8 giugno 2010

Libri insostenibili

APP (Asia Pulp and Paper) è il più grande produttore di polpa di cellulosa e carta in Indonesia e controlla circa 2.2 milioni di ettari di piantagioni da polpa di cellulosa. La capacità produttiva di APP si aggira intorno alle 2.7 milioni di tonnellate l’anno. Si stima che dal 2005 le cartiere collegate ad APP abbiano ottenuto il 60% delle fibre per produrre la propria carta ricorrendo al taglio indiscriminato della foresta vergine anziché alle piantagioni. Le foreste torbiere indonesiane immagazzinano una quantità di carbonio che supera di un terzo quella trattenuta nell'atmosfera a livello globale. Si stima che dall'inizio delle proprie attività, negli anni Ottanta, APP abbia abbattuto un milione di ettari di foreste nella sola isola di Sumatra che conserva ancora più di due miliardi di tonnellate di carbonio. La distruzione di queste foreste (l'Indonesia è il terzo emettitore mondiale di CO2) avrebbe un effetto drammatico sul clima. Greenpeace stima che per ogni tonnellata di cellulosa prodotta dalla APP in Indonesia nel 2007, siano state emesse circa cinque tonnellate di carbonio (CO2) a causa della distruzione delle foreste pluviali, e 29 tonnellate di CO2 a causa del drenaggio della torba. Nel 2007, APP è stata ripetutamente denunciata per aver acquistato legno tagliato illegalmente e proveniente da una foresta torbiera a Riau, provincia di Sumatra. La torba, in quest’area, ha una profondità superiore ai quattro metri e, come stabilito dalla legge indonesiana, è illegale tagliare a raso, drenare e incendiare questi ecosistemi per impiantarvi piantagioni di qualsiasi genere. A Sumatra APP è sotto inchiesta da parte della polizia per aver appiccato incendi all’interno delle concessioni della società controllata PT Arara Abadi. APP si è, inoltre, resa responsabile di gravissimi conflitti con le popolazioni locali: nel 2008 allontanò con la violenza gli abitanti di un villaggio che si opponevano alla distruzione di un’area forestale. Secondo alcuni reportage giornalistici la APP, in quell’occasione affittò un elicottero munito di lancia fiamme per appiccare il fuoco nel villaggio.
Ma cosa abbiamo a che fare noi Italiani con tutto questo? Potremmo facilmente pensare che abbiamo fin troppi problemi a casa nostra per pensare a quelli degli altri. Eppure l'Italia gioca un ruolo importante in tutto questo. Negli ultimi anni l'Italia ha incrementato esponenzialmente le proprie importazioni di carta dall'Indonesia fino a diventare il più importante acquirente europeo di carta indonesiana e il maggior cliente APP. Soltanto nell’ultimo anno, l’importazione di carta indonesiana è più che raddoppiata. I dati, disponibili sul sito web dell’azienda, confermano che APP è un’azienda in forte espansione. In Europa si moltiplicano gli uffici commerciali di quest’ultima in paesi come l’Inghilterra, la Spagna, la Germania e, adesso, anche in Italia dove la società ha sede a Verona. Mentre il 60% delle case editrici inglesi ha già adottato serie politiche di acquisto stampando tutta la propria produzione libraria su carta FSC (di origine certificata), da un’indagine realizzata da Greenpeace risulta che il 75% delle case editrici italiane non conosce, né controlla l’origine della carta utilizzata per la produzione dei propri libri. Da questa indagine scaturisce la classifica di Greenpeace delle case editrici italiane; i risultati dimostrano che soltanto il 18% delle case editrici interpellate ha scelto di acquistare solo ed esclusivamente carta sostenibile, tra cui Bompiani, Fandango, Hacca e Gaffi. Un esiguo 6% stampa i propri libri solo su carta FSC proveniente da foreste certificate secondo standard affidabili: tra essi Marsilio e Fanucci. Il 55% degli editori interpellati ha risposto al questionario dimostrando trasparenza, ma ha dichiarato di non poter fornire informazioni chiare sulla propria carta e quindi non ha una politica sostenibile. In questo corposo gruppo si trovano i principali gruppi editoriali italiani, Mondadori, RCS Libri, Fabbri, Rizzoli, Garzanti, De Agostini e tanti altri, che da soli costituiscono più della metà del mercato italiano dei libri. Il restante 20% non ha fornito alcuna informazione utile per poter valutare la sostenibilità della propria carta dimostrando poca trasparenza e nessuna volontà di escludere dalla propria filiera carta proveniente dalla deforestazione. Tra questi vi era Feltrinelli, che da sola controlla quasi il 4% del mercato librario; il 25 maggio, però, pochi giorni dopo la pubblicazione di questa classifica, Feltrinelli si è impegnata a stampare i suoi libri solo su carta sostenibile. C'è da augurarsi che questo gesto di Feltrinelli sia da buon esempio per gli altri colossi dell'editoria, che altrimenti saranno corresponsabili della distruzione delle ultime foreste tropicali del pianeta. E le conseguenze le pagheremo tutti.

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