Fissato il blackout delle notizie per venerdì – resiste la
protesta contro la temuta legge sull’imbavagliamento dell’informazione.
I media italiani protestano ripetutamente contro una legge creata su
pressione del premier Silvio Berlusconi che limita il potere della
giustizia sulle intercettazioni e i controlli telefonici. I giornalisti
della carta stampata sono in sciopero, di
conseguenza venerdì i quotidiani non verranno pubblicati. I giornalisti
online così come le agenzie di stampa, compresi quelli della televisione
e delle radio incroceranno le braccia venerdì.
L’associazione italiana dei giornalisti FNSI ha incitato alla
protesta. "Berlusconi con questa controversa legge non solo vuole ridurre
le misure concesse per le intercettazioni, ma anche adottare multe
salate per i media e i giornalisti, che pubblicano “illecitamente” atti
sulle investigazioni o colloqui anche parziali", protesta la FNSI. Numerosi giornalisti italiani vedono in ciò un bavaglio
sull’informazione. “Non accetteremo mai di passare da cani da guardia
del potere a cagnolini da salotto”, ha affermato il portavoce della FNSI
Franco Siddi.
Berlusconi: i lettori dovrebbero scioperare
Viceversa Berluscon, che è da sempre sul piede di guerra contro i
media, aveva invitato la settimana scorsa gli italiani a “scioperare”
come lettori. In tal modo rispondeva ad un articolo sgradito riguardo
alla sua partecipazione al vertice del G–20 a Toronto.
Con la sua ampia maggioranza in parlamento il Capo del Governo
conservatore, nonché magnate della comunicazione, aveva fatto passare la
legge alcune settimane fa in Senato. È stata quindi inoltrata alla Camera dei Deputati. Questa è la trentaquattresima volta dall’inizio del suo
mandato che Berlusconi ricorre alla fiducia per imporre una rapida
conclusione del progetto di legge. "Ci sono in corso troppe
intercettazioni", ha detto Berlusconi, "ed è necessario proteggere meglio
la sfera privata".
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