3 agosto 2010

I dispiaceri della carne - III parte

Secono il Sottosegretario alla Salute Francesca Martini, il consumatore italiano può mangiare in serenità, in quanto la sicurezza della filiera alimentare è assoluta, compresa la carne, e tutti gli standard europei vengono rispettati. Se però si vanno a guardare i dati relativi ai controlli sulle carni macellate, si scopre che si spazia da uno 0.5% di carni analizzate per i bovini, allo 0.03% per i volatili, inferiore agli standard imposti dalla direttiva UE, al contrario di quanto affermato dal Sottosegretario Martini.
E il problema del "doping" è ogni anno più allarmante, ma allo stesso tempo più raffinato, capace di sfuggire ai controlli. Controlli che ci sono, "..ma altrettanto vero è che pochi veterinari hanno voglia di discutere con la camorra".

Ecco le principali sostanze a rischi nel settore carni, con riferimento alla direttiva europea 2008/97/CE, la quale è stata rettificata in Italia con il D.lgs.148-2009:

Tireostatici
Cancerogeni, utili per aumentare la ritenzione di acqua nei tessuti, sono stati i primi a sollecitare l'intervento delle autorità per la loro pericolosità. Formalmente non dovrebbero essere usati, ma c'è un commercio illegale: costano poco e rendono molto. 

Ormoni femminili e maschili
Vietati. Vengono somministrati per aumentare negli animali la produzione di proteine, cioè di muscolo. Si legano ai recettori presenti a livello muscolare e possono passare, sia pure a dosi minime, nel cibo umano. C'è il rischio che provochino, nelle persone, malformazioni all'apparato genitale e forme tumorali: "...in base a recenti e consistenti prove scientifiche, l’estradiolo-17ß deve considerarsi una sostanza assolutamente cancerogena in quanto è causa d’insorgenza di tumori e ne favorisce lo sviluppo e che i dati attualmente disponibili non consentono di stimare quantitativamente i rischi per la salute umana". Sono state descritte sindromi di ginecomastia, sviluppo prepuberale del seno, poi scomparse con l'abolizione della carne dalla dieta. Possono creare problemi di tossicità cronica. 

Beta agonisti
Vietati. Favoriscono la produzione di molecole proteiche, muscolari, a svantaggio di quelle adipose. Possono legarsi alle proteine ed entrare, a dosi bassissime, nell'alimentazione umana. L'accumulo può collaborare a peggiorare forme cardiache e polmonari, ma anche predisporre a forme tumorali.
Cortisonici Permessi, ma soggetti a un uso sotto controllo medico veterinario. Favoriscono la ritenzione di acqua e aiutano a conservare l'aspetto florido degli animali quando finisce l'effetto delle altre sostanze. A livello umano, posso incidere sul funzionamento dei reni e sono pericolosi per chi soffre di cuore. 

Ormone della crescita
Vietato. Si inocula nella vena mammaria per far produrre maggiori quantità di latte alle bovine. Non sono ancora note le conseguenze sulla salute umana. 

Antibiotici
Permessi. L'irregolarità è legata all'eccessiva somministrazione, soprattutto per favorire la crescita in peso degli animali. Si stima che il 50% degli antibiotici sia consumato dagli animali in Europa, e più del 70% negli Usa. Ma la somministrazione cronica e a basse dosi ha ancora una volta delle importanti ritorsioni sulla salute umana per lo sviluppo di pericolose resistenze batteriche agli antibiotici. 

Metalli pesanti
Permessi. Usati o come appetizzanti, aggiunti ai mangimi o anche per aumentarne la densità e diminuirne le perdite come polvere. Una parte rimane fissata nei muscoli e arriva nei piatti. La conseguenza per la salute umana è un sovraccarico renale. A forti concentrazioni, sono tumorali. 

Mix di sostanze chimiche
I veterinari stimano che, nell'arco di due anni, un bovino ingerisca circa cinque chili di materia chimica sotto varie forme. In parte è contenuta nei mangimi (addensanti, coloranti, conservanti, ecc.). Le conseguenze sull'uomo dipendono dal tipo chimico della molecola. Ad esempio, l'urea aggiunta al cibo dei bovini per risparmiare, favorirebbe lo sviluppo della salmonella, che può passare alle persone per mancanza di igiene. O per carni poco cotte.

A tutto questo si aggiunge inoltre lo spettro del ritorno delle farine animali, vietate dal 1990 per arrestare l'epidemia della mucca pazza. Secondo Coldiretti, infatti, c'è un piano dell'Unione Europea per superare il principio della tolleranza zero e instaurare una soglia di tolleranza nella presenza di farine animali nei mangimi per l'alimentazione delle mucche. Una possibilita' che e' sotto verifica dell'Autorita' Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa) il cui parere è atteso per la fine del 2010. La Bse e' praticamente scomparsa da anni dagli allevamenti italiani proprio per l'efficacia delle misure adottate nel 2001 per far fronte all'emergenza come - sottolinea la Coldiretti - il monitoraggio di tutti gli animali macellati sopra i 30 mesi, il divieto dell'uso delle farine animali nell'alimentazione del bestiame e l'eliminazione degli organi a rischio Bse dalla catena alimentare. In Francia, inoltre, il Ministero dell'Agricoltura ha deciso di interpellare l'Agenzia Nazionale di Sicurezza Sanitaria dell'Alimentazione (Anses) per valutare i rischi eventuali legati a un ritorno delle farine.
Tratto da: L'Espresso, "Sempre pericolose, non sempre vietate"

Leggi anche:  
I dispiaceri della carne - Parte I, Parte II

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