6 ottobre 2010

Ilva di Taranto: veleni nell'acqua - III parte

Oggi ci occupiamo delle conseguenze degli scarichi dell’acciaieria Ilva nelle acque, non solo per quanto riguarda la salute umana, ma anche con un particolare occhio di riguardo per le effetti dei versamenti inquinanti sugli ecosistemi acquatici.
Ancora una volta, come si può vedere dalla rispettiva tabella e dal grafico (clicca immagine per ingrandire), tutte le sostanze vanno oltre ben oltre i limiti di legge, anche di centinaia di volte, e molte sono le misurazione davvero preoccupanti: il cianuro e i fenoli, che superano il valore soglia di ben oltre 600 volte negli ultimi 5 anni; il cromo, che nel 2002 superò i limiti di legge di 1183 volte;  il piombo, pericolosissimo per la salute, nel 2003 registrò un valore 887 volte più alto. Lascia invece sconcertati il mercurio, che nonostante la sua pericolosità sia per la salute umana che per l’ambiente acquatico, non viene preso in considerazione nei parametri europei di misurazione delle emissioni nelle acque. E sarebbe stato senz’altro utile, visto che l’Ilva scaricò nelle acque un contenuto di mercurio oltre 600 volte i limiti di legge tra il 2003 e il 2005.

Arsenico: l'eccessiva esposizione ad arsenico può portare a effetti sulla salute per l'apparato digerente, sistema nervoso centrale, cuore e reni e alcuni dei suoi composti possono comportare danni genetici e causare il cancro. L'arsenico è inoltre estremamente tossico per gli organismi acquatici. La tossicità e i rischi per la salute dipendono tuttavia dalla forma e dalla biodisponibilità dei diversi composti dell’arsenico.

Cianuri: vengono rilasciati nelle acque da vari processi industriali. L’industria chimica e di finitura del metallo, nonché la produzione di ferro e acciaio sono le principali responsabili di rilascio di cianuro. Tutti i cianuri inibiscono gli enzimi che legano l’ossigeno e di conseguenza il cervello e il sistema cardiovascolare sono i principali organi colpiti da avvelenamento da cianuro a causa della loro elevata richiesta di ossigeno. I cianuri non sono generalmente molto persistenti quando vengono rilasciati nell’acqua e nel suolo, anche se non persistono nel terreno ma tendono a penetrare nelle acque sotterranee. Sono comunque molto tossici per i pesci e le altre forme di vita acquatica. Tutti i cianuri infatti agiscono come veleni respiratori per gli organismi aerobici. 

Cromo: una prolungata esposizione al cromo può comportare effetti sulla salute e causare il cancro. Alcuni composti del cromo sono tossici anche per la vita acquatica; la tossicità e l’accumulo nei sistemi biologici dipende dalla natura e dalla biodisponibilità dei composti.
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Fenoli: sono sia presenti in natura, sia prodotti dall’uomo e rappresentano un’eterogenea famiglia di composti. L'eccessiva esposizione alle sostanze chimiche di questo gruppo possono causare una varietà di effetti sulla salute a seconda della sostanza chimica in questione, tra i quali effetti danni a cervello, apparato digerente, occhi, cuore, rene, fegato, polmoni, nervi periferici, pelle e soprattutto il feto. I fenoli possono anche essere sostanze mutagene. Sono moderatamente tossici per gli animali acquatici tra i quali i pesci sembrano in generale essere le specie più sensibili.

Idrocarburi policiclici aromatici (IPA): come già sottolineato per gli inquinanti atmosferici, alcuni IPA sono noti causare cancro, difetti congeniti e mutazioni in seguito a prolungata esposizione di tessuti umani e animali. La capacità di alcuni IPA di percorrere lunghe distanze in atmosfera e la loro scoperta in località ben lontane dalla fonte di emissione ha portato alla classificazione degli IPA come inquinanti organici persistenti, i cosiddetti POP. Gli IPA sono elencati tra le principali sostanze pericolose nella Direttiva Quadro sulle Acque.

Mercurio: può essere assimilato per inalazione dei suoi vapori. Il mercurio, genotossico, è un metallo estremamente dannoso per il sistema nervoso centrale e periferico. È una sostanza neurotossica, che agisce anche su cuore, reni e sistema immunitario, sia nel caso di avvelenamenti acuti che cronici. Bassi livelli di contaminazione da mercurio nei laghi può portare, a causo del bioaccumulo nella catena alimentare, a concentrazioni elevate in insetti, pesci e uccelli. Il mercurio e i suoi composti sono elencati tra le principali sostanze pericolose nella Direttiva Quadro sulle Acque.

Nichel: l'eccessiva esposizione può provocare effetti sulla salute a livello del sangue, polmoni, naso, rene, sistema riproduttivo, pelle e del feto. Il nichel è tossico anche per la vita acquatica. Tuttavia, i rischi dipendono dalla forma e la biodisponibilità di nichel. Anche il nichel e suoi composti sono elencati tra le principali sostanze pericolose nella Direttiva Quadro sulle Acque.
Le relazioni di valutazione dei rischi sono attualmente in discussione da un comitato tecnico di esperti, composto da rappresentanti degli Stati membri, dell'industria e delle ONG.

Piombo: Il piombo figura al 2° posto nella lista delle sostanze pericolose indicate dall' ATSDR (Agency for Toxic Substances and Disease Registry). Assorbito essenzialmente attraverso la respirazione e la nutrizione, il piombo non viene metabolizzato, ma per larga parte escreto, mentre il resto (circa 20%) si distribuisce nei tessuti e in particolare: nel sangue, ove circola quasi esclusivamente negli eritrociti; nei tessuti minerali (ossa e denti), dove si accumula; nei tessuti molli (reni, midollo osseo, fegato e cervello).
La presenza di piombo nel sangue, all'interno dei globuli rossi e in massima parte legato all'emoglobina, provoca anemia. Attraverso il sangue, il piombo poi si distribuisce in tutti gli altri tessuti. Per la sua capacità di 'imitare' il calcio il piombo si accumula nelle ossa e vi costituisce una componente stabile. Il piombo è in grado di danneggiare praticamente tutti i tessuti, in particolare i reni e il sistema immunitario. La manifestazione più subdola e pericolosa dell'avvelenamento da piombo è quella a carico del sistema nervoso. Negli adulti il danno da piombo si manifesta soprattutto con neuropatia periferica, che si ritiene dovuta a un processo di demielinizzazione delle fibre nervose. La neuropatia da piombo colpisce soprattutto nello sviluppo, con turbe comportamentali e danni cognitivi. Studi epidemiologici hanno mostrato una forte correlazione fra il livello di piombo nel sangue e nelle ossa e scarse prestazioni in prove attitudinali (test QI o psicometrici). Il processo di apprendimento avviene attraverso la formazione e il rimodellamento delle sinapsi e l'effetto tossico del piombo su questo processo suggerisce che questo metallo danneggi specificamente la funzione sinaptica.
Il piombo è inoltre molto tossico anche per gli organismi acquatici.

Rame: l’esposizione al rame e suoi composti può provocare danni a livello dell’apparato digerente, occhi, reni, fegato, polmone e naso. Il rame è tossico per la vita acquatica e per alcuni microrganismi del suolo ed è potenzialmente in grado di distruggere i cicli naturali di taluni nutrienti.

Zinco: sebbene sia un elemento normalmente presente in natura, l'esposizione prolungata ai composti di zinco può avere effetti deleteri a livello dell’apparato circolatorio, apparato digerente, occhi, reni, polmone, pancreas, sistema riproduttivo, pelle e può alterare il normale sviluppo del feto. Nelle zone in cui sono presenti grandi quantità di zinco, questo può entrare nella rete idrica in concentrazioni tossiche per i pesci e, potenzialmente, anche per gli esseri umani. Lo zinco può accumularsi negli organismi acquatici e può quindi essere tossico sia per essi, sia per le specie di cui sono prede.

Azoto: per “azoto” non si intende una sola sostanza chimica, ma una vasta gamma di composti, i cui effetti dipendono dalla natura delle sostanze stesse. Il rilascio di composti di azoto dà luogo a preoccupazione per due diversi motivi: in primo luogo, essendo nutrienti per le piante, provocano l'eutrofizzazione delle acque, e, in secondo luogo contribuiscono all’acidificazione di laghi e fiumi, mettendo a repentaglio la vita negli ecosistemi più sensibili.

Cadmio: l’esposizione al cadmio e ai suoi composti può provocare il cancro e rappresenta una seria preoccupazione per la salute umana, in particolare per i suoi effetti su reni e ossa. Il cadmio è inoltre tossico per una vasta gamma di microrganismi e per la vita acquatica in genere, in quanto interferisce su crescita e riproduzione. Il cadmio è inoltre facilmente accumulato da molti organismi, in particolare da micro-organismi e molluschi.

Carbonio organico totale (TOC): tutti i composti organici contenti carbonio possono essere raggruppati in questa categoria. Questi composti possono essere frammentati dai microrganismi, processo che richiede consumo di ossigeno. E proprio qui risiede la pericolosità di questo gruppo e non per la tossicità per la saluta umana, verso la quale sembrano essere del tutto inerti. Alte concentrazioni di TOC nelle acque, infatti, rendono l’ambiente inospitale per pesci e altre forme di vita, a causa della carenza di ossigeno. Difficilmente possono creare un problema a livello globale, ma senz’altro a livello locale, con le acque costiere che, per gli scarichi dell’uomo, diventano anaerobie e quindi prive di vita, come si può riscontrare in alcune aree del Mar Baltico, Mar Nero, Mar Adriatico e le acque costiere intorno alla Thailandia.

Fosforo: il rilascio di grandi quantità di fosfati nell'ambiente acquatico può avere rilevanti effetti negativi. Le alghe infatti assorbono rapidamente i fosfati inorganici, nutriente primario per la vita vegetale cosicché possono crescere rapidamente. Quando queste muoiono vengono però decomposte dai batteri aerobi, con conseguente consumo di ossigeno e impoverimento delle acque, contribuendo così all’eutrofizzazione. La riduzione dei livelli di ossigeno può seriamente minacciare gli organismi acquatici. L'acqua può anche diventare putrida a causa della grande quantità di materia organica in decomposizione. Un grande problema dell'inquinamento da fosfati è che esso persiste per lungo tempo all'interno degli ambienti acquatici. I fosfati infatti sono semplicemente liberati nuovamente nell'ambiente quando le piante muoiono, per essere poi riutilizzati da altre piante.

A questo punto resta solo un interrogativo: perchè nessuno interviene, rendendosi complice di questo sopruso per la salute dei cittadini e di questa catastrofe ambientale???


ps: per poter scaricare la tabella gratuitamente è necessario (ahimé) attendere circa 60 secondi. Altrimenti, chi fosse interessato, può contattarmi via e-mail.

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