3 ottobre 2010

Ilva di Taranto: la morte nell'aria - II parte

Dopo aver esaminato nello scorso articolo, la situazione generale dell'Ilva di Taranto, vorrei andare ad esaminare singolarmente i principali composti inquinanti che vengono vomitati nel cielo di Taranto, giorno e notte, notte e giorno, senza alcuna sosta. Senza un attimo di respiro. Quel respiro che per i tarantini è la causa di molti dei loro mali.
In questa tabella, trovate tutti gli inquinanti riversati in atmosfera, classificati in "principali" e "secondari", non per importanza o per la loro tossicità, ma semplicemente per quante volte superano il valore soglia: principali oltre 100 volte i limiti di legge, secondari sotto le 100 volte. Mi sembra scontato dire che, anche se un tal inquinante rientra nella seconda categoria, sia comunque completamente al di fuori di qualsiasi norma. Ad esempio, le diossine (PCDD) che superano di 73 volte il limite di legge, sono comunque molto più pericolose delle emissioni di anidiride carbonica, benchè questa vada oltre le 100 volte. In questa tabella dati potete vedere nella parte destra il valore assoluto dell'emissione di ciascun inquinante, mentre nella parte sinistra il valore normalizzato sul valore soglia, ovvero posto il valore soglia uguale a uno, quante volte la registrazione del dato superi il valore soglia. 
Come già sottolineato la scorsa volta, vi è un trend generale di diminuzione delle emissioni, ma restano comunque tutte oltre ogni limite, nessuna esclusa. E alcuni dati sono davvero impressionanti, se ci ricordiamo che l'Ilva sorge a pochi metri da Taranto, in particolare dal quartiere Tamburi, e che i veleni vomitati da centinaia di ciminiere, respirati per decenni dai cittadini, viaggiano a chilometri di distanza. Non si può non notare, nel primo grafico a destra (clicca l'immagine per ingrandire), il benzene, noto cancerogeno, che supera di 219 il valore soglia, così come gli IPA, altamente tossici, 622 volte, e i PCB ben 1208 volte oltri i limiti di legge. Ancor più grave forse il trend di emissione delle diossine (clicca l'immagine per ingrandire), nel secondo grafico, che nonostante la loro accertata tossicità e pericolosità per la salute umana, sono aumentate nel corso degli anni. Ma ora vediamo qual è il rischio per la popolazione associato all'emissione di ciascun inquinante, in particolare in una situazione, come quella di Taranto, di una cronica esposizione ad essi.

Anidride carbonica (CO2): l’anidride carbonica, o biossido di carbonio, è il risultato della combustione di composti organici in presenza di una quantità di ossigeno sufficiente a completarne l'ossidazione. Nell'agosto 2010 la concentrazione di biossido di carbonio nell'atmosfera terrestre è stata pari a 388 ppm (link). Nonostante la sua piccola concentrazione, la CO2 è un componente fondamentale dell'atmosfera terrestre perché - insieme al vapore acqueo ed al metano - intrappola la radiazione infrarossa della luce solare riflettendola nuovamente verso la superficie terrestre (il cosiddetto effetto serra) impedendo alla Terra di raffreddarsi. Si stima che la concentrazione atmosferica di biossido di carbonio prima della rivoluzione industriale fosse 280 ppm, e che quindi sia aumentata del 35% dai tempi della rivoluzione industriale e del 20% dal 1958. La combustione dei combustibili fossili (carbone, petrolio) è la causa di questo aumento per il 64%, mentre la deforestazione è la seconda con il 34% (link). 350 ppm, secondo molti scienziati ed esperti climatici, è considerato il limite di sicurezza per la nostra atmosfera, ma la concentrazione CO2 di è rimasta perennemente oltre questa soglia dal 1988 e aumenta di circa 2ppm ogni anno.

Benzene: secondo l’EPER (European Pollutant Emission Register), il benzene è un noto cancerogeno in contesti di esposizioni di lungo termine, ma può colpire anche il sistema nervoso centrale. Il principale effetto tossico del benzene riguarda l'ematopoiesi. I dati, riguardanti gli effetti a seguito di esposizione acuta, indicano chiaramente l'insorgenza di leucopenia, anemia e trombocitopenia. Il potenziale meccanismo d’azione del benzene è la distruzione o l’interferenza con la maturazione delle cellule staminali del midollo osseo.
Studi epidemiologici hanno dimostrato che l'esposizione a benzene è associata ad un aumentato rischio di leucemia mieloide acuta. L'esposizione cronica a benzene sembra causare danni cromosomici in linfociti e cellule del sistema ematopoietico. L'American Conference of Governmental Industrial Hygienists (ACGIH) (12) ha fissato i limiti per l'esposizione professionale a benzene in 0.5ppm, (pari a 1.6mg/m3), mentre la legge Italiana 66/2000 ha fissato un limite di 1ppm.

Fluoro e composti inorganici: il fluoro è generalmente presente in aria in forma gassosa come acido fluoridrico (HF), che se presente in atmosfera, viene inspirato, danneggiando irreversibilmente tessuti e mucose di tutto l’apparato respiratorio. Allo stesso modo può danneggiare ossa, occhi, cuore, fegato e pelle, sia per le sue proprietà corrosive, sia per la formazione di fluoridi. Gli ioni fluoridi sono essi stessi altamente tossici, in quanto si legano con gli ioni Calcio e Magnesio, impedendone il loro essenziale utilizzo nella biochimica degli esseri viventi.

Idrocarburi policiclici aromatici (IPA): gli IPA si formano principalmente nelle combustioni con insufficiente apporto d’ossigeno. Alcuni IPA mostrano una forte attività cancerogena in animali da laboratorio. La IARC ha classificato alcuni IPA come noti, molti altri come probabili o possibili cancerogeni per l’uomo (Cat. A2). Tra gli IPA, i più noti sono il benzo(a)pirene e il benzo(a)antracene.
Gli IPA hanno una tossicità multiorgano: grazie all’elevata solubilità, possono attraversare le membrane molto facilmente, senza bisogno di trasporto attivo. La tossicità primaria, in realtà, è molto bassa, ma, in seguito a reazioni di biotrasformazione la tossicità aumenta notevolmente. Gli IPA sono risultati particolarmente implicati nei tumori del polmone, della vescica e della cute, ma anche di rene, laringe, mammella, ed esistono sospetti su una varietà di altri tumori, sia per quanto riguarda alti livelli occupazionali di IPA sia per quanto riguarda le basse ma croniche esposizioni ambientali.

Mercurio: può essere assimilato per inalazione dei suoi vapori. Il mercurio, genotossico, è un metallo estremamente dannoso per il sistema nervoso centrale e periferico. È una sostanza neurotossica, che agisce anche su cuore, reni e sistema immunitario, sia nel caso di avvelenamenti acuti che cronici. L’inalazione di vapori di mercurio nell’uomo causa intossicazione acuta, provocando un danno permanente al sistema nervoso con possibilità di morte; l’intossicazione cronica invece, detta “mercurialismo”, colpisce il sistema nervoso in maniera insidiosa, così che gli effetti tossici non si possono osservare se non dopo mesi dall’esposizione.

Ossidi di azoto: sono ritenuti tra gli inquinanti atmosferici più critici e si ritiene che aggravino le condizioni dei malati di asma. Alcuni di essi, in particolari condizioni, possono reagire formando ozono e altri composti del cosiddetto smog fotochimico. Altri invece sono solubili in acqua e con l'umidità atmosferica possono formare acido nitroso e acido nitrico, entrambi presenti nelle cosiddette "piogge acide", contribuendo inoltre all’acidificazione di fiumi e laghi.
Il monossido di azoto (NO), analogamente al monossido di carbonio, agisce sull’emoglobina, fissandosi ad essa con formazione di metamoglobina interferendo con la normale ossigenazione dei tessuti da parte del sangue. Forte ossidante ed irritante, il biossido di azoto esercita invece il suo effetto tossico principalmente sugli occhi, sulle mucose e sui polmoni. In particolare tale gas è responsabile di specifiche patologie a carico dell’apparato respiratorio (bronchiti, allergie, irritazioni, edemi polmonari che possono portare anche al decesso). I soggetti più esposti all'azione tossica sono quelli più sensibili, come i bambini e gli asmatici.

Ossidi di zolfo: il biossido di zolfo (o anidride solforosa) rappresenta l’inquinante atmosferico per eccellenza essendo il più diffuso, uno dei più aggressivi e pericolosi e di gran lunga quello più studiato ed emesso in maggior quantità dalle sorgenti antropogeniche ed è responsabile in gran parte del fenomeno delle piogge acide.

Monossido di carbonio: inquinante tipico delle aree urbane, viene assorbito rapidamente negli alveoli polmonari. Combinandosi con l'emoglobina del sangue (la sua affinità con la stessa risulta essere circa 200-300 volte maggiore di quella dell’ossigeno) inibisce il trasporto dell'ossigeno ai tessuti, ai muscoli e al cervello, con conseguenti effetti acuti (senso di affaticamento, sonnolenza, mal di testa) o effetti cronici (diminuzioni delle prestazioni fisiche ed intellettuali, aumento di cardiopatie e disturbi circolatori), colpendo soprattutto i feti in donne gravide.

Piombo: Il piombo figura al 2° posto nella lista delle sostanze pericolose indicate dall' ATSDR (Agency for Toxic Substances and Disease Registry). Assorbito essenzialmente attraverso la respirazione e la nutrizione, il piombo non viene metabolizzato, ma per larga parte escreto, mentre il resto (circa 20%) si distribuisce nei tessuti e in particolare: nel sangue, ove circola quasi esclusivamente negli eritrociti; nei tessuti minerali (ossa e denti), dove si accumula; nei tessuti molli (reni, midollo osseo, fegato e cervello).
La presenza di piombo nel sangue, all'interno dei globuli rossi e in massima parte legato all'emoglobina, provoca anemia. Attraverso il sangue, il piombo poi si distribuisce in tutti gli altri tessuti. Per la sua capacità di 'imitare' il calcio il piombo si accumula nelle ossa e vi costituisce una componente stabile. Tale componente può essere mobilizzata, e quindi rientrare in circolo nel sangue, in particolari stati fisiologici di stress (gravidanza, allattamento, malattie), ma anche come conseguenza di un accresciuto apporto di calcio nella dieta.
Il piombo è in grado di danneggiare praticamente tutti i tessuti, in particolare i reni e il sistema immunitario. La manifestazione più subdola e pericolosa dell'avvelenamento da piombo è quella a carico del sistema nervoso. Negli adulti il danno da piombo si manifesta soprattutto con neuropatia periferica, che si ritiene dovuta a un processo di demielinizzazione delle fibre nervose. La neuropatia da piombo colpisce soprattutto nello sviluppo, con turbe comportamentali e danni cognitivi. Studi epidemiologici hanno mostrato una forte correlazione fra il livello di piombo nel sangue e nelle ossa e scarse prestazioni in prove attitudinali (test QI o psicometrici). Il processo di apprendimento avviene attraverso la formazione e il rimodellamento delle sinapsi e l'effetto tossico del piombo su questo processo suggerisce che questo metallo danneggi specificamente la funzione sinaptica. L’aumento delle concentrazioni atmosferiche di piombo è stato inoltre correlato all’incremento dell’incidenza delle forme di autismo nei bambini.

PM: Gli inquinanti atmosferici chiamati "particolato" o "materiale particellare" includono polvere, fumo, microgocce di liquido di origine inorganica e organica, in sospensione nell’aria, emesse direttamente in atmosfera da sorgenti quali industrie, centrali termoelettriche, autoveicoli, cantieri, e le polveri trasportate del vento. Hanno una composizione molto varia: metalli, fibre di amianto, sabbie, ceneri, solfati, nitrati, idrocarburi policiclici pesanti, polveri di carbone e di cemento. La loro tossicità è legata alla composizione chimica, al potere adsorbente e alla dimensione. Le polveri hanno effetti sulla respirazione, incluso l'aggravamento di patologie respiratorie e cardiovascolari, alterazioni del sistema immunitario, danni al tessuto polmonare, aumento dell'incidenza di patologie tumorali e morte prematura.

PCB: vengono assorbiti sotto forma di vapori attraverso l’apparato respiratorio e, per contatto, attraverso la cute. La IARC ha classificato i PCB come probabili agenti cancerogeni per l’uomo. Diversi studi degli anni settanta hanno dimostrato come i PCB rappresentino una seria minaccia per la salute umana e l’ambiente; infatti l’esposizione a questi inquinanti porta danni al sistema immunitario, al fegato, alla pelle, all’apparato riproduttivo, al tratto gastrointestinale e alla ghiandola tiroidea. Ancora una volta sono i bambini ad essere il bersaglio più sensibili, poiché i PCB vengono veicolati attraverso il latte materno. Tenendo in considerazione un consumo medio giornaliero di 130 grammi di latte ogni chilo di peso corporeo, un lattante riceve ogni giorno 5 ppb di PCB per chilo di peso corporeo.
Studi condotti su popolazioni umane particolarmente esposte, dimostrano effetti cronici notevoli dei PCB a seguito di esposizione prenatale: nascita prematura, sottopeso e circonferenza cranica ridotta; a sette mesi correlazione tra livelli di PCB e deficit di memoria visiva; a quattro anni correlazione tra esposizione prenatale e deficit di capacità verbali e mnemoniche. Inoltre i PCB sono pericolosi perché danno origine a molecole diossino-simili, che possono essere altamente cancerogeni.

Nel prossimo articolo, vedremo l'effetto delle principali sostanze inquinanti riversate nelle acque.
ps: per poter scaricare il file gratuitamente è necessario (ahimé) attendere circa 60 secondi. Altrimenti, chi fosse interessato, può contattarmi via e-mail.

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