17 dicembre 2010

Una vergogna chiamata Berlusconi

Basta questo a rendere le orge di Berlusconi un affare di stato. La cosa è diventata chiara sei mesi fa, quando il premier è intervenuto con motivazioni pretestuose facendo sì che la polizia milanese liberasse una ladruncola minorenne che lui aveva in passato assoldato per partecipare a una delle sue feste ‘bunga bunga’.
Questo disprezzo per lo stato di diritto si inserisce nel modello che Berlusconi sfoggia fin dal suo ingresso in politica nel 1994. Il politico si erge al di sopra della legge e, se i custodi della legge gli stanno alle calcagna, la cambia. In altre parole: non è un servitore dello Stato, no, è lo Stato che serve lui.
Non è quindi un caso che Silvio Berlusconi e il premier russo Vladimir Putin siano diventati amici. Entrambi tollerano o usano la mafia. Entrambi non esitano ad approfittare del commercio bilaterale tra Russia e Italia per scopi privati, come si legge nei dispacci dell’Ambasciata Americana a Roma. Entrambi dicono: lo Stato sono io.
Per anni, Berlusconi è riuscito a sopravvivere e questo non è dipeso solo dalla sua capacità di comprare gli amici e intimidire i nemici, ma anche dal fatto che il premier è popolare tra la gente. Molti italiani provano una naturale simpatia per un uomo così divertente che frega lo Stato e non ha peli sulla lingua.
Ora però il cerchio attorno a lui comincia a stringersi. Il suo movimento politico, il Popolo della Libertà, si è si è spaccato l’estate scorsa, quando un piccolo gruppo di ex neofascisti ha lasciato il partito. Martedì la Camera dei Deputati voterà una mozione di sfiducia contro Berlusconi. Lo stesso giorno la Corte Costituzionale emetterà una sentenza sull’immunità penale del premier.
I firmatari della mozione di sfiducia affermano di aver racimolato la maggioranza parlamentare. Speriamo abbiano contato bene e che da martedì l’era Berlusconi diventi storia. In Europa, nell’Unione Europea che già lotta con grandi problemi istituzionali, non dovrebbe esserci posto per un politico che sfrutta senza alcuna vergogna la sua posizione di premier per soddisfare interessi e desideri personali.
Per questo premier non dovrebbe esserci posto in Europa.

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