7 luglio 2010

L'Italia resiste sulle barricate della decenza

In Italia ormai l'informazione è un caro ricordo. Ma la stampa estera, che non può essere imbavagliata dal Presidente del Partito dell'Amore, continua a parlare di noi, molto più di quanto se ne faccia in Italia, sottolineando senza timore quanto sia immorale quello che sta succedendo nel nostro Paese, in particolare nella sfera politica. Una vicenda che ha ovviamente fatto molto scalpore è stata la sentenza Dell'Utri, condannato a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Mentre in Italia i giornalisti striscianti cercavano in tutti i modi di far sembrare paradossalmente la condanna un'assoluzione, i quotidiani esteri hanno condannato pienamente il Senatore amico di vecchia data del Premier, il cui Governo è continuamente coinvolto in episodi di malaffare.
Vi invito caldamente alla lettura di questi due articoli perchè non troverete nulla del genere scritto sulla stampa italiana. Ma purtroppo è l'infame verità. Non è un caso che la stampa di due diversi paesi parli di "decenza politica".

Sueddeutsche Zeitung, Germania. "L'immoralità pubblica".
Che si tratti di collusione mafiosa o di frode aggravata, di ministri o del premier Berlusconi, i politici italiani continuano a mantenere il loro incarico anche dopo gli scandali. I cittadini perdono il rispetto nei confronti dello Stato, della legge e della politica.
Un uomo di fiducia di vecchia data del premier italiano Silvio Berlusconi è stato giudicato colpevole anche in secondo grado per i suoi comprovati rapporti con la mafia. Sette anni di reclusione pendono su Marcello Dell’Utri, senatore del partito di governo PDL. Anche nel governo si possono trovare, senza dover cercare molto, persone nel mirino della magistratura. E si comincia proprio con il Premier Berlusconi, contro il quale pendono tre processi.
Si potrebbe pensare che sarebbe motivo sufficiente per il suo partito per prendere le distanze da lui. Invece i leader del Pdl hanno commentato soddisfatti la condanna quasi fosse stata un’assoluzione. Perché sarebbe potuta andare anche molto peggio, ossia che il loro uomo venisse condannato anche per l’accusa di aver fondato il partito di Forza Italia con l’aiuto della mafia. Questo è solo l’ultimo caso in ordine di tempo che mette in luce quanto senso dell’onore, della vergogna o del rispetto nutra la gran parte della politica e del governo italiano verso le istituzioni dello Stato.
Naturalmente Dell’Utri non ci pensa nemmeno a lasciare la sua poltrona di senatore in Senato. Lì infatti gode, per fare un esempio, della compagnia di Salvatore Cuffaro del partito UDC. Il senatore Cuffaro è stato condannato in secondo grado a diversi anni di reclusione, perché quando era Presidente della Regione Sicilia era in contatto con la mafia.
I senatori onesti sono anche costretti a condividere i banchi del Parlamento con un altro senatore del PDL condannato per reati di tipo economico e che in questo momento è anche inquisito per frode aggravata. Ai vertici del Parlamento solo un senatore è sembrato davvero insostenibile quest’anno, il senatore del PDL Nicola di Girolamo, accusato di aver riciclato denaro per la ndrangheta e di frode elettorale, ma dopo una tenace resistenza si è dimesso ed è stato immediatamente arrestato.
Anche nel governo stesso si possono trovare senza fatica persone al vaglio della magistratura. Si inizia con il Premier, a carico del quale vi sono tre processi pendenti. Il neoministro Aldo Brancher è accusato in un processo per reati finanziari. Poi c’è il Sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino, che i giudici hanno chisto di sottoporre a carcerazione preventiva per i suoi contatti con la camorra (autorizzazione negata dal Parlamento, nda). Guido Bertolaso, il capo della protezione civile, è indagato per uno scandalo di corruzione su vasta scala. Dopo tutto, a maggio, il ministro Claudio Scajola ha dovuto dimettersi. E’ sembrato davvero poco plausibile che non si sia accorto che un imprenditore abbia versato 900.000 euro per l’acquisto di un suo appartamento.
Attacchi continui alla magistratura
Questo elenco di politici corrotti è incompleto. Dimostra però che non è prassi tutelare gli organi costituzionali con la sospensione dagli incarichi almeno fino a quando non è tutto chiarito. Questi rappresentanti della politica non sembrano proprio porsi la questione di come i cittadini possano conservare in queste condizioni il rispetto per lo Stato, la legge e la politica. Tutto ciò è anche accompagnato dai continui attacchi del capo del governo alla magistratura. Berlusconi sta facendo tutto il possibile per delegittimare i giudici, come ha già fatto con il Presidente della Repubblica, garante della Costituzione. Il Premier ha recentemente vituperato la Costituzione come un intruglio cattocomunista, con il quale sarebbe impossibile governare.
Non ci vuole molta fantasia per rendersi conto che simili esternazioni ben poco hanno a che spartire col diritto e la legge. Quali effetti questo possa avere sull’opinione pubblica sembra non interessare affatto a Berlusconi. Questo è un messaggio devastante dai vertici della politica. Tuttavia un debole messaggio di speranza per il futuro sembra esserci stato dopo la sentenza a carico di Dell’Utri. L’organizzazione giovanile del PDL in Sicilia ha esplicitamente richiesto al suo partito di estromettere chi viene condannato per associazione mafiosa. A quanto pare almeno qualche esponente più giovane del partito aspira a una maggior decenza politica.

O Correio da Manhã, Portogallo."L'Italia che resiste".
Marcello Dell’Utri, vecchio amico e socio di Silvio Berlusconi, è stato condannato a sette anni di carcere per reati di mafia. Chiariamo: Dell’Utri è una specie di inventore di Berlusconi. È stato cofondatore di Forza Italia e una sorta di ragionere delle attività politiche di Berlusconi. Ma dietro Forza Italia Dell’Utri ha una storia molto sinistra.
Da sempre è sospettato di essere legato a personaggi mafiosi considerati autori morali e materiali degli attentati di cui furono vittime i giudici Falcone e Borsellino, e a vari politici delle strutture antimafia in Sicilia, Puglia e Napoli. Ciò è stato affermato da vari “pentiti” , specialmente da due tra i più affidabili: Gaspare Spatuzza e Francesco Di Carlo.
È storicamente comprovato il fatto che Dell’Utri abbia ereditato gran parte delle relazioni di Salvo Lima, il dirigente della Democrazia Cristiana assassinato dalla mafia come rappresaglia contro Giulio Andreotti quando questi non disponeva dell’abituale influenza per proteggere i “capi”. Stiamo parlando ovviamente degli amici Totò Riina e Bernardo Provenzano.
Ora si è preso sette anni dall’Italia che resiste sulle barricate della decenza. Quella che da queste parti alcuni definiscono, con evidente interesse personale, come giustizialismo populista…
Articolo originale "A Itália que resiste" di Eduardo Dâmaso

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1 commenti:

Anonimo ha detto...

All'estero, si può parlare più liberamente dell'Italia. Ma anche l'inverso è vero. Per i francesi è difficile parlare delle mazzette Sarkozy/Bétancourt. Se ti piac Vauro perchè non visiti il sito de il Manifesto? Puoi lasciare la tua opinione. chomsky5,c5

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