
Ma cosa abbiamo a che fare noi Italiani con tutto questo? Potremmo facilmente pensare che abbiamo fin troppi problemi a casa nostra per pensare a quelli degli altri. Eppure l'Italia gioca un ruolo importante in tutto questo. Negli ultimi anni l'Italia ha incrementato esponenzialmente le proprie importazioni di carta dall'Indonesia fino a diventare il più importante acquirente europeo di carta indonesiana e il maggior cliente APP. Soltanto nell’ultimo anno, l’importazione di carta indonesiana è più che raddoppiata. I dati, disponibili sul sito web dell’azienda, confermano che APP è un’azienda in forte espansione. In Europa si moltiplicano gli uffici commerciali di quest’ultima in paesi come l’Inghilterra, la Spagna, la Germania e, adesso, anche in Italia dove la società ha sede a Verona. Mentre il 60% delle case editrici inglesi ha già adottato serie politiche di acquisto stampando tutta la propria produzione libraria su carta FSC (di origine certificata), da un’indagine realizzata da Greenpeace risulta che il 75% delle case editrici italiane non conosce, né controlla l’origine della carta utilizzata per la produzione dei propri libri. Da questa indagine scaturisce la classifica di Greenpeace delle case editrici italiane; i risultati dimostrano che soltanto il 18% delle case editrici interpellate ha scelto di acquistare solo ed esclusivamente carta sostenibile, tra cui Bompiani, Fandango, Hacca e Gaffi. Un esiguo 6% stampa i propri libri solo su carta FSC proveniente da foreste certificate secondo standard affidabili: tra essi Marsilio e Fanucci. Il 55% degli editori interpellati ha risposto al questionario dimostrando trasparenza, ma ha dichiarato di non poter fornire informazioni chiare sulla propria carta e quindi non ha una politica sostenibile. In questo corposo gruppo si trovano i principali gruppi editoriali italiani, Mondadori, RCS Libri, Fabbri, Rizzoli, Garzanti, De Agostini e tanti altri, che da soli costituiscono più della metà del mercato italiano dei libri. Il restante 20% non ha fornito alcuna informazione utile per poter valutare la sostenibilità della propria carta dimostrando poca trasparenza e nessuna volontà di escludere dalla propria filiera carta proveniente dalla deforestazione. Tra questi vi era Feltrinelli, che da sola controlla quasi il 4% del mercato librario; il 25 maggio, però, pochi giorni dopo la pubblicazione di questa classifica, Feltrinelli si è impegnata a stampare i suoi libri solo su carta sostenibile. C'è da augurarsi che questo gesto di Feltrinelli sia da buon esempio per gli altri colossi dell'editoria, che altrimenti saranno corresponsabili della distruzione delle ultime foreste tropicali del pianeta. E le conseguenze le pagheremo tutti.
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