19 ottobre 2010

Grandi città sempre più invivibili

Pubblicata la classifica della vivibilità cittadina di Legambiente "Ecosistema urbano 2010". Bocciate le metropoli, promosse le piccole città di provincia.

Piccolo è bello, soprattutto se nel nord Italia.  No è l'ultima esternazione di qualche leghista, ma il risultato principale che emerge dalla classifica annuale di Ecosistema Urbano, indagine effettuata da Legambiente e Ambiente Italia, giunta alla sua 17esima edizione. Gli indicatori principali scelti dai ricercatori per stilare la classifica definitiva sono aria (quantità di polveri sottili PM10), acqua (consumi, perdite della rete idrica e capacità di depurazione), rifiuti (produzione, raccolta differenziata), trasporti (mezzi pubblici, tasso di motorizzazione, isole pedonali, ztl e piste ciclabili), energia (consumi elettrici, politiche energetiche, consumo di carburanti) e verde (verde urbano fruibile). 
Sono i piccoli centri a ottenere i risultati migliori, con Bologna unica grande città a fare da eccezione tra le prime dieci, dove trionfano cittadine come Belluno (prima sul podio), Verbania, Parma, Trento, Bolzano, Siena e La Spezia, rispettivamente dalla seconda alla settima posizione. Sette città che da anni si contendono continuativamente i primi posti in questa speciale classifica. Stesso discorso anche per il meridione, dove fa meglio di tutte la Salerno del contestato sindaco Vincenzo De Luca (19° posto), seguita da Oristano, in grande crescita al 22° posto rispetto al 74° dell'anno precedente, ma con buone performance anche a Potenza (26°), Terni (27°), Avellino (29°) e Matera (36°).
La situazione più preoccupante riguarda invece le grandi città italiane. Mentre in tutta Europa le metropoli risolvono sempre con maggiore successo il problema della loro impronta ecologica con mezzi pubblici all’avanguardia e raccolta differenziata a percentuali altissime, in Italia sono ancora un mezzo disastro: la migliore è Genova, che però si ferma al 32° posto, mentre Milano fa un bel tonfo e precipita al 63° perdendo 17 posizioni in un anno, colpa soprattutto della pessima qualità dell’aria e della concentrazione di ozono; visti i risultati sarebbe il caso di interrogarsi sull'efficacia dell’Ecopass. Sempre peggio, di anno in anno, Napoli (96°) e Roma, che volano verso il fondo.
Proprio la capitale merita un discorso a parte, visto che continua a perdere posizioni ed è passata dalla 62esima dell’anno scorso alla 75esima del 2010, complice il traffico insostenibile e la presenza di auto private ovunque, dal centro alle periferie.. Secondo Angelo Bonelli, presidente dei Verdi per la Costituente ecologista, "un peggioramento che è evidente anche all’occhio del normale cittadino, che vede da qualche anno una città sempre più sciatta, sporca e con meno campagne ambientaliste rivolte agli abitanti. Il crollo della sostenibilità di Roma - ha aggiunto- è l’ennesimo pessimo regalo che la giunta Alemanno fa ai cittadini romani per proteggere interessi precisi. Invece di prendere provvedimenti puntuali in materia di mobilità, intende allentare vincoli come la Ztl riducendoli, diminuisce le corsie preferenziali, mentre tutto il centrodestra da Alemanno a Tremonti, passando per la Polverini, affossa qualsiasi politica di mobilità sostenibile, tagliando il trasporto pubblico nel Lazio per 400 milioni di euro". Il leader ecologista ha annunciato: "Per difendere la salute dei cittadini promuoveremo una class action nei confronti dell’amministrazione capitolina, come prevedono le Direttive europee in materia d’inquinamento".
Non si può in proposito non sottolineare il disastro siciliano, feudo elettorale del centrodestra, che con l’eccezione, se così si può dire, del 72° posto della piccola Ragusa, colloca tutte le sue provincie negli ultimi quindici posti, a partire da quella Siracusa patria dell’attuale Ministro dell’ambiente, Stefania Prestigiacomo, che ottiene un poco invidiabile 90° posto. Riescono a fare addirittura di peggio le due città più popolose della regione, con Palermo che perde undici posizioni e va oltre il numero centesimo posto (101esima), mentre Catania è addirittura la peggiore di tutta Italia, con il 103° e ultimo posto della classifica. Non fanno molto meglio le altre città siciliane, tutte tra i fanalini di coda con il 91° posto di Caltanissetta, il 92° di Enna, il 95° di Messina, Agrigento che si ferma al 97° posto e Trapani che fa anche di peggio e arriva 98°.
Ma stupisce davvero quello che succede ad Aosta. Nel capoluogo di regione che solo due anni fa era addirittura considerato il miglior posto per qualità della vita in Italia secondo la classifica annuale del Sole24ore, sembra che i cittadini abbiano deciso all’improvviso di investire tutti insieme nel settore automobilistico. Ben 208 macchine ogni 100 abitanti. Un dato davvero impressionante, soprattutto in un centro urbano così piccolo.
Ma ci sono fortunatamente anche belle sorprese. Alla già citata Salerno, si affiancano altre città che nell'ultimo anno hanno fatto un notevole balzo in avanti, come Avellino, dall'80° al 29° posto, e Oristano, dal 74° al 22°, grazie soprattutto all’impegno messo nella raccolta differenziata, dimostrando che un po’ di lungimiranza amministrativa e di buona volontà dei cittadini possono facilmente migliorare la qualità della vita. Un Sud virtuoso emerge anche dai dati relativi al consumo di energia elettrica: i cittadini di Campobasso, Matera e Potenza sono quelli più attenti a non lasciare lampadine accese e a non utilizzare elettrodomestici negli orari di punta. A Pordenone un anno di buona condotta (qualità dell’aria, smaltimento rifiuti, piste ciclabili, investimento nelle energie rinnovabili) porta a una promozione a pieni voti (da 37esima è addirittura ottava). L'aria migliore? Quella potete trovarla a Matera.

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