15 gennaio 2011

2010: confermato l'ennesimo anno record

Un gruppo di scienziati provenienti da diverse importanti istituzioni - il Goddard Institute for Space Studies (GISS) della Nasa, NOAA's National Climatic Data Center (NCDC), il Meteorological Agency dal Giappone e il britannico Met Office Hadley Centre - hanno raccolto i dati registrati dalle stazioni di monitoraggio della temperatura sparse per il mondo e hanno stabilito che il 2010, assieme al 2005, ha fatto registrare le temperature più alte degli ultimi 131 anni di misurazione strumentale. Ma quanto è significativa l'analisi di un singolo anno? Non più di tanto, sottolinea James Hansen, direttore del GISS a New York City. Nell'analisi dell'Istituto, per esempio, il 2010 differiva dal 2005 per meno di 0,01 ° C (0,018 ° F), una differenza così piccola che le temperature di questi due anni risultano essere indistinguibili, dato il grado di incertezza del calcolo.
Nel frattempo, il 2009, il terzo anno più caldo è così vicino al 1998, 2002, 2003, 2006 e 2007, con la differenza massima tra gli anni di soli 0,03° C, cosicché le temperature di tutti e sei gli anni sono praticamente sovrapponibili. Anche per il 2010 è molto più importante l'analisi di un contesto più ampio piuttosto che quella del singolo anno. "Certo, è interessante che il 2010 sia stato così caldo, nonostante la presenza de La Niña e un sole incredibilmente inattivo, due fattori che hanno un'influenza sul raffreddamento del pianeta, ma molto più importante della classificazione dei singoli anni sono i trend decennali" ha detto Hansen.
Uno dei problemi che può emergere se ci si focalizza sulla classificazione dei singoli anni, piuttosto che sulla tendenza a lungo termine, è che le temperature registrate possono differire nelle stazioni di rilevamento più seguite, come il GISS, il NCDC, e il Met Office, una situazione che può generare confusione. Per esempio, mentre il GISS aveva precedentemente classificato il 2005 come l'hanno più caldo, per il Met Office era stato il 1998. La discrepanza ha contribuito ad alimentare l'errata percezione che i risultati dei tre gruppi variassero eccessivamente e che contenessero una grosso livello di incertezza. Ciò alimentatò anche la percezione che il riscaldamento globale si arrestò nel 1998. 
"In realtà, nulla potrebbe essere più lontano dalla verità", ha detto Hansen. Le temperature del globo hanno continuato ad aumentare costantemente.
"I tre documenti ufficiali variano leggermente a causa di sottili differenze nel modo in cui si analizzano i dati, ma i risultati concordano straordinariamente bene", ha detto Reto Ruedy, collega di Hansen al GISS, esperto nell'analisi della temperatura della superficie terrestre.
Tutte e tre le registrazioni mostrano picchi e valli che variano in sincronia virtuale con gli altri dal 1880. Tutti e tre mostrano un riscaldamento negli ultimi decenni particolarmente rapido. E tutti e tre mostrano come l'ultimo decennio sia il più caldo mai registrato nelle misurazioni strumentali.
La temperatura media misurata nel 2010 dagli esperti della Nasa è stata di 0,74 gradi centigradi superiore a quella ottenuta nel trentennio compreso fra il 1951 e il 1980, ed è stata ottenuta attraverso il monitoraggio dell’atmosfera in oltre mille stazioni meteorologiche collocate in ogni continente, dai dati inviati dai satelliti meteorologici, dai punti di osservazione marini, e dalle stazioni scientifiche presenti nel Polo Sud. Ma l’aspetto più preoccupante per gli scienziati della Nasa sta nel fatto che negli scorsi mesi la Nina ha interessato una gran parte dell’oceano Pacifico, influenzando così il clima di tutto il pianeta; e la Nina è un fenomeno climatico che raffredda.
Dunque, se non si fosse manifestato, i rilevamenti sarebbero stati più caldi, come ha spiegato James Hansen del Giss: «Se si epurano i dati della Nina e del Nino che l’ha preceduta, si scopre che l’ultima decade si è riscaldata a una velocità sicuramente superiore rispetto alle due decadi precedenti». I due ultimi inverni, che sono stati particolarmente freddi nell’emisfero boreale, potrebbero trarre in inganno, perché l’aumento della temperatura terrestre prosegue con continuità e paradossalmente il freddo ne è una diretta conseguenza. In Artide, dove le temperature salgono più velocemente che altrove, si sono presentate situazioni meteorologiche molto anomale a causa dello scioglimento dei ghiacci, che spingono verso meridione i venti freddi provocando il clima gelido.
Fatto salvo questo fenomeno, in tutto il resto del pianeta le temperature non hanno mostrato alcuna diminuzione in alcuna stagione dell’anno, e anzi per il futuro prossimo la situazione tenderà a riscaldarsi ulteriormente. In base ad analisi di più lungo periodo, la temperatura si sta innalzando a una velocità di circa un quinto di grado centigrado ogni decennio. Da qui la previsione di Hansen, che ha presentato i dati della ricerca: «Se le condizioni attuali continueranno a rimanere tali, ossia se non si diminuirà l’immissione di anidride carbonica nell’atmosfera, il 2010 conserverà per ben poco tempo il record acquisito». Il 2011 dunque preme per un posto sul podio.

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