Dopo aver esaminato nello scorso articolo, la situazione generale dell'Ilva di Taranto, vorrei andare ad esaminare singolarmente i principali composti inquinanti che vengono vomitati nel cielo di Taranto, giorno e notte, notte e giorno, senza alcuna sosta. Senza un attimo di respiro. Quel respiro che per i tarantini è la causa di molti dei loro mali.
In questa tabella, trovate tutti gli inquinanti riversati in atmosfera, classificati in "principali" e "secondari", non per importanza o per la loro tossicità, ma semplicemente per quante volte superano il valore soglia: principali oltre 100 volte i limiti di legge, secondari sotto le 100 volte. Mi sembra scontato dire che, anche se un tal inquinante rientra nella seconda categoria, sia comunque completamente al di fuori di qualsiasi norma. Ad esempio, le diossine (PCDD) che superano di 73 volte il limite di legge, sono comunque molto più pericolose delle emissioni di anidiride carbonica, benchè questa vada oltre le 100 volte. In questa tabella dati potete vedere nella parte destra il valore assoluto dell'emissione di ciascun inquinante, mentre nella parte sinistra il valore normalizzato sul valore soglia, ovvero posto il valore soglia uguale a uno, quante volte la registrazione del dato superi il valore soglia.
Come già sottolineato la scorsa volta, vi è un trend generale di diminuzione delle emissioni, ma restano comunque tutte oltre ogni limite, nessuna esclusa. E alcuni dati sono davvero impressionanti, se ci ricordiamo che l'Ilva sorge a pochi metri da Taranto, in particolare dal quartiere Tamburi, e che i veleni vomitati da centinaia di ciminiere, respirati per decenni dai cittadini, viaggiano a chilometri di distanza. Non si può non notare, nel primo grafico a destra (clicca l'immagine per ingrandire), il benzene, noto cancerogeno, che supera di 219 il valore soglia, così come gli IPA, altamente tossici, 622 volte, e i PCB ben 1208 volte oltri i limiti di legge. Ancor più grave forse il trend di emissione delle diossine (clicca l'immagine per ingrandire), nel secondo grafico, che nonostante la loro accertata tossicità e pericolosità per la salute umana, sono aumentate nel corso degli anni. Ma ora vediamo qual è il rischio per la popolazione associato all'emissione di ciascun inquinante, in particolare in una situazione, come quella di Taranto, di una cronica esposizione ad essi.
Anidride carbonica (CO2): l’anidride carbonica, o biossido di carbonio, è il risultato della combustione di composti organici in presenza di una quantità di ossigeno sufficiente a completarne l'ossidazione. Nell'agosto 2010 la concentrazione di biossido di carbonio nell'atmosfera terrestre è stata pari a 388 ppm (link). Nonostante la sua piccola concentrazione, la CO2 è un componente fondamentale dell'atmosfera terrestre perché - insieme al vapore acqueo ed al metano - intrappola la radiazione infrarossa della luce solare riflettendola nuovamente verso la superficie terrestre (il cosiddetto effetto serra) impedendo alla Terra di raffreddarsi. Si stima che la concentrazione atmosferica di biossido di carbonio prima della rivoluzione industriale fosse 280 ppm, e che quindi sia aumentata del 35% dai tempi della rivoluzione industriale e del 20% dal 1958. La combustione dei combustibili fossili (carbone, petrolio) è la causa di questo aumento per il 64%, mentre la deforestazione è la seconda con il 34% (link). 350 ppm, secondo molti scienziati ed esperti climatici, è considerato il limite di sicurezza per la nostra atmosfera, ma la concentrazione CO2 di è rimasta perennemente oltre questa soglia dal 1988 e aumenta di circa 2ppm ogni anno.
Benzene: secondo l’EPER (European Pollutant Emission Register), il
benzene è un noto cancerogeno in contesti di esposizioni di lungo termine,
ma può colpire anche il sistema nervoso centrale. Il principale effetto tossico
del benzene riguarda l'ematopoiesi.
I dati,
riguardanti gli effetti a seguito di esposizione acuta, indicano chiaramente
l'insorgenza di leucopenia,
anemia e trombocitopenia.
Il potenziale meccanismo d’azione del benzene è la distruzione o l’interferenza
con la maturazione delle cellule staminali del midollo osseo.
Studi epidemiologici hanno
dimostrato che l'esposizione a benzene è associata ad un aumentato rischio di
leucemia mieloide acuta. L'esposizione cronica a benzene sembra causare
danni cromosomici in linfociti e cellule del sistema ematopoietico. L'American Conference of
Governmental Industrial Hygienists (ACGIH) (12) ha fissato i limiti per
l'esposizione professionale a benzene in 0.5ppm, (pari a 1.6mg/m3), mentre la
legge Italiana 66/2000 ha fissato un limite di 1ppm.
Fluoro e composti inorganici: il fluoro è generalmente presente in
aria in forma gassosa come acido fluoridrico (HF), che se presente in
atmosfera, viene inspirato, danneggiando irreversibilmente tessuti e mucose di
tutto l’apparato respiratorio. Allo stesso modo può danneggiare ossa, occhi,
cuore, fegato e pelle, sia per le sue proprietà corrosive, sia per la
formazione di fluoridi. Gli ioni fluoridi sono essi stessi altamente tossici,
in quanto si legano con gli ioni Calcio e Magnesio, impedendone il loro
essenziale utilizzo nella biochimica degli esseri viventi.
Idrocarburi policiclici aromatici (IPA): gli IPA si formano
principalmente nelle combustioni con insufficiente apporto d’ossigeno. Alcuni
IPA mostrano una forte attività cancerogena in animali da laboratorio. La IARC ha
classificato alcuni IPA come noti, molti altri come probabili o possibili
cancerogeni per l’uomo (Cat. A2). Tra gli
IPA, i più noti sono il benzo(a)pirene e il benzo(a)antracene.
Gli IPA hanno
una tossicità multiorgano: grazie all’elevata solubilità, possono attraversare
le membrane molto facilmente, senza bisogno di trasporto attivo. La tossicità
primaria, in realtà, è molto bassa, ma, in seguito a reazioni di
biotrasformazione la tossicità aumenta notevolmente.
Gli IPA sono risultati particolarmente implicati nei
tumori del polmone, della vescica e della cute, ma anche di rene, laringe,
mammella, ed esistono sospetti su una varietà di altri tumori, sia per quanto
riguarda alti livelli occupazionali di IPA sia per
quanto riguarda le basse ma croniche esposizioni ambientali.
Mercurio: può essere assimilato per inalazione dei suoi vapori. Il
mercurio, genotossico, è un metallo estremamente dannoso per il sistema nervoso
centrale e periferico. È una sostanza neurotossica, che agisce anche su cuore,
reni e sistema immunitario, sia nel caso di avvelenamenti acuti che cronici.
L’inalazione di vapori di mercurio nell’uomo causa intossicazione acuta,
provocando un danno permanente al sistema nervoso con possibilità di morte; l’intossicazione
cronica invece, detta “mercurialismo”, colpisce il sistema
nervoso in maniera insidiosa, così che gli effetti tossici non si possono
osservare se non dopo mesi dall’esposizione.
Ossidi di azoto: sono ritenuti tra gli inquinanti atmosferici più
critici e si ritiene che aggravino le condizioni dei malati di asma. Alcuni di
essi, in particolari condizioni, possono reagire formando ozono e altri
composti del cosiddetto smog fotochimico. Altri invece sono solubili in
acqua e con l'umidità atmosferica possono formare acido nitroso e acido nitrico,
entrambi presenti nelle cosiddette "piogge acide", contribuendo
inoltre all’acidificazione di fiumi e laghi.
Il monossido di azoto (NO),
analogamente al monossido di carbonio, agisce sull’emoglobina, fissandosi ad
essa con formazione di metamoglobina interferendo con la normale ossigenazione
dei tessuti da parte del sangue. Forte ossidante ed irritante, il biossido di
azoto esercita invece il suo effetto tossico principalmente sugli occhi, sulle
mucose e sui polmoni. In particolare tale gas è responsabile di specifiche
patologie a carico dell’apparato respiratorio (bronchiti, allergie,
irritazioni, edemi polmonari che possono portare anche al decesso). I soggetti
più esposti all'azione tossica sono quelli più sensibili, come i bambini e gli
asmatici.
Ossidi di zolfo: il biossido di zolfo (o anidride solforosa)
rappresenta l’inquinante atmosferico per eccellenza essendo il più diffuso, uno
dei più aggressivi e pericolosi e di gran lunga quello più studiato ed emesso
in maggior quantità dalle sorgenti antropogeniche ed è responsabile in gran
parte del fenomeno delle piogge acide.
Monossido di carbonio: inquinante tipico delle aree urbane, viene
assorbito rapidamente negli alveoli polmonari. Combinandosi con l'emoglobina
del sangue (la sua affinità con la stessa risulta essere circa 200-300 volte
maggiore di quella dell’ossigeno) inibisce il trasporto dell'ossigeno ai
tessuti, ai muscoli e al cervello, con conseguenti effetti acuti (senso di
affaticamento, sonnolenza, mal di testa) o effetti cronici (diminuzioni
delle prestazioni fisiche ed intellettuali, aumento di cardiopatie e disturbi
circolatori), colpendo soprattutto i feti in donne gravide.
Piombo: Il piombo figura al 2° posto nella lista delle sostanze
pericolose indicate dall' ATSDR (Agency for Toxic Substances and Disease
Registry). Assorbito essenzialmente attraverso la respirazione e la nutrizione,
il piombo non viene metabolizzato, ma per larga parte escreto, mentre il resto
(circa 20%) si distribuisce nei tessuti e in particolare: nel sangue, ove
circola quasi esclusivamente negli eritrociti; nei tessuti minerali (ossa e
denti), dove si accumula; nei tessuti molli (reni, midollo osseo, fegato e
cervello).
La presenza di piombo nel sangue,
all'interno dei globuli rossi e in massima parte legato all'emoglobina, provoca
anemia. Attraverso il sangue, il piombo poi si distribuisce in tutti gli altri
tessuti. Per la sua capacità di 'imitare' il calcio il piombo si accumula nelle
ossa e vi costituisce una componente stabile. Tale componente può essere
mobilizzata, e quindi rientrare in circolo nel sangue, in particolari stati
fisiologici di stress (gravidanza, allattamento, malattie), ma anche come
conseguenza di un accresciuto apporto di calcio nella dieta.
Il piombo è in grado di
danneggiare praticamente tutti i tessuti, in particolare i reni e il sistema
immunitario. La manifestazione più subdola e pericolosa dell'avvelenamento da
piombo è quella a carico del sistema nervoso. Negli adulti il danno da piombo
si manifesta soprattutto con neuropatia periferica, che si ritiene dovuta a un
processo di demielinizzazione delle fibre nervose. La neuropatia da piombo
colpisce soprattutto nello sviluppo, con turbe comportamentali e danni
cognitivi. Studi epidemiologici hanno mostrato una forte correlazione fra il
livello di piombo nel sangue e nelle ossa e scarse prestazioni in prove
attitudinali (test QI o psicometrici). Il processo di apprendimento avviene
attraverso la formazione e il rimodellamento delle sinapsi e l'effetto tossico
del piombo su questo processo suggerisce che questo metallo danneggi
specificamente la funzione sinaptica. L’aumento delle concentrazioni
atmosferiche di piombo è stato inoltre correlato all’incremento dell’incidenza
delle forme di autismo nei bambini.
PM: Gli inquinanti atmosferici chiamati "particolato" o
"materiale particellare" includono polvere, fumo, microgocce di
liquido di origine inorganica e organica, in sospensione nell’aria, emesse
direttamente in atmosfera da sorgenti quali industrie, centrali
termoelettriche, autoveicoli, cantieri, e le polveri trasportate del vento.
Hanno una composizione molto varia: metalli, fibre di amianto, sabbie, ceneri,
solfati, nitrati, idrocarburi policiclici pesanti, polveri di carbone e di cemento.
La loro tossicità è legata alla composizione chimica, al potere adsorbente e
alla dimensione.
Le polveri hanno effetti sulla respirazione, incluso l'aggravamento di
patologie respiratorie e cardiovascolari, alterazioni del sistema immunitario,
danni al tessuto polmonare, aumento dell'incidenza di patologie tumorali e
morte prematura.
PCB: vengono
assorbiti sotto forma di vapori attraverso l’apparato respiratorio e, per contatto, attraverso la cute. La IARC ha classificato
i PCB come probabili agenti cancerogeni per l’uomo. Diversi studi degli anni
settanta hanno dimostrato come i PCB rappresentino una seria minaccia per la
salute umana e l’ambiente; infatti l’esposizione a questi inquinanti porta
danni al sistema immunitario, al fegato, alla pelle, all’apparato riproduttivo,
al tratto gastrointestinale e alla ghiandola tiroidea. Ancora una volta sono i
bambini ad essere il bersaglio più sensibili, poiché i PCB vengono veicolati
attraverso il latte materno. Tenendo in considerazione un consumo medio giornaliero
di 130 grammi di latte ogni chilo di peso corporeo, un lattante riceve ogni
giorno 5 ppb di PCB per chilo di peso corporeo.
Studi condotti su popolazioni umane particolarmente
esposte, dimostrano effetti cronici notevoli dei PCB a seguito di esposizione
prenatale: nascita prematura, sottopeso e circonferenza cranica ridotta; a
sette mesi correlazione tra livelli di PCB e deficit di memoria visiva; a
quattro anni correlazione tra esposizione prenatale e deficit di capacità
verbali e mnemoniche. Inoltre i PCB sono pericolosi perché danno origine a
molecole diossino-simili, che possono essere altamente cancerogeni.
Nel prossimo articolo, vedremo l'effetto delle principali sostanze inquinanti riversate nelle acque.
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Leggi anche: Ilva di Taranto: oltre ogni limite - I parte
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