1 agosto 2010

La Svezia racconta le vicende italiane

Dagens Nyheter, 26 luglio. La cinghia si stringe intorno a Berlusconi
Ultimamente il vento non tira a favore per Silvio Berlusconi. Durante l’estate è stata scoperta una rete di uomini influenti che cercava di influenzare la magistratura del Paese. Nel corso degli ultimi mesi Berlusconi ha dovuto sacrificare due Ministri e un Sottosegretario per non far affondare la barca del Governo.

Gli scandali dell’anno scorso con le escort al palazzo del governo italiano appaiono una innocente festa di compleanno in confronto alle rivelazioni che sono venute alla luce le ultime settimane. Un’inchiesta di corruzione riguardante un grosso investimento nell’energia eolica in Sardegna ha portato alla luce un’intricata loggia di cui farebbero parte politici, giudici e imprenditori. A differenza di precedenti scandali, che hanno rivelato una lunga serie di imprenditori alquanto loschi attorno a Berlusconi, questa volta non si è solo trattato di guadagnare soldi.
La loggia è immediatamente stata chiamata P3 dai media italiani, alludendo ad un allungamento della loggia P2 (Propaganda due) degli anni ’70 e ’80 che aveva un piano a lungo elaborato il quale mirava all’attività sovversiva in Italia. Una loggia storica di cui Berlusconi stesso ha fatto parte (numero di iscrizione 1816). Questa volta invece, non si tratta solo di pianificare un colpo di Stato o infiltrare i servizi segreti: secondo i magistrati, i quali basano la loro indagine su diverse intercettazioni, la P3 è stata una rete per controllare la magistratura del Paese in modo da poter ottenere sentenze a favore di Berlusconi.
Il nome di Berlusconi non viene mai menzionato nelle intercettazioni, ma diversi dei suoi collaboratori sì: tra loro il Senatore Marcello Dell’Utri, già condannato per legami con la mafia. I magistrati sono tuttavia convinti che quando i membri della P3 al telefono parlano del “cesare”, essi facciano riferimento a Berlusconi. Le intercettazioni mostrano un’attività intensa durante l’anno scorso quando la P3 sistematicamente ha cercato di contattare giudici. Un giudice è perfino stato invitato a cena – presso la Corte Costituzionale. Questo per cercare di convincere la Corte a giudicare a favore di Berlusconi. Il tentativo è fallito e ad ottobre la Corte ha proclamato che la nuova legge, che doveva procurare l’immunità al Premier, era incostituzionale.
Oggi Berlusconi appare sempre più debole. Da una parte l’ex collaboratore di coalizione, Gianfranco Fini, ha messo in evidenza la questione morale e la corruzione all’interno del PdL. Fini è rimasto nel partito, ma ha istituito una propria falange. Dall’altra parte il partito di governo Lega Nord è scontento del modo in cui Berlusconi ha condotto la politica in merito ad un’ulteriore indipendenza economica per il ricco Nord Italia. In vista del rischio di perdere un voto di fiducia, Berlusconi ha immediatamente scelto di sacrificare il suo sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Nicola Cosentino, sospettato, tra l’altro, di avere legami con la Camorra a Napoli.
Questa primavera il Ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, si è dimesso. Aldo Brancher invece, non è durato più di tre settimane come Ministro per il Federalismo. Una nomina che, alla luce dei fatti, appare sempre più un favore amichevole fatto a Brancher perché non si dovesse presentare in Corte per un processo che lo vedeva accusato di aver accettato tangenti.
Nel caldo estivo di luglio è dunque cominciato l’autunno per Berlusconi. I suoi consensi sono ai minimi storici, 39 percento, ed è passato un po’ di tempo dalla sua ultima dichiarazione standard per rispondere alle critiche; quella di indire le elezioni anticipate. Berlusconi continua tuttavia sempre a sottolineare che non ha intenzione di lasciare prima del termine del suo mandato nel 2013.


Dagens Nyheter, 30 luglio. Litigio porta alla crisi di governo in Italia
Nuove elezioni si avvicinano in Italia da quando il disaccordo tra il primo ministro Silvio Berlusconi e il suo vecchio sostenitore Gianfranco Fini si è incendiato fino a diventare guerra aperta.

Dopo mesi di critiche e relazioni tese tra i due, durante la sera di giovedì la loro collaborazione politica si è distrutta. Berlusconi ha accusato Fini di essere un traditore e un cospiratore che cerca di “uccidere lentamente” il loro partito, il Popolo della Libertà, che per due anni ha guidato la coalizione di governo.
In un’amara dichiarazione della direzione di partito, Fini è stato dichiarato non essere più all’altezza degli ideali del partito.
La stampa italiana ha tratto la conclusione che Fini in pratica sia stato buttato fuori dal partito e che con questo il forte Presidente della Camera potrà costringere Berlusconi ad andare alle elezioni anticipate. Il mandato scadrà nel 2013.
– “Non c’è alcun rischio. Abbiamo la maggioranza.” ha commentato Berlusconi sulla crisi di governo. Ma diversi osservatori riferiscono che la maggioranza è pericolosamente risicata e potrebbe rompersi in qualsiasi momento se Fini porterà con sé un numero sufficiente di simpatizzanti.
Secondo il quotidiano Corriere della Sera la brutalità dell’espulsione di Fini da parte di Berlusconi, inoltre, potrà avere effetti a lungo termine per tutta la coalizione di destra.
L’ex neofascista Fini ha appoggiato politicamente Berlusconi a lungo e ha sciolto il proprio partito per fondare, insieme con Berlusconi, il Popolo della Libertà.
Negli ultimi tempi Fini ha, tra l’altro, criticato duramente i tentativi di Berlusconi di proteggersi contro i suoi processi e limitare le possibilità della stampa di riportare informazioni sulle intercettazioni.
Gianfranco Fini ha fatto sapere venerdì che intende mantenere la carica di Presidente della Camera.
Ha spiegato che il Presidente è responsabile di fronte al Parlamento e non di fronte alla maggioranza che lo ha eletto, scrive il Corriere della Sera.
Fini ha detto di essere praticamente stato escluso dal partito giovedì sera. Egli ha accusato Berlusconi di avere un concetto “ben poco liberale” di democrazia.
Secondo il Corriere della Sera i sostenitori di Fini costituiranno immediatamente un nuovo gruppo alla Camera, chiamato Futuro e Libertà.
Fini ha rilasciato una conferenza stampa venerdì pomeriggio e ha detto, secondo Reuter, che i suoi alleati “appoggeranno lealmente il governo ogniqualvolta agirà nel solco del programma elettorale, ma non esiteranno a contrastare scelte ritenute ingiuste e lesive dell’interesse generale”.

Leggi anche: Dicono di noi, notizie dell'Italia dall'estero 

2 commenti:

Unknown ha detto...

magari fosse la fine per berlusconi e per tutta la cricca..RIVOLUZIONE!

Anonimo ha detto...

ma all'estero cosa pensano del Popolo italiano?
Ovviamente quello che andrebbe giustamente pensato: coglioni ebeti (nella migliore delle ipotesi), popolo mafioso (nella peggiore).Spero che arrivi uno stato estero ad invaderci e ad annetterci.

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