8 agosto 2010

Fantapolitica o realtà?

In un futuro prossimo, l’anno 1984, il potere sulla Terra è concentrato in tre grandi superstati, tre potenze totalitarie perennemente in guerra tra loro: Oceania, Eurasia ed Estasia, che sfruttano la guerra perenne per mantenere il controllo totale sulla società. In Oceania, la cui città principale è Londra, la società è amministrata secondo i principi del Socing (il socialismo inglese) e governata da un onnipotente partito unico con a capo il Grande Fratello, onniscente e infallibile, un personaggio che nessuno ha mai visto e che tiene costantemente sotto controllo la vita di tutti i cittadini. Sotto il Grande Fratello c'è il Partito interno, quello esterno e la gran massa dei sudditi. Telecamere e microfoni posizionati dappertutto controllano i cittadini e la Psicopolizia si occupa di eliminare con solerzia coloro che dissentono dalle linee del partito. Ovunque campeggiano enormi manifesti che ritraggono il Grande Fratello insieme agli slogan del partito: «La guerra è pace», «La libertà è schiavitù», «L’ignoranza è forza».
La capitale Londra è la sede del Ministero dell’Amore, del Ministero dell’Abbondanza, della Pace e della Verità; in quest'ultimo lavora il protagonista del romanzo, Winston Smith, un membro subalterno del partito, incaricato di censurare libri e giornali non in linea con la politica ufficiale, così come di modificare la storia, attraverso l'alterazione di articoli di giornale, documenti e libri passati, in modo da rendere riscontrabile e veritiere le previsioni fatte dal partito, contribuendo così a far credere nell’infallibilità di esso. Il MinVer si occupa inoltre di ridurre le possibilità espressive della lingua.
Il risultato di questa società è che non è possibile vivere in maniera differente dagli usi e costumi imposti; non è possibile amare, non è possibile ricordare, ma soprattutto non è possibile pensare. Ma per quanto sia tenuto sotto controllo da telecamere, Winston odia il partito e comincia a condurre un'esistenza ispirata a principi opposti a quelli inculcati dal regime: tiene un diario segreto (reato gravissimo), ricostruisce il passato, si innamora di una collega di lavoro, Julia, e dà sempre più spazio a sentimenti individuali. Nonostante il partito imponga la castità (il sesso è permesso al solo scopo di procreare) Winston e Julia diventano amanti e decidono di collaborare con un’organizzazione clandestina di resistenza chiamata “Confraternita”. Ma una volta confidatisi con O’Brien, un collega e amico, si scopre che questi è un membro della psicopolizia, governata dal Minamor, il Ministero dell’Amore, la cui funzione è torturare i dissidenti.
Smith viene arrestato, sottoposto a torture e a un indicibile processo di degradazione. Il fine di O’Brien è insegnare a Winston la tecnica del Bipensiero attraverso tre fasi: apprendimento, comprensione, accettazione. Non è sufficiente confessare e sottomettersi: il Grande Fratello vuole avere per sé l'anima e il cuore di ogni suddito prima di metterlo a morte.
La prima fase consiste nell’infliggere un dolore di intensità sempre crescente al condannato in modo che egli accetti una realtà che non è tale. Winston riesce a resistere alla prima fase e, nella seconda, egli capisce di essere “l’ultimo uomo in Europa” (il primo titolo che Orwell aveva pensato di dare al libro), vale a dire l’ultimo guardiano dello spirito umano, e di avere l’aspetto — dopo le innumerevoli torture subite — di uno scheletro; ma è felice perché è conscio di non aver tradito Julia.
Nella terza fase, Winston — che ha ancora qualche pensiero non ortodosso — viene portato nella Stanza 101. In questa stanza non è contenuto uno strumento di tortura preciso: esso infatti consiste nella materializzazione del peggior incubo di ogni persona. Per il protagonista è prossima una maschera con dentro due topi (la sua fobia peggiore) che O’Brien sta per mettergli sul volto. E viene definitivamente sconfitto quando, per fermare O’Brien, urla «Fatelo a Julia», perdendo il suo ultimo sentimento umano. Winston apprende dunque da O’Brien i principi fondamentali del sistema sul quale si fonda lo stato e scopre che non è sufficiente confessare e obbedire alle regole, ma che il Grande Fratello vuole possedere anche l’anima e il pensiero dei suoi sudditi. Anche la stessa “Confraternita” è stata creata ad arte dalla Psicopolizia come esca per individuare potenziali dissidenti. Alla fine, Winston viene costretto a cedere: rinuncia all’amore per Julia e al libero pensiero, sottomettendosi e amando completamente il Grande Fratello, e pronto a consegnarsi nelle mani del boia autenticamente convinto della propria colpevolezza.

1984 è un capolavoro di George Orwell ed è stato definito il romanzo dell’utopia negativa. Scritto nel 1948 (il titolo è ottenuto semplicemente invertendo le ultime due cifre), rappresenta la lucida visione di uno stato totalitario e costituisce un monito per le future generazioni. E’ un romanzo di fantasia, estremo e terribile, ma proprio per queste ragioni è in grado di mostrarci la vera natura di molte società oggi esistenti e le loro potenzialità.  
La dittatura immaginata da Orwell è una dittatura mentale, non fisica; viene imposta con il lavaggio del cervello, con le sparizioni improvvise, senza alcun clamore, senza alcuna violenza apparente. Ma quello che più spaventa è la Folla: una massa di persone omologate e spersonalizzate, istigate a comando a scatenare gli istinti violenti nel corso delle sessioni d'odio inscenate nelle aziende, che hanno tutte gli stessi comportamenti, che accettano tutte con passiva convinzione l'ideologia imposta dal Grande Fratello. E non c'è ribellione, non c'è resistenza: a ribellarsi è un singolo, smarrito nella marea degli omologati, e per questo è condannato sin dall'inizio. Il lettore lo sa, lo sa bene, e quindi l'angoscia non lo abbandona mai.
L'ultimo passo del Grande Fratello è la prevenzione dell'opposizione, mediante la limitazione della capacità di pensiero ottenuta tramite una lingua in cui non è possibile più esprimere il proprio pensiero (la prima ribellione del protagonista è consistita proprio nello scrivere su di un quaderno: "Odio il Grande Fratello"). Se l'uomo non ha la capacita' di identificare in maniera razionale il motivo della sua sofferenza, poiché non ha parole per esprimerlo e per rifletterci, allora non può neanche definire la causa della propria sofferenza e l'oggetto del proprio odio. Tutto quel che rimane è soltanto un rancore indefinito, che può essere spazzato via attraverso le sedute di "odio collettivo". Come impostare un ragionamento logico-deduttivo se nella propria lingua non esiste il periodo ipotetico? 
1984 è un invito a non perdere la consapevolezza di sé e la propria coscienza, una esortazione a non smarrire la propria memoria e la propria individualità.
Una narrazione geniale.

2 commenti:

Roberto ha detto...

Quando la fantasia di uno scrittore diventa realtà..
Realtà che trova terreno fertile in Italia..
Realtà di tutti i giorni..
Che tristezza!

Mr. Jones ha detto...

Carlo hai scritto un bel post su uno dei libri che preferisco. Costituisce una profezia che a poco a poco, ahinoi, si sta realizzando. 1984 l'avevo letto tanti anni fa, lo sto rileggendo in questi giorni apprezzandone la sua attualità.

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