Sia il Financial Times che il Wall Street Journal, nelle loro edizioni on-line, titolano parlando di un
"colpo a Berlusconi". Il primo, ripercorrendo la vicenda del contestato
ministro, ex manager nel gruppo Fininvest, evidenzia come la sua
nomina sia stata seguita da una "serie di problemi". Un "colpo
imbarazzante al governo di centrodestra", che è riuscito a "far
arrabbiare il principale alleato di Berlusconi, la Lega Nord", e ha
spinto persino il presidente Giorgio Napolitano "a fare un raro
intervento", a proposito della decisione iniziale di Brancher di fare
ricorso al legittimo impedimento.
Il Financial Times, che
ricorda come queste siano le seconde dimissioni di un ministro nell'arco
di due mesi (dopo quelle di Claudio Scajola), cita anche "lo scompiglio
all'interno del Partito della Libertà, all'interno del
quale il co-fondatore Gianfranco Fini ha dichiaratamente messo in
discussione la leadership di Berlusconi". Fattori questi che stanno
alimentando le discussioni circa la possibilità di nuove alleanze e "di
elezioni anticipate".
Il Wall Street Journal parlando delle "crescenti divisioni nel governo di centro-destra" e della "difficile fase della premiership di Berlusconi", si sofferma sulle caratteristiche della legge del legittimo impedimento, cui il premier "ha fatto ricorso in due diversi processi". Le dimissioni di Brancher, rappresentano un nuovo "colpo per Berlusconi, mentre deve fronteggiare un conflitto con il presidente italiano, con il suo alleato chiave (Bossi, nda) e il presidente della Camera Gianfranco Fini".
Dall'altra parte del globo, l'australiano Sydney Morning Herald riprende un
lancio d'agenzia della Agence France-Presse, e ricorda come la "nomina a
ministro di Brancher sia stata duramente criticata dall'opposizione,
che, dando una rara prova di unità, ha calendarizzato una mozione di
sfiducia in Parlamento. La
vicenda ha aumentato le crepe nella maggioranza di centro-destra di
Berlusconi, con il presidente della Camera Gianfranco Fini che ha
tacitamente minacciato di votare con l'opposizione nella mozione di sfiducia".
Lo stesso lancio della AFP compare anche sul sito
del francese Le Figaro, che titola "Un ministro si dimette in tribunale", e sottolinea poi come "il ministro italiano, nominato 15 giorni fa e subito al centro di una polemica, ha annunciato le sue dimissioni
davanti ai giudici del tribunale di Milano. Aldo Brancher, vicino a Silvio Berlusconi e il suo alleato,
Umberto Bossi, leader della Lega Nord, è stato accusato dall'opposizione
di aver usato la sua nomina a ministro senza portafoglio per evitare il
processo in un caso di tangenti".
L'Irish Times, invece,
pubblica un lancio della Reuters, e ricostruendo le tappe della
vicenda, parla di "un
contesto di crescenti tensioni interne nel governo di centro-destra di
Silvio Berlusconi, che ha subito un duro colpo con l'annucio delle dimissioni del ministro per il
decentramento. Aldo
Brancher, il secondo ministro del governo Berlusconi a rassegnare le
dimissioni nel corso degli ultimi due mesi, ha fatto il suo annuncio in
un'udienza ieri a Milano, dove lui e sua moglie sono accusati di peculato
e possesso di beni rubati". Il quotidiano sottolinea inoltre il "calo di popolarità che si trova ad affrontare
Berlusconi, alle prese con i conflitti con i suoi alleati".
Passando
alla Germania, la notizia viene riportata dai principali siti dei
quotidiani. A partire da quello della Sueddeutsche Zeitung,
che, citando lo "scandalo giudiziario", titola: "L'amico di fiducia di
Berlusconi deve dimettersi". "A poche settimane dalla nomina, un
ministro italiano si è dimesso per via di uno scandalo giudiziario", si
legge sulla SZ, che ricorda come Brancher abbia irritato lo stesso
governo per aver voluto fare ricorso al legittimo impedimento. Soluzione
cui "ha dovuto rinunciare, dopo le pressioni ricevute". Una legge che,
scrive la SZ, permette "da mesi a Berlusconi di aggirare appuntamenti in
vari processi". Particolare messo in luce anche dalla versione on-line
di Die Zeit: "A pochi giorni dalla nomina, il ministro aveva cercato di
utilizzare una norma sull'immunità per i membri del governo. Norma di
cui si è più volte servito Berlusconi". "La ritirata di Brancher - si legge sul sito tedesco - è un nuovo contraccolpo per il presidente
del consiglio Berlusconi. Appena lo scorso mese di maggio, il suo
ministro per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola, si era dimesso. Brancher, prima della sua nomina a Ministro, lavorò come direttore nell'impero mediatico di Berlusconi".
Sempre
in Germania, Focus mette in luce il passato di Brancher nel gruppo
Fininvest e tutte le critiche che la sua nomina ha provocato, sia
nell'opposizione che nella stessa maggioranza: "In Italia, il governo del primo ministro Silvio Berlusconi è ancora una volta scosso da uno scandalo. Aldo Brancher, confidente e ministro di Berlusconi, si è dimesso dopo solo due settimane e viene processato per ricettazione. L'opposizione aveva accusato Brancher di usare la sua posizione di ministro per eludere il procedimento giudiziario in corso. [...] Brancher ha lavorato in precedenza come dirigente in Fininvest, l'impero mediatico di Berlusconi, che ha sottolineato di conoscere e apprezzare da molti anni Brancher"
Lo spagnolo El Mundo titola: "Si dimette un ministro di Berlusconi, a due settimane dalla
nomina". "Una nuova crisi scuote il governo di Silvio Berlusconi - è
l'incipit del pezzo in spagnolo - Aldo Brancher, intimo amico del
Cavaliere, nominato ministro appena 17 giorni fa, si è dimesso questa
mattina". Una nomina, quella di Brancher, che "aveva fatto sorgere il
sospetto che il ministro volesse usare la sua carica per utilizzare il
legittimo impedimento, già utilizzato dallo stesso Berlusconi, evitando così di presentarsi di fronte ai
giudici". Ma, come ricorda il quotidiano spagnolo, "anche in seguito all'intervento di Napolitano,
Brancher è stato obbligato a rinunciare al legittimo impedimento", fino
alle pressioni di Berlusconi perché si dimettesse.
Ma chi ha veramente colto nel cuore la questione è un altro giornale spagnolo, El Pais che titola "El ministro 'de nada' italiano dimite ante el tribunal", ovvero "il ministro italiano 'del nulla' si dimette davanti al tribunale". El Pais mette anche in evidenza come "forse è
la prima volta nella storia che un ministro si dimetta davanti a un
giudice, e probabilmente Brancher è uno dei ministri che è durato meno nel suo incarico.
Il ministero della sussidiarietà e decentramento, un amico di Silvio
Berlusconi e il dirigente Fininvest, è stato nominato infatti appena 17 giorni fa. [...] Le dimissioni del ministro sono state molto teatrali, rassegnate davanti al giudice del tribunale, dopo aver chiesto di rilasciare una dichiarazione spontanea. [...] Oggi tutti gli attori della soap-opera se ne sono attribuiti il merito". Il quotidiano ripercorre inoltre le vicende passate di Don Paolo con la giustizia, quando trascorse 3 mesi in carcere e ne uscì pulito grazie alla prescrizione di un reato e alla depenalizzazione dell'altro (falso in bilancio) da parte dello stesso Berlusconi.
Ma anche nei paesi del nord non rinunciano a seguire la commedia italiana. Il quotidiano svedese Sydsvenskan riporta la notizia delle dimissioni del ministro italiano "dopo solamente due settimane di incarico. Le dimissioni sono un
ulteriore colpo per il primo ministro Silvio Berlusconi. Aldo Brancher ha annunciato le sue dimissioni in un’aula di tribunale
di Milano all’inizio di un processo che lo vede imputato di
appropriazione indebita. Brancher è un amico intimo del primo ministro e
le dimissioni hanno l’aria di una sconfitta personale di Berlusconi e
di un segno dei problemi crescenti del governo".
Ma la nostra fama è arrivata anche in Canada, dove il quotidiano Cyberpresse racconta la vicenda italiana: "Aldo Brancher, vicino a Berlusconi e al suo alleato Umberto Bossi, capo della Lega del Nord, è stato messo sotto accusa dall’opposizione per aver utilizzato la sua nomina a ministro senza portafoglio al fine di evitare di essere giudicato in un affare di tangenti. Secondo il Tribunale di Milano, foro competente, Brancher e sua moglie avrebbero ricevuto illegalmente tra il 2001 e il 2005 più di un milione di euro dalla Banca Popolare Italiana (BPI) in particolare per aiutare quest’ultima, mediante la sua rete di conoscenze, ad acquistare Banca Antonveneta falsificando le regole di mercato. [...] La nomina al governo di Brancher – che gli permetteva di sfuggire momentaneamente alla giustizia – era stata fortemente criticata dall’opposizione di sinistra, che, mostratasi una volta tanto unita, aveva ottenuto la discussione di una mozione di sfiducia al Parlamento giovedì scorso. [...] Secondo la stampa italiana, l’"affare Brancher" era, prima delle dimissioni di quest’ultimo, una delle questioni che avrebbero potuto fare implodere la maggioranza di Silvio Berlusconi, così come la legge molto controversa che inasprisce la norma sulle intercettazioni telefoniche e che continua ad essere un enorme peso sui rapporti tra i fedelissimi del capo del governo e quelli di Fini."
Ma la nostra fama è arrivata anche in Canada, dove il quotidiano Cyberpresse racconta la vicenda italiana: "Aldo Brancher, vicino a Berlusconi e al suo alleato Umberto Bossi, capo della Lega del Nord, è stato messo sotto accusa dall’opposizione per aver utilizzato la sua nomina a ministro senza portafoglio al fine di evitare di essere giudicato in un affare di tangenti. Secondo il Tribunale di Milano, foro competente, Brancher e sua moglie avrebbero ricevuto illegalmente tra il 2001 e il 2005 più di un milione di euro dalla Banca Popolare Italiana (BPI) in particolare per aiutare quest’ultima, mediante la sua rete di conoscenze, ad acquistare Banca Antonveneta falsificando le regole di mercato. [...] La nomina al governo di Brancher – che gli permetteva di sfuggire momentaneamente alla giustizia – era stata fortemente criticata dall’opposizione di sinistra, che, mostratasi una volta tanto unita, aveva ottenuto la discussione di una mozione di sfiducia al Parlamento giovedì scorso. [...] Secondo la stampa italiana, l’"affare Brancher" era, prima delle dimissioni di quest’ultimo, una delle questioni che avrebbero potuto fare implodere la maggioranza di Silvio Berlusconi, così come la legge molto controversa che inasprisce la norma sulle intercettazioni telefoniche e che continua ad essere un enorme peso sui rapporti tra i fedelissimi del capo del governo e quelli di Fini."
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