Negli ultimi anni nella pianura padana si sono perduti
migliaia di ettari di suolo agricolo ad opera di una dilagante espansione
urbana ed infrastrutturale. Nella cosiddetta Food
Valley parmense, come in altre aree padane, dopo la fine
di Tangentopoli si è assistito ad una fortissima accelerazione dell’espansione
urbana secondo modalità sempre più incontrollate e disperse e con ritmi di
occupazione del suolo ben superiori agli anni del boom economico ed edilizio,
nonostante una dinamica demografica piuttosto debole. Paradossale perché Parma si propone al mondo come la Food Valley italiana, la capitale dell’agroalimentare, luogo
di eccellenza di prodotti alimentari tipici, come il Prosciutto di Parma
e il Parmigiano Reggiano, che fondano la propria immagine, la propria forza
evocativa e distintività di mercato sul radicamento ad un territorio d’origine
preservato e di alta qualità ambientale. Ci si aspetterebbe quindi che, qui più
che altrove, le politiche di sviluppo urbanistico ed economico e i relativi
strumenti di pianificazione e programmazione si preoccupassero di tutelare il
paesaggio e il suolo agrario, quali elementi essenziali di un comparto
economico, quello agroalimentare, che copre più del 35% del fatturato
industriale. In realtà le scelte urbanistiche vanno in tutt’altra
direzione. A giudicare dal numero di cantieri e di gru che spuntano
dall’orizzonte, la pianura parmense, più che una Food Valley, sembra infatti diventata una Gru Valley. Tra l’Autostrada del Sole e il margine appenninico, la
campagna sta progressivamente scomparendo. In questa regione, infatti, lo sprawl
urbano, con i suoi capannoni, le sue gru, le sue strade, il suo cemento consuma
un ettaro di suolo agricolo al giorno. Partendo da questo caso emblematico e
paradossale, il film Il suolo
minacciato mostra senza veli quanto sta accadendo al territorio e al
paesaggio evidenziando l'importanza di preservare una risorsa finita e non
rinnovabile come il suolo agricolo. Per quanto ambientato nella pianura
parmense, il film, attraverso il montaggio di interviste ad esperti ed agricoltori
locali, affronta il problema nazionale del consumo di suolo e della dispersione
urbana, analizzandone costi e cause per poi proporre modelli alternativi di
sviluppo urbano sulla scorta delle esperienze di altri paesi europei, come la
Germania e la Francia, o di piccoli Comuni italiani, come Cassinetta di
Lugagnano (MI).
Un documentario di grande importanza, che dovrebbe
finalmente far accendere i riflettori su uno dei più gravi problemi
italiani: il
consumo indiscriminato e selvaggio del territorio agricolo per attività più o
meno speculative di corto respiro.
Tra gli esperti intervistati ne Il
suolo minacciato figurano: Luca Mercalli, climatologo esperto di
sostenibilità ambientale, volto noto della tv; Edoardo Salzano urbanista,
ex preside della facoltà di pianificazione del territorio allo IUAV di Venezia;
Carlo Petrini, fondatore e presidente onorario di Slow Food; Wolfgang Sachs
sociologo, ricercatore presso il Wuppertal Institut; Maria Cristina Gibelli,
docente di politiche urbane e territoriali al Politecnico di Milano; Paolo
Pileri responsabile scientifico dell’Osservatorio Nazionale sui Consumi di
Suolo e docente presso il Politecnico di Milano; Georg Frisch urbanista libero
professionista; Ciro Gardi, pedologo e ricercatore presso il Joint Research
Center della Commissione Europea ad Ispra.
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