10 agosto 2010

La politica dei porci

Gli animali della Fattoria Padronale (Manor Farm), maltrattati e sfruttati dal loro padrone, Mr. Jones, vengono a conoscenza del sogno di un vecchio e saggio verro della fattoria, chiamato Vecchio Maggiore e rispettato da tutti. In questo sogno, gli animali sono liberi dal giogo dell'uomo, i soli artefici del proprio destino. Infatti Vecchio Maggiore, oltre a riferire il suo sogno, fa notare a tutti gli animali della fattoria come il loro unico nemico sia l'uomo, l'unico animale che consumi senza produrre, arrivando a formulare questa massima: «Tutto ciò che ha quattro gambe o ali è buono, tutto ciò che ha due gambe è cattivo», sintetizzato dalle pecore in «Quattro gambe buono, due gambe cattivo». Per concludere il suo insegnamento, Vecchio Maggiore insegna agli altri animali un canto che aveva appreso da piccolo e che profetizzava la liberazione degli animali in un tempo futuro. Quando il Vecchio Maggiore muore, il suo sogno è tenuto in vita dai maiali Napoleon e Palla di Neve.
Il signor Jones, diventato ormai un alcolista, trascura sempre più la fattoria fino a quando un giorno agli animali non viene data la razione di cibo e le mucche non vengono munte; non resistendo più, gli animali sfondano i recinti per andare a cibarsi da soli, mentre Jones e gli altri uomini si scagliano contro di loro. Spontaneamente, gli animali iniziano a combattere contro gli umani e riescono a cacciare questi dalla fattoria, che diventa di loro esclusiva proprietà ed è ribattezzata "Fattoria degli animali" (Animal Farm) e creano sette comandamenti, ispirati al sogno del Vecchio Maggiore, ai quali decidono di obbedire. I comandamenti sono (tra parentesi le frasi aggiunte successivamente dai maiali per giustificare le loro azioni):
Qualunque cosa cammini su due zampe è un nemico.
Qualunque cosa cammini su quattro zampe o abbia le ali è un amico.
Nessun animale deve indossare vestiti.
Nessun animale deve dormire in un letto.
Nessun animale deve bere alcol.
Nessun animale deve uccidere un altro animale.
Tutti gli animali sono uguali.
Ben presto, tuttavia, emerge tra loro una nuova classe di burocrati sfruttatori, formata dai maiali, gli stessi che avevano incitato il "popolo" a ribellarsi dall'oppressore. Essi, con la loro astuzia, il loro egoismo e la loro cupidigia si impongono in modo prepotente e tirannico sugli altri animali più ingenui e semplici.
Tra questi i più potenti sono Napoleon e Palla di Neve, i quali aspirano a concentrare tutto il potere nelle loro mani. Ma ben presto, nascono dei conflitti tra Napoleon e Palla di Neve, poichè quest'ultimo vorrebbe estendere la rivoluzione anche alle altre fattorie, mentre Napoleon è contrario, e la sua ambizione a diventare l'unico comandante sarà sempre più palese. Si prenderà cura infatti dell'educazione, in gran segreto, di alcuni cuccioli di cane, isolandoli dagli altri animali, che diventeranno poi la sua milizia personale, pronta a eliminare ogni dissidente. 
Intanto gli animali faticano insieme, prendendo ispirazione dai titanici sforzi del cavallo Gondrano (Boxer), il cui motto è: "Devo lavorare più duramente". Essi trovano lo studio molto difficile, e la maggior parte di loro lo abbandona.
Jones nel frattempo, aiutato dalle fattorie vicine, cerca di riprendersi la fattoria, ma viene sconfitto nella Battaglia del Chiuso delle Vacche (battaglia di Cowshed), guidata da Palla di Neve. Il conflitto tra Napoleon e Palla di Neve ha il suo culmine quando Palla di Neve convince gli animali della necessità di costruire un mulino a vento che fornisca elettricità alla fattoria. Napoleon lo accusa di aver tradito la rivoluzione e con l'aiuto della sua milizia lo costringe alla fuga. Una volta assunto il totale controllo della fattoria, Napoleon si dimostra un capo ancor più crudele del signor Jones. Inizia la costruzione del mulino, il cui progetto viene presentato come un'idea di Napoleon. L'arrivo di una tempesta che distrugge il mulino diventa per Clarinetto, propagandista di Napoleon, l'occasione per convincere gli animali che si sia trattato di un sabotaggio operato da Palla di Neve, incitando l'odio degli altri animali nei suoi confronti.
Napoleon arriva a tradire anche i suoi più fedeli sostenitori come il cavallo Gondrano, che lavorò duramente per la costruizione del mulino, il quale viene però poi condotto al macello quando non più utile ai progetti del comandante.
I Sette Comandamenti vengono pian piano riscritti poichè i maiali acquisiscono passo dopo passo le comodità e i vizi degli esseri umani
Nessun animale deve dormire in un letto con le lenzuola.
Nessun animale deve bere alcol in eccesso.
Nessun animale deve uccidere un altro animale senza motivo.
e poi eliminati ad uno ad uno. Alla fine gli ideali di uguaglianza e fraternità proclamati al tempo della rivoluzione saranno traditi da un unico comandamento che si sostituisce agli altri sette: 
Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri.
Napoleon e gli altri maiali iniziano a commerciare con gli umani, assumendone sempre più gli atteggiamenti e i comportamenti che tanto avevano disprezzato e condannato al tempo della rivoluzione. Vendono del legname a Frederick, uno dei fattori confinanti, ma questo li paga con denaro falso e poi attacca la fattoria. Gli animali riescono a sconfiggere Frederick e i suoi uomini, ma subiscono moltissime perdite e l'umore della fattoria è sempre più basso.
Intanto i maiali diventano sempre più corrotti e simili agli uomini. Il romanzo termina con Napoleon e i suoi scagnozzi che giocano a carte con gli altri fattori nella casa di Jones; durante un brindisi Napoleon si discosta da tutti gli ideali della rivoluzione, di fatto condannandoli. Quando poi scoppia un litigio a causa delle carte, gli animali ormai denutriti che guardano sconvolti la scena dalla finestra, non riescono più a distinguere gli uomini dai maiali:
«…le creature di fuori guardavano dal maiale all'uomo, dall'uomo al maiale e ancora dal maiale all'uomo, ma già era loro impossibile distinguere fra i due.»
Il sogno del Vecchio Maggiore si è trasformato in un incubo.

La fattoria degli animali è un romanzo satirico dello scrittore britannico George Orwell. Pubblicato al termine della guerra nel 1945, il romanzo è un'allegoria del totalitarismo sovietico del periodo staliniano. È ambientato in un'immaginaria fattoria inglese dove gli animali, stanchi del crudele sfruttamento da parte dell'uomo, si ribellano e assumono il controllo. Una volta liberi, gli animali decidono di dividere equamente il prodotto del loro lavoro, che prima gli veniva sottratto dall'uomo, seguendo il principio marxista «da ognuno secondo le proprie capacità, a ognuno secondo i propri bisogni». Il loro sogno utopico viene però ben presto tradito dall'emergere di un'altra classe di sfruttatori: i maiali. Gli avidi suini, che erano stati gli ispiratori della "rivoluzione", prenderanno il controllo della fattoria e progressivamente diventeranno simili in tutto e per tutto all'uomo, finché persino il loro aspetto diventerà antropomorfo. La satira verso gli ideali utopici della rivoluzione russa è resa ancora più diretta dal fatto che ogni evento ed ogni personaggio descritti nel romanzo rappresentano l'allegoria di un preciso evento o personaggio della realtà storica.

A causa dei suoi riferimenti precisi, La fattoria degli animali è stata spesso considerata una satira nei confronti del solo comunismo sovietico basato sugli insegnamenti di Karl Marx. Si possono leggere tuttavia anche tratti distintivi di altri regimi: si distinguono particolarmente i tratti eziologici della nascita della corruzione e del perseguimento di interessi personali da parte dei detentori del potere in seguito al raggiungimento del potere stesso. Nel racconto si può rintracciare quindi una disillusione valida più generale per qualunque rivoluzione, la considerazione cioè che la ricerca del potere finisca presto o tardi per far tradire gli iniziali ideali rivoluzionari.

La corruzione è evidente attraverso la modifica dei comandamenti: l'unico rimasto, totalmente stravolto, mostra quanto elitari siano diventati i maiali e come gli ideali dell'animalismo appartengano ormai al passato. Lungo tutta la storia, gli eventi vengono riscritti a seconda delle esigenze dei maiali. Il passato viene rappresentato peggiore di come realmente fosse, così da far sembrare meno scioccanti le brutalità compiute dai maiali.
La propaganda è la diffusione di una particolare idea, fatta in modo da influenzare le persone. Come fanno gli animali a essere ingannati al punto da elevare Napoleone al rango di un semidio? Per raggiungere tale risultato, i maiali utilizzano gli strumenti della dittatura: la manipolazione delle emozioni, la disinformazione, il controllo del cibo e dell'educazione. Sono propagandistici tutti i discorsi di Clarinetto, quelli di Napoleon, le poesie di Minimus e i discorsi del corvo domestico Mosè. Interessante notare come la propaganda non si limiti a manipolare le informazioni riguardanti l'attualità o i progetti futuri ma, come in effetti avviene in molti regimi dittatoriali, persino a correggere la storia, riscrivendo o rovesciando letteralmente la verità di taluni episodi passati, a seconda della convenienza della classe dominante.
L'educazione è un tema fondamentale, in quanto gli animali credono ciecamente alla propaganda proprio perché incapaci di filtrare le informazioni che vengono loro propugnate dal regime. L'ignoranza è dunque un'arma preziosa nelle mani di qualsiasi dittatore, in quanto permette di far credere al popolo ciò che si ritiene più utile.
Per tutti questi motivi, ancora una volta, George Orwell si è dimostrato lungimirante, con un racconto satirico che, nonostante sia stato scritto quasi 70 anni fa, rispecchia per molti versi la nostra attuale società. Lascio a voi la riflessione sulle somiglianze, ma le ritengo quanto mai evidenti. La discussione è aperta.

Leggi anche: Fantapolitica o realtà?

5 commenti:

Anonimo ha detto...

concordo completamente, viviamo in una fattoria degli animali e l'arma della propaganda è completamente nelle mani di uno solo.

Anonimo ha detto...

Credo che Orwell fosse un sensitivo.
Molti scrittori e artisti lo sono, prevedono il futuro e spesso, quando cercano di condividere le proprie scoperte, non sono creduti ed anzi vengono umiliati dal resto della popolazione.
Il nostro Napoleon morirà per malattia o per vecchiaia, dunque non rimarrà un problema in eterno... dunque non mi preoccupa più di tanto.
La cosa peggiore è che i politici che gli succederanno (di qualunque schieramento siano), sono già oggi peggiori dei maiali del romanzo, si mostrano tutti inveleniti e pronti ad uccidere pur di mantenere il loro status quo.
Se non ci daremo presto una bella svegliata correremo enormi rischi che con un pò di coraggio in più avremmo potuto evitare.
Un saluto e tante grazie per il blog!

Kassandra

mnz ha detto...

Orwell non era un sensitivo. Il fatto è che la storia si ripete. È proprio l'ignoranza (spesso storica) a permettere a personaggi di oggi di tradurre al presente metodi dittatoriali che hanno già funzionato in passato.
Penso che il nostro presidente del consiglio in questo sia una sorta di genio: ha disinformato per decenni, boicottando l'humus culturale di diverse generazioni, riuscendo a manipolare il pubblico pensiero.
Non si parla più di dittatura canonica, la nostra è un autoritarismo modernissimo e.. funziona. cazzo se funziona.

mnz

diksa53 ha detto...

E cosa dire di "1984" e il Grande Fratello? Attualmente viviamo in una situazione se non analoga, molto simile....!!!!

carla ha detto...

sono d'accordo,come sempre del resto.

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