23 giugno 2010

Corte Costituzionale: la legge sul nucleare anticostituzionale

La Corte Costituzionale con la sentenza 215/2010 del 09/06/2010 dichiara incostituzionale l'articolo n.4 (comma 1, 2, 3, 4) della legge n.102 del 3 agosto 2009, "Interventi urgenti per le reti dell'energia", ovvero il primo atto legislativo del nostro Governo per la costruzioni di centrali nucleari. A sollevare la questione presentando il ricorso erano state Umbria, Toscana, Emilia-Romagna e la Provincia autonoma di Trento, quest'ultima in quanto, appunto, dotata di particolari autonomie. Il quarto articolo del decreto legge sul nucleare diceva, riassumendo, che la costruzione delle centrali nucleari era faccenda urgente e indispensabile, che essa sarebbe stata realizzata con capitali privati, o prevalentemente privati, e che il Governo avrebbe potuto istituire commissari straordinari con poteri esclusivi e totali a proposito dell’ubicazione delle centrali  ("Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dello sviluppo economico [...] individua gli interventi relativi alla produzione dell'energia, da realizzare con capitale prevalentemente o interamente privato, per i quali ricorrono particolari ragioni di urgenza in riferimento allo sviluppo socio-economico e che devono essere effettuati con mezzi e poteri straordinari). La Suprema Corte ha quindi stabilito che l’urgenza delle centrali nucleari non si concilia con il ricorso ai capitali privati per costruirle: un’azienda investe dove e quando le conviene, non al comando di un decreto legge. Inotre, poichè la csotruzione di nuove centrali nucleari sono iniziative di rilievo strategico, "ogni motivo d’urgenza dovrebbe comportare l’assunzione diretta, da parte dello Stato, della realizzazione delle opere medesime". Ma se lo Stato non si muove in prima persona, le centrali nucleari non sono poi così urgenti. E di conseguenza “non c’è motivo di sottrarre alle Regioni la competenza nella realizzazione degli interventi”. Questo purtroppo non è uno stop definitivo al nucleare; la sentenza della Corte Costituzionale infatti sancisce semplicemente che le Regioni possano disattendere la possibilità di costruire centrali nucleari. Il governo aveva presentato come esigenza improcrastinabile la costruzione delle nuove centrali, ma grazie a questa sentenza ciascuna Regione potrà  decidere autonomamente, in quanto si è riconosciuto che la costruzione di centrali nucleari non è urgente, tantomeno necessaria. Ad esempio, se una regione come il Piemonte, dove il neo-presidente Cota asservito ai suoi padroni ha ritirato il decorso presentato dalla vecchia giunta, fosse in accordo con lo Stato sulla ubicazione della centrale nel suo territorio, non vi sarebbe alcun impedimento. Questa sentenza non è quindi la soluzione definitiva, ma un passo avanti enorme.
Inoltre ieri, la Corte Costituzionale si è pronunciata sul ricorso contro il ritorno al nucleare presentato da 11 regioni italiane che verte principalmente sulla mancata previsione della necessità di un’intesa con le Regioni e gli enti locali a proposito dell’ubicazione delle centrali nucleari. Restiamo in attesa della pubblicazione della sentenza. Nel frattempo non possiamo ignorare il silenzio tombale al riguardo, nessun organo di informazione ha dato notizia della cosa. Non certo una sciocchezzuola, visto che questo Governo ha impegnato mesi della sua propaganda politica nel convincere noi Italiani che il nucleare era cosa buona e giusta. E stiamo parlando di nucleare, non della ricetta dei biscotti.
Ma la sentenza circola in rete e sta rimbalzando da un sito all'altro. E questa è inoppugnabile, la fonte è il sito ufficiale della Corte Costituzionale. Il bavaglio non vi basterà. La rete corre più veloce di voi!

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1 commenti:

Cepu ha detto...

Che gioia.
Suprema Corte, sei una fratella, ti stimo moltissimo !!!

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