Svenska Dagbladet, 12 luglio. Se si dà uno sguardo alla politica italiana, viene in mente sia
l’Inferno di Dante, sia il film scandalo di Gore Vidal sull’imperatore
edonista Caligola. Ai vertici della politica si trovano innumerevoli
peccatori. Silvio Berlusconi stesso è stato al centro di un’imbarazzante
storia che ha visto il coinvolgimento di prostitute.
In caso qualcuno pensasse che la sinistra sia di maggiore statura
morale, lo scorso autunno un governatore del Partito Democratico, il
principale partito d’opposizione, è stato vittima di ricatti. Alcuni
agenti di polizia avevano una registratione video in cui Piero Marrazzo
assume cocaina con una prostituta transessuale brasiliana.
Ma non è solo di lussuria e ingordigia ciò di cui certi si rendono
colpevoli. Non mancano nemmeno la corruzione e le frodi. Nel New York
Review of Books (8/4), Berlusconi è stato accusato dal giornalista
Alexander Stille di essersi avvalso di contratti statali come merce di
scambio con imprenditori influenti e compiacenti. In novembre ha anche svolto una campagna per una legge che, se
venisse applicata, annullerebbe dei processi in corso da un certo numero
di anni, tra i quali alcuni in cui Berlusconi stesso è coinvolto. La
settimana scorsa, inoltre, si è dimesso un ministro fresco di nomina (Brancher, nda), in
concomitanza con un processo per appropriazione indebita. Di sicuro il peccato non è nulla di nuovo per la politica italiana,
come viene elegantemente descritto nel film “Il Divo” (2009), sull’ ex
primo ministro Giulio Andreotti. Ma è opinione comune che abbia
prosperato negli anni di Berlusconi.
E, alla fine, la gente ha iniziato a stufarsi. Pure nei giorni dello
scandalo delle prostitute dell’anno scorso, il sostegno a Berlusconi era
forte, ma in dicembre si sono riuniti 350 000 italiani in una
dimostrazione di massa dal nome “No Berlusconi Day”, e ora il sostegno
diminuisce. Comprensibilmente, sia la destra che la sinistra vengono
percepite sempre di più come una sorta di casta sopraelevata del tutto
distaccata dalla realtà della gente comune.
Questo è lo sfondo dell’ultima crisi politica di Berlusconi. Questa
settimana il parlamento la fiducia su di lui, a causa della sua
controversa manovra economica di 25 miliardi di euro. Berlusconi ha
annunciato di essere pronto a dimettersi se il parlamento respingesse la
manovra. In realtà la manovra economica è il primo vero tentativo di riforma
di Berlusconi, ed è anche l’ennesimo motivo, nel caso ce ne fosse stato
bisogno, che induce a pensare che all’Italia possa far bene cambiare il
primo ministro. Gianfranco Fini ha dimostrato di essere un possibile successore di
Berlusconi. Si è guadagnato la reputazione di rispettabile moderato, ma
proviene da un problematico passato di estremismo politico. Avrà sia la morale che la volontà politica di cui l’Italia ha
bisogno?
Articolo originale: "Berlusconis sista strid?" di Johan Wennström
Leggi anche: Dicono di noi, notizie dell'Italia dall'estero
2 commenti:
Bravo questo vignettista. Lo stile è quello di Vauro. La grafica è più curata.
Per il nano malefico ci vorrebbe un Tir!
Ciao5
Sottoscrivo tutto e ovviamente non mi dimentico di farti i complimenti per questo bel blog: ricco di spunti utili per mettere un po' il moto il nostro cervello, ma anche e soprattutto il senso critico (o, parlando di politica, quello della vergogna). Ti ho "rubato" la stupenda lettera di Manfredi Borsellino trovata casualmente in una pagina di FB, ovviamente citando il tuo blog come fonte.
Ancora complimenti, inserirò subito questo spazio tra i blog che consiglio ai miei pochissimi (4 gatti) lettori! :-)
A presto.
Carlo.
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