17 gennaio 2011

Cibi adulterati: un altro reato cancellato

La legge n. 283 del 30 aprile 1962 "Disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande", ha tutelato per quasi 50 anni la salute dei consumatori contro le sofisticazioni alimentari nonché la qualità del marchio Made in Italy. Recita infatti la legge:
Sono soggette a vigilanza per la tutela della pubblica salute la produzione ed il commercio delle sostanze destinate alla alimentazione. A tal fine l'autorita' sanitaria puo' procedere, in qualunque momento ed a mezzo dei competenti organi ed uffici, ad ispezione e prelievo di campioni negli stabilimenti ed esercizi pubblici, dove si producano, si conservino in deposito, si smercino o si consumino le predette sostanze. nonche' sugli scali e sui mezzi di trasporto. Essa puo' altresi', procedere al sequestro delle merci e, ove dagli accertameniti eseguiti risulti necessario per la tutela della pubblica salute, alla loro distruzione.
Fondamentale l'art.5:
E' vietato impiegare nella preparazione di alimenti o bevande, vendere, detenere per vendere [...] o comunque distribuire per il consumo, sostanze alimentari: 
a) private anche in parte dei propri elementi nutritivi o mescolate a sostanze di qualita' inferiore o comunque trattate in modo da variarne la composizione naturale, [...]; 
b) in cattivo stato di conservazione; 
c) con cariche microbiche superiori ai limiti che saranno stabiliti dal regolamento di esecuzione o da ordinanze ministeriali; 
d) insudiciate, invase da parassiti, in stato di alterazione o comunque nocive, ovvero sottoposte a lavorazioni o trattamenti diretti a mascherare un preesistente stato di alterazione; 
e) adulterate, contraffatte o non rispondenti per natura, sostanza o qualita' alla denominazione con cui sono designate o sono richieste; 
f) colorate artificialmente quando la colorazione artificiale non sia autorizzata o, nel caso che sia autorizzata, senza l'osservanza delle norme prescritte e senza l'indicazione a caratteri chiari e ben leggibili, della colorazione stessa. [...]
g) con aggiunta di additivi chimici di qualsiasi natura non autorizzati con decreto del Ministro per la sanita' o, nel caso che siano stati autorizzati senza la osservanza delle norme prescritte per il loro impiego. [...]
h) che contengano residui di prodotti, usati in agricoltura per la protezione delle piante e a difesa delle sostanze alimentari immagazzinate, tossici per l'uomo. [...]
Ebbene, questa legge è stata abrogata a metà dicembre dello scorso anno. Dopo quella data, la legge che permetteva di perseguitare chi mettesse in commercio cozze tossiche, mozzarelle blu, rosse o a pois viola, maiale, uova e formaggio alla diossina, cibi scaduti e “rinfrescati” con un’ semplice cambio di etichetta è stata cancellata, grazie all’entrata in vigore della legge n. 246 del 28 novembre 2005, la cosiddetta procedura “taglia-leggi”, tanto voluta dal "Semplificatore", il Ministro leghista Roberto Calderoli, che pubblicizzò l'avvio dei lavori con il famoso falò delle vecchie leggi davanti a decine di telecamere. Ancora una volta, la giusta idea di semplificare la pesantissima burocrazia italiana, messa in mano a persone non competenti si è trasformata in un taglio alla cieca. La legge infatti cancella tutte le norme antecedenti al primo gennaio 1970, salvo quelle ritenute "indispensabili alla permanenza in vigore" che sono state elencate. La legge 283 del 1962 sulla tutela degli alimenti nell'elenco non c'è. Dimenticanza, distrazione, volontà? Qualche sospetto viene. Nel 2007 infatti ci fu già un tentativo di depenalizzare questi reati, ma le polemiche fortunatamente bloccarono tutto.
Difficile ora correre ai ripari: da questo momento, e fino all’entrata in vigore di un’eventuale nuova norma, sarà zona franca. Questo vuol dire che non esistono neanche i reati che la legge contemplava e potremmo ritrovarci sulle nostre tavole cotolette alla salmonella, carne vecchia «ringiovanita» con i coloranti, vino adulterato con additivi chimici o peggio con il metanolo, olio di oliva fatto senza olive, farine alimentari con il prione della mucca pazza, mascarpone al botulino, ortaggi con il piombo, salse rese più rosse da sostanze cancerogene, acque minerali ricche in cloroformio, pane e mortadella agli escrementi, mozzarelle prodotte con scarti di formaggi, cozze infettate dal virus dell'epatite o dal vibrione del colera, alici con il parassita anisakis che perfora l'intestino.
Il procuratore Guariniello, che segue il caso delle "mozzarelle blu", ha segnalato il problema al ministro della Salute Ferruccio Fazio che, a quanto dice, si è subito attivato per correre ai ripari. La zona franca, però, ora c’è. Niente più magistratura di mezzo (a eccezione dei casi gravi o mortali in cui subentra il codice penale), niente più sequestri preventivi, niente più blitz dei Nas.
Ancora una volta in Italia non si combatte il crimine ma lo si aiuta. E questa volta anche sulla nostra pelle. Non sono poche le organizzazioni criminali, spesso di stampo mafioso, che fanno della contraffazione alimentare fonte di immensi guadagni. Nell'attesa che qualcuno ponga rimedio a questo disastro, non ci resta che incrociare le dita ogni volta che mangiamo un boccone.


2 commenti:

Mantlin ha detto...

Ma guarda un pò...
"Nuove rivelazioni shock sull'Italia da Wikileaks. In un dispaccio datato giugno 2008 del console Usa a Napoli, J. Patrick Truhn, si legge che in Campania la camorra fa affari con "importazioni a basso costo", che vanno dalle mele cariche di pesticidi della Moldova al sale del Marocco infestato dall'escherichia coli. Citando il comandante dei carabinieri locale, il diplomatico parla anche di panifici dove si cucina il pane con materiali tossici."

Ruby ha detto...

Guarda su queste cose c'è davvero poco bisogno di Wikileaks. Basta leggere il libro di Emiliano Fittipaldi ("Così ci uccidono",ed.Rizzoli) e puoi trovare quante porcate sono venute fuori in termini di contraffazioni dalle indagini dei magistrati. Te ne cito un pezzo, che a mio parere è decisamente inquietante:
"L'emergenza [in Campania] non finisce mai. Una delle ultime scoperte è il pane della camorra, pagnotte cotte a puntino in un migliaio di forni illegali sparsi per la Campania. Sfilatini che sono andati a ruba nel 2007 e 2008, quando il prezzo al chilo del pane normale è andato alle stelle. I boss hanno fiutato l'affare, e hanno invaso i <> sulla strada e le salumerie di bocca buona con prodotti cotti senza alcuna regola: al di là della mancanza di controlli igienici, i carabinieri hanno scoperto che il fuoco per far lievitare l'impasto veniva appiccato pure con infissi verniciati, cortecce di noccioli trattate con antiparassitari, bare dissotterate dal cimitero."

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