11 settembre 2010

La Colata

Il progetto Cerba
L’Italia è uno dei paesi più belli al mondo. Ha la maggiore concentrazione di beni culturali e centri storici, le più famose città d’arte. Tutto questo è la nostra ricchezza. Rischiamo di perderla, per sempre. Il Partito del Cemento avanza e non lo ferma più nessuno. Dal Nord al Sud la febbre del mattone coinvolge banchieri, cardinali, sindaci, deputati di destra e sinistra. Tutti vogliono guadagnarci, a partire dai Comuni. Così la ricchezza degli italiani vola via.
Pensate che tra il 1990 e il 2005 sono stati divorati 3,5 milioni di ettari, cioè una regione più grande di Lazio e Abruzzo messe insieme. Solo la Liguria si è mangiata metà del territorio ancora libero. Il tutto a un ritmo di 244.000 ettari all’anno (in Germania 11.000). Ciò nonostante troppi italiani sono senza casa perché mancano gli alloggi “sociali” (solo il 4 per cento sul totale contro il 18 per cento della Francia e il 21 per cento del Regno Unito). Intanto 5500 comuni su 8000 sono a rischio dissesto idrogeologico, come dimostrano i recenti fatti di Atrani. Negli ultimi 50 anni in Italia ci sono state 430.000 frane che han causato 3.500 morti. I soldi per il ponte di Messina ci sono, per le frane no.
La Colata parla di tutto questo e oggi ve ne propongo un passo.

Il Cerba, un discorso scomodo
Le ruspe di Ligresti sono arrivate nel Parco Sud per realizzare il Cerba (il Centro per le biotecnologie avanzate) progettato dall’architetto milanese Stefano Boeri. Un complesso che sorgerà su 620.000 metri quadrati di terreni in zona Ripamonti di proprietà di Sinergia e Imco. Un progetto da 900 milioni su un’area costata poco meno di 10 milioni. Insomma, per Ligresti un affare d’oro.
Il Cerba, come abbiamo detto, è un centro di eccellenza che crescerà a poca distanza dall’Istituto Europeo di Oncologia che già lambisce il Parco Sud. Nel maxipolo saranno eseguiti 45.000 ricoveri l’anno e 27.000 interventi chirurgici. Una struttura dove lavoreranno oltre 4000 persone. Oltre all’ospedale e ai centri di ricerca ci saranno anche 7000 posti auto, edifici residenziali e ricettivi per i pazienti, i loro parenti, gli studenti e i medici.
Secondo Letizia Moratti e Roberto Formigoni, “il Cerba farà di Milano e della Lombardia la capitale europea della ricerca”. In base all’accordo, la Fondazione Cerba si impegna a realizzare in cambio un parco attrezzato di 320.000 metri quadrati (18 milioni di euro), che gestirà per altri trent’anni (risorse necessarie, altri 25 milioni). Altri 42 milioni serviranno per infrastrutture e riqualificazione ambientale. L’intero piano costerà un miliardo e 226 milioni e verrà finanziato dai privati: verrà creato anche un fondo immobiliare etico, garantiscono i soci della fondazione. Ma chi ne farà parte? Mediobanca, Intesa San Paolo, Unicredit, Allianz, Rcs, Pirelli. Insomma, oltre allo stesso gruppo Rcs, c’è metà del patto di sindacato che governa appunto la Rizzoli e il Corriere della Sera. E ci sono istituti di credito – alcuni già impegnati in operazioni immobiliari come City Life – e imprenditori del settore immobiliare (Carlo Alessandro Puri Negri è amministratore delegato della Pirelli Re e membro della Fondazione Cerba), oltre ovviamente alla Fondiaria Sai di Ligresti.
Quale sarà l’impatto di un complesso di queste dimensioni sulla zona del Parco Sud? Stefano Boeri, il progettista, definisce così il Cerba: “Abbiamo pensato a un’enorme piastra sotterranea con i laboratori di ricerca. Sopra ci saranno l’ospedale e gli spazi per ospitare i pazienti e i loro parenti. Ma abbiamo cercato di condensare il più possibile gli spazi per dare alla città anche un grande parco, aperto e fruibile. Questo sarà il regalo del Cerba a Milano. L’idea è soprattutto di realizzare una sorta di città giardino, con spazi esterni dove il verde avrà il ruolo fondamentale, con un grande viale alberato che collegherà i reparti. Ci sarà anche molto verde sulle coperture dei tetti”.
Difficile giudicare, per ora bisogna accontentarsi dei rendering. Che però qualcosa dicono: ecco sei grandi parallelepipedi colorati che ospiteranno i reparti, poi una torre, altri tre edifici di forma rettangolare e tre circolari dove saranno ospitate le residenze per i parenti dei malati. Un progetto curato, non c’è dubbio, ma anche l’impatto sul paesaggio è evidente. Soprattutto, il Cerba sposta ancora avanti il confine della città. E questo è il timore: che dietro il cavallo di Troia del Cerba poi arrivino altri palazzi, altre residenze, altre infrastrutture. A quel punto la battaglia per salvare il Parco Sud rischierebbe di essere definitivamente persa.
E qui ecco le domande che tanti a Milano si fanno, anche se sottovoce, dato che il Cerba resta comunque una realizzazione importante: perché sono stati scelti proprio i terreni di Ligresti per realizzare in una zona vincolata il megacomplesso? E ancora: non era proprio possibile farlo altrove? […]
Delicato mettere in discussione un’operazione che avrà benefici per la salute. Così come risulta spinoso sollevare questioni di opportunità quando di mezzo c’è un personaggio come Umberto Veronesi, che alla scienza e alla ricerca sul cancro ha dato tanto. Eppure forse il padre dell’Ieo e del Cerba, cresciuto sui territori di Ligresti, dovrebbe spiegare perché ha scelto i terreni di un costruttore con cui condivide interessi imprenditoriali. Veronesi, infatti, secondo le visure camerali, è stato fino al 2007 membro del consiglio di amministrazione di Genextra, una società specializzata nello sviluppo delle biotecnologie che raccoglie tutti i nomi della Milano che conta, nonché di una fetta del mondo dell’imprenditoria del mattone e della sanità privata. Non solo: la Fondazione Veronesi e l’Istituto Europeo di Oncologia Srl, ci dicono le visure, sono ancora azionisti di Genextra. Niente di male, ovviamente, ma il capitale sociale è così suddiviso: Intesa San Paolo (9,34 per cento), Marco Tronchetti Provera (4,37 per cento), Caltagirone Bellavista, Montezemolo e Della Valle (2,92 per cento ciascuno), Ligresti, Toti e Angelucci (tutti al 4,37 per cento) e gli istituti Interbanca e Banca Popolare di Milano (anch’essi 4,37 per cento). Insomma, della Genextra fanno parte banche che sono anche nella Fondazione Cerba, diverse famiglie di immobiliaristi e soprattutto il solito Ligresti. Già, Genextra e la Fondazione Cerba hanno tanti nomi in comune.
In fondo però non c’è poi nemmeno troppo da sorprendersi, vista la situazione stagnante del capitalismo italiano e di quello lombardo in particolare. Qualcuno, poi, potrebbe sovrapporre una ulteriore lista, quella dei soci della cordata Alitalia, dove ritroviamo Intesa San Paolo, Caltagirone Bellavista e appunto, Ligresti. Tanto che qualcuno in quell’occasione  ha messo in relazione le due operazioni: Alitalia e Cerba – Parco Sud. “Viene il dubbio che Ligresti, sostenendo l’operazione voluta da Berlusconi per salvare la compagnia di bandiera, sperasse di garantirsi la gratitudine delle giunte di centrodestra che devono dare il via libera a tutte le operazioni immobiliari sui terreni agricoli a sud di Milano” sostengono i difensori del parco. Niente di illecito, ma anche il dubbio – se basato sui fatti – è legittimo.
Insomma, ritorna in mente la domanda delle associazioni ambientaliste milanesi: ma davvero il Cerba non si poteva collocare fuori dalle terre di Ligresti? Lui non ha dubbi e taglia corto: “Evitiamo di dire che si fa una speculazione edilizia. Le aziende per sopravvivere devono guadagnare. Non siamo la Banca d’Italia, che stampa soldi”.

Tratto da: “La Colata”, di Garibaldi, Massari, Preve, Salvaggiulo, Sansa. Ed. Chiarelettere.
(Intervista di presentazione del libro)

1 commenti:

Bruno ha detto...

Tutto questo perchè viviamo in un Sistema Monetario.Ormai i "soldi" sono diventati obsoleti creati solo per mandare in fallimento intere Nazioni come già stà succedendo,bisogna cambiare questo sistema con un Sistema basato sulle Risorse,allora avremmo case per tutti ospedali per tutti e scuole per tutti ,ogni cosa per tutti e si debellerebbe la riminalità perchè se tutti hanno tutto non ci sarebbe motivo di delinquere, ma questo non conviene a Loro,per cui carestie delinquenze etc..Dividi e Conquista è il Loro motto,centralizzare il Potere (economia ,religione media ecc).Tutti collusi in un unico Sistema.

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