13 luglio 2010

L'Italia svende i suoi gioielli

Portogallo, I online. La Grecia non ha voluto, ma l’Italia sì: Berlusconi si vende le isole.
Isole, spiagge, palazzi: l’Italia fa valere quello che possiede di più bello per combattere il debito pubblico

Ci sono più di 9.000 beni a disposizione di chi sia in grado di sborsare alcuni milioni di euro per impossessarsi di un pezzo d’Italia. L’idea è partita dal partito separatista italiano Lega Nord ed è piaciuta al governo Berlusconi, alle prese con il maggior debito pubblico della sua storia, più di 1800 miliardi di euro (dati di aprile 2010).
Piccoli e grandi tesori nazionali passeranno dalle mani dell’agenzia del demanio alle autorità locali e regionali, che poi li metteranno in vendita sul mercato internazionale, grazie alla legge sul federalismo demaniale (ndt). Il 75% del ricavato sarà utilizzato per pagare i debiti a livello locale e il restante servirà per ridurre il deficit nazionale. La lista provvisoria include importanti edifici storici come l’antico Palazzo Reale di Palermo, che ha più di 900 anni, o Villa Giulia, costruita nel XVI secolo a Roma, città dove sarà possibile comprare anche parte di un mercato e un cinema. Per completare la lista, che tocca i 3 miliardi di euro, ci sono luoghi e paesaggi emblematici del Paese e sue isole costiere. Nella laguna di Venezia verrà messa in vendita l’isola di Sant’Angelo della Polvere, di 0.53 ettari, e parte di altre isole, come un campo da golf sull’isola di Albarella, i ruderi di un forte nell’isola di Sant’Erasmo e il faro di Spignon che controllava l’entrata delle imbarcazioni nella laguna. Chi ha sempre sognato di possedere un’isola deserta, puo’ acquistare l’isola di Santo Stefano nel Tirreno. Se si preferisce compagnia c’è la possibilità di comprare una spiaggia sul lago di Como, dove hanno casa star del calibro di Madonna e George Clooney. A questa vendita in grande scala non sfugge la regione Sardegna, dove la paradisiaca spiaggia di Caprera ha anche lei un suo prezzo.
Molti di questi luoghi sono importanti riserve naturali dove per legge è impossibile costruire. Gli ambientalisti si preoccupano del fatto che questa legge potrebbe venire scavalcata in nome della valorizzazione dei terreni. “Quando una persona paga più di un milione di euro per una isola, ci vuole costruire una casa” ha detto al The Sunday Times Farhad Vladi, un agente immobiliare specializzato in isole private.
L’iniziativa del governo italiano sembra avere avuto origine dalle voci che si sono succedute sulla Grecia. Il governo greco aveva smentito immediatamente la notizia data a giugno dal The Guardian sull’ipotesi che il paese vendesse alcune isole per far fronte al debito pubblico. La possibilità di cui aveva parlato la stampa aveva suscitato l’indignazione dei greci e il portavoce del governo ellenico l’aveva considerata un insulto. In ballo c’era il patrimonio naturalistico protetto, come quello che ora è messo in vendita da Berlusconi. Il giornalista greco e opinionista di “I online” Jorge Messias ha sottolineato le questioni legali che la situazione solleva. “Non si puo’ vendere quello che è protetto dalla legge”. Quando questo accade, è importante chiarire che lo Stato continua a mantenere la sovranità, contrattacca il giornalista. “Una cosa è la proprietà e un’altra la sovranità nazionale”, e i territori venduti sono territori nazionali “con tutte le costrizioni giuridiche che ciò implica”.
Nel 2002 Antonio Martino, allora ministro italiano della Difesa, parlò del patrimonio culturale e naturalistico come del petrolio dell’Italia da dove sarebbe potuta venire la soluzione dell’allora già alto debito pubblico. Ma garantiva: “Non si tratta di vendere il Colosseo o la Fontana di Trevi, ma di rendere produttivo l’immenso patrimonio immobiliare attualmente improduttivo”. Otto anni dopo il governo porta a termine la maggiore operazione di questo genere nella storia italiana.


Austria, Der Standard. Roma vende i Beni Demaniali
La lista comprende 11.000 beni – dalle montagne alle ville

Le famose Dolomiti, come il gruppo delle Tofane a Cortina potrebbero presto cambiare proprietario. Lo stato italiano ha pubblicato una lista di 11.000 beni, che in base alla legge sul federalismo dovranno essere ceduti alle regioni, province e comuni. Tra queste si annoverano la spiaggia del Lido di Venezia, l’archivio di stato di Trieste, la dismessa tratta ferroviaria Roma – Napoli, il Palazzo dei Normanni a Palermo, l’Isola della Maddalena e Caprera, il porto di Ostia, la Villa Gregoriana a Tivoli e Villa Giulia a Roma, che custodisce reperti etruschi.
Il valore complessivo dei beni demaniali in offerta è stimato intorno ai tre miliardi di euro. Per entrare in possesso dei beni senza ulteriori spese, le regioni o i comuni devono presentare un piano dettagliato di riconversione. In caso di vendita del bene, il ricavato, di cui un quarto spetta allo stato, deve essere utilizzato per abbattere il deficit locale.
Luca Zaia, presidente della regione Veneto, ha dichiarato che si tratta “di un passo verso la giusta direzione”. “E’ giusto che le Dolomiti appartengano a coloro che le abitano”. L’esperto in protezione dei beni architettonici Salvatore Settis ha avvisato che si tratta solo “del primo passo verso una commercializzazione senza freni di beni culturali e bellezze naturali di grande valore”. Nella prima fase del federalismo numerosi possedimenti passeranno alle regioni, tra cui il Lago di Garda, il Lago di Como e il Lago Maggiore.
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