a href="http://www.greenpeace.org/raw/content/argentina/cambio-climatico/cambio-climatico-futuro-negro-3.pdf">Futuro negro para los glaciares</a>” evidenzia gli enormi costi sociali collegati all’erosione delle masse gelate. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Che i ghiacciai stiano retrocedendo non è certo una novità. Ma il fatto
che tutti quelli della Patagonia argentina, circa un centinaio, negli
ultimi 10 anni abbiano perso in media oltre <b>35 metri</b>, dà un’idea più
precisa di come stiano le cose. Basta guardare le foto del ghiacciaio
Ameghino per rendersi conto di come il riscaldamento globale stia
distruggendo queste grandi masse fredde che costituiscono la <b>principale
riserva di acqua dolce del pianeta</b>. L’Ameghino si trova nel sistema
glaciale Campo de Hielo Patagónico Sur, che si estende tra l’Argentina e
il Cile ed è la terza calotta polare più grande del mondo (dopo quello
dell’Antartide e della Groenlandia) e la più ampia dell’America Latina.
Nel giro di 79 anni, però, si è ritirato di quasi 4 chilometri.
<br />
«Dall’ultimo rapporto che abbiamo elaborato - spiega Juan Carlos
Villalonga, direttore delle campagne di Greenpeace Argentina - e dai
dati più recenti stilati dal Programma delle Nazioni unite per lo
sviluppo, emerge un quadro allarmante: negli ultimi trent’anni ben 63
dei principali ghiacciai del Campo de Hielo Patagónico Sur si stanno
sciogliendo, provocando un aumento del livello del mare di 0,042 mm
all’anno». Scorrendo le pagine del rapporto di Greenpeace <i>“Futuro negro
para los glaciares”</i> (Futuro nero per i ghiacciai), ci si trova davanti a
numeri, tabelle e grafici che raccontano casi come quello del
ghiacciaio Viedma, che negli ultimi 70 anni ha perso almeno 50 metri di
altezza ed è retrocesso di circa un chilometro, o di quello di Upsala,
che ha perso 13,4 chilometri quadrati tra il 1997 e il 2003.</div>
<div style="text-align: justify;">
«È importante ricordare che queste masse sono situate ai piedi della
montagna. Poi ce ne sono altre, che si trovano a una quota più alta,
come quelli delle zone di San Juan o della Rioja. Pur essendo molto più
piccole, hanno un ruolo importantissimo, in quanto somministrano acqua
dolce e alimentano i fiumi vicini ad aree, come quella di Mendoza, che
hanno un clima desertico ma che vivono della produzione vinicola e
agricola. Anche questi ghiacciai stanno scomparendo: una situazione che
ha un impatto sociale fortissimo», aggiunge Villalonga. Il problema non
riguarda solo la Patagonia: dal Kilimangiaro all’Himalaya, <b>tutte le
calotte gelate si vanno rapidamente assottigliando</b>, con conseguenze che,
secondo tutti gli ambientalisti, saranno nefaste per l’intero pianeta.
L’Argentina ha da poco assunto la presidenza del G-77 e dovrà
rappresentare l’America Latina alla prossima conferenza sul clima di
Durban, prevista per la fine di quest’anno. Un ruolo per niente facile,
se si considera che l’intero continente latinoamericano ha un impatto
del solo 13 per cento sull’inquinamento mondiale.</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
«Con la scomparsa dei ghiacciai, al di là dell’impatto sociale che si
produce a livello locale, si crea un altro problema - aggiunge
l’attivista -. Prima o poi, tutta la perdita di massa di ghiaccio finirà
per <b>aumentare il livello degli oceani</b>. Questo determinerà un impatto
devastante in tutto il globo terrestre. Le coste dell’Argentina sono
generalmente alte, ma ci sono zone nevralgiche che potrebbero soffrire
conseguenze gravi, come il Río de la Plata (l’estuario formato dal fiume
Uruguay e dal fiume Paranà, ndr). In questo fiume, infatti, si verifica
spesso un fenomeno meteorologico che si chiama sudestada: quando il
vento soffia da sud e l’acqua del fiume non riesce a sfociare nel mare,
il livello del Río aumenta, con conseguenti inondazioni in molte zone,
anche urbane, come quelle periferiche di Buenos Aires». Tutto il sistema
del Delta del fiume Paraná e del Río de la Plata potrebbe finire sotto
una massa d’acqua, inondando città come Rosario, la Plata e perfino la
periferia di Buenos Aires. Non è una scena da film catastrofico ma una
possibilità che alcuni oceanografi, se pur con cautela, iniziano a
intravedere.</div>
<div style="text-align: justify;">
«In Argentina, i climatologi associano al cambio climatico un altro
fenomeno che si verifica nella zona nord e in quella centrale del Paese:
la maggior frequenza di tormente di breve durata ma con un livello di
precipitazione molto inteso e con vento forte. Questo comporta
inondazioni e costi sociali altissimi. Un simile tipo di tormenta è
sempre esistito; adesso però la frequenza annuale è aumentata. Per
esempio nel nord della città di Santa Fe se prima accadeva una volta
all’anno, ora la frequenza è quadruplicata. Tra le zone più colpite c’è
il territorio di Tartagal, nella provincia di Salta. Questa parte del
nord-est argentino è stata duramente danneggiata nel 2009 e anche
recentemente», continua Villalonga. Negli ultimi trent’anni in Argentina
le precipitazioni sono aumentate notevolmente e, secondo la maggior
parte degli esperti, l’incremento non è riconducibile a una variazione
naturale ma conseguenza del riscaldamento globale. L’Argentina si è già
messa in marcia per «continuare a puntare sulla protezione
dell’ambiente», come ripete da giorni la presidentessa Cristina
Fernandez de Kirchner. Ma su questo versante le polemiche non mancano.</div>
<div style="text-align: justify;">
«Non credo che l’Argentina stia portando avanti una politica
ambientalista. Basta pensare che la matrice energetica dipende per il 90
per cento da combustibili fossili, livello record in America Latina. E
poi la coltivazione della soia ha avuto una espansione vertiginosa,
aumentando la deforestazione. Non solo, ma ha reso tutta l’agricoltura
argentina dipendente da un solo prodotto da esportare verso il mercato
europeo e cinese. Nel nord del Paese negli ultimi decenni sono stati
<b>persi ogni anno circa 600mila ettari di foreste</b>. Una tendenza che si è
ridotta soltanto nel 2009, quando è entrata in vigore la Ley de Bosque.
Non solo, c’è un altro fenomeno recente collegato alla coltivazione
della soia. L’ultimo censimento della popolazione, che risale a ottobre,
riporta un dato inquietante: la popolazione urbana è drammaticamente
aumentata perchè le zone rurali si stanno spopolando. Coltivare soia non
richiede molta mano d’opera e questo flusso migratorio è preoccupante
perché sta creando uno squilibrio le cui conseguenze sociali sono sotto
gli occhi di tutti», conclude Villalonga.</div>
<div style="text-align: justify;">
Quello della soia e dei combustibili fossili è solo uno dei tanti
problemi che dovrà affrontare l’Argentina. Un’altra storia, fatta di
smentite e polemiche. Per adesso, una cosa è certa: l’equilibrio
dell’ecosistema argentino è fragile. E l’immagine del ghiacciaio
Ameghino che scompare, sgretolandosi sotto il sole, questa fragilità la
racconta tutta.</div>
<div style="text-align: justify;">
<i> </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<i>Fonte: </i><a href="http://www.terranews.it/news/2011/01/se-l%E2%80%99argentina-perde-i-ghiacciai">Terra</a><i></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Leggi anche:</i></div>
<div style="color: blue;">
<a href="http://carloruberto.blogspot.com/2010/10/i-ghiacciai-sentinelle-climatiche.html">I ghiacciai sentinelle climatiche</a></div>
<div style="color: blue;">
<a dir="ltr" href="http://carloruberto.blogspot.com/search/label/cambiamenti%20climatici">Cambiamenti climatici</a></div>
<div style="color: blue;">
<a href="http://www.greenpeace.org/raw/content/argentina/cambio-climatico/cambio-climatico-futuro-negro-3.pdf">Scarica il rapporto di Greenpeace</a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>Rubyhttp://www.blogger.com/profile/11631061687548897325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4479959348564427000.post-5037395581607474052011-01-25T11:10:00.001+02:002011-01-25T11:11:47.241+02:00Muzio Scevola Casini<iframe allowfullscreen="" class="youtube-player" frameborder="0" height="345" src="http://www.youtube.com/embed/SBPACS3VpVs?rel=0" title="YouTube video player" type="text/html" width="560"></iframe><br />
<br />
Appuntamento settimanale con Passaparola di Marco Travaglio. Argomento odierno della rubrica, la condanna condanna definitiva a 7 anni per favoreggiamento aggravato dall’intenzione di favorire Cosa Nostra dell'ex-governatore della sicilia Totò "vasa vasa" Cuffaro, l'ignobile puntata incensante di Tv7, approfondimento settimanale del Tg1, su Bettino Craxi e ultimo il Ruby-gate, l'ennesimo scandalo berlusconiano. Sarà l'ultimo?<br />
<br />
<a href="http://carloruberto.blogspot.com/search/label/Passaparola">Guarda le altre puntate di Passaparola</a><br />
<br />Rubyhttp://www.blogger.com/profile/11631061687548897325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4479959348564427000.post-17116790279807453322011-01-24T18:23:00.002+02:002011-01-24T19:26:09.222+02:00Disastri sempre più frequenti in Europa<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpldmCizgphGrkpPl-_26zn9ouEb9vOV8Dzl3jFcFC3AtNuH1wNGkMbzqK9ej3apdIsqpfzlB3SBj3ne_X0Ug9otiqIRldy1Vkj7SdFGy-ZsbUqxKZ5ZX8IgNx-GofLZaasAuwbEJ0Zr4/s1600/disastrous+events.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="192" s5="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpldmCizgphGrkpPl-_26zn9ouEb9vOV8Dzl3jFcFC3AtNuH1wNGkMbzqK9ej3apdIsqpfzlB3SBj3ne_X0Ug9otiqIRldy1Vkj7SdFGy-ZsbUqxKZ5ZX8IgNx-GofLZaasAuwbEJ0Zr4/s320/disastrous+events.JPG" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Il numero e l'impatto delle catastrofi sono aumentati in Europa nel periodo 1998-2009, secondo quanto conclude la nuova relazione dell'Agenzia europea dell'ambiente (AEA). Il rapporto valuta la frequenza delle catastrofi e i loro impatti sugli esseri umani, l'economia e gli ecosistemi e chiede una migliore gestione integrata del rischio catastrofi in tutta Europa.</i> <br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
La nuova relazione dell'Agenzia “<b>Mappatura dell’impatto dei disastri naturali e tecnologici in Europa</b>”, pubblicata lo scorso 12 gennaio, affronta tre differenti tipi di rischi: idro-meteorologici o legati alle condizioni atmosferiche (uragani, manifestazioni di temperatura estreme, incendi, siccità, inondazioni), geofisici (valanghe di neve, frane, terremoti, eruzioni vulcaniche) e tecnologici (perdite di petrolio, incidenti industriali, fuoriuscita di prodotti tossici derivanti dalle attività estrattive). Secondo il rapporto Ue, e’ difficile determinare la fetta di perdite riconducibile ai <b>cambiamenti climatici</b>, ma e’ probabile che questo fattore sarà sempre piu’ incisivo in futuro, dal momento che si prevede un aumento della frequenza e dell’intensita’ degli eventi estremi. </div>
<div style="text-align: justify;">
Le cifre dello studio sono <b>impressionanti</b>. I disastri naturali che hanno colpito l'Europa nel periodo 1998-2009 hanno causato quasi <u>100 mila morti</u>, colpito undici milioni di cittadini su un totali di 590 milioni di residenti nell'Unione Europea, oltre a <u>150 miliardi di euro</u> di danni. “La frequenza e l’intensità degli eventi meteorologici estremi sono in aumento a causa dei cambiamenti climatici», è la denuncia contenuta nel rapporto. A questo bisogna poi aggiungere i disastri industriali, ben 339, che hanno provocato ulteriori 159 morti, con danni economici e ambientali “enormi e difficili da quantificare”.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<b><i><u>Dieci anni di calamità naturali</u></i></b><br />
In Europa l’ultimo decennio è stato caratterizzato da tragici eventi, che hanno avuto pesanti ripercussioni sia da un punto di vista economico, ma anche in termini di perdita di vite umane e danni per l'ecosistema. Dall’<a href="http://www.meteowebcam.it/articolo-meteo-storia/19/L%27ondata-di-caldo-dell%27estate-del-2003.html" target="_blank">ondata di calore che colpì nell’estate 2003</a> la Francia, il Portogallo, i Paesi Bassi, la Spagna, la Germania, la Svizzera e il Regno Unito provocando più di 70mila morti, al tragico <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/1999_%C4%B0zmit_earthquake" target="_blank">terremoto del 1999 a Izmit</a> in Turchia che uccise 17mila persone. I più grandi disastri naturali, verificatisi nel decennio in esame, hanno interessato 32 Paesi europei e causato danni per 150 miliardi di euro. Anche se dal 2003 al 2009 non si sono registrati sismi superiori a 6,4 gradi della scala Richter, i <b>terremoti</b> restano la seconda calamità naturale per numero di vittime e la prima per danni.<br />
<a name='more'></a><br />
<br />
<b><i><u>Temperature estreme</u></i></b><br />
<b>Prima causa di morte</b> tra le calamità naturali d’Europa e <b>maggiore indicatore dei cambiamenti climatici</b> in atto, nell’ultimo decennio hanno provocato quasi <b>80mila vittime</b>. Dalle bollenti estati del 2003 (70mila morti), del 2006 e 2007 (3.000 decessi), fino alle ondate di freddo degli inverni del 1998 e del 2009 (1.900 vittime). Secondo il rapporto, le temperature estreme potrebbero esser parte dei normali cicli annuali, ma la frequenza e l’intensità di questi eventi, aumentata drasticamente negli ultimi anni, lascia supporre che non sia così. La mortalità stimata è compresa tra l’1 e il 4 per cento per ogni grado in eccesso, rispetto alla normale temperatura stagionale di una determinata località. Le conseguenze per la salute di questi fenomeni sono quindi considerate “molto gravi”. Sicuramente la voce in negativo di questo capitolo sarebbe stata ben più pesante se il rapporto avesse preso in considerazione anche l'ondata di calore e gli incendi che hanno colpito la Russia nell'estate 2010.<br />
<br />
<u><b><i>Alluvioni</i></b></u>Nell’ultimo decennio sono risultate essere in crescita, anche se «le misure di prevenzione e l’evacuazione della popolazione stanno contribuendo a ridurne l’impatto. Nonostante questo, assieme alle tempeste, sono i disastri naturali che hanno provocano i <b>maggiori danni economici</b>». L'<a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Alluvione_europea_dell%27agosto_2002" target="_blank">alluvione più devastante</a> è avvenuta in Germania e in Repubblica Ceca nel 2002, con danni per oltre 20 miliardi, mentre quelle nelle quali si sono registrati il maggior numero di morti colpirono la <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Alluvione_europea_dell%27agosto_2002" target="_blank">Romania nel 2005</a> (85 vittime) e la Slovacchia nel 1998 (54 persone uccise).<br />
<br />
<b><i><u>Uragani</u></i></b><br />
Le tempeste che arrivano in Europa dall’Atlantico sono <b>i più pericolosi disastri naturali in termini di vite umane</b>. Difficilmente interessano il nostro Paese ma nel Vecchio continente «dopo le ondate di calore, i terremoti e le inondazioni, sono al quarto posto per numero delle vittime, tanto che nel periodo in esame hanno provocato ben 729 decessi». I maggiori sono stati gli uragani <a href="http://www.waldwissen.net/themen/naturgefahren/krisenmanagement/wsl_lothar_bilanz_IT" target="_blank">Lothar</a> e <a href="http://www.meteogiornale.it/notizia/2106-1-sono-passati-5-anni-esatti-ma-la-francia-non-ha-ancora-dimenticato-lothar-e-martin" target="_blank">Martin</a>, del dicembre 1999, e <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Tempesta_Kyrill" target="_blank">Kyrill</a> del gennaio 2007. Soltanto i primi due hanno colpito circa 3,5 milioni di persone in nove Paesi, causando 151 morti e danni per 15,5 miliardi di euro. Anche Kyrill è stato molto distruttivo: 46 morti, undici nazioni interessate e danni per 7,7 miliardi di euro.<br />
<br />
<b><i><u>Incendi di foreste</u></i></b><br />
Ogni anno in Europa avvengono oltre 70mila incendi che distruggono più di mezzo milione di ettari di foreste, soprattutto nell’area mediterranea, il 70 per cento dei roghi, pari all’85 per cento del territorio bruciato del Vecchio continente. I più devastanti incendi sono avvenuti in Portogallo (2003 e 2005), Spagna (2006) e Grecia (2007), causando 80 vittime. In totale nell’ultimo decennio le foreste in fiamme hanno ucciso 307 persone.<br />
<br />
<b><i><u>Disastri antropici</u></i></b><br />
Ai disastri naturali bisogna poi aggiungere quelli causati dalle attività dell'uomo, come gli incidenti delle petroliere <a href="http://www.lanuovaecologia.it/view.php?id=11436&contenuto=Notizia" target="_blank">Erika</a> (1999) e <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Prestige_%28petroliera%29" target="_blank">Prestige</a> (2002) che hanno disperso in mare rispettivamente 20mila e 63mila tonnellate di greggio. Il 2000 fu un anno terribile, durante il quale vennero disperse nell’ambiente sostanze tossiche in seguito al crollo della discarica mineraria di Aznalcollar (Spagna), così come il cianuro nelle acque di Baia Mare (Romania), provocando enormi danni all’ecosistema e richiedendo ingenti investimenti per le bonifiche (377 milioni di euro, solo per Aznalcollar). L’ultimo disastro è avvenuto in Ungheria nell’ottobre 2010 e per l’Agenzia europea per l’ambiente le «conseguenze a lungo termine non sono ancora quantificabili». Il cedimento della diga di un impianto per la produzione dell’alluminio ha disperso nell’ambiente almeno 800mila metri cubi di fanghi alcalini in un’area di oltre mille ettari. Oltre 7.000 gli abitanti dei tre villaggi interessati con decine di morti.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Altri dati su cui dovremmo a lungo riflettere.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://www.eea.europa.eu/publications/mapping-the-impacts-of-natural/mapping-the-impacts-of-the.pdf" target="_blank">Scarica il rapporto</a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>Rubyhttp://www.blogger.com/profile/11631061687548897325noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4479959348564427000.post-75715907328581021262011-01-20T12:20:00.000+02:002011-01-20T12:20:27.678+02:00Il 2010 del Vaticano - Special Edition<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2wFWdxRVKvAzHdhJgsTmYrRbRjAPObgn9oT7AejnuBznTPDFcfhNTnHwX7MYaBtX9IvUr5cdnLBgqiKGVjc2jRwAdk7bXRagTRx576S8h0XA5C5k7o5M8a0DKxSgfUmEjYTQMOwujlWo/s1600/bertone+p.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2wFWdxRVKvAzHdhJgsTmYrRbRjAPObgn9oT7AejnuBznTPDFcfhNTnHwX7MYaBtX9IvUr5cdnLBgqiKGVjc2jRwAdk7bXRagTRx576S8h0XA5C5k7o5M8a0DKxSgfUmEjYTQMOwujlWo/s320/bertone+p.jpg" width="270" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>13/03</b><i><b> </b>-<b> </b>Scandalo pedofilia in Germania. La Chiesa sta preparando nuove misure. Più piccole.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>21/03</b><i> - Irlanda. I bambini cattolici imparano a memoria il Padre Mostro.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>31/03</b> - <i>Secondo la CEI, “il celibato non rappresenta un impedimento o una menomazione della sessualità”. Infatti quello è il matrimonio.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>15/04 </b>- <i>Il Papa esorta i preti a portare la luce. Nel frattempo, li invita a fischiare e a battere le mani.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>23/04</b> - <i>Si dimette il Vescovo di Bruges. Ormai si sentono tutti il Papa al culo.</i></div>
<br />
<b>02/05</b> - <i>“Vi sono vicino”, ha dichiarato Paparatzinger, salutando i cassintegrati della FIAT dalla sua Mercedes.</i><br />
<br />
<b>11/05</b> - <i>Per il Papa, la pedofilia nella Chiesa era uno dei segreti di Fatima. A me sembrava più uno dei segreti di Pulcinella.</i><br />
<br />
<b>10/06</b> - <i>Vescovi preoccupati perché la Chiesa incassa sempre meno dall’8 per mille. Ho paura che quest’estate Paparatzinger dovrà rinunciare alle infradito di Prada.</i><br />
<br />
<b>12/06</b> - <i>Paparatzinger chiede perdono per i casi di pedofilia. Per penitenza, resterà tre anni senza Zecchino d’Oro.</i><br />
<br />
<b>27/06</b><i> - Anche Esterino Montino del PD abita in una casa di Propaganda Fide e paga un affitto irrisorio. C’è da dire, però, che uno del PD lo cacci quando vuoi.</i><b> </b><br />
<br />
<b>28/06</b><i> - Si scopre che il Vaticano ha aperto una società per garantirsi una fetta degli appalti per la ricostruzione dell’Aquila. Scusate ma, per caso, nel Vangelo c’è scritto: “Tu sei Pietro e su questa pietra costruirai la mia new town?”</i><b> <a name='more'></a></b><br />
<br />
<b>04/09</b><i> - Paparatzinger esorta i giovani a non pensare solo al posto fisso e a rivolgersi a Dio. In effetti, la Madonna l’ha assunta in cielo a tempo indeterminato.</i><b> </b><br />
<br />
<b>13/09</b><i> - Paparatzinger ribadisce il suo no a qualsiasi unione che non sia tra uomo e donna. A queste parole, Padre Georg è scoppiato a piangere.</i><b> </b><br />
<b> </b><br />
<b>15/09</b><i> - La Ducati regala due moto a Paparatzinger. Il problema ora è: come ti vesti?</i><b> </b><br />
<br />
<b>17/09</b><i> - Storico incontro tra Paparatzinger e la Regina Elisabetta. Dopo i convenevoli, si è passati al tradizionale scambio di cappellini buffi.</i><b> </b><br />
<br />
<b>02/10</b><i> - Berlusconi racconta una barzelletta con bestemmia. Per sminuire la vicenda, il TG1 nega l’esistenza di Dio.</i><b> </b><br />
<br />
<b>04/10</b><i> - Nobel al papà dei bimbi in provetta. Critiche dal clero, che da sempre preferisce quelli in carne e ossa.</i><b> </b><br />
<br />
<b>08/10</b><i> - Paparatzinger incontra Sarkozy. La Chiesa continua ad avere una certa simpatia per i più piccini.</i><b> </b><br />
<br />
<b>11/10</b><i> - Paparatzinger elenca i mali della nostra epoca: potere finanziario, terrorismo, droga e libertinaggio. Totale: primiera e due scope.</i><b> </b><br />
<br />
<b>19/10</b><i> - Il Vaticano è contrario a punire per legge il negazionismo. Dove si andrebbe a finire se facessimo così per ogni posizione estremista e antistorica?</i><b> </b><br />
<br />
<b>20/11</b><i> - Storica apertura di Paparatzinger: “Con una prostituta è lecito usare il preservativo”. Ma poi scordati di diventare Cardinale.</i><b> </b><br />
<br />
<b>24/11</b><i> - Scontro tra il Vaticano e Pechino sull’ordinazione di un vescovo. Il Papa lo aveva chiesto senza salsa di soia.</i><b> </b><br />
<br />
<b>11/12</b><i> - Anche il Vaticano critica Wikileaks. Ma chi è che ha cominciato a diffondere come verità inconfutabili notizie non confermate acquisite da fonti poco attendibili, eh?</i><b> </b><br />
<br />
<b>17/12</b><i> - La Chiesa benedice il voto di fiducia. La dimostrazione che è dei poveri in spirito il regno dei cieli.</i><b> </b><br />
<br />
<b>22/12</b><i> - Il Vaticano smentisce l’apertura di Paparatzinger sull’uso del preservativo. È più bello senza.</i><b> </b><br />
<br />
<b>25/12</b><i> - Paparatzinger impartisce la benedizione urbi et orbi in 65 lingue. E sa anche dire: “Vietato sporgersi dal finestrino”.</i><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i>Da </i><a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/01/09/e-marco-melloni-1303-scandalo-pedofilia-in/85482/">Il Misfatto</a><i>, inserto satirico de </i>Il Fatto Quotidiano<i> del 9 gennaio 2010</i></div>
<br />
<a href="http://carloruberto.blogspot.com/search/label/Satira" style="color: blue;">Leggi gli altri episodi<span id="goog_2125859209"></span><span id="goog_2125859210"></span></a><br />
<br />Rubyhttp://www.blogger.com/profile/11631061687548897325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4479959348564427000.post-71841939774844363702011-01-19T16:31:00.000+02:002011-01-19T16:31:07.274+02:00Sea Shepherd cerca volontari a Milano<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgW7rzTTxdcLPFoqfW1VpwDXxRaXmSUDI6SWTNJRCk4QvbImTUYV0g6T-PrWJ_ok4a1MutKR36OwjVJrzhNY1MgX-6YbomcsLkCI44LwjNWK9GgIH6C9a85lCKX1AWgb-b-cyd6nA21qMw/s1600/sea+shepherd.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgW7rzTTxdcLPFoqfW1VpwDXxRaXmSUDI6SWTNJRCk4QvbImTUYV0g6T-PrWJ_ok4a1MutKR36OwjVJrzhNY1MgX-6YbomcsLkCI44LwjNWK9GgIH6C9a85lCKX1AWgb-b-cyd6nA21qMw/s200/sea+shepherd.jpg" width="194" /></a></div>
Ricevo e pubblico volentieri<br />
<br />
<i>Milano, 19/01/2011</i><br />
<div style="text-align: justify;">
<i>Si è tenuta lunedì sera al “petit bistrò” di
via Tito Livio la riunione dei volontari Sea Shepherd di Milano. Erano
in 16, un piccolo numero che segna però un successo, come spiega
Filippo, uno dei volontari che un anno fa, insieme a Ico e pochi altri, ha
aperto la sede in Italia. Per chi non conoscesse già l’associazione, la
Sea Shepherd Conservation Society fu fondata nel lontano 1977 dal
Capitano Paul Watson con lo scopo di preservare gli oceani e la vita
marina di tutto il mondo. L’associazione si è resa famosa soprattutto grazie alla guerra che le navi Sea Shepherd ogni anno combattono negli
oceani di tutto il mondo per salvare le balene dalla mattanza ad opera della flotta di baleniere giapponesi. Molte altre sono
le battaglie di Sea Shepherd e del suo equipaggio. Tra le più
conosciute, quella contro il <a href="http://carloruberto.blogspot.com/2010/09/italia-far-oer-un-calcio-al-massacro.html">massacro di globicefali nelle isole Far Oer</a>, l’uccisone dei delfini che avviene a Taiji in
Giappone (<a href="http://carloruberto.blogspot.com/2010/09/cove.html">raccontata dal documentario premio Oscar "The Cove"</a>) e la spietata esecuzione dei piccoli di foca che ogni
marzo colora di rosso il candido ghiaccio del Canada. Ad aiutare il capitano
Watson nella difesa dell’ecosistema marino e dei suoi abitanti, ogni
anno si uniscono volontari provenienti da tutto il mondo, pronti a
lottare per difendere balene, delfini, foche e squali.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Sea
Shepherd, che è impegnata anche nel Mediterraneo contro la pesca
illegale al tonno rosso (destinato in buona parte ai piatti di sushi nel lontano Giappone), cerca in Italia e in particolare a Milano,
volontari di terra. “La cosa più importante è l’informazione e la
sensibilizzazione del pubblico” dice Filippo “per questo stiamo cercando
di far conoscere l’associazione il più possibile anche mediante
l’organizzazione di eventi e alla presenza di nostri banchetti durante
serate e concerti a Milano. Proprio per questo siamo alla ricerca di
volontari che ci permettano di essere presenti in più serate possibili e
di organizzare eventi di diffusione e di sensibilizzazione.”</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Chiunque sia interessato contatti<span class=" fbUnderline"><strong> volontari@seashepherd.it</strong></span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Per conoscere meglio l’associazione <span class=" fbUnderline"><strong><a href="http://www.seashepherd.org/" rel="nofollow" target="_blank">www.seashepherd.org</a>, </strong></span>o il</i><i><span class=" fbUnderline"><strong> </strong></span>sito italiano<span class=" fbUnderline"><strong> <a href="http://www.seashepherd.it/" rel="nofollow" target="_blank">www.seashepherd.it</a></strong></span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>Rubyhttp://www.blogger.com/profile/11631061687548897325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4479959348564427000.post-59819542257104569322011-01-18T13:49:00.001+02:002011-01-18T13:50:30.324+02:00Un annetto buono (ma neanche tanto) - Special edition<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgf5IZ1O60xBnGdfl_9Mm2YkTHK270SZEXxEvYCnRG1Mhyf1P-YIjzGwHQrLbT296q7KmBFHi6CWfpRTHTjSEgflcsVT4S8W4ZwV2D6o6rm_dpacTTICH1fCVjv_G54ET7Ujk3az4x08Os/s1600/La-testata-de-Il-Misfatto.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="123" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgf5IZ1O60xBnGdfl_9Mm2YkTHK270SZEXxEvYCnRG1Mhyf1P-YIjzGwHQrLbT296q7KmBFHi6CWfpRTHTjSEgflcsVT4S8W4ZwV2D6o6rm_dpacTTICH1fCVjv_G54ET7Ujk3az4x08Os/s320/La-testata-de-Il-Misfatto.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: large;"><b> Il meglio di un anno de "Il Misfatto"</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><b><span style="text-decoration: underline;"><br /></span></b></i></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Gennaio </b><i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- Impotenza. Inventato un metodo per sostituire le pillole di Viagra con
uno stimolatore ad ultrasuoni. In casa nessuno si accorgerà del vostro
problema, tranne il cane.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i></i></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- Andreotti compie 91 anni. Cento di questi giorni, Senatore! Tanto, con le attenuanti generiche, non se ne fa più di nove.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- Il Senato commemora la scomparsa di Craxi. Per l’occasione è stato osservato un minuto di ipocrisia.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- Giorno della Memoria. Spopola l’applicazione che permette di scaricare
sull’i-Phone i discorsi del Duce. E presto la Apple farà uscire un nuovo
modello: l’i-Hitler.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Febbraio</b><i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
- <i>Visita di Berlusconi a Gerusalemme. Quando ha visto tutta quella gente
che percuoteva la fronte sul Muro del Pianto ha detto: “Coraggio. Questo
ve lo faccio mettere a posto da Bertolaso”.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Marzo</b><i><br />
</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- Muore l’astrologo Van Wood. Questo per la salute. Molto meglio amore e lavoro.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- La modella Giselle Bundchen dice addio alla passerella. E anche noi alla sua.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- Scatta l’ora legale. Alfano manda gli ispettori.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Aprile</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- Muore Santi Licheri, il primo dei giudici pagati da Berlusconi.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="text-decoration: underline;"><b></b></span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- Hugh Hefner compie 84 anni. Grande entusiasmo quando, da una delle conigliette, è uscita una torta.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- Muore Raimondo Vianello. La Mondaini: “Che bara, che noia… Che noia, che bara…”</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><span style="text-decoration: underline;"><b></b></span></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- Il Papa compie 83 anni. Ormai non è più un ragazzino, quindi in Chiesa almeno lui è al sicuro.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- Padre Pio viene traslato nella cripta fatta placcare con 3 chili d’oro
massiccio da Renzo Piano. Poi chi era quello con le mani bucate?<a name='more'></a></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Maggio</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- Noemi Letizia festeggia il suo diciottesimo compleanno a Milano. E’ giusto: una volta va giù lui, una volta viene su lei.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- Scoperto il DNA artificiale. Ma alle alte temperature potrebbe infeltrire.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- Dopo 40 anni, Al Gore lascia la moglie. Era ancora buona, ma consumava troppo.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Giugno</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- Tradizionale parata ai Fori Imperiali. Enorme lo spiegamento di uomini e
mezzi delle Forze Armate. Berlusconi costretto a tranquillizzare i
cittadini: “Non è un golpe! Non è un golpe!”</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- Nato il figlio di Piersilvio Berlusconi ed è già tutto suo nonno: piccolo, pelato e frigna sempre.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- La Principessa di Svezia sposa il suo personal trainer. Fitness oblige.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- Napolitano compie 85 anni. Lo aveva detto: “Se supero gli 80 ci metto la firma”.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Luglio</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- Consegnato a Berlusconi il Premio Grande Milano. Dopo sette mesi, il
Cavaliere è tornato in piazza Duomo per prendersi la seconda statuetta.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Settembre</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- Muore Sandra Mondaini. Neanche sei mesi di tranquillità per il povero Raimondo.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- Muore Foppa Pedretti. Ma nessun problema: c’è la nuovissima cassa in
palissandro che, una volta usata, si ripone comodamente sotto il letto.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Ottobre</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- Nobel per la Pace a Liu Xiaobo, in carcere da 11 anni. “Ah, ma se questi
devono essere i requisiti!” ha commentato deluso Berlusconi.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- Cassano aspetta un maschio. Che bello: presto avrà qualcuno con cui giocare a pallone!</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Novembre</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- William d’Inghilterra annuncia le nozze e regala l’anello di Lady D alla
fidanzata Kate. Il rigido cerimoniale ha impedito alla ragazza di
grattarsi.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- E’ nata Penelope, la figlia di Gianna Nannini. Massimo riserbo sul nome della madre.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- Ricoverato al San Giovanni, Monicelli si suicida. Perché il finale lo decide sempre lui.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- Muore anche Leslie Nielsen, il tenente Drebin di “Una pallottola
spuntata”. Inutile il ricovero d’urgenza presso l’ospedale più pazzo del
mondo.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Dicembre</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- La NASA scopre una forma di vita aliena sulla Terra. Era al Ministero per la Semplificazione Normativa.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- Di Caprio diventa ebreo per sposare la top model Bar Rafaeli. Ha deciso di attaccare il prepuzio al chiodo.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- Trent’anni fa l’omicidio di John Lennon. Ma per Giovanardi fu una bomba nella toilette.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- Schioppa Tommaso Padoa.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- È morto Enzo Bearzot. Pertini e Scirea lo stavano giusto aspettando per fare un tressette col vivo.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- Nespoli, il nostro astronauta sulla Soyuz, augura a tutti di trascorrere un felice Natale. Facile dirlo, quando stai lassù.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Da </i><a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/01/02/e-marco-melloni-0901-impotenza-inventato-un/84508/">Il Misfatto</a><i>, inserto satirico de </i>Il Fatto Quotidiano<i> del 2 gennaio 2010</i></div>
<br />
<br />
<a href="http://carloruberto.blogspot.com/search/label/Satira" style="color: blue;">Leggi gli altri episodi</a><br />
<br />Rubyhttp://www.blogger.com/profile/11631061687548897325noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4479959348564427000.post-73319133262532365692011-01-18T01:04:00.002+02:002011-01-18T01:05:45.355+02:00Ruby (lei, non io) per sempre<object height="340" width="560"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/o40zSBLJbEg?fs=1&hl=it_IT&rel=0&color1=0x006699&color2=0x54abd6">
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<br />
<br />
Appuntamento settimanale con Passaparola di Marco Travaglio. Argomento della rubrica, le penose vicende del Presidente del Consiglio Berlusconi e di Ruby, la minorenne brasiliana che ha probabilmente partecipato a riti orgiastici nella villa di Arcore assieme al premier, Emilio Fede, Carlo Rossella e Lele Mora, nonché numerose altre ragazze. I reati che si profilano per il Capo del Governo sono assai seri e estremamente gravi: "utilizzatore finale di prostituzione minorile", art. 600bis del Codice Penale (contestato invece lo "sfruttamento" a Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti), oltre probabilmente aver indotto ragazze minorenni a esibizioni pornografiche, il famoso bunga bunga. Veronica Lario lo disse più volte tempo fa, ma nessuno le diede troppo ascolto: "mio marito non sta bene, frequenta minorenni". Di quante altre pulci nell' avranno bisogno gli italiani?<br />
<br />
<a href="http://carloruberto.blogspot.com/search/label/Passaparola">Guarda le altre puntate di Passaparola</a> <br /><br />Rubyhttp://www.blogger.com/profile/11631061687548897325noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4479959348564427000.post-66432474275059633332011-01-17T12:57:00.000+02:002011-01-17T12:57:16.859+02:00Cibi adulterati: un altro reato cancellato<div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
La <a _blank="" href="http://www.normativasanitaria.it/jsp/dettaglio.jsp?id=26261" style="color: blue;">legge n. 283 del 30 aprile 1962</a><i> "Disciplina igienica della produzione e della vendita delle
sostanze alimentari e delle bevande"</i>, ha tutelato per quasi 50 anni la <b>salute dei consumatori</b> contro le sofisticazioni alimentari nonché la <b>qualità del marchio Made in Italy</b>. Recita infatti la legge: </div>
<div style="text-align: justify;">
<blockquote>
<i>Sono soggette a vigilanza per la tutela della pubblica salute la produzione ed il commercio delle sostanze destinate alla alimentazione. A tal fine l'autorita' sanitaria puo' procedere, in qualunque momento ed a mezzo dei competenti organi ed uffici, ad ispezione e prelievo di campioni negli stabilimenti ed esercizi pubblici, dove si producano, si conservino in deposito, si smercino o si consumino le predette sostanze. nonche' sugli scali e sui mezzi di trasporto. Essa puo' altresi', procedere al sequestro delle merci e, ove dagli accertameniti eseguiti risulti necessario per la tutela della pubblica salute, alla loro distruzione. </i></blockquote>
</div>
<div style="text-align: justify;">
Fondamentale l'art.5:</div>
<div style="text-align: justify;">
<blockquote>
<i>E' vietato impiegare nella preparazione di alimenti o bevande,
vendere, detenere per vendere [...] o comunque distribuire per il consumo, sostanze
alimentari: </i><br />
<i>a) private anche in parte dei propri elementi nutritivi o
mescolate a sostanze di qualita' inferiore o comunque trattate in
modo da variarne la composizione naturale, [...]; </i><br />
<i>b) in cattivo stato di conservazione; </i><br />
<i>c) con cariche microbiche superiori ai limiti che saranno
stabiliti dal regolamento di esecuzione o da ordinanze ministeriali; </i><br />
<i>d) insudiciate, invase da parassiti, in stato di alterazione o
comunque nocive, ovvero sottoposte a lavorazioni o trattamenti
diretti a mascherare un preesistente stato di alterazione; </i><br />
<i>e) adulterate, contraffatte o non rispondenti per natura,
sostanza o qualita' alla denominazione con cui sono designate o sono
richieste; </i><br />
<i> f) colorate artificialmente quando la colorazione artificiale non
sia autorizzata o, nel caso che sia autorizzata, senza l'osservanza
delle norme prescritte e senza l'indicazione a caratteri chiari e ben
leggibili, della colorazione stessa.
[...]</i><br />
<i>g) con aggiunta di additivi chimici di qualsiasi natura non
autorizzati con decreto del Ministro per la sanita' o, nel caso che
siano stati autorizzati senza la osservanza delle norme prescritte
per il loro impiego.
[...]</i><br />
<i>h) che contengano residui di prodotti, usati in agricoltura per
la protezione delle piante e a difesa delle sostanze alimentari
immagazzinate, tossici per l'uomo.
[...]</i></blockquote>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjN-Lyd9xx83fc7kEH5E2t8tb01S-7WdoGQwcHdzq5DF5bXNFUmm0-th_SWZwH9ZYhaiPLgPsWQ3p387E6kUHhQXzfjISXYaJOJkvTnOToCHdM7Gi7fP4IAcEreKzJZxPJ990phgEJmzgI/s1600/nas.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="128" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjN-Lyd9xx83fc7kEH5E2t8tb01S-7WdoGQwcHdzq5DF5bXNFUmm0-th_SWZwH9ZYhaiPLgPsWQ3p387E6kUHhQXzfjISXYaJOJkvTnOToCHdM7Gi7fP4IAcEreKzJZxPJ990phgEJmzgI/s200/nas.jpg" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Ebbene, questa legge è stata abrogata a metà dicembre dello scorso anno. Dopo quella data, la legge che
permetteva di perseguitare chi mettesse in commercio cozze tossiche, mozzarelle
blu, rosse o a pois viola, maiale, uova e formaggio alla diossina, cibi scaduti e “rinfrescati” con
un’ semplice cambio di etichetta è stata cancellata, grazie all’entrata in vigore della <a href="http://www.camera.it/parlam/leggi/05246l.htm" target="_blank">legge n. 246 del 28 novembre 2005</a>, la cosiddetta <a href="http://www.semplificazionenormativa.it/approfondimenti/dottrina-e-commenti/il-taglia-leggi/il-taglia-leggi.aspx" target="_blank">procedura “taglia-leggi”</a>, tanto voluta dal "Semplificatore", il Ministro leghista Roberto Calderoli, che pubblicizzò l'avvio dei lavori con il famoso falò delle vecchie leggi davanti a decine di telecamere. Ancora una volta, la giusta idea di semplificare la pesantissima burocrazia italiana, messa in mano a persone non competenti si è trasformata in un taglio alla cieca. La legge infatti cancella tutte le norme antecedenti al primo gennaio 1970, salvo quelle ritenute <i>"indispensabili alla permanenza in vigore"</i> che
sono state elencate. La legge 283 del 1962 sulla tutela degli alimenti
nell'elenco non c'è. Dimenticanza, distrazione, volontà? Qualche sospetto viene. Nel 2007 infatti ci fu già un tentativo di depenalizzare questi reati, ma le polemiche fortunatamente bloccarono tutto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Difficile ora correre ai ripari: da questo momento, e fino
all’entrata in vigore di un’eventuale nuova norma, sarà <b>zona franca</b>. Questo vuol dire che non esistono neanche i reati che la legge contemplava e potremmo ritrovarci sulle nostre tavole cotolette
alla salmonella, carne vecchia «ringiovanita» con i coloranti, vino
adulterato con additivi chimici o peggio con il metanolo, olio di oliva fatto senza olive, farine
alimentari con il prione della mucca pazza, mascarpone al botulino,
ortaggi con il piombo, salse rese più rosse da sostanze cancerogene,
acque minerali ricche in cloroformio, pane e mortadella agli escrementi, mozzarelle prodotte con scarti di formaggi, cozze infettate dal virus dell'epatite o dal vibrione del colera, alici con il parassita anisakis che perfora l'intestino.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il procuratore Guariniello, che segue il caso delle "mozzarelle blu", ha segnalato il problema al
ministro della Salute Ferruccio Fazio che, a quanto dice, si è subito attivato per
correre ai ripari. La zona franca, però, ora c’è. Niente più
magistratura di mezzo (a eccezione dei casi gravi o mortali in cui subentra il codice penale),
niente più sequestri preventivi, niente più blitz dei Nas.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ancora una volta in Italia non si combatte il crimine ma lo si aiuta. E questa volta anche sulla nostra pelle. Non sono poche le organizzazioni criminali, spesso di stampo mafioso, che fanno della contraffazione alimentare fonte di immensi guadagni. Nell'attesa che qualcuno ponga rimedio a questo disastro, non ci resta che incrociare le dita ogni volta che mangiamo un boccone.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>Rubyhttp://www.blogger.com/profile/11631061687548897325noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4479959348564427000.post-54009259856530125562011-01-15T15:45:00.000+02:002011-01-15T15:45:43.064+02:002010: confermato l'ennesimo anno record<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhp0fmErINF5nqsC5XoQnteawkmv6GzwiUzei-efDGhuZsZjo3mGcqoxlkuGo7Xtqz17__LQd3dVOIwGE4kp70ipMczmjiwLCUgLxDixE1tBhBI4ybS5to86CBzEivUd2SMtASLxN8-2CU/s1600/annual_temperature_anomalies_running.gif" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="230" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhp0fmErINF5nqsC5XoQnteawkmv6GzwiUzei-efDGhuZsZjo3mGcqoxlkuGo7Xtqz17__LQd3dVOIwGE4kp70ipMczmjiwLCUgLxDixE1tBhBI4ybS5to86CBzEivUd2SMtASLxN8-2CU/s320/annual_temperature_anomalies_running.gif" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Un gruppo di scienziati provenienti da diverse importanti istituzioni - il <i>Goddard Institute for Space Studies (GISS)</i> della Nasa, <i>NOAA's National Climatic Data Center (NCDC)</i>, il <i>Meteorological Agency</i> dal Giappone e il britannico <i>Met Office Hadley Centre</i> - hanno raccolto i dati registrati dalle stazioni di monitoraggio della temperatura sparse per il mondo e hanno stabilito che il 2010, assieme al 2005, ha fatto registrare le<b> temperature più alte degli ultimi 131 anni</b> di misurazione strumentale. Ma quanto è significativa l'analisi di un singolo anno? Non più di tanto, sottolinea James Hansen, direttore del <i>GISS </i>a New York City. Nell'analisi dell'Istituto, per esempio, il 2010 differiva dal 2005 per meno di 0,01 ° C (0,018 ° F), una differenza così piccola che le temperature di questi due anni risultano essere indistinguibili, dato il grado di incertezza del calcolo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Nel frattempo, il 2009, il terzo anno più caldo è così vicino al 1998, 2002, 2003, 2006 e 2007, con la differenza massima tra gli anni di soli 0,03° C, cosicché le temperature di tutti e sei gli anni sono praticamente sovrapponibili. Anche per il 2010 è molto più importante l'analisi di un contesto più ampio piuttosto che quella del singolo anno. "Certo, è interessante che il 2010 sia stato così caldo, nonostante la presenza de La Niña e un sole incredibilmente inattivo, due fattori che hanno un'influenza sul raffreddamento del pianeta, ma molto più importante della classificazione dei singoli anni sono i trend decennali" ha detto Hansen. <span class="long_text" id="result_box"><span title="Hansen said."><br />
</span></span>Uno dei problemi che può emergere se ci si focalizza sulla classificazione dei singoli anni, piuttosto che sulla tendenza a lungo termine, è che le temperature registrate possono differire nelle stazioni di rilevamento più seguite, come il <i>GISS</i>, il <i>NCDC</i>, e il <i>Met Office</i>, una situazione che può generare confusione. <span class="long_text" id="result_box"><span style="background-color: white;" title="One of the problems with focusing on annual rankings, rather than the longer trend, is that the rankings of individual years often differ in the most closely watched temperature analyses — from GISS, NCDC, and the Met Office — a situation that can generate confusion.">
</span><span style="background-color: white;" title="For example, while GISS previously ranked 2005 warmest, the Met Office listed 1998 warmest.">Per esempio, mentre il <i>GISS </i>aveva precedentemente classificato il 2005 come l'hanno più caldo, per il Met Office era stato il 1998. </span><span style="background-color: white;" title="The discrepancy helped fuel the misperception that findings from the three groups vary sharply or contain large amounts of uncertainty.">La
discrepanza ha contribuito ad alimentare l'errata percezione che i
risultati dei tre gruppi variassero eccessivamente e che contenessero una grosso livello di incertezza. </span><span style="background-color: white;" title="It also fueled the misperception that global warming stopped in 1998.">Ciò alimentatò anche la percezione che il riscaldamento globale si arrestò nel 1998. </span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilxIDvrIVjV41n93uAsnmksbCv28KvGOeYuv11tb831bGyi-kjdw6uwdt1lkJJA5AuQk9G1BNPjQYi8PR06vQIxvlyE0_MRCeI4B-uDrhvUgPH3yCvX9rgaq2mtGvflEb7bOLiEw4b-14/s1600/untitled.bmp" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="227" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilxIDvrIVjV41n93uAsnmksbCv28KvGOeYuv11tb831bGyi-kjdw6uwdt1lkJJA5AuQk9G1BNPjQYi8PR06vQIxvlyE0_MRCeI4B-uDrhvUgPH3yCvX9rgaq2mtGvflEb7bOLiEw4b-14/s320/untitled.bmp" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="long_text" id="result_box"><span style="background-color: white;" title=""In reality, nothing could be further from the truth," said Hansen.">"In realtà, nulla potrebbe essere più lontano dalla verità", ha detto Hansen. </span><span style="background-color: white;" title="Global temperatures have continued to rise steadily.">Le temperature del globo hanno continuato ad aumentare costantemente.
<br />
</span><span style="background-color: white;" title=""The three official records vary slightly because of subtle differences in the way we analyze the data, but they agree extraordinarily well," said Reto Ruedy, one of Hansen's colleagues at GISS who helps analyze global surface temperatures.">"I
tre documenti ufficiali variano leggermente a causa di sottili
differenze nel modo in cui si analizzano i dati, ma i risultati concordano
straordinariamente bene", ha detto Reto Ruedy, collega di
Hansen al <i>GISS, </i>esperto nell'analisi della temperatura della superficie
terrestre.
<br />
</span><span style="background-color: white;" title="All three records show peaks and valleys that vary in virtual sync with each other since 1880.">Tutte e tre le registrazioni mostrano picchi e valli che variano in sincronia virtuale con gli altri dal 1880. </span><span style="background-color: white;" title="All three show particularly rapid warming in the last few decades.">Tutti e tre mostrano un riscaldamento negli ultimi decenni particolarmente rapido. </span><span style="background-color: white;" title="And all three show the last decade is the warmest in the instrumental record.">E tutti e tre mostrano come l<b>'ultimo decennio sia il più caldo mai registrato nelle misurazioni strumentali</b>.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="long_text" id="result_box"><span style="background-color: white;" title="And all three show the last decade is the warmest in the instrumental record.">
</span></span>La temperatura media misurata nel 2010 dagli esperti della Nasa è stata di 0,74 gradi centigradi superiore a quella ottenuta nel trentennio compreso fra il 1951 e il 1980, ed è stata ottenuta attraverso il monitoraggio dell’atmosfera in oltre mille stazioni meteorologiche collocate in ogni continente, dai dati inviati dai satelliti meteorologici, dai punti di osservazione marini, e dalle stazioni scientifiche presenti nel Polo Sud. Ma l’aspetto più preoccupante per gli scienziati della Nasa sta nel
fatto che negli scorsi mesi <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/La_Ni%C3%B1a">la Nina</a> ha interessato una gran parte
dell’oceano Pacifico, influenzando così il clima di tutto il pianeta; e
la Nina è un fenomeno climatico che raffredda.
<br />
Dunque, se non si fosse manifestato, i rilevamenti sarebbero stati più caldi, come ha spiegato James Hansen del Giss: «Se si epurano i dati della Nina e del Nino che l’ha preceduta, si scopre che l’ultima decade si è riscaldata a una velocità sicuramente superiore rispetto alle due decadi precedenti». I due ultimi inverni, che sono stati particolarmente freddi nell’emisfero boreale, potrebbero trarre in inganno, perché l’aumento della temperatura terrestre prosegue con continuità e paradossalmente il freddo ne è una diretta conseguenza. In Artide, dove le temperature salgono più velocemente che altrove, si sono presentate situazioni meteorologiche molto anomale a causa dello scioglimento dei ghiacci, che spingono verso meridione i venti freddi provocando il clima gelido.<br />
Fatto salvo questo fenomeno, in tutto il resto del pianeta le temperature non hanno mostrato alcuna diminuzione in alcuna stagione dell’anno, e anzi per il futuro prossimo la situazione tenderà a riscaldarsi ulteriormente. In base ad analisi di più lungo periodo, la temperatura si sta innalzando a una velocità di circa un quinto di grado centigrado ogni decennio. Da qui la previsione di Hansen, che ha presentato i dati della ricerca: «Se le condizioni attuali continueranno a rimanere tali, ossia se non si diminuirà l’immissione di anidride carbonica nell’atmosfera, il 2010 conserverà per ben poco tempo il record acquisito». Il 2011 dunque preme per un posto sul podio.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span class="long_text" id="result_box"><span title="Handling the Arctic">Per approfondimenti:</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span class="long_text" id="result_box"><span title="Handling the Arctic">- </span></span><a href="http://www.giss.nasa.gov/research/news/20110113/" target="_blank">http://www.giss.nasa.gov/research/news/20110113/</a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
- <a href="http://www.giss.nasa.gov/research/news/20110112/">http://www.giss.nasa.gov/research/news/20110112/</a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
- <a href="http://data.giss.nasa.gov/gistemp/2010november/">http://data.giss.nasa.gov/gistemp/2010november/</a> </div>
<div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="long_text" id="result_box"><span title="Handling the Arctic">- <a href="http://carloruberto.blogspot.com/search/label/cambiamenti%20climatici">cambiamenti climatici</a></span></span><span class="long_text" id="result_box"><span style="background-color: white;" title="It also fueled the misperception that global warming stopped in 1998."></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="long_text" id="result_box"><span style="background-color: white;" title="It also fueled the misperception that global warming stopped in 1998."><br />
</span></span></div>Rubyhttp://www.blogger.com/profile/11631061687548897325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4479959348564427000.post-91594132545864961972011-01-14T20:28:00.001+02:002011-01-15T12:51:33.834+02:00L'innovazione agricola è la chiave per ridurre la povertà e stabilizzare il clima<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj95-XQ3Xye57Pf_sWz5MkrQvDTuy9lH90y0OICidKfim1fwguF2dZvkvZRo3soIWP2iGFdmZ2tt8uXloy62cC8RUcvoS1rNn7EdMex6odKI_d-L4mFL7y0HrW_aTdsJHyAV7uGI5N1g3M/s1600/StateOfTheWorld_FF.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="256" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj95-XQ3Xye57Pf_sWz5MkrQvDTuy9lH90y0OICidKfim1fwguF2dZvkvZRo3soIWP2iGFdmZ2tt8uXloy62cC8RUcvoS1rNn7EdMex6odKI_d-L4mFL7y0HrW_aTdsJHyAV7uGI5N1g3M/s320/StateOfTheWorld_FF.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>State of the World 2011 fornisce una tabella di marcia per la sicurezza alimentare e gli investimenti agricoli, rivelando 15 soluzioni ad alta e bassa tecnologia che stanno contribuendo a ridurre la fame e la povertà in Africa</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il <b>Worldwatch Institute</b> oggi ha pubblicato il suo rapporto <b>State of the World 2011</b>: "L'innovazione che Nutre il Pianeta", che punta i riflettori sui successi delle innovazioni agricole e porta alla luce le principali conquiste nella prevenzione degli sprechi alimentari, il primo passo per la resistenza al cambiamento climatico, e l'incentivo all'agricoltura cittadina. La relazione fornisce una roadmap per l'aumento degli investimenti agricoli e i modi più efficienti per alleviare la <b>fame </b>e la <b>povertà</b> globali. Scritto da esperti mondiali del settore agricolo, grazie all'esperienza di centinaia di innovazioni che sono già state messe in pratica, la relazione descrive 15 pratiche ambientali già comprovate nella loro efficienza e sostenibilità.</div>
<div style="text-align: justify;">
"I progressi mostrati grazie a questo rapporto potranno informare i governi, i politici, le ONG e i semplici donatori che aspirano a eliminare la fame e la povertà, fornendo una chiara via maestra per incentivare e ripetere questi successi altrove", ha detto il Presidente del Worldwatch Institute Christopher Flavin. "Abbiamo bisogno di persone in tutto il mondo che influenzino i governi a impegnarsi nello sviluppo agricolo con supporti a lungo termine per gli agricoltori, che costituiscono l'80 per cento della popolazione in Africa". </div>
<div style="text-align: justify;">
<b>State of the World 2011</b> arriva in un momento in cui molte persone che soffrono la fame in tutto il mondo e le iniziative per la sicurezza alimentare - come il programma "Alimenta il Futuro" dell'amministrazione Obama, il "Global Agriculture and Food Security Program (GAFSP)", il "United Nations World Food Programme (WFP)", e il "Comprehensive Africa Agriculture Development Programme (CAADP)" - possono beneficiare di una nuova visione nei progetti ambientali sostenibili, che sono già all'opera per alleviare la fame e la povertà. <br />
<a name='more'></a><br />
Quasi mezzo secolo dopo la Rivoluzione Verde, una grossa fetta della famiglia umana soffre ancora cronicamente la <b>fame</b>. Mentre gli investimenti nello sviluppo agricolo da parte dei governi, dei creditori internazionali, e delle fondazioni sono aumentati negli ultimi anni, siamo ancora molto lontano da ciò che è necessario per aiutare i 925 milioni di persone che soffrono di <b>denutrizione</b>. A partire dalla metà degli anni 1980, quando i finanziamenti agricoli erano al suo apice, la quota di aiuti allo sviluppo dell'agricoltura a livello mondiale è sceso da oltre il 16 per cento di allora ad appena il 4 per cento di oggi. </div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="long_text" id="result_box"><span style="background-color: white;" title="In 2008, $1.7 billion in official development assistance was provided to support agricultural projects in Africa, based on statistics from the Organisation for Economic Co-operation and Development (OECD)--a miniscule amount given the vital return on investment."></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
Nel 2008, 1.7 miliardi di aiuti ufficiali allo sviluppo sono state fornite a sostegno di progetti agricoli in Africa, in base alle statistiche dell'Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo (OECD) - una quantità minuscola dato il vitale ritorno sugli investimenti. Date le attuali condizioni economiche globali, gli investimenti non sono suscettibili ad aumenti nel prossimo anno. Gran parte dei finanziamenti più recentemente promessi non sono ancora stati elargiti, e i finanziamenti esistenti non sono stati indirizzati in modo efficiente verso i contadini poveri dell'Africa. <br />
"La comunità internazionale ha trascurato interi segmenti del sistema alimentare nei suoi sforzi per ridurre la fame e la povertà", ha detto Danielle Nierenberg, co-direttore del progetto del Worldwatch Institute "Nutrire il Pianeta" (<i>Nourishing the Planet</i>). "Le soluzioni non verranno necessariamente da una maggiore produzione di cibo, ma nel cambiare ciò che i bambini mangiano a scuola, come gli alimenti vengono trasformati e commercializzati, e in quali tipi di imprese del settore alimentare stiamo investendo".</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="long_text" id="result_box"><span style="background-color: white;" title="Serving locally raised crops to school children, for example, has proven to be an effective hunger- and poverty-reducing strategy in many African nations, and has strong parallels to successful farm-to-cafeteria programs in the United States and Europe.">L'introduzione di un livello di studio minimo dei bambini all'eta scolare, per
esempio, ha dimostrato di essere un efficace strategia nella riduzione della fame e della povertà in molte nazioni africane, e ha forti parallelismi con il successo dei programmi "farm-to-cafeteria" negli Stati Uniti e
in Europa. </span><span style="background-color: white;" title="Moreover, "roughly 40 percent of the food currently produced worldwide is wasted before it is consumed, creating large opportunities for farmers and households to save both money and resources by reducing this waste," according to Brian Halweil, Nourishing the Planet co-director.">Inoltre,
"circa il 40 per cento del cibo prodotto attualmente in tutto il mondo
viene sprecato prima di essere consumato, creando grandi opportunità per
gli agricoltori e le famiglie di risparmiare denaro e risorse riducendo
questi rifiuti", secondo Brian Halweil, co-direttore di </span></span><i>Nourishing the Planet</i><span class="long_text" id="result_box"><span style="background-color: white;" title="Moreover, "roughly 40 percent of the food currently produced worldwide is wasted before it is consumed, creating large opportunities for farmers and households to save both money and resources by reducing this waste," according to Brian Halweil, Nourishing the Planet co-director.">.
</span></span><b>State of the World 2011</b> trae da centinaia di studi di casi ed esperienze in prima persona diverse soluzioni per ridurre la fame e la povertà. Questi includono: <br />
- Nel 2007, circa 6.000 donne in <b>Gambia </b>si sono organizzate nell'associazione di produttori TRY Women's Oyster Harvesting, volta a creare un piano sostenibile di co-gestione per la pesca di ostriche locali, al fine di prevenirne il sovrasfruttamento. Ostriche e pesce rappresentano per la popolazione un'importante fonte a basso costo di proteine, ma i livelli di produzione attuali hanno portato al degrado ambientale e ai cambiamenti nell'utilizzo dei terreni negli ultimi 30 anni. Il governo sta lavorando con gruppi come TRY per promuovere metodi meno distruttivi per gli ecosistemi e per ampliare le linee di credito per i produttori a basso reddito, con lo scopo di stimolare gli investimenti in produzioni più sostenibili. </div>
<div style="text-align: justify;">
- A Kibera, quartiere di Nairobi, la più grande baraccopoli del <b>Kenya</b>, più di 1.000 donne contadine stanno sviluppando giardini "verticali" in sacchi pieni di sporcizia forati, grazie al quale nutrono le loro famiglie e comunità. Questi sacchi hanno il potenziale per sfamare migliaia di abitanti delle città fornendo allo stesso tempo una fonte di reddito, sostenibile e facile da mantenere, per gli agricoltori urbani. Con oltre il 60 per cento della popolazione africana proiettata a vivere in aree urbane entro il 2050, tali metodi possono essere cruciali per la creazione di una futura sicurezza alimentare. Attualmente, circa il 33 per cento degli africani vive in città, e si stima che ulteriori 14 milioni migreranno verso le aree urbane ogni anno. In tutto il mondo, circa 800 milioni di persone sono coinvolti nell'agricoltura urbana, producendo il 15-20 per cento di tutti gli alimenti. </div>
<div style="text-align: justify;">
- I pastori in <b>Sud Africa</b> e in <b>Kenya </b>stanno conservando le varietà autoctone di animali che si adattano al calore e alla siccità del clima locale - tratti che saranno fondamentali con il peggioramento sul continente degli estremi climatici. L'Africa ha la più grande area del mondo di pascoli permanenti e il maggior numero di pastori, con 15-25 milioni di persone che dipendono dal bestiame. </div>
<div style="text-align: justify;">
- Il Food, Agriculture and Natural Resources Policy Analysis Network (FANRPAN) utilizza comunità interattive per coinvolgere donne contadine, capi di comunità e politici in un dialogo aperto sulla parità del genere, sulla sicurezza alimentare, sulla proprietà fondiaria e sull'accesso alle risorse. Le donne nell'Africa sub-sahariana costituiscono almeno il 75 per cento dei lavoratori agricoli e forniscono il 60-80 per cento della forza lavoro per produrre cibo per il consumo domestico e la vendita. E' quindi fondamentale che essi abbiano la possibilità di esprimere le proprie esigenze al governo locale e nella scelta delle decisioni. Questo divertente e amichevole forum rende più semplice la creazione di un dialogo aperto su queste questioni.</div>
<div style="text-align: justify;">
- Il programma <i>Developing Innovations in School Cultivation</i> (DISC) in <b>Uganda </b>sta integrando gli orti locali, le informazioni nutrizionali e la preparazione di alimenti in programmi scolastici per insegnare ai bambini come coltivare varietà di colture locali, che aiuteranno a combattere la carenza di cibo e rivitalizzare le tradizioni culinarie del paese. Si stima che circa il 33 per cento dei bambini africani attualmente soffrono la fame e la malnutrizione, che potrebbero colpire circa 42 milioni di bambini entro il 2025. Programmi di alimentazione scolastica che non si limitano a nutrire i bambini, ma anche ispirare e insegnare loro a diventare i contadini del futuro, sono un enorme passo avanti verso il miglioramento della sicurezza alimentare.</div>
<br />
<a href="http://www.worldwatch.org/node/6567">http://www.worldwatch.org/node/6567</a><br />
<br />Rubyhttp://www.blogger.com/profile/11631061687548897325noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4479959348564427000.post-78561380022975654042011-01-08T11:57:00.001+02:002011-01-08T12:02:54.066+02:00Dieci domande e dieci risposte sul nucleare<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="font-size: small;"><b><span style="color: red;">1 -</span> E’ vero che il nucleare offre un contributo energetico insostituibile?</b></span><br />
<div style="text-align: justify;">
Il contributo attuale al fabbisogno energetico mondiale fornito dal nucleare si attesta sul valore del 5,9% dell’energia primaria.<br />
In realtà il valore del 5,9% dell’energia primaria non tiene conto del fatto che solo meno di un terzo del contenuto energetico del combustibile fissile viene effettivamente sfruttato, in quanto convertito in energia elettrica, l’unica forma di energia che le centrali nucleari sono realmente in grado di sfruttare. <br />
Se andiamo infatti a vedere il seguente grafico, con il mix di produzione dell’energia elettrica, notiamo come il contributo del nucleare corrisponda al 13,8% (del fabbisogno elettrico), ossia inferiore a quello dell’energia idroelettrica che contribuisce per il 15,6%. </div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMX18v-WDFUZcQl5JozJBqixHBbZl-dkZGWVRJUARRsBB_FYr185FYI3mCWtMuXU_XDk3qpSVQ23_t_xdLcJqq1_LKPykof06KIQjadpL5BOh4OECBBrO9YFNDuiWK2FD_Ak-NJranSOU/s1600/graph1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="203" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMX18v-WDFUZcQl5JozJBqixHBbZl-dkZGWVRJUARRsBB_FYr185FYI3mCWtMuXU_XDk3qpSVQ23_t_xdLcJqq1_LKPykof06KIQjadpL5BOh4OECBBrO9YFNDuiWK2FD_Ak-NJranSOU/s640/graph1.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Del resto, sempre secondo i dati della IEA, nel 2007 la produzione
idroelettrica ammontava a 3.162 miliardi di kWh contro i 2.719 del
nucleare. <br />
Quindi la produzione da nucleare copre effettivamente un
2% dei consumi mondiali. Come si vede bene anche dal seguente grafico
tratto dagli importanti lavori di Storm van Leeuwen. Peraltro nessuno
studio scientifico serio prevede che per il futuro il nucleare possa
fornire un maggiore contributo che resterà sempre inferiore a quello di
una fonte rinnovabile come l’idroelettrico. <br />
<a name='more'></a></div>
<div class="corpo1">
<br /></div>
<br />
<b><span style="color: red;">2 -</span> E’ vero che il nucleare è in forte espansione in tutto il mondo?</b><br />
<div style="text-align: justify;">
<u>E’ falso</u>! L’energia nucleare è troppo costosa e scoraggia gli investitori privati, a meno che non ci siano i Governi nazionali a farsi carico di tutta una serie di costi (decommissioning e gestione scorie in primis…).<br />
E’ per tale motivo che negli Stati Uniti dagli anni ’80 non si costruiscono nuovi impianti. Gli stessi 8,3 miliardi di dollari recentemente stanziati dalla presidenza Obama per realizzare nuovi reattori costituiscono la migliore prova di quanto questi impianti siano diseconomici, a meno che non ci sia un forte intervento pubblico, che poi sarà pagato dai contribuenti con le proprie tasse. <br />
Ma volendo guardare un poco i numeri di quello che i sostenitori di questa fonte energetica chiamano “rinascimento” nucleare, ci accorgiamo di come stiano realmente le cose: oggi nel mondo sono in costruzione circa 34 impianti, di cui 7 in Cina, 7 in Russia e 6 in India. Osservando però le seguenti figure, è facile constatare come circa il 70% dei reattori nucleari, oggi in funzione, siano stati realizzati fra il 1975 e il 1985: questi impianti dovranno, quindi, essere chiusi entro il 2030 (per superati limiti età). Ciò significa che per mantenere l’attuale potenza nucleare, sarebbe necessario sostituire i circa 250 GW che dovranno essere chiusi.</div>
<div class="corpo1">
<br />
<img alt="" height="443" src="http://www.wwf.it/UserFiles/Image/archiviowwf/nucleare/capacita.jpg" width="682" /></div>
<div style="text-align: justify;">
<style type="text/css">
@font-face {
font-family: "Times";
}p.MsoNormal, li.MsoNormal, div.MsoNormal { margin: 0cm 0cm 0.0001pt; font-size: 12pt; font-family: Times; }p.MsoFootnoteText, li.MsoFootnoteText, div.MsoFootnoteText { margin: 0cm 0cm 0.0001pt; font-size: 10pt; font-family: "Times New Roman"; }span.MsoFootnoteReference { vertical-align: super; }div.Section1 { page: Section1; }
</style>La realtà, quindi, è che i nuovi impianti in costruzione,
sempre che riescano tutti a essere realizzati, non saranno sufficienti
neanche a compensare quelli che dovranno essere chiusi per raggiunti
limiti di età. Nel 2006 sono entrate in funzione 2 centrali e ne sono
state chiuse 8… Nel 2015, nella più ottimistica delle ipotesi, ne
potrebbero essere aperte una trentina, ma ne dovranno essere chiuse
almeno 90… Nel decennio successivo (cioè tra il 2015 e il 2025), per
compensare gli impianti che dovranno essere chiusi, occorrerebbe aprirne
ben190, cioè una ventina di impianti all’anno con un programma di
investimenti economici ed energetici assolutamente insostenibile, e
questo solo per compensare gli impianti da dismettere. A dati
sostanzialmente analoghi giunge, di fatto, il recente rapporto “The
World Nuclear Industry Status Report 2009” , secondo cui, per mantenere
costante la potenza installata, sarebbe necessario realizzare ben 192
nuovi impianti entro il 2020: praticamente uno ogni 19 giorni…<br />
Se si pensa che paesi come la Francia, che nei decenni passati aveva
fortemente puntato sul nucleare (soprattutto per costituire un proprio
arsenale nucleare indipendente dell’Alleanza Atlantica), oggi ha in
costruzione un solo impianto (Flamanville), dove non stanno mancando le
difficoltà, comprendiamo bene come non solo il nucleare non sia in
crescita ma stia vivendo da tempo una profonda e irreversibile crisi. </div>
<div class="corpo1">
<br />
<br />
<span style="font-family: "Times New Roman";"></span><img alt="" height="396" src="http://www.wwf.it/UserFiles/Image/archiviowwf/nucleare/Eta%20reattori.jpg" width="659" /></div>
<a href="http://draft.blogger.com/post-edit.g?blogID=4479959348564427000&postID=7856138002297565404" name="3"></a><br />
<br />
<br />
<b><span style="color: red;">3 -</span> E’ vero che col nucleare l’Italia migliorerà la propria sicurezza energetica e ridurrà la propria dipendenza dal petrolio?</b><br />
<div style="text-align: justify;">
<u>E’ falso</u>! Il nostro Paese non possiede significative riserve di uranio e quindi sarebbe costretto ad importarlo da altri paesi. <br />
I principali produttori di uranio sono il Canada, l’Australia e il
Kazakistan. Altri paesi con riserve di un certo interesse sono la
Russia, il Niger, la Namibia, l’Uzbekistan, il Sud Africa, il Brasile. <br />
Quindi se decidessimo di puntare sul nucleare per produrre l’energia
elettrica sostituiremo la dipendenza dai combustibili fossili con quella
dall’uranio: veramente un bell’acquisto… Tutto questo senza considerare
che l’uranio è una risorsa assai limitata, che necessita di una
complessa filiera (che va dall’estrazione all’arricchimento del
minerale) tutta in mano di pochi paesi, quali la Francia, ma non
l’Italia. Quindi, oltre alla dipendenza energetica, col nucleare,
aggiungeremmo una dipendenza tecnologica. In sostanza per il “sistema
Italia” il danno sarebbe doppio…<br />
Peraltro occorre rammentare come il nucleare serve solo a produrre (a
caro prezzo) l’energia elettrica, ma l’elettricità rappresenta appena un
20-25% dell’energia complessivamente consumata da un paese
industrializzato che, invece, è prevalentemente usata a scopo termico o
come combustibili per i trasporti. Forme di energia per cui il nucleare
serve piuttosto a poco. <br />
Del resto la Francia, che genera circa il 78% della propria energia
elettrica dal nucleare, ha un consumo procapite di petrolio più alto di
quello italiano. A dimostrazione, qualora ve ne fosse ancora bisogno,
che non è possibile sostituire la polivalenza d’impiego dei combustibili
fossili con quelli fissili. E questo si riflette inevitabilmente anche
sui livelli delle emissioni procapite di CO2 che, nei due paesi (Francia
e Italia), sono sostanzialmente dello stesso ordine di grandezza.</div>
<br />
<br />
<b><span style="color: red;">4 -</span> E’ vero che l’Italia è costretta a importare a caro prezzo l’energia nucleare dalla Francia? </b><br />
<div style="text-align: justify;">
<u>E’ falso</u>! L’Italia nel 2008 aveva raggiunto una potenza
elettrica installata di 98.625 MW, a fronte di un picco di domanda di
55.292 (il massimo storico, di 56.822 MW, era stato raggiunto nel 2007).
Praticamente siamo il paese europeo con la maggiore eccedenza di
potenza installata e abbiamo già in programma la realizzazione di un
numero spropositato (ed inutile) di centrali per altre decine di
migliaia MW… Viene quindi da chiedersi a cosa ci serva costruire anche
delle centrali nucleari.<br />
Visti questi dati appare chiaro che l’Italia non avrebbe necessità
alcuna di importare energia elettrica dalla Francia. Questo accade solo
per motivi di mercato e di convenienza.</div>
<div class="corpo1" style="text-align: justify;">
In realtà l’importazione di energia elettronucleare francese risponde in
primis alle esigenze di questo paese piuttosto che a quelle italiane.
Le centrali nucleari, infatti, non possono essere accese e spente a
piacere come si fa con un ciclo combinato a gas, devono funzionare a
ciclo continuo. Si tratta cioè di sistemi molto rigidi che non possono
variare la produzione, nell’arco delle 24 ore, in modo adeguato a tenere
conto delle diverse richieste sulla rete elettrica. In sostanza, in
tutti i paesi industrializzati, durante la notte le richieste sulla rete
sono nettamente inferiori a quelle diurne (ad esempio in Italia di
notte le richieste sono dell’ordine di 30.000 MW mentre di giorno
possono anche superare i 50.000 MW). La Francia, che produce circa il
78% della propria energia elettrica con il nucleare, per garantire la
stabilità del proprio sistema, di notte si trova a dovere cedere
sottocosto energia elettrica ai paesi confinati ma, in alcuni casi, è
anche costretta a importarla a, caro prezzo, nei momenti di picco
diurni... Quindi, paradossalmente, è più l’Italia che fa un favore alla
Francia acquistando questa corrente. L’Italia per contro ne ha un
vantaggio economico, essendo i costi dell’energia nucleare francese
fittiziamente bassi poiché scaricati sulla fiscalità generale della
Francia, quindi già pagati a caro prezzo dai cittadini di questo paese…<br />
<br />
<br />
<b><span style="color: red;">5 -</span> E’ vero che il nucleare è economico e permetterà di ridurre le bollette dell’energia elettrica? </b></div>
<div style="text-align: justify;">
<u>E’ falso</u>! Quella nucleare è da sempre stata la più costosa delle fonti energetiche, e questo non sono le associazioni ambientaliste a
sostenerlo ma enti e università, peraltro spesso molto favorevoli a
questa forma di energia. Il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti
(DOE), alcuni anni fa, aveva stimato che la costruzione di una nuova
centrale nucleare avrebbe richiesto diversi anni e alla fine 1 kWh di
energia elettrica sarebbe venuto a costare 6,13 centesimi di dollaro,
quando lo stesso kWh prodotto da gas sarebbe costato 4,96 centesimi e
quello da carbone 5,34, addirittura costerebbe meno l’energia da fonte
eolica (5,05 centesimi a kWh). Si tratta peraltro di stime ottimistiche e
benevole nei confronti del nucleare, ma il risultato resta quello di
una severa bocciatura dal punto di vista economico di questa fonte
energetica. A risultati analoghi era giunto un importante studio
realizzato dalla Chicago University sempre per conto DOE. Questo lavoro
stimava costi per il nucleare da 47 a 71 dollari al megawattora (MWh),
contro i 33-41 dollari del carbone e i 35-45 dollari del turbogas. <br />
Già in un dettagliato studio del 2003 effettuato dal prestigioso
Massachusetts Institute of Technology erano assegnati i costi più alti
al kWh nucleare . Questo lavoro è stato aggiornato nel 2009 , ma i
risultati restano avversi al nucleare…<br />
Anche dai dati della seguente tabella è possibile vedere come sempre il
DOE continui a considerare l’energia elettrica prodotta da nuovi
impianti (operativi nel 2020) come la più costosa.</div>
<div class="corpo1">
<img alt="" height="341" src="http://www.wwf.it/UserFiles/Image/archiviowwf/nucleare/costo.jpg" width="529" /></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<br />
Secondo le stime fatte in un recente rapporto dall’agenzia di rating Moody’s (Moody’s Investors-2008) si parla di oltre 7.000 $ per kW installato. Inoltre, sempre secondo questo rapporto, per Moody’s, il costo del kWh nucleare sta aumentando del 7% l’anno, e quindi nel 2020 sarà praticamente raddoppiato come si vede nel seguente grafico, quindi se si dovessero realizzare centrali nucleari siamo sicuri che anche in Italia le bollette elettriche aumenteranno.<br />
In realtà altri studi indipendenti parlano di cifre già superiori ai 10.000 dollari a kWp, un valore che sembra essere pienamente confermato da quanto accaduto nel 2009 in Canada, dove le offerte per la costruzione di due nuovi reattori sono state tre volte più alte rispetto alle attese al punto che il Governo ha sospeso la gara. All’atto pratico l’offerta dell'AECL (Atomic Energy of Canada Limited) prevedeva per due unità da 1.200 MW, con tecnologia Candu (il reattore ad acqua pesante di canadese), un costo di 26 miliardi di dollari, ossia 10.800 dollari a kWp. La seconda offerta era quella fatta dal costruttore francese Areva, che proponeva due EPR da 1.600 MW al costo di 23,6 miliardi di dollari, ossia 7.375 dollari/kW, ma con minori garanzie sui possibili extracosti, assai comuni in questo tipo d’impianti. Interessante notare come l’offerta Areva, tradotta nella valuta europea, corrisponda a oltre 4.500 euro/kW, ossia quasi il triplo del preventivo presentato al governo finlandese per la centrale di Olkiluoto, e si che si tratta della stessa tecnologia…<br />
Ma questo non deve stupire se si pensa che l’impianto in costruzione in Finlandia ha già maturato tre anni di ritardo e non si sa quando sarà realmente terminato e la spesa prevista è già quasi raddoppiata arrivando a 5,3 miliardi di euro. Tutto questo è stato determinato da pesanti difetti di costruzione (quindi anche di progetto) e violazione delle norme di sicurezza. La stessa amministratrice delegata di Areva ha dovuto ammettere che l’effettivo costo dell’impianto e il tempo necessario a realizzarlo si sarebbero saputi solo a conclusione dei lavori… Verrebbe da chiedersi: quale imprenditore sarebbe tanto pazzo da fare un simile investimento se tutti gli extracosti non fossero immoralmente esternalizzati sulla collettività? <br />
Del resto nella storia del nucleare i reali costi sono sempre stati almeno doppi o tripoli rispetto ai preventivi di partenza, questo a prescindere dal paese considerato. Negli Stati Uniti è ben documentato come i costi effettivi di costruzione abbiano superato quelli di progetto dal 214 al 381%…<br />
Tutte queste valutazioni economiche, già assai negative sull’energia nucleare, potrebbero essere addirittura fortemente sottostimate in particolare per quanto concerne i costi del decommissionamento degli impianti e il trattamento delle scorie di lungo periodo. Aspetti che nella maggior parte dei casi non sono stati adeguatamente, o affatto, considerati nei modelli economici adottati. <br />
Del resto non è un mistero che se negli scorsi decenni la tecnologia nucleare si è sviluppata è stato solo grazie ai massicci finanziamenti governativi strettamente connessi alla corsa agli armamenti nucleari. Gli elevati capitali di rischio e i tempi troppo lunghi di costruzione e di rientro sull’investimento hanno rappresentato uno dei più forti deterrenti per gli investitori privati. Sono questi alcuni dei motivi per cui la stessa Banca Mondiale ha evitato per molto tempo di promuovere investimenti nel settore nucleare. Ed è per le stesse ragioni che negli USA non si costruiscono più reattori nucleari dai primi anni ’80. <br />
<div style="text-align: justify;">
Ai già citati costi economici bisognerebbe poi aggiungere quelli umani e sociali legati al problema della sicurezza, non solo per l’impianto nucleare ma anche per il deposito di stoccaggio delle scorie, per il trasporto del combustibile esausto, ecc. Si tratta di costi fortemente sottovalutati e che nessuna compagnia di assicurazione copre: il tutto ricade sulle finanze dello stato e quindi sulla collettività. <br />
Il costo dell’uranio, poi, è destinato a crescere poiché entro il 2030 saranno esaurite le miniere ad alta concentrazione in giacimenti trattare (soft ore), si dovrà quindi ricorrere all’estrazione di uranio da graniti (hard ore) a una concentrazione decine di volte inferiore.</div>
Quindi se l’Italia volesse veramente coprire il 25% dei proprio fabbisogni elettrici col nucleare, come sostiene il governo italiano, occorrerebbe installare oltre10.000 MW (di potenza nucleare), questo comporterebbe un costo superiore a 45 miliardi di euro (almeno stando alla stime fatte nella proposta di Areva al governo canadese) In realtà, dai dati sopra riportati, appare di tutta evidenza che, se si volessero rispettare i migliori standard di sicurezza, i costi più probabili per i 10.000 MW italiani comporterebbero un esborso anche superiore ai 60 miliardi di euro, una somma quasi tre volte maggiore rispetto alle irrealistiche cifre dichiarate da Enel e dal Governo italiano.</div>
<br />
<br />
<b><span style="color: red;">6 -</span> E’ vero che in Italia l’energia elettrica costa di più che negli altri paesi europei perché noi non abbiamo impianti nucleari? </b><br />
<u>E’ falso</u>! Se l’energia elettricaper le utenze domestiche costa
più che negli altri paesi non è certo per l’assenza d’impianti nucleari
ma piuttosto per tutta una serie di aspetti ed extracosti caratteristici
del sistema elettrico italiano. <br />
<div class="corpo1">
Uno di questi riguarda il meccanismo di formazione del prezzo
dell’elettricità nella Borsa elettrica, detto anche “sistema del prezzo
marginale”, secondo cui il prezzo orario dell’energia elettrica
scambiata è fissato sul prezzo più alto offerto dai produttori. In
sostanza con questo meccanismo a tutti i fornitori di energia elettrica è
riconosciuto il prezzo più alto tra tutte le offerte fatte in una certa
ora. Come dire un meccanismo dove tutti i produttori ci guadagnano a
scapito dei cittadini che si vedono lievitare le bollette. In Italia,
infatti, i margini di guadagno per i produttori sono quasi doppi
rispetto a quelli degli altri paesi europei.<br />
A gonfiare poi le nostre bollette ci sono anche le incentivazioni del
famigerato meccanismo CIP 6 (dal nome della deliberazione del Comitato
Interministeriale Prezzi del 1992) con cui non solo le energie
rinnovabili ma, soprattutto, le così dette assimilate (scarti della
lavorazione del petrolio, rifiuti indifferenziati, ecc.) beneficiano di
tariffe fortemente incentivanti pagate dai cittadini tramite la
componente tariffaria A3 della bolletta elettrica. L’aspetto scandaloso è
che circa l’80% degli incentivi CIP 6 sono stati destinati alle
assimilate che tutto sono tranne che fonti rinnovabili e pulite. Un vero
regalo a petrolieri, inceneritoristi, ecc. <br />
A questi si possono aggiungere una serie di altre “peculiarità” italiane
come la rendita di posizione dell’operatore dominante (Enel) per la
cessione all’Acquirente Unico dei contratti pluriennali d’importazione
(ovviamente fatta a prezzi molto vantaggiosi per l’Enel) oppure il costo
d’interrompibilità che, di fatto, consente a soggetti industriali di
beneficiare di tariffe elettriche particolarmente vantaggiose. <br />
Tutto l’insieme di distorsioni che caratterizzano il sistema elettrico
italiano fanno si che le bollette pagate dai cittadini lievitino di
almeno un 20%. Se tutte queste “stranezze” fossero eliminate, le nostre
bollette sarebbero equiparabili a quelle degli altri paesi europei. Per
contro siamo certi (perché lo dicono prestigiosi studi e gli stessi
rapporti economici di Moody’s) che, con il nucleare, le bollette
elettriche saranno destinate solo ad aumentare…<br />
<br />
<br />
<b><span style="color: red;">7 -</span> E’ vero che l’uranio è una risorsa molto abbondante in natura? </b></div>
<u>E’ falso</u>! Quello dell’abbondanza dell’uranio in natura è sicuramente una delle principali mistificazioni in merito a questa fonte non rinnovabile. E’ vero si che si tratta di un minerale piuttosto diffuso in natura ma solo in concentrazioni praticamente infinitesime, tanto basse da non risultare praticamente sfruttabili. Le uniche riserve
realmente sfruttabili sono quelle presenti in pochi giacimenti
concentrati solo in alcuni paesi. Di fatto il 60% dell’uranio è prodotto
dal Canada, dall’Australia e dal Kazakistan, i paesi in cui si
concentrano le principali riserve del minerale. Altri paesi con riserve
di un certo interesse sono la Russia, il Niger, la Namibia,
l’Uzbekistan, il Sud Africa, il Brasile.<br />
<div>
</div>
<div class="corpo1" style="text-align: justify;">
Le riserve complessive di uranio accertate
ammonterebbero a circa 5,5 milioni di tonnellate , corrispondenti a
18-29 Gtep elettrici (dal momento che l’unica energia utilizzabile di
una centrale nucleare è quella elettrica. All’atto pratico queste sono
sufficienti per alimentare gli attuali 435 impianti in esercizio per
circa 50 anni…</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="corpo1" style="text-align: justify;">
Va da se che si pensasse di sostituire, per la
produzione di elettricità, tutta l’energia fossile con quella nucleare
(fissile) occorrerebbe realizzare alcune migliaia di nuove centrali e
quel punto le riserve di uranio si esaurirebbero nel giro di pochissimi
anni.
<br />
Di fatto già oggi la produzione d’uranio è inferiore al reale fabbisogno
degli impianti in esercizio: a fronte di una produzione di uranio annua
di circa 41.000 tonnellate, il fabbisogno supera le 69.000 tonnellate.
Questo deficit è stato colmato dalle scorte militari derivanti dallo
smantellamento delle testate nucleari. Ma queste, per fortuna, nei
prossimi anni andranno progressivamente a esaurirsi con conseguente
ripercussione sulle possibilità effettive di alimentare i reattori.
<br />
Esiste poi la leggenda della possibilità di ottenere l’uranio dall’acqua
di mare. Ma di leggenda si tratta. L’uranio è effettivamente presente
nelle acque marine ma con concentrazioni bassissime, dell’ordine di
circa 3 milligrammi per m3. Qualsiasi studio fatto per estrarre
quest’uranio ha dimostrato che la fattibilità tecnica si scontra con i
bilanci energetici, di cui occorrerebbe sempre tenere conto. Per
intenderci l’estrazione dell’uranio dagli oceani richiede quantità di
energia sensibilmente superiori rispetto a quelle che poi l’uranio, così
ottenuto, fornirebbe in una centrale elettronucleare e, da che mondo e
mondo, quando un bilancio energetico è negativo (energia richiesta
maggiore di quella ricavata) si tratta di una strada assolutamente priva
di senso... Ovviamente non solo i bilanci energetici sarebbero negativi
ma anche gli stessi costi finirebbero con l’essere ancora più
proibitivi.</div>
<a href="http://draft.blogger.com/post-edit.g?blogID=4479959348564427000&postID=7856138002297565404" name="8"></a><br />
<br />
<b><span style="color: red;">8 -</span> E’ vero che la gestione delle scorie costituisce un problema ormai risolto? </b><br />
<div style="text-align: justify;">
<u>E’ falso</u>! I sostenitori del nucleare affermano che si tratta di una fonte pulita e sicura, quasi che ci si dimentichi del problema della gestione delle scorie.<br />
L’energia nucleare, nel suo ciclo di produzione inevitabilmente origina
scorie radioattive la cui gestione costituisce, probabilmente, il più
grave dei problemi non risolti connessi a tale tecnologia. Il fatto che
la ricerca della soluzione a tale problema abbia goduto, per oltre 50
anni, degli investimenti più massicci rispetto a qualsiasi altra
tecnologia ci fa temere che il problema resterà irrisolto, anche perché
non esiste la possibilità scientifica di dimostrare il mantenimento
delle condizioni di sicurezza necessarie per alcune centinaia di
migliaia di anni, richieste dai rifiuti radioattivi di III categoria
(ossia le scorie a più altro livello di radioattività derivate
direttamene dai processi di combustione e dagli elementi che con questa
direttamente vengono a contatto). Nessuna opera dell’uomo può
ragionevolmente pensare di sfidare tempi così lunghi! Non esiste in
nessuna parte del mondo un’esperienza concreta in grado di assicurare
sicurezza e affidabilità, sul lungo periodo, di uno stoccaggio delle
scorie a più alta radioattività. Senza considerare quali sarebbero i
costi per mantenere in sicurezza un simile sito per tempi tanto lunghi
difendendolo anche da possibili attacchi terroristici, un rischio
quest’ultimo che è andato aumentando cui possono essere sottoposti non
solo gli impianti ma anche le stesse operazioni di trasposto del
combustibile esausto. Minacce destinate solo ad accentuarsi qualora ci
fosse un incremento di produzione di energia nucleare.<br />
Negli Stati Uniti è dagli anni ’70 che si sta studiando un deposito
definitivo per le scorie radioattive a più alta intensità. Nel 1978
furono avviati gli studi nel sito di Yucca Mountain, nel deserto del
Nevada. I costi di costruzione di questo sito supereranno i 54 miliardi
di dollari (che dovranno essere pagati con le tasse dei contribuenti),
ma non è affatto certo che questo entrerà mai in funzione. La data
d’inizio dello stoccaggio è stata più volte fatta slittare (oggi si
parla forse del 2017), questo a causa di numerosi problemi, non ultimo
il fatto che il DOE statunitense ha denunziato omissioni e irregolarità
negli studi geologici che minano la sicurezza stessa del sito. Peraltro
proprio a marzo 2009 l’amministrazione Obama sembrerebbe avere tagliato
ingenti fondi a questo progetto, dando un forte segnale di non ritenerlo
adeguatamente idoneo come deposito geologico per le scorie.<br />
Ma anche se il deposito di Yucca Mountain dovesse, un giorno, entrare in
servizio, potrà contenere circa 70.000 tonnellate di rifiuti
radioattivi peccato che, come scrivono in uno splendido libro Balzani e
Armaroli : “nel 2017 gli Stati Uniti avranno accumulato 85.000
tonnellate di combustibile esausto dalle loro centrali nucleari: il
deposito è dunque già virtualmente pieno, dieci anni prima della sua
apertura. Più in generale, agli attuali ritmi di produzione complessiva
di elettricità e armamenti nucleari, il mondo avrebbe bisogno di un
deposito con capacità di Yucca Mountain ogni due anni.”<br />
A tutto questo andrebbe aggiunto, come riportano sempre Armaroli e
Balzani , che “Per ottenere le160 tonnellate di uranio necessarie per
far funzionare una centrale standard per un anno, se si parte da un
granito ricco in uranio (1000 ppm), occorre processare 160.000
tonnellate di materiale e i lavori in miniera implicano lo sbancamento
di quantità ancora maggiori di roccia”. I materiali di scarto che
restano a valle del processo sono, oltre che radioattivi, fortemente
contaminati da una serie di sostanze chimiche impiegate. Si tratta
quindi di materiali inquinati e inquinanti che spesso non vengono
gestiti in modo adeguato, ma abbandonati sul posto con gravissimi danni
per l’ambiente e la salute delle persone stesse. <br />
I pur modesti programmi nucleari che l’Italia aveva sviluppato nel
passato e che furono chiusi con il referendum del 1987, ci hanno
lasciato la pesante eredità dello smantellamento delle centrali e della
gestione delle scorie. Aspetti che sono assai lontani da qualsiasi vera
soluzione malgrado l’elevato costo che i cittadini italiani hanno già
dovuto sostenere con le proprie bollette elettriche. <br />
Sarebbe quindi saggio che l’Italia, prima di pensare alla costruzione di
nuove centrali, provveda a risolvere i problemi lasciatici in eredità
dal vecchio nucleare…</div>
<div class="corpo1">
<br />
<br />
<b><span style="color: red;">9 -</span> E’ vero che l’energia nucleare non provoca emissioni di gas serra e rappresenta quindi una soluzione per contrastare i cambiamenti climatici? </b></div>
<div style="text-align: justify;">
<u>E’ falso</u>! Questa è una delle argomentazioni maggiormente sostenute da chi promuove il nucleare considerandola una tecnologia indispensabile per fronteggiare la minaccia dei cambiamenti climatici. <br />
In effetti, se ci si ferma erroneamente a considerare la sola fase di
fissione del combustibile nel reattore nucleare, questa non libera CO2,
peccato che a monte e a valle vi siano una lunga serie di operazioni
fortemente energivore. Se, appunto, si considera l’intera filiera
nucleare, ci si rende presto conto che sono richieste grandi quanta
energia fossile. Si va, infatti, dall’attività di estrazione del
minerale, al suo arricchimento, alla costruzione della centrale (che
richiede enormi quantità di cemento e acciaio di elevate qualità) fino
alle fasi di decommissioning (smantellamento) dell’impianto a fine vita e
alla complessa gestione delle scorie (stoccaggio temporaneo del
combustibile, ritrattamento, costruzione e gestione del sito di
stoccaggio finale…) A queste andrebbero anche aggiunte le operazioni di
bonifica e ripristino ambientale delle miniere di uranio. <br />
Ognuno di questi passaggi richiede, appunto, l’uso di energia fossile
che provoca emissioni di gas serra. Secondo accurati studi, pubblicati
dai ricercatori Jean Willem Storm van Leeuwen e Philip Smith ,
considerando l’intero ciclo di vita, emergeva che le emissioni degli
impianti nucleari ammontavano a 90-140 g di CO2 per kWh prodotto (in un
lavoro del 2007, gli stessi autori, erano arrivati a 112-165 g CO2 kWh
). Un valore destinato a salire rapidamente a mano a mano che si dovrà
ricorrere giacimenti con minori concentrazioni d’uranio: minore è la
concentrazione maggiore è la quantità di energia che occorre spendere
per estrarlo e, quindi, maggiori saranno le emissioni associate. Diversi
studi recenti stimano, infatti, che nei prossimi decenni le emissioni
da nucleare superanno quelle di una centrale a gas.<br />
<br />
<br />
<b><span style="color: red;">10 -</span> E’vero che le nuove centrali sono sicure? </b><br />
<u>E’ falso</u>! Gli impianti nucleari sono sempre stati accompagnati
da una lunga lista di incidenti, generalmente sottaciuti, essendo la
loro gestione piuttosto di tipo militare e, in ogni caso, non certo
improntata a principi di trasparenza, come la stessa Corte dei Conti di
differenti paesi ha più volte denunciato. </div>
<div class="corpo1" style="text-align: justify;">
In merito alla sicurezza delle centrali nucleari si è ormai accumulato
un certo numero di studi e rapporti che dimostrano come questi impianti
siano pericolosi e questo non solo nei casi di gravi incidenti. Esiste
ad esempio un aumento significativo di leucemie infantili e di altre
patologie in quelle popolazioni che risiedono nei pressi delle centrali.
Questo è da mettere in relazione al fatto che, anche nelle normali
operazioni di funzionamento, le centrali nucleari rilasciano radiazioni.
Un aspetto sistematicamente taciuto o, quanto meno, sottostimato .<br />
Addirittura sul disastroso incidente avvenuto nel 1986 all’impianto di
Chernobyl (in Ucraina), i dati ufficiali sulla mortalità e sulle
patologie connesse all’esposizione alle radiazioni sono stati assai
riduttivi e hanno subito forti critiche da parte di studi indipendenti
(ad esempio ad opera dell’Accademia di Scienze Russa) oltre che da
quelli delle associazioni ambientaliste. Ad esempio Greenpeace nel 2006,
avvalendosi del contributo di decine di scienziati e ricercatori, ha
prodotto un ricco rapporto teso a comprendere tutte le conseguenze
sulla salute dell’incidente di Chernobyl. La stessa Accademia delle
Scienze Russa ha dichiarato troppo cauti i così detti studi ufficiali
poiché i dati possono variare sensibilmente sulla base dei parametri
presi in considerazione.<br />
Anche per i reattori di terza generazione come gli EPR (European
Pressurized Reactor), attualmente in costruzione, e che dovrebbero
rappresentare quanto di meglio oggi offre la tecnologia nucleare, stanno
emergendo gravi problemi di sicurezza come hanno denunciato, il 2
novembre 2009, con una nota congiunta le Autorità per la Sicurezza
nucleare di Francia, Inghilterra e Finlandia . Secondo questa nota, il
sistema d’emergenza dell’impianto non è indipendente dai normali sistemi
di controllo. Questo vorrebbe dire che, nel caso di avaria dei sistemi
di controllo, anche il sistema di emergenza andrebbe fuori uso con
conseguente perdita del controllo del reattore, un aspetto che potrebbe
portare a conseguenze disastrose…<br />
Peraltro per l’impianto di Olkiluoto in Fillandia, l’Autority avrebbe
riscontrato oltre 2.000 difformità che avevano spinto a fermare i lavori
di costruzione. <br />
Sempre per quanto riguarda gli EPR, occorre aggiungere che questi
impianti prevedono l’impiego di un combustibile maggiormente arricchito
che comporterà una minore produzione di scorie ma di pericolosità assai
maggiore sia per la più elevata presenza dei prodotti di fissione
(fortemente radioattivi), sia per le maggiori quantità di calore che
queste scorie libereranno e che ne renderà ancora più problematica la
gestione.<br />
I fatti dimostrano che il nucleare sicuro non esiste perché parliamo di
una tecnologia intrinsecamente pericolosa. Tutti gli interventi che si
possono operare (a caro prezzo) per cercare di ridurre i rischi non
saranno mai sufficienti a evitarli completamente. La stessa IV
generazione nucleare, nell’improbabile ipotesi che un domani sia
realizzata (si parla forse tra 30 anni, ma la data viene continuamente
spostata in avanti), non sarà affatto esente da rischi. </div>
<div class="corpo1" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="corpo1" style="text-align: justify;">
<i>Fonte: <a href="http://www.wwf.it/client/render.aspx?content=0&root=5810">Wwf </a></i></div>
<div class="corpo1" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="corpo1" style="text-align: justify;">
<br /></div>Rubyhttp://www.blogger.com/profile/11631061687548897325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4479959348564427000.post-14681781960803743902011-01-05T15:28:00.000+02:002011-01-05T15:28:24.692+02:00Nel Tamigi torna la vita, nei fiumi italiani arriva la morte<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhR-RI0-WzSWwX2FCYjO02R-CYd1FdnZiNhTXwaWEOfaX8QqlKNZxiNyg_h9Db3RmEClCv_jSOrLFxu2P4TWyNzl5PsFtVo8RMZE3pC9XIkaduAKH3xZYkfx-KrT55uhGsZKdc6BZVnO-o/s1600/Fiume+Savio.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="241" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhR-RI0-WzSWwX2FCYjO02R-CYd1FdnZiNhTXwaWEOfaX8QqlKNZxiNyg_h9Db3RmEClCv_jSOrLFxu2P4TWyNzl5PsFtVo8RMZE3pC9XIkaduAKH3xZYkfx-KrT55uhGsZKdc6BZVnO-o/s320/Fiume+Savio.jpg" width="320" /></a></div>
Una politica attenta all'ambiente può davveri fare i miracoli e riportare alla vita ecosistemi dati ormai per spacciati. Negli anni '50 il <b>Tamigi </b>fu dichiarato "fiume biologicamente morto", a causa dell'inquinamento e della pessima qualità delle sue acque, tanto che la maggior parte della
flora e della fauna tipica del corso d'acqua era scomparsa. Venne quindi avviata una s<b>eria politica ecologica ed ambientale</b>, un lungo lavoro iniziato dalla Thatcher e proseguito fino ad oggi, che ha puntato molto sulla qualità dell'acqua grazie all'introduzione di <b>depuratori </b>per trattare gli scarichi fognari e una <b>legislazione dura verso i responsabili dell'inquinamento</b>. Così già nel 1990 l'analisi chimica qualitativa delle sua acque aveva classificato come "buono" o "molto buono" il 53% dei campioni, mentre nel 2008 aveva raggiunto quota 80%. Oggi il fiume è tornato a risplendere. Si è
ripopolato di salmoni, lontre, sogliole e persino alcune foche e si è
trasformato in un'affascinante via di navigazione. Sono ricomparsi
anche i cavallucci marini, specie molto sensibili all'inquinamento, che a causa delle acque velenose del Tamigi
avevano migrato verso altri lidi ed erano scomparsi da più di un secolo. Dall'aprile 2005, 393 progetti di valorizzazione dell'habitat sono stati completati e circa 70 km di fiume sono stati recuperati e riportati al loro antico splendore. E <a href="http://www.environment-agency.gov.uk/news/124169.aspx?page=8&month=10&year=2010" target="_blank">secondo l'ultimo rapporto dell'Environment Agency</a>, l'ente statale che gestisce i corsi d'acqua britannici, non è solo il Tamigi a rinascere, ma anche altri fiumi
del Regno Unito stanno riprendendo vita. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma se oltremanica la situazione appare sempre più rosea, in Italia è sempre più nera. Secondo il <a href="http://www.wwf.it/UserFiles/File/WWF%20Cosa%20Facciamo/Acque/Liberafiumi_2010/Liberafiumi2010_Documento_primi_risultati_maggio_2010.pdf" target="_blank">rapporto realizzato dal Wwf</a>,
che ha realizzato la mappa del degrado dei fiumi italiani, nel nostro paese i corsi d'acqua sono "terra di nessuno", <b>fogne a cielo aperto</b>, inquinati da scarichi
velenosi, spesso abusivi, a causa del malfuzionamento o dell'assenza dei depuratori. Una situazione presente in tutta Italia senza distinzioni, dal "sacro" Piave in Veneto, fino al Loreto in Sicilia. Tutte condizioni
ideali per l'estinzione delle specie che vi abitano. L'88% dei pesci di
acqua dolce, infatti, è a rischio così come due terzi degli uccelli e
dei mammiferi che vivono lungo i torrenti. Poche le ‘perle’ naturali che risulteranno nella nuova Mappa, come
quella dell’alto Sangro, in Abruzzo, dove sono state rilevate tracce di
lontra, il mammifero più raro dei fiumi italiani, che non a caso sceglie i
tratti d’acqua più naturali e ancora in buono stato di salute. "I nostri fiumi stanno
morendo" è la denuncia che arriva dal <b>Wwf</b>, secondo il quale la mancanza di un'autorità nazionale di bacino, sacrificata in nome del federalismo, è una delle principale cause della disastrosa situazione italiana.</div>
<div style="text-align: justify;">
29 corsi d'acqua
sono stati al centro dell'indagine in tutte le regioni d'Italia: cemento, rifiuti e scarichi stanno minacciando la
loro biodiversità. Sull'Agri, in Basilicata, sono stati individuati 74
sbarramenti e 26 depositi di rifiuti, lungo l'Adda aumentano i cantieri,
scarichi abusivi sono stati individuati nell'alto Tevere, l'Aniene a
causa di depuratori inattivi è inquinato, nel Po la biodiversità è stata
gravemente intaccata, e non sono pochi i casi di cementificazione selvaggia nell'alveo dei fiumi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Insomma, mentre quest'anno il Tamigi ha vinto il <b>Thiess River Prize</b>,
riconoscimento internazionale che premia i progetti di recupero dei
corsi d'acqua, ospitando più di 125 specie di pesci, in Italia, se non
si cambia rotta i fiumi saranno presto solo veleni, rifiuti e liquami. Degli specchi d'acqua su cui riflettere.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>Rubyhttp://www.blogger.com/profile/11631061687548897325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4479959348564427000.post-13648622979718080002011-01-04T16:36:00.000+02:002011-01-04T16:36:25.593+02:002010: l'anno più caldo e il decennio record<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3p7iZUOmL0d2H4I92lkIHQRjl6BQOQCUQH8rgy6KPPKwTAOIFjOyMyEAcMrSzZDWixs2TjJjBMAKw21PuDYXvHjR0yOjtvAiF4YxHhw_xAlK990r26bKWnE7iNoPjv6lDQzmr9UrI7aU/s1600/risc-globale.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3p7iZUOmL0d2H4I92lkIHQRjl6BQOQCUQH8rgy6KPPKwTAOIFjOyMyEAcMrSzZDWixs2TjJjBMAKw21PuDYXvHjR0yOjtvAiF4YxHhw_xAlK990r26bKWnE7iNoPjv6lDQzmr9UrI7aU/s200/risc-globale.jpg" width="176" /></a></div>
<i>Il 2010 si avvia ad essere, seppure le verifiche sono tuttora in corso, leader nella speciale classifica. Fondamentale per capire il caos climatico è il ruolo degli oceani. </i></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
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L'anno 2010 sarà molto probabilmente l’anno più caldo, a livello globale, mai verificatosi dal 1880, nonostante le forti irruzioni di aria fredda che hanno interessato il nord e centro Europa e una parte della costa orientale degli Usa. Ma anche il primo decennio del terzo millennio si chiude come quello più caldo mai verificatosi a livello globale dal 1880. Il <b>riscaldamento del pianeta</b> non sta avvenendo né ad un ritmo costante, né in modo uniforme nelle differenti aree geografiche. Il riscaldamento è maggiore nelle aree polari che in quelle equatoriali, è maggiore sui continenti che sugli oceani, è maggiore nei periodi invernali che in quelli estivi e, aspetto più rilevante, il riscaldamento e la velocità del riscaldamento climatico è maggiore nell’emisfero nord che nell’emisfero sud.</div>
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<div style="text-align: justify;">
Il motivo di tutto questo sta nel ruolo che gli <b>oceani </b>hanno nei <b>cambiamenti del clima</b>. Tra atmosfera ed oceani c’è una gigantesca differenza nelle loro rispettive capacità di immagazzinare calore. Quello necessario per riscaldare l’intera l’atmosfera terrestre di 1°C riuscirebbe a mala pena a riscaldare di 1°C i primi tre metri e mezzo di profondità di tutti gli oceani del mondo! Altra gigantesca differenza è quella esistente tra suolo, atmosfera e oceani. Il suolo ha una scarsissima capacità termica: si scalda facilmente e velocemente e si raffredda altrettanto facilmente e velocemente, ma senza immagazzinare calore. Di conseguenza, la crescita dell’<b>effetto serra </b>atmosferico intrappola quantità sempre maggiori di calore, ma sono gli oceani che poi lo assorbono, lo accumulano e poi lo ridistribuiscono all’atmosfera ed ai continenti. Poiché in tutta la massa d’acqua degli oceani si è ormai accumulata una quantità gigantesca di calore, il ruolo di volano termico è talmente considerevole che gli oceani sono in grado di regolare non solo la variabilità meteorologica tra una stagione e l’altra o tra un anno e l’altro, ma anche di influire sull’andamento del clima dell’intero pianeta su periodi di tempo molto lunghi fino alle centinaia di anni e anche il migliaio di anni. Siccome il 60% circa della superficie emisferica boreale è coperta dagli oceani, mentre nell’emisfero sud gli oceani coprono, invece, 80% circa della superficie emisferica australe, il maggior serbatoio di calore che regola il clima sta nell’emisfero sud.<br />
<a name='more'></a></div>
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Osservando inoltre i dati 2001-2010 e gli andamenti precedenti ne derivano alcune considerazioni. In primo luogo, il progressivo lento, ma ininterrotto, riscaldamento da almeno 50 anni dell’emisfero sud è indicativo di un cambiamento climatico planetario inesorabile, vale a dire che non si tratta di un fenomeno temporaneo (decine di anni) ma si protrarrà probabilmente fino ai secoli futuri. Il maggiore e più scomposto riscaldamento dell’emisfero nord, inoltre, dove sono maggiormente presenti i continenti, è indicativo della forte variabilità climatica su aree territoriali e su periodi limitati, ma che accompagnano e accompagneranno l’andamento di fondo del riscaldamento climatico planetario. Infine, il <b>riscaldamento polare</b>, ma non in termini assoluti, quanto in termini di effetti sulla velocità dello scioglimento dei ghiacci artici, rappresenta, invece, un elemento critico per la possibile accelerazione dei cambiamenti climatici planetari e per una possibile improvvisa destabilizzazione del clima dell’emisfero nord.</div>
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Per quanto riguarda l’<b>Italia</b>, il riscaldamento climatico procede sul lungo periodo a ritmi più elevati rispetto all’analogo ritmo medio rilevabile a livello globale, ma in coerenza con quanto sta accadendo per l’emisfero nord e per l’Europa. Tuttavia, se si considera l’ultimo decennio, analizzando anno per anno, i risultati sembrano diversi rispetto al resto del mondo, ma a causa proprio della più accentuata variabilità interannuale connessa con il continente europeo e con l’interazione del bacino mediterraneo. Se a livello globale il 2010 sarà probabilmente l’anno più caldo, insieme al 2005, in una classifica di 130 anni (dal 1880), per l’Italia l’anno più caldo rimane il 2003, mentre il 2010 si posizione al 14° posto in una classifica molto più lunga (210 anni), che risale al 1800. L’effetto di variabilità interannuale per l’Italia scompare se si considera in modo complessivo il decennio 2001-2010: infatti, anche per l’Italia questo decennio è stato più caldo di tutti i decenni precedenti a partire dal 1800, un dato questo ancor più rilevante per l’Italia perché basato su un periodo di 210 anni e non di 130 anni come nelle valutazioni globali.</div>
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Ma l’aspetto più eclatante di questi primi dieci anni del terzo millennio non è tanto il riscaldamento globale in quanto tale, quanto piuttosto la velocità del riscaldamento globale e l’<b>aumento dell’intensità delle catastrofi climatiche</b> che colpiscono il nostro pianeta sempre più violentemente. A tutto ciò bisogna aggiungere l’intensificazione degli altri fenomeni interconnessi con i cambiamenti del clima, quali la velocità di innalzamento medio del livello del mare (ora è a 3,4 mm/anno, quando solo alcuni anni fa era di 3,1 mm/anno e nei decenni anteriori al 1990 procedeva a ritmi di 1,8 mm/anno), la velocità di fusione dei ghiacci artici e di gran parte dei ghiacciai delle medie latitudini (compresi i ghiacciai alpini), la velocità di acidificazione degli oceani che insieme al riscaldamento delle acque oceaniche sta accentuando i fenomeni di sbiancamento delle barriere coralline, oltre che modificare gli ecosistemi marini.</div>
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Tra i diversi fenomeni estremi del caos climatico che ha caratterizzato questi ultimi 10 anni, vale la pena citare alcuni eventi significativi a partire dall’anno appena trascorso. L’anno 2010 si è caratterizzato per la mancanza o quasi di uragani e tifoni o cicloni tropicali violenti, ma anche per la presenza di eventi catastrofici legati alla forte anomalia della circolazione delle correnti aeree, quali in particolare la persistente ondata di caldo torrido che ha colpito la Russia durante l’estate con le contemporanee alluvioni monsoniche nel Pakistan e l’ondata di freddo polare che ha colpito l’Europa centrale in inverno con la contemporanea ondata di anomalo caldo invernale che ha colpito il Canada e la Groenlandia. Il 2005 si è distinto come l’anno record di cicloni tropicali ma soprattutto degli uragani sull’Atlantico (ben 14 di cui 7 catastrofici, tra cui l’uragano Katrina e l’uragano Wilma con migliaia di morti). Il 2002 ed il 2003 sono stati i due anni drammatici per l’Europa. Nell’estate del 2002 il centro Europa (Germania, Repubblica Ceca, Austria, Slovacchia e Romania) fu colpito dalle più violente alluvioni della loro storia. Nell’estate dell’anno successivo, un’eccezionale ondata di caldo, di cui non si conoscono analoghi precedenti negli ultimi 500 anni, colpì l’Europa centro occidentale. Alcuni studi avevano valutato un numero di decessi aggiuntivi compresi fra 40 e 70 mila. Il 2007 si è distinto per il tracollo drammatico dell’estensione dei ghiacci dell’Artico. L’Alaska rimase completamente libera dai ghiacci da giugno a settembre: un evento questo di cui non si aveva memoria precedente. Infine, il 2008 si è distinto per le incredibili inversioni termiche invernali: da una parte si verificò una delle più intense e prolungate ondate di gelo invernale, lungo un’estesa fascia latitudinale compresa fra la Turchia e la Cina orientale; dall’altra parte, un’ondata di eccezionale caldo invernale su tutti i paesi scandinavi. Inoltre, alla fine della primavera il Myanmar fu colpito da uno dei più disastrosi cicloni tropicali dell’oceano Indiano con migliaia di morti e, in autunno, il Brasile fu colpito da una delle più disastrose alluvioni degli ultimi decenni con un centinaia di migliaia di senza tetto.</div>
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Secondo il Centro britannico di ricerche sul clima (Hadley Center), l’inizio del 2011 risentirà dell’influenza del fenomeno di <i>La Nina </i>(raffreddamento anomalo del Pacifico intertropicale orientale) che influenzerà il sud America e buona parte dell’emisfero sud, ma quest’effetto diventerà via via trascurabile nel decorso dell’anno. Il riscaldamento globale non si attesterà quindi ai livelli raggiunti nel 2010 ma a livelli più bassi di temperatura media globale. In ogni caso il 2011 rientrerà nell’elenco dei primi 10 anni più caldi a partire dal 1880, con l’emisfero nord più caldo dell’emisfero sud. Secondo l’Iri, il centro comune di ricerche climatiche fra la Noaa e la Columbia University, che formula previsioni di maggior dettaglio ma limitate alla prima metà del 2011, il riscaldamento climatico interesserà quasi tutto l’emisfero nord, ma con particolare intensificazione nel nord Europa, in quasi tutta zona artica, nel sud ovest degli Usa e in tutto il Messico. Tra la primavera e l’estate un forte surriscaldamento interesserà anche la fascia subtropicale africana, con estensione al Mediterraneo occidentale, e la fascia subtropicale asiatica (tra il nord dell’India e la Cina). L’emisfero sud, invece, non sarebbe particolarmente caldo per tutto il primo semestre, anzi mostra una tendenza ad essere più freddo del normale.</div>
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<i>Vincenzo Ferrara (climatologo Enea) </i></div>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;"><i>Fonte: <a href="http://www.terranews.it/news/2011/01/l%E2%80%99anno-piu-caldo-e-il-decennio-record" target="_blank">Terra</a></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
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<br />
Appuntamento settimanale con Passaparola di Marco Travaglio. Argomento della puntata i processi in corso e conclusi, i nepotismi e i favori ad amici di tutto il Governo e del suo staff, a partire dal Presidente del Consiglio, passando per i Ministri fino ad arrivare ai collaboratori di questi ultimi. Un lungo treno della vergogna, trainato dalla locomotiva Berlusconi, seguito dai ministri Fitto, Bossi, Maroni, Calderoli, Matteoli, Bondi, Brambilla, Rotondi; a ruota rincorrono Brancher, Bertolaso, Milanese (stretto collaboratore di Tremonti), Scotti, Gianni Letta, Caliendo, Dell'Utri, Verdini, Castelli e Cosentino.<br />
Un Paese in cui il merito, ancora una volta e sempre di più, non ha alcun peso, ma contano solo amicizie e parentele. Ma soprattutto un governo e una classe politica che pretendono da cittadini, immigrati e studenti il rispetto delle leggi. E loro?<br />
<br />Rubyhttp://www.blogger.com/profile/11631061687548897325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4479959348564427000.post-68152570715861959102011-01-03T12:29:00.001+02:002011-01-03T16:48:00.556+02:00Il prezzo della guerra per la pace<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfnEzUyba5DMNt-kpxhdrEmW23ttaIaLgz0V8twik9nTtPNiUSkFKmWvnhVXK7GllSzQB-VtZ1GIS-J1Lg8IiDMYxWMcIbyfkrRjVPIB72mkic1urX_24yKQ6Rt-SmuS5HbIuvQyVkC_A/s1600/pace.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfnEzUyba5DMNt-kpxhdrEmW23ttaIaLgz0V8twik9nTtPNiUSkFKmWvnhVXK7GllSzQB-VtZ1GIS-J1Lg8IiDMYxWMcIbyfkrRjVPIB72mkic1urX_24yKQ6Rt-SmuS5HbIuvQyVkC_A/s200/pace.jpg" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Matteo Miotto</b> è il 35esimo militare italiano morto in <b>Afghanistan</b>. Ucciso all'interno della sua base da un cecchino, un colpo penetrato nella spalla o nel fianco, ancora non è chiaro. Un solo colpo che ha portato via la vita di un ragazzo di 24 anni e distrutto quella della sua famiglia e dei suoi cari. Una vita che però non ha di certo maggior valore dei <b>50mila</b> innocenti civili afghani (<a href="http://it.peacereporter.net/conflitti/9/1" target="_blank">fonte Peacereporter</a>) uccisi in questa "guerra di liberazione", 10mila solo nell'anno appena trascorso. Eppure continuiamo a parlare di <b>missione di pace</b>, di "interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e stabilizzazione, nonche' delle missioni
internazionali delle forze armate e di polizia", come recita il <a href="http://www.normattiva.it/dispatcher?service=213&fromurn=yes&datagu=2010-12-30&annoatto=2010&numeroatto=228&task=ricercaatti&elementiperpagina=50&redaz=010G0257&newsearch=1&classeprv=1&paginadamostrare=1&tmstp=1294002836868" target="_blank">Decreto Legge n.228</a>, approvato guarda caso due giorni prima della morte del militare italiano. Stabilisce infatti la legge "Ritenuta la straordinaria necessita' e urgenza di emanare disposizioni volte ad assicurare la prosecuzione degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione e la proroga della partecipazione del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia alle missioni internazionali.."</div>
<div style="text-align: justify;">
Ritengo opportuno sottollineare come queste missioni abbiano un costo non solo in termini di vite umane, ma anche economico, e non di certo indifferente. La legge, infatti, oltre a prorogare gli interventi delle forze armate nei vari punti caldi del globo, stanzia anche i finanziamenti necessari al prosieguo delle missioni. Se andiamo a leggere i vari articoli del decreto legge scopriamo che il maggior peso economico è dettato dalla guerra in Afghanistan, mentre a missioni per le quali sarebbe molto più giustificabile l'intervento vengono destinati finanziamenti davvero esigui in confronto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ebbene, come si legge nell'<a href="http://www.normattiva.it/dispatcher?service=213&fromurn=yes&datagu=2010-12-30&annoatto=2010&numeroatto=228&task=ricercaatti&elementiperpagina=50&redaz=010G0257&newsearch=1&classeprv=1&paginadamostrare=1&tmstp=1294002836868" target="_blank">art.8</a>, sono stati finanziati ulteriori <b>754.300.000 euro</b>, ma, se si scorre con attenzione il testo degli articoli, questa spesa copre solo metà anno, fino al 31 giugno 2011. In particolare, quasi 381 milioni vengono destinati alla missione militare in Afghanistan, oltre 106 milioni per il Libano, 36 milioni per i Balcani, 25 milioni per la missione Atalanta contro i pirati dei mari somali, 4 milioni per l'Iraq, mentre soli 126.459 euro destinati alla missione in Sudan e 206.026 euro per il Congo. Questi però sono solo i finanziamenti per le spese militari, ma ci sono tante altre "spese accessorie", come gli oltre 80 milioni per "la stipulazione dei contratti di assicurazione e di trasporto di durata annuale e per la realizzazione di infrastrutture".</div>
<div style="text-align: justify;">
Diventa quindi sempre più importante valutare l'opportunità delle missioni in Iraq e in Afghanistan, dettate dalle motivazioni molto discutibili di un presidente guerrafondaio, sia da un punto di vista di inutili perdite umane, sia anche da un punto di vista economico. Non a caso, in questo periodo di crisi mondiale, tutti i paesi dell'Europa hanno ridotto gli stanziamenti per le forze armate, mentre nel nostro non solo vengono aumentati, ma <a href="http://carloruberto.blogspot.com/2010/06/guerra-alla-crisi.html" target="_blank">vengono intraprese anche ingenti spese economiche per nuovi armamenti</a>, circa <b>24 miliardi</b>, l'equivalente dell'ultima finanziaria, tanto da far acquisire all'Italia una potenza militare notevole, decisamente
oltre le necessità di uno Stato all'apparenza democratico dell'Europa
occidentale. Del resto si sa che al Ministro <b>La Russa</b> piaccia giocare con i soldatini. Chissà se si divertirebbe allo stesso modo se tra i soldatini ci fosse uno dei suoi tre figli, magari quel Geronimo <a href="http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/10_luglio_23/eletti-aci-ermolli-la-russa-maggioni-brambilla-1703448379060.shtml" target="_blank">piazzato ai vertici dell'Aci</a>, per la sua nota passione automobilistica, assieme al compagno del ministro Brambilla. Non sarà un caso se in Italia e nel mondo, l'unica industria a non andare mai in crisi sia quella delle armi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Diceva <b>José Saramago</b>, premio Nobel per la letteratura, scomparso recentemente:</div>
<blockquote>
<i>Culturalmente, è più facile mobilitare gli uomini per la guerra che per la pace. Nel corso della storia, l’Umanità è sempre stata portata a considerare la guerra come il mezzo più efficace di risoluzione dei conflitti, e da sempre coloro che governano hanno utilizzato i brevi intervalli di pace per preparare le guerre future. Ma è sempre stato in nome della pace che sono state dicharate tutte le guerre. É sempre perché un domani i figli vivano pacificamente che oggi vengono sacrificati i padri… <br />Questo si dice, questo si scrive, questo si fa credere, giacché si sa che l’uomo, ancorché storicamente educato alla guerra, possiede nel proprio spirito un <b>permanente anelito di pace</b>. Ecco perché la pace è usata tante volte come mezzo di ricatto morale da quelli che vogliono la guerra: <b>nessuno oserebbe mai confessare che fa la guerra per la guerra, mentre si giura, questo sì, che si fa la guerra per la pace</b>. Per ciò tutti i giorni e in tutte le parti del mondo è ancora possibile che uomini partano per la guerra, continua a essere possibile che lei vada a distruggerli nelle loro case.</i></blockquote>
<div style="text-align: justify;">
Quanto ancora l'essere umano continuerà a essere l'unica specie al mondo desiderosa di sterminare se stessa?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>Rubyhttp://www.blogger.com/profile/11631061687548897325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4479959348564427000.post-39078405936652512312010-12-30T23:28:00.001+02:002010-12-30T23:29:16.581+02:00Le bande dei mona<object height="340" width="560"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/tXbVnFDZKXw?fs=1&hl=it_IT&rel=0&color1=0x006699&color2=0x54abd6">
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<br />
<div style="text-align: justify;">
Appuntamento settimanale con Passaparola di Marco Travaglio. Argomento della puntata la depenalizzazione del reato di associazione militare con finalità politiche, la cosiddetta banda armata, proposto dalla Lega per mano del ministro Calderoli. A Verona infatti è in corso un processo avviato dal procurato Papalia per questo reato contro una trentina di attivisti e dirigenti leghisti, che coinvolgeva inizialmente i massimi vertici della Lega per avere fondato 14 anni fa le Camice verdi, un’organizzazione paramilitare, con finalità politiche. Una legge che ha portato alla mozione di sfiducia proposta dall'IdV contro il Ministro per la Semplificazione Normativa, in seguito anche alle accertate menzogne riferite dallo stesso al Parlamento. Sfiducia votata dalla Camera il 22 dicembre e respinta grazie ai voti di Pdl e Lega, alle astensioni di Fli, Udc e dei 6
radicali eletti col Pd, ma anche grazie alle abbondanti assenze tra le
file del Pd.</div>
<div style="text-align: justify;">
Tutti presenti i deputati della Lega (100%) e dell’Idv (100%), quasi
tutti quelli del PdL (91,4%), mentre il Pd schierava solo l’82,9%, con
ben 35 assenti. Eccoli: Bersani, Bobba, Bossa, Bressa, Bucchino, Causi,
Cavallaro, D'Alema, De Micheli, De Torre, Duilio, Fadda, Fedi (malato),
Ferrari, Fioroni, Garavini, Garofani, Gentiloni, Ginoble, Grassi, Letta
Enrico, Lulli, Marini Cesare, Marroccu, Mastromauro, Mecacci, Melandri,
Merloni, Mogherini (ha appena partorito), Nicolais, Piccolo, Pizzetti,
Rigoni, Sanga. Altri 5 del Pd, quelli provenienti dal Partito radicale, si sono astenuti insieme al Terzo Polo: Beltrandi,
Bernardini, Coscioni, Turco, Zamparutti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Risultato finale: presenti 545, votanti 481, astenuti 64, maggioranza
241, favorevoli (alla sfiducia) 188, contrari 293. Mozione respinta.
Calderoli salvo.<br />
<br />
</div>Rubyhttp://www.blogger.com/profile/11631061687548897325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4479959348564427000.post-29048675473897667792010-12-29T23:36:00.000+02:002010-12-29T23:36:19.299+02:00Una marea radioattiva soffocata nel silenzio<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnXAwAc-_ss8-FutmUQgXy0Y87UKNXk4Xb1H39qgksFZ-wanf36Gs_YgzQha3g9krBIOlXG9ZBIOWkVyR5_1DVQswHH7fekFagKdds7nQcoRFqr0KeMfH61jr9ckcheQF3N89rEViovq8/s1600/fanghi+radioattivi+niger.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnXAwAc-_ss8-FutmUQgXy0Y87UKNXk4Xb1H39qgksFZ-wanf36Gs_YgzQha3g9krBIOlXG9ZBIOWkVyR5_1DVQswHH7fekFagKdds7nQcoRFqr0KeMfH61jr9ckcheQF3N89rEViovq8/s320/fanghi+radioattivi+niger.jpg" width="228" /></a></div>
Dicembre volge al termine e come
ogni anno i media italiani raccontano quanto faccia freddo d’inverno, che è
arrivata la neve e che è iniziata la corsa all’ultimo regalo, possibilmente il
più stupido e inutile possibile. Insomma, notizie di assoluto rilievo e poco
scontate, che non lasciano spazio per vicende di poco importanza come lo
sversamento di tre milioni di litri di fanghi radioattivi in un insignificante
paese dell’Africa nera. Greenpeace Africa aveva infatti ricevuto il 17 dicembre
un rapporto su uno sversamento di 200.000 litri di fanghi radioattivi avvenuto
l’11 dicembre scorso, a causa della rottura delle barriere di contenimento di
tre vasche dove venivano stoccate le scorie della miniera di Somair, gestita
dal gigante del nucleare francese Areva. Il 21 dicembre però il disastro è
risultato essere 10 volte peggiore. La società, controllata al 90% dal governo
francese, ha dovuto ammettere che dalle vasche sono fuoriusciti per “troppo
pieno” 30 milioni di litri di fango radioattivo e non 200 mila. Inoltre, l’area
coinvolta è di 20 ettari e non 2 come era stato precedentemente comunicato.
Ancora nessun dato ufficiale è stato fornito sui livelli di contaminazione. Una
marea radioattiva nel cuore del Niger, soffocata nel silenzio in Italia, dove è
appena partita la grande campagna mediatica del Forum Nucleare Italiano. </div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
L’Ong <a href="http://www.cooperation.net/aghirinman/ou-et-comment-contacter-l-equipe-d-aghir-in-man" target="_blank">Aghir
in’Man</a> ha pubblicato <a href="http://www.greenreport.it/_new/immagini/big/2010_12_21_13_15_00.jpg" target="_blank">le
foto</a> che documentano il cedimento delle dighe dei bacini di stoccaggio
degli effluenti liquidi provenienti dal processo di macinazione dell’uranio, i
cosiddetti liquidi sterili, con la conseguente contaminazione di tutta l’area
circostante. Almoustapha Alhacen, che ha effettuato un controllo sulla
fuoriuscita per conto di Aghir in’Man, ha confermato a Greenpeace la
contaminazione del terreno in seguito allo sversamento dell’11 dicembre. L’estrazione
dell’uranio produce grandi volumi di scorie radioattive e industriali. Uno sversamento
nell’ambiente come quello avvenuto dalle vasche degli sterili radioattivi può
causare una grave contaminazione delle acque freatiche e dei pozzi locali. “Quando
l’approvvigionamento idrico locale viene contaminato con materiali radioattivi
ed altri materiali, questo pone gravi rischi sanitari per la popolazione locale
– spiega Greenpeace Africa – Il fango che rimane dopo la rimozione dell’uranio
dal minerale contiene l’85% della radioattività iniziale del minerale. Nelle
miniere di uranio in Niger, queste scorie minerarie vengono stoccate in enormi
mucchi, esposti all’aria aperta”.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Secondo Rianne Teule, responsabile
energia di Greenpeace Africa, “questa nuova perdita dimostra che <a href="http://carloruberto.blogspot.com/2010/05/si-dice-nuculare.html" target="_blank">le
cattive pratiche delle miniere di uranio di Areva in Niger</a> continuano a
minacciare la salute e la sicurezza delle persone e dell’ambiente. In contrasto
con le dichiarazioni di Areva, che sostiene che le loro operazioni sono
conformi alle norme internazionali per sicurezza, ambiente e salute, queste
nuove informazioni dimostrano che Areva non ha fatto abbastanza per proteggere
la popolazione del Niger”.</div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
A maggio, il
rapporto di Greenpeace “<b><span style="font-weight: normal;"><a href="http://www.greenpeace.org/raw/content/italy/ufficiostampa/rapporti/niger-areva.pdf" target="_blank">Left
in the Dust</a>”</span></b> ha rivelato alti e pericolosi livelli di
contaminazione nell’aria, nell’acqua e nel suolo nei dintorni delle miniere di
uranio di Areva in Niger. La multinazionale atomica ha liquidato le analisi
come «di parte», ma Greenpeace ha pubblicato alcuni giorni fa il rapporto
definitivo che dimostra come le due cittadine minerarie di <b>Arlit e
Akokan</b>, costruite di sana pianta da Areva, sino circondate da aria
avvelenata, il suolo contaminato e l’acqua inquinata. Il rapporto svela anche
il traffico di metalli e materiali radioattivi provenienti dall’interno degli
impianti minerari, con rottami metallici e attrezzature radioattivi venduti
direttamente nei mercati locali e riciclati nella costruzione delle poverissime
abitazioni di Arlit e Akokan. Un traffico evidente ma anche questo negato da
Areva. </div>
<div style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt; text-align: justify;">
Ancora una volta
il nucleare dimostra di essere ben lontana da un’energia pulita e sostenibile,
se si prende in considerazione, come spesso si evita di fare, l’intero processo
produttivo dell’energia atomica, dall’estrazione dell’uranio in miniera,
passando per la centrale fino ad arrivare allo smantellamento dei reattori e allo
stoccaggio delle scorie. Non si può prendere in considerazione la sola
produzione di energia senza contare il mondo che gravita intorno.<b><span style="font-weight: normal;"></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Intanto l’Uranio che si sta estraendo
da queste miniere del Niger potrebbe presto finire anche nelle centrali che il
governo Berlusconi, con il sostegno dell'esimio professor Veronesi, vuole costruire in
Italia.<br />
<br />
</div>Rubyhttp://www.blogger.com/profile/11631061687548897325noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4479959348564427000.post-29858486645485745222010-12-26T13:37:00.000+02:002010-12-26T13:37:12.443+02:00Al lupo, al lupo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiR0QkdGMjOGKMdfWOlJkt72YKyWwrZa3cDnzpCs95gvCCZlHDno_3vnfRf6O0cXPkeIvXtbl8waSbjyz4iFTi9YyA7sCAC2NoNqVkMFhPxu4i3BO1-O5K4_4kW32xeblyOp9FOfmZECS4/s1600/saramago.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiR0QkdGMjOGKMdfWOlJkt72YKyWwrZa3cDnzpCs95gvCCZlHDno_3vnfRf6O0cXPkeIvXtbl8waSbjyz4iFTi9YyA7sCAC2NoNqVkMFhPxu4i3BO1-O5K4_4kW32xeblyOp9FOfmZECS4/s200/saramago.jpg" width="127" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>La storia, in genere raccontata dal nonno di casa, era inevitabile nelle serate in provincia, non per un semplice intrattenimento dei fanciulli innocenti, ma come elemento fondamentale di un buon sistema educativo, precursore, in qualche modo, del giuramento con cui i testimoni si impeganono - o si impegnavano - a dire la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità. L'unico mio dubbio è dovuto al fatto che non sono un frequentatore di tribunali, mia curiosità sulle diverse manifestazioni della natura umana non mi ha sollecitato a ficcare il naso nella vita altrui, pur trattandosi del più grande criminale del secolo. Questione di carattere. Orbene, quel che nella storia del nonno si raccontava era che un pastorello di pecore, forse per ingannare le sue solitarie ore in montagna, decise un giorno di urlare che c'era il lupo, c'era il lupo, sicché la gente del paese, armata di picconi, randelli e qualche trombone della penultima guerra, si precipitò inferocita per difendere le pecore e, già che c'era, il pecoraio che le sorvegliava. Alla fine il lupo non c'era, con tutte quelle grida era fuggito, disse il ragazzo. Non era vero, ma, come bugia, pareva alquanto convincente. Soddisfatto del risultato della mistificazione, il nostro pastore decise di ripetere lo scherzo, e ancora una volta il paese accorse in massa. Niente, del lupo neanche l'ombra. La terza volta, però, nessuno mise piede fuori casa, era evidente che il pecoraio mentiva spudoratamente, gridi pure, finirà per stancarsi. Il lupo si portò via pecore a suo piacimento, mentre il ragazzo, appollaiato su un albero, assisteva impotente alla sciagura. Sebbene il tema odierno non sia questo, cade a fagiolo ricordare le volte in cui in tanti gridavamo che il lupo stava arrivando. Assai di più erano quelli che negavano che il lupo sarebbe arrivato, ma alla fine è arrivato e aveva sul collare una parola: crisi.</i></div>
<br />
<span style="font-size: x-small;">Tratto da "L'ultimo quaderno" di José Saramago, Feltrinelli ed.</span><br />
<br />
<br />Rubyhttp://www.blogger.com/profile/11631061687548897325noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4479959348564427000.post-28869703134049034172010-12-22T16:04:00.001+02:002010-12-22T16:04:42.292+02:00Minority Gasparri<object height="340" width="560"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/K86_OiTpw6I?fs=1&hl=it_IT&rel=0&color1=0x006699&color2=0x54abd6">
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<br />
<br />
Appuntamento settimanale con Passaparola di Marco Travaglio.
Argomento della settimana, la riforma universitaria del Ministro Gelmini e le proteste studentesche, nonchè le incredibili dichiarazioni in proposito di esponenti del Governo, Gasparri e La Russa in particolare, che sembrano voler fomentare le violenze di piazza.<br />
<br />
<a href="http://carloruberto.blogspot.com/search/label/Passaparola">Guarda le altre puntate di Passaparola</a><br />
<br />Rubyhttp://www.blogger.com/profile/11631061687548897325noreply@blogger.com0