Passaparola compie 100 puntate, raggiungendo la media di 250-300 mila visitatori a puntata, con punte di 700 mila accessi. Il mio personale ringraziamento per questa fiammella di libera informazione che resta ancora accesa nel buio dell'ignoranza, a prescindere che si condivida o meno quanto detto.
Il Corriere della Sera, abbandonando la sua tanto declamata linea apartitica, ha attaccato violentemente Di Pietro, approfittando delle dichiarazioni (rivelatesi false) di Zampolini su due immobili "procurati" al leader dell'IdV. Come prova della propria innocenza, Di Pietro ha fornito e pubblicato documenti ufficiali, sentenze, querele vinte, rogiti e tutte le carte necessarie, con il massimo della trasparenza e non ha parole, come i politichesi sono soliti fare. Qualcun' "altro", quello che oggi è l'attuale Presidente del Consiglio, quando fu indagato per accertare la probabile provenienza mafiosa dei suoi capitali, interrogato disse invece: "Mi avvalgo della facoltà di non rispondere". Di Pietro fu prosciolto in ogni processo, tutti le accuse furono archiviate, ma questo non è bastato e la disinformazione tenta ancora la strada della gogna mediatica, perchè se gettano fango e ombre su quelle poche persone oneste, allora si affermerà la filosofia del "tanto lo fanno tutti, sono tutti uguali". Se invece ti chiami Andreotti ti considerano assolto anche se risulti prescritto in un processo per mafia; se ti chiami Berlusconi sei assolto anche se sei stato 6 volte prescritto per mafia, 2 volte amnistiato e 3 volte depenalizzato da leggi fatte da lui stesso. Ovviamente su questi articoli esemplari di informazione indipendente lucrano fantastici politici come Casini, che definiscono Di Pietro uno "sciacallo che lucra sulle disgrazie del Paese, una sciagura nazionale"; lo stesso politico che ha nel suo partito le potenzialità per formare la nazionale dei galeotti per questo Mondiale: senatori come De Gregorio, accusato di riciclare denaro sporco di provenienza mafiosa, o Totò Cuffaro, condannato in primo e secondo grado per favoreggiamento mafioso, o Lorenzo Cesa arrestato per aver preso 20 tangenti per conto del Ministro Prandini dopo aver deciso di "svuotare il sacco". Solo per citarne alcuni. Lo stesso politico che, in qualità di Presidente della Camera, nel dicembre 2004 fece una dichiarazione pubblica di stima e amicizia a Dell'Utri, mentre i giudici di Palermo erano già riuniti in Camera di Consiglio per la sentenza del processo che vedeva quest'ultimo accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Ovviamente sul Corriere della Sera non è stato pubblicato nessun articolo riguardo gli ultimi sviluppi del processo riguardo il tentativo di estorsione con aggravante mafiosa (1.5 milioni di euro) di Dell'Utri ai danni del senatore e imprenditore siciliano Garraffa, tramite l'intermediazione del capomafia di Trapani Virga. Ma forse può aiutarci a capire la vicenda scoprire chi siede nel Consiglio di Amministrazione del quitidiano: Philip Elkann, presente anche nel consiglio Fiat; Diego Della Valle, presente nei consigli di Assicurazioni Generali, Tod's e CIA; Jonella Ligresti, presente nei consigli di Mediobanca (assieme alla figlia di Berlusconi), Italmobiliare, Milano Assicurazioni, Fondiaria e Premafin finanziaria; Enrico Salza, presente nel consiglio di Intesa San Paolo; Bernardino Libonati, presente nei consigli di Telecom Italia, Telecom Italia Media e Pirelli; Renato Pagliaro, presente nei consigli di Pirelli, Mediobanca e Telecom Italia. Come al solito personaggi immanicati in mille aziende. Come può quindi il Corriere essere indipendente? Quando il Corriere porrà tanti interrogativi a questi imprenditori? Ma soprattutto a quando l'articolo "Ambiguità e silenzi di Silvio Berlusconi"? Forse in effetti non basterebbe un quotidiano, ma una raccolta enciclopedica a volumi.
Buttiamo questi quotidiani nel cesso. Dopo averli usati come carta igienica.
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