Portogallo, I online. La Grecia non ha voluto, ma l’Italia sì: Berlusconi si vende le isole.
Isole, spiagge, palazzi: l’Italia fa valere quello che possiede di più bello per combattere il debito pubblico
Ci sono più di 9.000 beni a disposizione di chi sia in grado di
sborsare alcuni milioni di euro per impossessarsi di un pezzo d’Italia.
L’idea è partita dal partito separatista italiano Lega Nord ed è
piaciuta al governo Berlusconi, alle prese con il maggior debito
pubblico della sua storia, più di 1800 miliardi di euro (dati di aprile 2010).
Piccoli e grandi tesori nazionali passeranno dalle mani dell’agenzia
del demanio alle autorità locali e regionali, che poi li metteranno in
vendita sul mercato internazionale, grazie alla legge sul federalismo demaniale (ndt). Il 75% del ricavato sarà utilizzato
per pagare i debiti a livello locale e il restante servirà per ridurre
il deficit nazionale. La lista provvisoria include importanti edifici
storici come l’antico Palazzo Reale di Palermo, che ha più di 900 anni, o
Villa Giulia, costruita nel XVI secolo a Roma, città dove sarà
possibile comprare anche parte di un mercato e un cinema. Per completare la lista, che tocca i 3 miliardi di euro, ci sono
luoghi e paesaggi emblematici del Paese e sue isole costiere. Nella
laguna di Venezia verrà messa in vendita l’isola di Sant’Angelo della
Polvere, di 0.53 ettari, e parte di altre isole, come un campo da golf
sull’isola di Albarella, i ruderi di un forte nell’isola di Sant’Erasmo e
il faro di Spignon che controllava l’entrata delle imbarcazioni nella
laguna. Chi ha sempre sognato di possedere un’isola deserta, puo’ acquistare
l’isola di Santo Stefano nel Tirreno. Se si preferisce compagnia c’è la
possibilità di comprare una spiaggia sul lago di Como, dove hanno casa
star del calibro di Madonna e George Clooney. A questa vendita in grande
scala non sfugge la regione Sardegna, dove la paradisiaca spiaggia di
Caprera ha anche lei un suo prezzo.
Molti di questi luoghi sono importanti riserve naturali dove per
legge è impossibile costruire. Gli ambientalisti si preoccupano del
fatto che questa legge potrebbe venire scavalcata in nome della
valorizzazione dei terreni. “Quando una persona paga più di un milione
di euro per una isola, ci vuole costruire una casa” ha detto al The
Sunday Times Farhad Vladi, un agente immobiliare specializzato in isole
private.
L’iniziativa del governo italiano sembra avere avuto origine dalle
voci che si sono succedute sulla Grecia. Il governo greco aveva smentito
immediatamente la notizia data a giugno dal The Guardian sull’ipotesi
che il paese vendesse alcune isole per far fronte al debito pubblico. La possibilità di cui aveva parlato la stampa aveva suscitato
l’indignazione dei greci e il portavoce del governo ellenico l’aveva
considerata un insulto. In ballo c’era il patrimonio naturalistico
protetto, come quello che ora è messo in vendita da Berlusconi. Il
giornalista greco e opinionista di “I online” Jorge Messias ha
sottolineato le questioni legali che la situazione solleva. “Non si puo’
vendere quello che è protetto dalla legge”. Quando questo accade, è
importante chiarire che lo Stato continua a mantenere la sovranità,
contrattacca il giornalista. “Una cosa è la proprietà e un’altra la
sovranità nazionale”, e i territori venduti sono territori nazionali
“con tutte le costrizioni giuridiche che ciò implica”.
Nel 2002 Antonio Martino, allora ministro italiano della Difesa,
parlò del patrimonio culturale e naturalistico come del petrolio
dell’Italia da dove sarebbe potuta venire la soluzione dell’allora già
alto debito pubblico. Ma garantiva: “Non si tratta di vendere il
Colosseo o la Fontana di Trevi, ma di rendere produttivo l’immenso
patrimonio immobiliare attualmente improduttivo”. Otto anni dopo il
governo porta a termine la maggiore operazione di questo genere nella
storia italiana.
Austria, Der Standard. Roma vende i Beni Demaniali
La lista comprende 11.000 beni – dalle montagne alle ville
Le famose Dolomiti, come il gruppo delle Tofane a Cortina potrebbero
presto cambiare proprietario. Lo stato italiano ha pubblicato una lista
di 11.000 beni, che in base alla legge sul federalismo dovranno essere
ceduti alle regioni, province e comuni. Tra queste si annoverano la
spiaggia del Lido di Venezia, l’archivio di stato di Trieste, la
dismessa tratta ferroviaria Roma – Napoli, il Palazzo dei Normanni a
Palermo, l’Isola della Maddalena e Caprera, il porto di Ostia, la Villa
Gregoriana a Tivoli e Villa Giulia a Roma, che custodisce reperti
etruschi.
Il valore complessivo dei beni demaniali in offerta è stimato intorno
ai tre miliardi di euro. Per entrare in possesso dei beni senza
ulteriori spese, le regioni o i comuni devono presentare un piano
dettagliato di riconversione. In caso di vendita del bene, il ricavato,
di cui un quarto spetta allo stato, deve essere utilizzato per abbattere
il deficit locale.
Luca Zaia, presidente della regione Veneto, ha dichiarato che si
tratta “di un passo verso la giusta direzione”. “E’ giusto che le
Dolomiti appartengano a coloro che le abitano”. L’esperto in protezione
dei beni architettonici Salvatore Settis ha avvisato che si tratta solo
“del primo passo verso una commercializzazione senza freni di beni
culturali e bellezze naturali di grande valore”. Nella prima fase del
federalismo numerosi possedimenti passeranno alle regioni, tra cui il
Lago di Garda, il Lago di Como e il Lago Maggiore.
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