1 febbraio 2011

Salviamo le foreste. Salviamo noi stessi.

Inaugurato il 24 gennaio, presso il quartier generale dell’ONU di New York, l’Anno Internazionale delle Foreste. I polmoni verdi del pianeta ospitano l’80% del patrimonio naturale terrestre e 300 milioni di abitanti, fornendo risorse per la sopravvivenza a 1,6 miliardi di persone.

L’ufficializzazione è arrivata dall’ONU in concomitanza con il nono Forum internazionale delle Nazioni Unite sulle foreste, in programma dal 24 gennaio al 4 febbraio. Con l’invito a proteggere ulteriormente foreste e patrimonio boschivo, gli incontri nascono con l’intento di riuscire a delineare e sviluppare politiche di sostegno ambientale e di tutela del “capitale verde”, fondamentale risorsa per l’intera umanità e che attualmente copre il 31% della superficie terrestre, circa quattro miliardi di ettari. Foreste che però stanno scomparendo troppo velocemente, attualmente sotto stress a causa dell’utilizzo indiscriminato da parte dell’uomo, causa principale di tutta una serie di conseguenze negative, dalla produttività dei terreni e lo stoccaggio della CO2 alla liberazione di enormi quantità di gas serra. Deforestazione e degrado delle foreste sono infatti responsabili di circa il 17% delle emissioni di gas serra a livello globale, dato che gli alberi e la vegetazione rappresentano un serbatoio di carbonio pari a circa 289 Gigatonnellate (miliardi di tonnellate), stock che però almeno nell'ultimo decennio pare diminuito di circa 0,5 Gigatonnellate.
Le foreste sono inoltre un grande "contenitore" di biodiversità, non a caso argomento al quale è stato dedicato l'anno internazionale del 2010. Secondo le ultime stime dell'Iucn (Unione internazionale per la conservazione della natura) il patrimonio boschivo genera un valore economico diretto (in termini di cibo, carburante, medicine, energia, guadagni e occupazione) valutato in 130 miliardi di dollari l'anno, ma anche indiretto: dimezzare i gas serra fra il 2010 e il 2020, grazie alla grande capacità di assorbimento di CO2 delle foreste, porterebbe ad un risparmio di 3,7 migliaia di miliardi di dollari. Dunque il valore ambientale, economico e sociale delle foreste va tutelato, risolvendo le criticità che attentano alla sua conservazione, deforestazione in primis.  I dati che rivelano l’entità del taglio delle foreste sono impressionanti: dal 2000 ad oggi ogni anno il Pianeta ha registrato una diminuzione del patrimonio forestale equivalente all'area di un paese come il Costarica, tante che oggi l'area verde copre solo il 31% della superficie globale.
Blocco dell'espansione agricola nell'area delle grandi foreste pluviali tropicali che si localizzano nella fascia equatoriale, fine del commercio illegale attraverso la tracciabilità dei legnami e riforestazione sono alcune delle soluzioni per salvare questo fondamentale ecosistema. Punto critico è ancora l’Indonesia, tra i principali fornitori mondiali di materie prime pregiate quali legname, carta, gomma, petrolio, caffè, pepe e olio di palma, ma che allo stesso tempo ha provocato la distruzione di ettari di foresta tropicale facendo guadagnare al paese il primato come terzo maggior produttore di gas a effetto serra, dietro a Usa e Cina. Il tasso di deforestazione nel paese continua ad essere altissimo – circa 2 milioni di ettari l’anno ufficialmente dichiarati dal governo – ed è principalmente dovuto al taglio illegale di legname per l’esportazione, ma anche alla conversione in piantagioni per la produzione di olio di palma e di legname per cartiere, due settori chiave per l’economia del paese.
Secondo uno studio dell’Iucn, il pianeta avrebbe teoricamente la possibilità di recuperare un'area di foreste perduta o degradata pari all’estensione della Russia, circa un miliardo e mezzo di ettari. Secondo l'analisi, Africa e Asia hanno il maggiore potenziale, ciascuna con circa 500 milioni di ettari di polmoni verdi che possono essere riportati allo stato di salute originario.
Già diversi paesi come Cina, Ghana, Messico, India, Gran Bretagna, Stati Uniti e molti altri, hanno intrapreso ambiziosi programmi di riforestazione. Una forma di tutela basata sul riconoscimento di 100 siti verdi come patrimonio dell’umanità dell’Unesco, oltre 760mila km quadrati di foreste. Un enorme potenziale di biodiversità quindi, che gode del sostegno per la conservazione intergovernativa fornito dalla Convenzione per i siti del patrimonio mondiale Unesco. In controtendenza ancora una volta l’Italia, che con lo smembramento del Parco Nazionale dello Stelvio rischia di compromettere lo stato di salute e conservazione del più importante parco italiano.
Il 2011 dovrà dunque essere l'anno in cui il mondo intero riconoscerà la vitale importanza delle foreste, per preservare la vita sul Pianeta, per tutte le popolazioni e per tutte le specie.

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