25 settembre 2010

Il suolo minacciato

Negli ultimi anni nella pianura padana si sono perduti migliaia di ettari di suolo agricolo ad opera di una dilagante espansione urbana ed infrastrutturale. Nella cosiddetta Food Valley parmense, come in altre aree padane, dopo la fine di Tangentopoli si è assistito ad una fortissima accelerazione dell’espansione urbana secondo modalità sempre più incontrollate e disperse e con ritmi di occupazione del suolo ben superiori agli anni del boom economico ed edilizio, nonostante una dinamica demografica piuttosto debole. Paradossale perché Parma si propone al mondo come la Food Valley italiana, la capitale  dell’agroalimentare, luogo di eccellenza di prodotti alimentari tipici, come il Prosciutto di  Parma e il Parmigiano Reggiano, che fondano la propria immagine, la propria forza evocativa e distintività di mercato sul radicamento ad un territorio d’origine preservato e di alta qualità ambientale. Ci si aspetterebbe quindi che, qui più che altrove, le politiche di sviluppo urbanistico ed economico e i relativi strumenti di pianificazione e programmazione si preoccupassero di tutelare il paesaggio e il suolo agrario, quali elementi essenziali di un comparto economico, quello agroalimentare, che copre più del 35% del fatturato industriale. In realtà le scelte urbanistiche vanno in tutt’altra direzione.  A giudicare dal numero di cantieri e di gru che spuntano dall’orizzonte, la pianura parmense, più che una Food Valley, sembra infatti diventata una Gru Valley. Tra l’Autostrada del Sole e il margine appenninico, la campagna sta progressivamente scomparendo. In questa regione, infatti, lo sprawl urbano, con i suoi capannoni, le sue gru, le sue strade, il suo cemento consuma un ettaro di suolo agricolo al giorno. Partendo da questo caso emblematico e paradossale, il film Il suolo minacciato mostra senza veli quanto sta accadendo al territorio e al paesaggio evidenziando l'importanza di preservare una risorsa finita e non rinnovabile come il suolo agricolo. Per quanto ambientato nella pianura parmense, il film, attraverso il montaggio di interviste ad esperti ed agricoltori locali, affronta il problema nazionale del consumo di suolo e della dispersione urbana, analizzandone costi e cause per poi proporre modelli alternativi di sviluppo urbano sulla scorta delle esperienze di altri paesi europei, come la Germania e la Francia, o di piccoli Comuni italiani, come Cassinetta di Lugagnano (MI).
Un documentario di grande importanza, che dovrebbe finalmente far accendere i riflettori su uno dei più gravi problemi italiani: il consumo indiscriminato e selvaggio del territorio agricolo per attività più o meno speculative di corto respiro.
Tra gli esperti intervistati ne Il suolo minacciato figurano: Luca Mercalli, climatologo esperto di sostenibilità ambientale,  volto noto della tv; Edoardo Salzano urbanista, ex preside della facoltà di pianificazione del territorio allo IUAV di Venezia; Carlo Petrini, fondatore e presidente onorario di Slow Food; Wolfgang Sachs sociologo, ricercatore presso il Wuppertal Institut; Maria Cristina Gibelli, docente di politiche urbane e territoriali al Politecnico di Milano; Paolo Pileri responsabile scientifico dell’Osservatorio Nazionale sui Consumi di Suolo e docente presso il Politecnico di Milano; Georg Frisch urbanista libero professionista; Ciro Gardi, pedologo e ricercatore presso il Joint Research Center della Commissione Europea ad Ispra.



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