Le risorse idriche del pianeta non sono infinite. Se è ormai tristemente nota la politica delle multinazionali alimentari e la speculazione economica perpetrata da decenni soprattutto ai danni dei paesi più poveri, sullo sfondo, le guerre per l'oro blu cominciano a subentrare, in maniera meno plateale, a quelle legate al petrolio. Sfere politiche ed élite finanziare si scambiano continuamente il testimone, trascinandosi dietro danni socio-ambientali incalcolabili. Blue Gold: World Water Wars è però la storia di una controreazione, attraverso il racconto dei percorsi di quanti - singoli e intere comunità - hanno avuto il coraggio di proporre alternative e schierarsi apertamente contro i signori della privatizzazione e le loro assurde leggi.
“L’acqua è un diritto dell’uomo, non una comodità” è il grido che il regista vuole diffondere in ogni parte del mondo: l’oro blu, ne è convinto, sarà la risorsa in nome della quale, in futuro, si combatteranno guerre e si assoggetteranno popoli.
Il documentario tocca diversi argomenti che riguardano il tema dell’acqua: dall’ uso eccessivo di acqua, alla desertificazione, dall’inquinamento (solo il 3% dell’acqua presente sulla terra è acqua dolce e di questa soltanto l’1% è utilizzabile, la restante è inquinata per mano dell’uomo) alla privatizzazione dei sistemi idrici, dall’escalation dei conflitti bellici per l’accesso alle risorse idriche alle soluzioni e proposte di attivisti, scienziati e organizzazioni umanitarie.
Nel trattare di questi argomenti, Sam Bozzo non risparmia nessuno, dando ampio risalto all’operato criminale e accusando i membri del Fondo Monetario Internazionale (FMI, o Fondo di Miseria Internazionale – come viene provocatoriamente rinominato), dell’ONU, e del World Water Council, gestori e ideatori del World Water Forum, di operare nel totale disprezzo dei diritti umani, essendo essi stessi membri delle corporations che hanno interessi economici nella privatizzazione dell’acqua. Una presa di posizione forte – forse eccessiva – che merita comunque seria attenzione e fornisce spunti sui quali riflettere.
“L’acqua è un diritto dell’uomo, non una comodità” è il grido che il regista vuole diffondere in ogni parte del mondo: l’oro blu, ne è convinto, sarà la risorsa in nome della quale, in futuro, si combatteranno guerre e si assoggetteranno popoli.
Il documentario tocca diversi argomenti che riguardano il tema dell’acqua: dall’ uso eccessivo di acqua, alla desertificazione, dall’inquinamento (solo il 3% dell’acqua presente sulla terra è acqua dolce e di questa soltanto l’1% è utilizzabile, la restante è inquinata per mano dell’uomo) alla privatizzazione dei sistemi idrici, dall’escalation dei conflitti bellici per l’accesso alle risorse idriche alle soluzioni e proposte di attivisti, scienziati e organizzazioni umanitarie.
Nel trattare di questi argomenti, Sam Bozzo non risparmia nessuno, dando ampio risalto all’operato criminale e accusando i membri del Fondo Monetario Internazionale (FMI, o Fondo di Miseria Internazionale – come viene provocatoriamente rinominato), dell’ONU, e del World Water Council, gestori e ideatori del World Water Forum, di operare nel totale disprezzo dei diritti umani, essendo essi stessi membri delle corporations che hanno interessi economici nella privatizzazione dell’acqua. Una presa di posizione forte – forse eccessiva – che merita comunque seria attenzione e fornisce spunti sui quali riflettere.
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